Nisida

Nisida

mercoledì 31 maggio 2006

ROSETTA E LE QUOTE ROSA


A Napoli, l'unica quota rosa è Rosetta. Sembra un calembour ma è la verità.
Nessuna donna è stata eletta consigliere comunale e quindi il Consiglio Comunale, quando si riunirà nella Sala dei Baroni, sarà completamente al maschile, presieduto dalla Sindaca, unica donna.


Sarà un caso, ma nessun partito è riuscito ad esprimere rappresentanti femminili.
E come poteva accadere tale miracolo, se anche le donne che "contano" all'interno dei loro partiti hanno appoggiato candidati maschi?
E così abbiamo notato che in città ci sono state solenni trombature, sia al maschile che al femminile, una sorta di par condicio.
Per dirne qualcuna: Roberto Barbieri e Rachele Furfaro in casa DS e poi Gambale, Florino e Abbamonte.
Si è ritenuto trombato anche S.B., per nulla contento dei diecimila voti come capolista su ottantamila totalizzati da F.I. Ed ha chiamato Cosentino per fargli una terribile reprimenda.

Ieri poi la giovane Mara Carfagna, eletta a Napoli deputato per F.I. ha dichiarato che le quote rosa non servono, ponendosi come esempio concreto («Io sono l’esempio che non servono»), con buona pace della Prestigiacomo, che si è discretamente incavolata.
Ed io le credo. No, non servono.


 

PATIBOLO TRICOLORE

Mi dispiace per gli amici milanesi che mai avrebbero pensato di avere per sindaco una ministra riciclata dalla Cdl, me ne dispiace sinceramente.
Ma alcune cose risultano francamente indigeribili.
La coalizione con alla guida la Moratti, includeva anche partiti come Fiamma tricolore e Azione sociale.
Fiamma tricolore, partito neofascista, tra le varie altre cose propone il “ripristino” della pena di morte, il ritorno degli ideali gentiliani nella scuola e l’introduzione delle Case della Gioventù per la formazione fisico-attitudinale.
Azione sociale (prima era Alternativa sociale) della Mussolini, è stata agli onori della cronaca per l’accusa di aver falsificato le firme per la presentazione della lista.
Letizia Moratti, che ha portato papà Brichetto, ex patriota della Liberazione, alla manifestazione del 25 aprile, con tanto di fischi, come concilia tutto questo con l’apparentamento a liste chiaramente neofasciste con programmi in assoluta divergenza da quella che sembra essere la storia dell’ex ministra?
E soprattutto, cosa dovrà concedere a tali figuri in cambio dell’appoggio?

martedì 30 maggio 2006

TOMBOLA COL BOTTO


Mentre Oriana Fallaci minaccia di tirar bombe sulla moschea che costruiranno a Colle Val d’Elsa vicino Siena (si sente offesa dal minareto di 24 metri nella terra di Giotto), a Castelnovo ne’ Monti in provincia di Reggio Emilia organizzano una tombola per abbattere il “mostro di Felina”.
Il vincitore, durante una festa che si svolgerà domenica 28 maggio, potrà schiacciare il pulsante che farà saltare in aria l’edificio.

FACCIAMOCI UN PO’ DI CONTI

Sindaci eletti a plebiscito a Napoli, Roma e Torino.
Io credo che l’unico che abbia meritato appieno tale risultato sia Walter Veltroni.
Ma in tutte e tre le città il merito va certamente a Berlusconi per aver candidato personaggi non all’altezza dell’avversario. A Torino il candidato era Buttiglione, a Roma Alemanno e a Napoli Malvano.
Ma chi avrebbe votato Buttiglione che si perde per Torino che neanche la conosce? Un candidato raffazzonato così all’ultimo momento e del resto lo ha ammesso lui stesso. Alemanno si è lagnato di Berlusconi che non si è speso molto per lui, dedicandosi alle piazze di Milano e Napoli. E proprio il fatto di aver attaccato il cappello sulla lista a Napoli ci ha dato quello sprint in più a votare Rosetta.
Qualche giorno fa è andata in giro la voce che i sondaggi davano per vincente al primo turno Malvano. Berlusconi in giro a prendere fischi per Decumani ha fatto sapere che ci avrebbe mandato come consulente l’uscente Albertini. Lo stesso Malvano ha fatto sapere che sarebbe stato affiancato da un manager esperto in sicurezza e questo non è piaciuto a certe fasce di popolazione.
Tutto ciò è bastato a far andare a votare tutti, disgustati, come un sol uomo, per la Iervolino. Ma dove se la sarebbe sognata Rosetta una campagna elettorale simile? E adesso durante le interviste, lei per prima, sembra il pastore della meraviglia sul presepe.

Un’ultima notizia per far comprendere meglio il candidato Malvano, ex questore.
Alla municipalità è stata candidata dalla Cdl Nunzia Stolder, figlia del famoso boss Raffaele Stolder, arrestato proprio da Malvano questore.
All’incirca un mese fa l’assessore regionale Corrado Gabriele lanciò l’allarme per infiltrazioni della camorra particolarmente nelle municipalità e fece l’esempio della Stolder. La donna negò di essere figlia del boss, dicendo che era un parente alla lontana e si indignò per la discriminazione legata al nome che portava.
Ora si scopre che è davvero figlia del boss e Malvano è dispiaciutissimo per averla candidata. In pratica ha detto che lo hanno fatto fesso.
Un questore fatto fesso, bel segnale di efficienza per la sicurezza!!!!
E l’anagrafe che ci sta a fare? Magari si faceva dare qualche dritta da Storace. Anche se bastava mandare un usciere a fare un certificato.
E tutto questo dopo che il prefetto Profili aveva invitato i partiti a non candidare persone sospette.

lunedì 29 maggio 2006

SENZA VERGOGNA E SENZA RANCORE di Enzo Biagi


Qui di seguito l'editoriale che Biagi ha scritto sul Corriere di domenica 28 maggio.
Una bella lezione di moderazione. La incollo qui perchè la voglio ricordare.


Una volta tanto sono costretto a dare ragione al Cavalier Silvio Berlusconi, che qualche lettore ricorderà come ex presidente del Consiglio. In un comizio il leader dell'opposizione ha detto, riferendosi alla mia rubrica su queste colonne, che sono vecchio e rancoroso. Ho 86 anni, quattro nipoti, chissà che non ce la faccia a diventare bisnonno, e non mi sono mai vergognato dei miei capelli bianchi.

Questo per dire a un giovanotto settantenne che l'età non è una colpa e si può convivere con una faccia con le rughe. Per quanto riguarda il «rancoroso », invece non sono d'accordo: l'aggettivo non è appropriato e vorrei rassicurare l'onorevole Berlusconi. Non gli porto rancore per la cacciata dalla Rai, figuriamoci, piuttosto ho criticato il suo governo perché convinto che portasse allo sfascio il mio Paese, perché non potevo sopportare le leggi ad personam e le bugie per far credere agli italiani di vivere nel paese delle meraviglie.

E poi, come fa a dare del rancoroso a me lui, un uomo che non è capace di accettare la sconfitta, che ha esasperato il clima politico tanto che un suo alleato è riuscito a offendere Rosy Bindi nel modo che nemmeno all'osteria del mio villaggio potevano immaginare? Ancora: può un ex capo di governo strizzare l'occhio alle signore dichiarando che adesso avrà più tempo per loro? E come giudicare non il comizio, ma l'arringa a «Porta a porta», peraltro senza contraddittorio?

Infine l'incitamento a scendere in piazza: «Attenzione a non tirare troppo la corda», ha detto il capo di Forza Italia a Napoli. «Se questa Italia che sto conoscendo perde la pazienza e scende in piazza, peggio per loro». Vede, Cavaliere, anche su questo non siamo d'accordo: conosco il mio Paese e so che è più maturo di quanto lei pensa, so che rispetta la democrazia e mi auguro che oggi glielo dimostri ancora una volta nelle urne. Senza rancore.

28 maggio 2006

CHI LA FA L’ASPETTI

Walter Veltroni ha votato in ospedale in pigiama. Immagini con il viso sofferente sono andate in onda nei tg.
Ci hanno anche informati che Clinton gli ha mandato gli auguri per una pronta guarigione. Ma ciò ha fatto incavolare lo sfidante Alemanno, la dama di san Vincenzo che gli aveva prontamente fatto visita in ospedale (chissà mai perchè).
Alemanno sospetta che la notizia del messaggio di Clinton sia stata una scusa dello staff di Veltroni per apparire ancora, aggirando il silenzio dopo la chiusura della campagna elettorale.

E POI DICONO ROMA LADRONA

L’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli avrebbe dovuto liberare l’attico che occupava a tale titolo a Via delle Mantellate. Ma a richiesta specifica del nuovo ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha fatto sapere che sarebbe interessato a restarci, anche pagando.
Mastella si sta cercando un’altra collocazione.
Chissà quali sono le procedure per sfrattare un ex ministro.
Ci sarà bisogno dell’ufficiale giudiziario?

sabato 27 maggio 2006

CITTA’ ALLO SBANDO, LA RENDERO’ SICURA

«Votatemi perché la città è in uno stato comatoso, votatemi perché i cittadini sono stanchi, votatemi perché ho passato tutta la vita a gestire situazioni critiche, a prendere decisioni e anche a rischiare la pelle».


Nello sprint finale di una campagna elettorale che non ha risparmiato toni accesi, entrate a gamba tesa e veleni, il candidato del centrodestra Franco Malvano rispolvera con orgoglio il suo passato di poliziotto e punta sulla sicurezza per conquistare il cuore, la pancia e il consenso degli indecisi.
Ma noi che ci ricordiamo bene la gestione del questore Malvano, con la città bloccata da cortei di disoccupati tutti i santi giorni, senza che la polizia facesse nulla per fermarli, possiamo solo pensare che se stà jucanno ‘a palla. Perchè se non c’è riuscito quando era questore, figuriamoci da sindaco.

Lasciamo la risposta a Eduardo de Filippo nell’Oro di Napoli.

SCATENO LA PIAZZA

«Avete anche voi il sospetto che il 9 aprile abbiamo subito un furto?».
«Sì!»
«Vi sembra giusto che con solo 24 mila voti in più, che sono da verificare, questa sinistra occupi tutte le istituzioni?».
« No!»
« l'Italia è l'unico Paese in Europa con i comunisti con la K al governo?»
«Sì»
«Se uno ci guarda da fuori, questo me lo ha detto un mio collega, vedendo tutte le principali cariche dello Stato occupate da questi signori e 11 ministri comunisti, con il segretario del Partito comunista ministro degli Esteri, anche se adesso si chiama Ds, sembra che la sinistra abbia vinto le elezioni con l'85% dei voti e che l'Italia sia un Paese comunista».
«dopo l'occupazione» delle istituzioni ci può essere il dialogo? »
«No!».
«Se continuano con la stessa arroganza credete che dobbiamo andare tutti a Roma?»
La risposta è stata un'ovazione.
«Se continuano con arroganza a tirare la corda, sarà giusto e doveroso scendere in piazza. E allora varrà l’insegnamento biblico: "Dio li salvi dall’ira dell’uomo paziente"».
«Non credo che i signori della sinistra possano dormire sonni tranquilli: la parte dell' Italia che noi rappresentiamo è incollerita a un punto molto avanzato: vado in giro nell' Italia che mi dice che sarebbe pronta a scendere in piazza ma a modo nostro»

Tutte le frasi virgolettate sono tratte dal discorso che S.B. ha fatto alla piazza a Milano e la piazza ha risposto come previsto.
Ritengo questo comportamento fortemente eversivo, specialmente nell’ultima frase citata. Che vuol dire scendere in piazza a modo nostro?
Credo che adesso la maggioranza al governo debba smettere di ridere alle uscite dell’ex premier e prendere qualche misura per prevenire ulteriori pensate eroiche.

venerdì 26 maggio 2006

UDITE UDITE


Per le elezioni amministrative a Napoli, il Consiglio di Stato riammette il Terzo Polo di Enzo Scotti, che rinuncia.
L'ex ministro : «La nostra decisione è politica, non intendiamo partecipare a questa elezione e quindi non chiediamo la ristampa delle schede»
Aveva già dichiarato di rinunciare alla campagna elettorale che avrebbe causato lo slittamento del voto di 15 giorni.
Sarò miope, ma tutta 'sta manfrina a che è servita?
E perchè la folla che aspettava le sue decisioni gli ha gridato: Vergogna, Vergogna?
Qualcosa mi sfugge.

CHI DI TELECOMANDO FERISCE

''Oggi a Napoli sono stato accolto con simpatia ed affettuosita' , soprattutto in periferia. Sono amareggiato per l'atteggiamento di alcuni gruppi telecomandati dall'estrema sinistra che mi hanno aggredito verbalmente, anzi me ne hanno detto di tutti i colori''.
Silvio Berlusconi parla della sua visita a Napoli per sostenere la campagna elettorale di Franco Malvano, candidato sindaco unitario della Cdl. 
E il cavaliere ha scelto i decumani per il suo bagno di folla. Giro tra presepi e antiquari a San Gregorio Armeno e i commercianti, convinti di vendere la loro mercanzia, si sono adirati non poco per gli insulti indirizzati a S.B. da parte di una signora napoletana, spalleggiata da un gruppo di studenti universitari in pausa pranzo.
La signora è scesa apposta da casa per dirne un po’ e gli studenti approvavano al grido di Buf-fo-ne Buf-fo-ne.
La scorta ha ricoverato Silvio in fretta nell’auto, temendo lanci di oggetti dai balconi prospicienti la strada. Infatti attirati dalle urla si erano affacciati tutti.
I negozianti imbufaliti hanno a loro volta insultato i contestatori, rei di avergli fatto perdere qualche buon affare e sono volati anche schiaffi..
Dopo, S.B. si è recato a piazza Matteotti per il comizio di chiusura di Malvano e al termine si è lanciato sulla folla come una rockstar, stile Piero Pelù.
S.B. ha inoltre promesso che chiederà al sindaco uscente di Milano, Albertini, qualora venisse eletto Malvano, di affiancarlo per la riorganizzazione della città, visto che è stato così bravo. Ovviamente, pagato a parte, come consulente. La Cdl è come la chimica, nulla si crea e nulla si distrugge.
Peccato che sia scoppiato lo scandalo del calcio, altrimenti prometteva al Napoli la serie "A" subito.

SOLITI RAGIONAMENTI A PERA


Marcello Pera, che ha sottolineato la sua convinzione nel sostenere Gianni Alemanno, è partito da un presupposto spesso sottovalutato: «Walter Veltroni, cui faccio gli auguri di una pronta guarigione, è il sindaco buono, il sindaco più buono di tutti, talmente buono che per lui tutti sono uguali: bianchi e neri, eterosessuali e omosessuali, ebrei e musulmani. Questa è assenza di gerarchia, questo è relativismo, e la conseguenza è che il gay pride e il corpus domini vengono messi sullo stesso piano».
E perché questo accade? Proprio perché c'è una grande crisi dei valori, sostiene ancora Pera, e un ruolo importante lo giocano proprio le amministrazioni locali.


Ogni commento è superfluo. Solo una considerazione: costui è stato Presidente del Senato Italiano per 5 lunghi anni.

giovedì 25 maggio 2006

CARTOLINE DALL’INFERNO

I turisti che girano per il mondo spesso hanno bisogno di emozioni, che l’adrenalina scorra. E per questo alcuni fessi da qualche anno privilegiano luoghi come lo Yemen a rischio rapimento.

Ora c’è un altro genere di turismo, quello catastrofico.
Si scelgono mete dove sono avvenuti disastri, come Cernobyl e le coste dello tsunami, Ground Zero e New Orleans. E con i pacchetti delle agenzie di viaggio e il low cost delle compagnie aeree le mete sono facilmente raggiungibili.
Lo tsunami tour prevede visite a quel che resta delle spiagge ingoiate nel dicembre del 2004 dall’onda, con fermate per acquisto gadget, souvenir del disastro.
Last minute a Chernobyl, con volo fino a Kiev e 3 ore di auto per raggiungere la centrale nucleare. Ex scienziati nucleari, senza lavoro dal disastro, accompagnano i turisti a 280 dollari. Avvertono che in alcuni punti si puo’ stare solo 5 minuti e non si bisogna toccare nulla.
Il pericolo come attrazione è lo spot per una settimana nei territori palestinesi, cinque giorni di marce nel deserto, paura di attacchi terroristici, fame e fatica per soli mille dollari al giorno.
Tour in Afhganistan per seguire le presunte orme di Osama Bin Laden.
Mission Impossible: visita a Sarajevo con estensione a Srebrenica, luogo di uno dei più agghiaccianti massacri della storia moderna.
Distruzione show: a Las Vegas infine una grande impresa di demolizioni, francese, organizza spettacoli aperti al pubblico di demolizione di edifici.
A volte penso che questo orrore faccia parte del nostro modo di essere. Come quando in autostrada c'è un incidente grave e le auto rallentano per vedere se c'è il morto a terra.

SONO TRISTE

Io quando mi viene la malinconia, vorrei non dover dire perchè sto male.
Mi ripiego su me stessa e non mi va di raccontare. Pero’ vorrei che le persone che mi sono vicine leggessero dentro di me e mi rassicurassero. Vorrei che capissero, senza bisogno di troppe parole che in quei momenti i fantasmi si agitano dentro di me, pronti a venir fuori, a trascinarmi via.
Oggi ero sola e pensavo alla morte.
Dei miei genitori, della mia sorellona, delle cose dette e di quelle mai dette o dette troppo tardi, dell’inutilità dei miei pensieri eppure così difficili da spazzare via.
Degli amici, uno in particolare con cui ho condiviso una bella fetta di vita, che non ci sono più, anche se nel mio ricordo continuano a vivere. E non invecchieranno mai, resteranno sempre giovani, come le foto dei miei album.
Mentre io adesso sono già piu’ vecchia di mia madre.
Degli animali che ho amato e che mi hanno amato e sono tanti, che ora sono sotto il glicine del giardino, un giardino che non è più il mio.
Della mia mancanza di fede che mi impedisce di pensare che un giorno li rivedrò.
Che bella fregatura non essere credenti.
Ma nessuno si accorge di questa malinconia, nessuno riesce a passare oltre l’apparenza di una persona che vive le sue giornate come se fosse un cartone animato, oltre la maschera che ormai si è fusa con la faccia fino a non riuscire piu’ a distinguerle.

Per fortuna questi momenti passano in fretta e anche adesso sono pronta a rispuntare fuori dalla scatola come un misirizzi, Jack in the pot.
Mio nonno diceva sempre che sembravo per i miei salti d’umore “ ‘a langèlla abbascio ‘o pùzzo ..... scènne rerènno e sàglie chiagnènno” (il secchio che scende nel pozzo, ride quando scende vuoto e stride e piange quando sale per l’acqua che trabocca, simile a lacrime).
Oggi se il nonno fosse vivo mi direbbe che sono bipolare.

mercoledì 24 maggio 2006

Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’


S.B. ha scritto a Zapatero, come rivela l’Espresso, e verosimilmente anche ad altri capi di Stato stranieri, annunciando il suo ritorno al governo, appena terminato il controllo del milione e centomila schede annullate. Ha anche mandato i suoi fedelissimi Gregorio Fontana ed Elisabetta Gardini presso la sede distaccata della Camera dei Deputati a Castelnuovo di Porto (Roma) dove è stato allestito il centro di raccolta della documentazione elettorale (così come previsto dalla legge).
Nella lettera Napoleone si lamenta del “particolare sistema elettorale italiano”. Come se non fosse stato lui a fare “la porcata”. E figuriamoci se Zapatero non ne è a conoscenza.
Ma la chiusura della lettera è da strappacore, da sceneggiata napoletana:
Ti ricordo che hai un amico che Ti vuole bene! Un forte abbraccio". Firmato: "Silvio".
(repubblica.it)


qui l'originale della lettera

martedì 23 maggio 2006

ANTO' FA CALDO



Oggi fa un caldo terribile. Uno scirocco soffia attraverso le veneziane abbassate e secca i panni stesi al sole.
Pure la piccerella del Weatherpixie s'è spogliata e sta in costume.
Ci sono ben 33° e per quest'estate stiamo freschi. Ci toccherà la bacinella sotto al pc con i piedi in ammollo.
E mi vengono in mente quelle giornate al mare, alla Corricella, senza un alito di vento, le strida dei gabbiani e il chiacchiericcio sotto gli ombrelloni bianchi del Caracalè.
Che voglia 'e fà niente. E chi vo' fà niente.

PRESENTE

Venerdi sera mi è capitato di vedere in tv
Le invasioni barbariche.
Daria Bignardi intervistava Gianni Alemanno, candidato della destra a sindaco di Roma.
Un’intervista sugli anni giovanili, la militanza politica, l’amicizia con Fini, il matrimonio con Isabella Rauti, figlia di Pino, leader storico del Movimento Sociale.

Poi la domanda: «So che al collo porta sempre una croce. Me la fa vedere?».
«La porto al collo come simbolo religioso».
«Non me la fa vedere, immagino» insinua la Bignardi.
«Se vuole posso fargliela vedere» risponde Alemanno. «Comunque ci terrei molto».
Ma lui non si scompone: «Rappresenta un modo di essere del cristianesimo nella fase celtica».
La Bignardi insiste: «Lei come mai la porta ancora al collo? La portavano i ragazzi camerati... lei la porta in ricordo dei suoi amici».
«In ricordo dei miei amici e come simbolo religioso e non politico — continua Alemanno —. E lei mi ha fatto un po’ di violenza nel chiedermi questo».

Il !° aprile a Roma si svolgono i funerali di Peppe Dimitri, morto in un incidente stradale, un camerata degli anni ’80, appartenente ai NAR di Giusva Foravanti.
Ai funerali dell’amico Peppe, in prima fila, Gianni Alemanno, mentre si gridava “Presente” e si faceva il saluto romano “all’anima marziale d’un cavaliere nella tradizione di Odino e Thor”.
Il feretro è stato accompagnato in chiesa prima e dalla chiesa al carro poi, portato a spalla dai suoi camerati che procedevano in formazione a Runa tra una selva di saluti pretoriani e di braccia tese.

Questo è il sindaco che Berlusconi vorrebbe per Roma. E questo è l’Alemanno che accusa la Bignardi di avergli fatto violenza con le sue domande.
Si è lagnato poi che Veltroni non era stato trattato così, ma dimentica che Walter Veltroni non ha un passato da picchiatore fascista.

lunedì 22 maggio 2006

MOUSE STORY 
    
Sarà che io son gattara e coi sorci non c’è feeling, ma perchè ho fatto fuori 3 mouse 3 nel giro di 3 mesi? E l’ultimo poi è un mouse ottico laser cordless della Logitech, che sfoglia pure le pagine del browser e regola il volume delle casse e mi segnala se le pile si stanno scaricando accendendo una fastidiosissima lucetta rossa e mi dice pure se arriva una e-mail.
No, lo so che state pensando, il caffè no, non lo fa.
Adesso è impazzito, mi chiude le pagine, si rifiuta di evidenziare e scrivere è diventata una dannazione. Ho disinstallato e reinstallato piu’ volte, niente, continua a fare di testa sua.
Un amico informatico creativo mi ha detto che è colpa del mio tappetino di Marilyn Monroe, ma davvero non ho capito che c’entra, il tappetino è li da 10 mouse fa. Vabbè, proviamo.
Tolto il tappetino.
Cose da pazzi! Aveva ragione, mo’ sto disgraziato sorcio funziona bene.
Lo scienziato dice che i colori del tappetino disturbano l’ipertecnologico aggeggio e quindi niente tappetino, va bene la fòrmica bianca.
Io non l’ho comprato sto coso, me lo hanno regalato e credo che costi pure un botto, altrimenti lo butterei dalla finestra, tanto sono incacchiata.
Ciao Marilyn, addio, dopo una vita insieme.


domenica 21 maggio 2006



UPUPA


Upupa, ilare uccello calunniato

dai poeti, che roti la tua cresta

sopra l'aereo stollo del pollaio

e come un finto gallo giri al vento;

nunzio primaverile, upupa, come

per te il tempo s'arresta,

non muore più il febbraio,

come tutto di fuori si protende

al muover del tuo capo,

aligero folletto, e tu lo ignori.

E. Montale - Ossi di seppia


OMAGGIO A MOZART


Questa sera sono stata ad un concerto che si è tenuto nella bellissima chiesa di San Domenico Maggiore.
Ho preso la metro a 4 Giornate e subito ho provato una sensazione di irrealtà. Una voce femminile annunciava le fermate in italiano e in inglese: next station Salvator Rosa, Salvator Rosa station.
Mi sono sentita subito a Londra e aspettavo che dicesse anche "mind your step" (verìte 'a ro' mettìte 'e pière) come fanno a Londra, ma questo non lo ha detto.
Che bella la "International Metropolitana".
Il concerto è stato davvero bellissimo. L'orchestra Scarlatti ha eseguito il concerto per pianoforte e orchestra K 595 e subito dopo Missa in honorem SS.mae Trinitatis K 167 assieme all'Ensembe vocale Axia.
Una messa di Mozart cantata in una chiesa gotico-barocca e mentre ascolti ti guardi intorno e vedi quadri, lampadari di cristallo, volte incrociate e dorature di stucchi ovunque. In fondo di fronte le canne dell'organo.
Grazie a Marassi per l'invito, ne valeva davvero la pena.

sabato 20 maggio 2006

CONSOLAZIONI


Oggi a pranzo ho cucinato un piatto nuovo: Paccheri napoletani con sugo di pesce bandiera.
Il pargolo apprezza le novità ed abbiamo approfittato dell'assenza della D.M. per fare esperimenti.
Ho comperato dal pescivendolo un bel pesce bandiera, quello a forma di nastro metallico, che in altre zone chiamano anche spatola. Controllate che sia di un colore argento vivo e di carne salda, altrimenti soprassedete. Ho lasciato la testa e mi son portata via un kilo scarso di bestia.
A casa ho preso un coltello affilatissimo, di quelli che ricordano i film horror e facendo attenzione a non tagliarmi le mani ho sfilettato il pescione tagliandolo a pezzi di un dito.
Nel frattempo ho messo la pentola per la pasta e in un tegame due spicchi d'aglio e otto pomodorini di Pachino tagliati a pezzi. A piacere se ne possono aggiungere degli altri interi piu' piccoli per guarnire.
Come pasta consiglio i "paccheri" rustici, che sono dei rigatoni tipici napoletani fatti con trafila grezza in modo che possano catturare il sugo in quantità maggiore avvolgendosene.
Quando il sughetto è quasi pronto (deve cuocere massimo 10 minuti), aggiungere il pesce diliscato e sfilettato e far cuocere a vista per pochissimo.
Aggiungere una generosa quantità di prezzemolo tritato e dopo avere scolato i paccheri (devono cuocere esattamente il tempo che è scritto sulla confezione), gettarli nel tegame col sugo e far andare per qualche minuto a fuoco allegro.
Provate perchè è facile e davvero buonissimo oltre che economico.
Il bandiera oggi costava 6 euro al kilo.
Al limite potete farlo sfilettare dal pescivendolo che lo farà se siete clienti, non senza tirarvi qualche moccolo.


Buon appetito e 'a faccia 'e chi ce vo' male !!!!!!


Nota: per le signore sfaticate c'è la versione col pescespada, ma deve essere tagliato a fettine sottili come per la marinata e costa parecchio di piu'.

venerdì 19 maggio 2006

L'ECATOMBE a Napoli




Questa foto non ha bisogno di commenti, ma a me ricorda la canzone di Georges Brassens, L'ecatombe, di cui ho trovato sul web una simpatica traduzione. Purtroppo non ne conosco l'autore per citarlo qui.


La più grassa del gruppetto
con due tette che fanno per sei,
sbottonato il reggipetto,
mena sberle alla Cassius Clai.






 










FISCHI DA CAMERA (e Senato)


S.B., a Napoli per dare il suo contribuito per le amministrative,  è stato sonoramente fischiato.
Brandendo una scarpa ha replicato urlando: "vergogna".
Del voto dei senatori a vita aveva detto:
«Hanno fatto qualcosa che era profondamente immorale nella coscienza della nostra parte politica. Quanto alla contestazione per strada - conclude Berlusconi - a noi della Cdl non sarebbe mai venuto in mente».

Giusto, lorsignori per strada non fischiano mai nessuno. Lo fanno solo nelle sedi istituzionali: Camera e Senato e nei confronti dei senatori a vita, che rappresentano la storia  e la cultura del nostro Paese.

VERGOGNA !!!!!!!


UPDATE
Fabrizio Cicchitto, coordinatore di F.I., cui il dentista Calderoli ha consigliato di dare aria ai denti, ha dichiarato: «L'atteggiamento univoco dei senatori a vita dimostra che quelli di essi che non sono di diritto ma di nomina presidenziale, sono stati scelti con spirito di parte. Si apre un problema assai delicato».
Et voilà,  dopo avere incensato Ciampi, due giorni dopo lo massacrano.

DO UT DES

Oggi ho fatto un giretto da FNAC. Faceva caldo e volevo prendere un succo di frutta al bar. Ma ho dovuto quasi scalare una montagna di libri messi come mattoni a costruire dei muri.
C'erano tutti i libri di Dan Brown, Codice da Vinci in primis e poi a far da contorno vari libri su Leonardo, sul Santo Graal e quisquilie e pinzillacchere varie.
Al centro di tale costruzione c'era un televisore con il DVD intitolato "I misteri del Codice da Vinci".
La mia nausea è giunta a livelli di guardia. Se non me ne andavo di sicuro vomitavo.
Perchè è davvero osceno e indegno quello che sta accadendo per l'uscita del film. Ogni giorno vediamo in tv prelati che si sentono minacciati dalle teorie del libro. Hanno chiesto che prima del film ci sia una dichiarazione che quella è roba inventata.
A Ceccano sabato bruceranno in piazza il libro "blasfemo".
A Cannes la critica ha detto che il film è una boiata pazzesca e questo vuol dire che da stasera ci sarà una folla paurosa davanti ai cinema che lo proiettano.
Ovviamente anche Vespa se n'è occupato, poteva mai perdere l'occasione?
E ci si è messa pure l'Opus Dei a fare da cassa di risonanza a questo libro giallo che riepiloga tutte le cazzate che si sono potute leggere negli ultimi trecento anni.
Ma dove mai se lo sarebbe sognato Dan Brown di ricevere tanta pubblicità gratuita?
Ieri poi ho sentito che gli accessi al sito dell'Opus Dei sono passati in questi ultimi tempi a milioni di contatti.
In sostanza questi fanno grande pubblicità al libro e al film e ne ricevono altrettanta.
Do ut des.

giovedì 18 maggio 2006

QUANDO L'INCIUCIO STA NEL DNA


Gianfranco Fini presidente della commissione Esteri della Camera?
Massimo D'Alema,  nuovo responsabile della Farnesina:
«Se l'on. Fini avesse il desiderio di impegnarsi in questo senso, se maturassero le condizioni di intesa che non riguardano il governo ma i gruppi parlamentari, sarebbe un fatto assolutamente positivo».


Ora io non dico che bisogna tornare ai tempi che i comunisti neanche si parlavano coi fascisti neppure alla bouvette di Montecitorio. E non partecipavano alle tribune politiche.
Insomma una volta i comunisti li schifavano i fasci, in pubblico e in privato.
Ma proporli come presidenti di commissioni!!!!!!

INCREDIBILE !!!!


Ho scoperto che pure a Roma rubano i Rolex.
Eppure ci avevano fatto credere che solo a Napoli c'era questa fiorente industria.
Domenica 7 maggio alla signora Totti è stato scippato il Rolex mentre era alla guida della sua auto.
Dopo il fatto Ilary ha immediatamente avvertito i carabinieri, che hanno deciso di non divulgare l'episodio per non compromettere le indagini e per non creare ulteriore disagio a lei e al marito, reduce da un brutto infortunio alla caviglia.
E forse pure per non danneggiare l'immagine dell'Urbe?
Altrimento il buon Veltroni dovrebbe preparare in tutta fretta anche lui orologi souvenir con il Colosseo al posto della pizza.

STUDENTI CREATIVI


Una volta se si voleva organizzare un filone a scuola lo si faceva in via privata e il giorno dopo si portava la giustifica con la firma falsa. Ovviamente di tanto in tanto si veniva sgamati e allora erano paccheri. Ora invece si inventano le cose piu' incredibili. Come questa del liceo psicopedagogico Mazzini al Vomero, una scuola nota da sempre ai residenti per la voglia di faticare dei suoi studenti.
Lunedi mattina l'incaricato dell'apertura della scuola trovava varie transenne con nastro rosso, un foglio a firma dei carabinieri davanti all'ingresso che diceva che lo stabile era sottoposto a sequestro e un poco piu' in là sul marciapiedi una sagoma a terra disegnata col gesso, come fa la scientifica per i rilievi quando c'è un cadavere.
Sono state necessarie varie ore per capire che era tutto uno scherzo, come hanno rilevato i carabinieri recatisi sul posto. Nel frattempo i giovincelli erano già stati mandati a casa.

martedì 16 maggio 2006

IO NO, NUN TORNO, ME NE RESTO FORA 

"L'Italia ha bisogno di creare qui e adesso una comunità scientifica internazionale e invece azzera i finanziamenti destinati al ritorno dei 'cervelli' che lavorano all'estero".
Lo scrive l'ex ministro della Sanità, Umberto Veronesi, sul quotidiano La Repubblica commentando il congelamento del programma di rientro dei ricercatori dall'estero iniziato nel 2001.
"Ogni ritardo è una minaccia per il nostro futuro - spiega Veronesi - la necessità non è solo che i nostri ricercatori più brillanti rientrino dall'estero, ma anche che l'Italia diventi altrettanto attraente per il mondo della scienza internazionale".

La trasmissione W la Ricerca di Riccardo Iacona riguardante la fuga dei cervelli, analizzava perfettamente cause e motivazioni di tali fughe. La decisione di tagliare i fondi destinati al progetto di rientro, presa nella Finanziaria nel silenzio assoluto, fa capire quanto lo Stato ci tenga a riavere indietro i giovani scienziati che ha formato.
Dopo avere speso milioni di euro per la loro formazione, il governo taglia le risorse a loro destinate. Proprio quando bisognerebbe fare qualcosa non solo per far tornare quelli che sono andati via ma anche per evitare che altri se ne vadano, una continua emorragia per il nostro Paese.
Un grazie al ministro Tremonti e alla ministra Moratti che non desiderano salire sui piedi dei baroni universitari.
Perchè dal 2001 i cervelli che son tornati se ne sono scappati un’altra volta e pure di corsa.

ELEZIONI AMMINISTRATIVE


E come volevasi dimostrare anche le amministrative si svolgeranno in un clima di veleni e di sospetti. La sindaca uscente Iervolino ha denunciato infiltrazioni mafiose e compravendita di voti.
La città è stata invasa da manifesti attaccati ovunque, non solo sui tabelloni predisposti allo scopo ma anche su facciate di palazzi, cassonetti e alberi. E al solito non se ne parla di eventuali multe comminate ai candidati che non rispettano i divieti di affissione.
La legge sul proporzionale aveva fatto piazza pulita dei faccioni, mandando in crisi il settore tipografico che neanche a Tangentopoli era riuscito tanto. Infatti i tabelloni elettorali predisposti dal comune erano rimasti desolatamente puliti.


Ma poichè per le amministrative vale la legge precedente, tutti i candidati si sono precipitati a farsi stampare manifesti dove compaiono nelle pose piu' improbabili. Le signore esposte di tre quarti, che pare che doni e c'è un giovanotto che si è fatto fotografare in maniche di camicia (e cravatta) con la giacca appesa ad un dito, gettata negligentemente sulla spalla, uso zappatore.


Anche i candidati dei parlamentini di quartiere, denominati pomposamente Municipalità, non hanno voluto essere da meno e giu' manifesti e bigliettini, fino a giungere a minifaide di quartiere a colpi di manifestini infilati sotto i tergicristallo delle auto.
La novità è che anche ai consiglieri di quartiere spetta uno stipendio e quindi, in una città con problemi occupazionali, tentare di essere eletti giustifica investimenti di danaro. Corre voce che alcune forze politiche abbiano anche un prezzario per chi si vuole lanciare nella carriera.

E poi c’è la canzone intelligente



Ve li ricordate Cocki e Renato degli inizi?
Mi facevano ridere con le lacrime.

lunedì 15 maggio 2006

RAMAYA


                                                   
E' conosciuta come la canzone piu' scema, ma secondo me non è vero, c'è di peggio,  bisognerebbe fare delle graduatorie come da mianonnaincarriola per i film.
La piu' scema che io conosca è Sugli sugli bane bane tu miscugli le banane e se la sentite sarete d'accordo con me.


Post scemo come Ramaya. Oggi è stata una giornataccia infame, sono stanca morta e giaccio stroncata sulla poltroncina del pc. Tiriamoci un po' su.
Di Afric Simone, St. Regal (Barclay, 1975), cantata da Afric Simone.
Il testo in lingua Swahili (così dicono) fa:


Ramaya Bokuko Ramaya abantu Ramaya Miranda tumbala,
Ho Ho Ho Ramaya bokuko Ramaya abantu Ramaya Mitumbala.
Aricki Brr Mutuana Gipelile La la la la la la,
Aricki Brr Kewana Gipelile La la la la la la,
Tumbala tumbala Maronga La la la la la la,
Aricki Brr Tatana Bitonga La la la la la la.
Hey Jamboji Bara Bara,
Hey jamboji Bara Bara,
Mulangati Chilungati,
Hey chira ba ba. 

domenica 14 maggio 2006

CHI TENE ‘O MARE



Per moltissimi anni ho abitato in collina di fronte al mare. Al mattino appena sveglia in ogni stagione aprivo il balcone con la tazzina di caffè in mano. Pochi minuti per guardare il mare e Capri li’ di fronte e il Faito e poi via di corsa al lavoro.
Il Vesuvio no perchè era coperto dai palazzi.
A volte la sera il cielo si arrossava, anche se un tramonto vero e proprio non si vedeva perchè il sole calava dietro la collina di Posillipo. Un albero di acacia cresceva paurosamente e copriva parte del panorama e noi minacciavamo sempre di buttarlo giu’ perchè ci guastava la visione.
Pochi giorni fa ci sono passata a piedi e l’albero di acacia non c’era piu’. Seccato. Proprio adesso che non mi importava piu’, qualcuno lo ha fatto fuori.
E’ molto tempo che ho cambiato casa e da qui si vedono solo palazzi e strade trafficate e l’unico verde della zona è quello del mio terrazzino.
Da un lato della strada si intravede lassù in alto la chiesa dei Camaldoli, dove non ci sono piu’ i frati camaldolesi dalle lunghe barbe, soppiantati dalle suore svedesi.
E mi manca anche la colonia felina che era da noi a mezza pensione.
A volte guardo quello spicchio di cielo azzurro e vi scorgo un gabbiano che vola alto seguendo il vento. E ricordo il mio mare, quello del mattino, solcato da bianche scie di aliscafi e sullo sfondo a chiudere il golfo, Capri, l’isola azzurra.
Ci ho messo tanto tempo a capire che questa sensazione di assenza, di privazione, è dovuta proprio alla mancanza del mare. E a quel terrazzino sul piccolo giardino, dove passavo le ore a leggere affondata nella sdraio, sotto il glicine, con le tartarughe che mi passeggiavano sui piedi e un gatto sempre seduto al mio fianco.
Una pace e un silenzio che non ritroverò mai piu’.

sabato 13 maggio 2006

LE BUONE COSE DI PESSIMO GUSTO

Queste cartoline ritrovate nel solito baule (‘o casciòne d’o nonno) fanno venire in mente Gozzano e la sua poesia “L’amica di nonna Speranza”.
Quanta nostalgia.

Saluti dalla Spagna
Gli abiti delle ballerine sono ricamati con filo di seta.



 

Saluti dalla Sardegna
E’ stata stampata su un sottile foglio di sughero.



venerdì 12 maggio 2006

L’OROLOGIO C’A PUMMAROLA ‘NCOPPA

"Siete giunti nella città delle meraviglie. Vi suggeriamo però di non aggiungere alle molte e splendide sorprese di cui potrete godere, quelle spiacevoli. Depositate in albergo il vostro "Rolex". E lasciate che a misurare il tempo del relax a Napoli sia un semplice segno di benvenuto: un orologio con il profilo del golfo o l'immagine di una pizza".

All'idea stanno già lavorando l'assessore regionale Marco Di Lello e Cesare Falchero, patron del Parco giochi di Edenlandia e past-president della sezione turismo dell'Unione Industriali, insieme con l'attuale vertice, Teresa Naldi.

Ora io mi chiedo: ma ce lo vedete un turista che molla il Rolex da 30 mila euro in albergo e si piazza sul braccio un orologio di plastica da mentecatto, con tanto di pizza c’a pummarola ‘ncoppa?
Ma perchè non facciamo amministrare Napoli da Falchero, patron di Edenlandia? Tanto le strade sono già tutte a buche e ci si puo’ giocare a minigolf. Le montagne russe non ci mancano e si potrebbe organizzare la discesa al museo con le canoe lungo via Salvator Rosa, che quando piove mica è tanto difficile. Ci stanno pure le rapide agli incroci.

ALBERI IN FUGA


la collina di villa Certosa


Siamo un paese in fuga. Dopo i cervelli in fuga, anche gli alberi in fuga.
Ulivi secolari, querce ed altre essenze tipiche del sud migrano al nord nelle ville di ricchi signori che ostentano boschi antichi.
Anche l’ex Pres del Cons non sfugge a tali mode e coerente con la linea di tali parvenu, pianta una dozzina di ulivi secolari su una collinetta dell’altezza di circa 10 metri per guardare il golfo della Marinella seduto su una panchina.
Ovviamente una collina già c’era, ma i suoi architetti l’hanno buttata giù per costrurci un anfiteatro.
Da questi comportamenti si evince un disprezzo totale per la natura.
Via le colline, che hanno il torto di essere dove non vorrebbero i padroni del mondo, su le colline per ammirare il paesaggio dall’alto, in pensosa meditazione.
Prelievo di alberi calabresi, pugliesi, lucani, cilentani, sardi, per ripopolare magicamente le ville del nord-est, escavazioni profonde, pale meccaniche e gru per il sollevamento degli ulivi, che, appositamente amputati, come si osserva nella foto, viaggiano alla volta della collina che li aspetta per la messa a dimora. Si calcola che ciascuno di questi ulivi venga a costare fino a 10 mila euro.
Qui si può leggere un resoconto della notizia data dall’emittente sarda Cinquestelle TV e il seguito con relative ispezioni.
Qui invece si dice che la collinetta copre una discarica.

giovedì 11 maggio 2006

A CIASCUNO IL SUO



 


 


PAESE MIO CHE STAI SULLA COLLINA
DISTESO COME UN VECCHIO ADDORMENTATO
LA NOIA L'ABBANDONO IL NIENTE
SON LA TUA MALATTIA
PAESE MIO TI LASCIO
E VADO VIA

CHE SARA' CHE SARA' CHE SARA'
CHE SARA' DELLA MIA VITA CHI LO SA
SO FAR TUTTO O FORSE NIENTE
DA DOMANI SI VEDRA'
CHE SARA' SARA' QUEL CHE SARA'


 


 

STUPRO SOTTO SILENZIO


L'elezione del Presidente della Repubblica, con le polemiche e le dichiarazioni dei politici a fare da corollario, ha oscurato diverse altre notizie. (repubblica.it)
La stampa non ha dato risalto alla sentenza in cui la Corte d'Appello di Cagliari ha stabilito che se la violenza sessuale avviene tra le mura domestiche è meno grave perché "il danno psicologico arrecato alla donna dal marito è minore di quello procurato in caso di violenza da parte di un estraneo".


Secondo una precedente sentenza della Cassazione, citata dal difensore nell'arringa, infatti, il danno psicologico derivante dalla violenza subìta da parte del coniuge sarebbe inferiore rispetto a quello provocato da un estraneo.
Quindi non è la prima volta. Ci sono già state altre sentenze che a quanto pare fanno giurisprudenza.
L'orientamento della giurisprudenza quindi è che la donna è un oggetto di proprietà, che, se usato, perde valore e che non puo' rifiutarsi di essere usato dal legittimo proprietario (la storia del debito coniugale di cristiana memoria).
Mi sono chiesta spesso in questi ultimi tempi, quale metro di giudizio adoperino i giudici chiamati a emettere sentenze su reati riguardanti la sfera privata e con quale criterio si possa poi decidere che lo stupro commesso da un marito si possa considerare reato meno grave, proprio perchè commesso dal coniuge.
Di questo passo arriveranno ad "alleggerire" anche le violenze sui minori, visto che vengono praticate per la maggior parte da genitori?

MO' VENE NATALE .....


Stamattina sono uscita di casa vestita come i giorni scorsi, con una giacca molto leggera. Pioveva e almeno avevo preso l'ombrello. Svoltato l'angolo ho cominciato a cioncarmi dal freddo e volevo tornare indietro a cambiarmi, ma era tardi.
Pensando di prendere un autobus ho accelerato il passo, ma erano iniziati i lavori stradali e quindi i bus sono stati dirottati, neanche so dove.
Lungo la via ho incrociato una signora che abita nel mio palazzo che mi ha detto:
ero juta 'a Antignano a verè si avèvano mise 'e capitùni.
Veramente non ho capito niente e lei mi ha spiegato che c'era un'aria natalizia, nu' friddo 'e pazze e voleva vedere se avevano messo le vasche con i capitoni, abituali in quel periodo.
Perplessa e morta di freddo ho ripreso il cammino.
Aridàtece gli autobus !!!!!!!

I MALI DI NAPOLI


Dopo una campagna elettorale che ci ha nauseati fino all'inverosimile, si continua con le amministrative.
A Napoli Berlusconi capolista sta cercando di fare il colpaccio, come accadde a Bologna col Guazzaloca, rifilandoci un Malvano neoeletto senatore.
In un paese tutto a sinistra non è escluso che Napoli vada a destra. E questo grazie all'incapacità della sinistra locale (leggi Bassolino-De Mita) che crede di avere la vittoria in tasca, liquidando Rossi Doria come robetta.
E saltando qua e là mi sono ritrovata sul sito di
Eleonora Albanese, la moglie di Jacopo Fo, il cui padre fu barbaramente assassinato durante una rapina.
Quel sito è impressionante, per i disegni di Eleonora e per la sofferenza che ne viene fuori, contro la città, e per l'invito finale a non votare a sinistra.
Questo disegno spiega meglio le mie impressioni.

mercoledì 10 maggio 2006

REGALINO


La cavatina di The Deers Hunter per Rochentèn, questa gli piace di sicuro e almeno non rosica.
Vabbuo' ?

E TRE .....


Il Senatore Giorgio Napolitano è stato eletto oggi Presidente della Repubblica con 543 voti.
Il centro-destra non ha perso l'occasione per dire cazzate.
Dichiarano che la sinistra ha occupato tutte le cariche dello Stato.
Riconoscono la statura morale del senatore a vita ma non ritengono Napolitano il presidente di tutti gli italiani.

Eggià!!!! Era Gianni Letta il presidente di tutti gli italiani. Ma mettìteve scuòrno!!!!

martedì 9 maggio 2006

IL TRAMONTO


Tramonto dalla collina dei Camaldoli


In ascolto una bellissima romanza di Verdi

  IL TRAMONTO
Testo di Andrea Maffei (1798-1885)

Amo l'ora del giorno che muore
Quando il sole già stanco declina,
E nell'onde di questa marina
Veggo il raggio supremo languir.
In quell'ora mi torna nel core
Un'età più felice di questa;
In quell'ora dolcissima e mesta
Volgo a te, cara donna, il sospir.
L'occhio immoto ed immoto il pensiero,
Io contemplo la striscia lucente
Che mi vien dal seren, dal sereno occidente
La quiete solcando, solcando del mar
E desio di quell'aureo sentiero
Ravviarmi sull'orma infinita
Quasi debba la stanca mia vita
Ad un porto di pace guidar.

lunedì 8 maggio 2006

IL FIORE DEL DESERTO



Così viene chiamata la ginestra perchè le basta poco terreno per crescere. Persino sulla pietra lavica e per questo il Vesuvio ne è pieno.
Ha ispirato una delle piu' belle poesie di Leopardi.
Mi piace fotografare fiori e paesaggi.
Con le persone no, non sono capace. Sono timida e mi sembra di invadere la sfera privata di qualcuno, perchè so che coglierei le sue emozioni attraverso lo sguardo, così come colgo un'emozione da un tramonto.
Mi piacerebbe superare questo blocco perchè mi interessano i visi delle persone, specialmente i volti di anziani, con le rughe che segnano il tempo passato.

SEPOLTA DA UNA RUSPA

Fare un viaggio come lo abbiamo fatto noi è davvero terribile.
Un viaggio per andare a vedere qualcuno che non ti puo’ piu’ vedere e nello stesso tempo guardare il cielo blu e il sole che splende e le ginestre esplose ovunque di un giallo da impazzire.
E pensare alle volte che si è fatto lo stesso percorso per stare assieme qualche giorno, gironzolare per la città facendo le code ai musei o mangiando un gelato a piazza della Signoria.
La città era bellissima, ma non me ne sono accorta.
Arriviamo alla sala del Commiato della Misericordia e la troviamo avvolta in un vestito grigio coperta da un velo e tanti fiori che emanavano un profumo dolciastro.
Un’ultima carezza sul viso e il freddo sale lungo il braccio.
E solo ora capisco che lei non c’è piu’, non mi parlerà piu’, con la sua parlata a metà tra il napoletano e il toscano. Il suo dire giu’ per dire su e le sue fiorentine cotte nel camino e la cioccolata per i bambini, che per lei erano sempre tutti bambini, le sue figliole e il mio.
E meno male che c’era il mio figliolone che mi stringeva tra le braccia facendomi sentire meno freddo nel cuore.
Vedere morire una sorella è diverso che veder morire un genitore. E’ come se si vivesse un po’ la propria morte, è come guardarsi dal di fuori. E lei era piu’ giovane di me e stava bene, molto meglio di me. La morte colpisce così, a caso, un colpo al cuore e via.
E dopo, al cimitero, la bara trasportata con un carrellino, in una fossa scavata con la ruspa, con la stessa ruspa che gettava palate di terreno su di lei, con la benna che comprimeva il terreno ed io che pregavo che non le facessero troppo male con tutti quei colpi.
Noi “napoletani” assistevamo allibiti e abbiamo anche chiesto spiegazioni. Da noi i morti si trasportano ancora a spalla e si sotterrano con la pala. Ci hanno risposto che è per mancanza di personale.
E noi pensavamo che se lo avessero fatto a Napoli li avrebbero linciati stesso dentro al cimitero, rigorosamente a mano.
Perchè si muore? Perchè si è nati, rispondeva Tiziano Terzani.

venerdì 5 maggio 2006

Se ne sono andate assieme, lo stesso giorno, Lorenza e Rosaria, il viaggio del non ritorno.
Entrambe sabato avranno il nostro saluto.
Lorenza ha lasciato un dono, i suoi organi, Rosy non ha potuto donare neanche quelli.
Rosy era la mia sorella, Lorenza l’ho conosciuta dal suo blog.
Lascio qui i miei pensieri, vado a Firenze da Rosy, pensando anche a Lorenza.

mercoledì 3 maggio 2006

STO CURANDO UN TAMAGOCHI

Ce l’ho in frigo, dentro un barattolo di vetro e ogni paio di giorni lo “rinfresco”, aspetto che cresca e poi la metà la uso per fare il pane o le focacce.
E’ il lievito madre, me l’ha dato una mia amica che ha avuto il coraggio di fare il processo completo (un mese) partendo da un po’ di miele e farina. Io non lo avrei mai fatto, ce vo’ ‘a pacienzia ‘e Giobbe.
E adesso ho scoperto che tutto il web è impazzito per il lievito madre.
Ci sono siti appositi che parlano dele modalità di preparazione, altri di utilizzo.
Il guaio è che il pane fatto con quel lievito è piaciuto a tutti, il pargolo lo mangia fino all’ultima briciola ed io continuo a nutrire questo tamagochi nel frigo.
Solo che io non lo capisco. A volte cresce tantissimo e in poco tempo, che mi fa pensare a Blob, altre volte ho la sensazione che mi sputi fuori la farina.
Anche il pane, a volte lievita in poche ore, altre volte occorre tutta la giornata. Io non so come liberarmene, magari appena vado in ferie il lievito tirerà le cuoia e salute a noi. E pensare che l’amica se lo porta pure appresso se si allontana da casa.
Se qualcuno si vuole cimentare trova tutte le istruzioni sul sito della cuoca petulante.

martedì 2 maggio 2006

'O FRUSCIA' FA BBENE 'A SALUTE


L'ex Premier ha detto:
«Ci rimpiangeranno, siamo stati il miglior esecutivo della Repubblica».


No, Presidente Berlusconi, posso assicurarle che non la rimpiangeremo, mai, neanche nel peggiore degli incubi.
Ma avremo modo di ricordarla nelle nostre preghiere, per tutti gli sfasci che le sue leggi hanno fatto e ancora faranno.
Come quello che è appena stato denunciato: 14 brigatisti rossi, indagati per l'omicidio D'Antona e assolti in primo grado, per effetto della legge Pecorella non potranno essere processati e rischiano di andare liberi. (corriere.it)


Grazie, Presidente. 'A Maronna v'accumpàgne 'ncoppa 'a sagliùta, ogni passo na' carùta !!

ALL’OMBRA DELLA FERRARI

Volevo le bandiere rosse oggi e invece ho avuto altre rosse.
Rosso Ferrari e rosso Guzzi, in un raduno di auto e moto d’epoca che da Posillipo ci ha portati a piazza Plebiscito in un lungo corteo attraverso la città.
Il corteo aperto da un’auto dei VV.UU. vedeva in testa una stupenda Ferrari, con il motore a vista attraverso il lunotto di vetro, scortata dai motocicli (anche noi).
Di tanto in tanto la Ferrari dava un’accelerata, per la gioia della folla assiepata lungo via Caracciolo.
Stavolta ho accompagnato la D.M. e mentre lui si pavoneggiava sono andata in giro a fare foto alle “nonnette” esposte sul viale del Virgiliano.
Una folla di curiosi, molti fanatici ferraristi che se la tiravano e molte famigliole con bambini che si facevano la foto vicino alle Testarossa.
Viste e fotografate molte auto curiose.
Una Ford “A” del 1930 con tromba a mano tutta originale. I passeggeri del sedile posteriore viaggiano all’aperto.
Una 500 estiva con sedili di vimini tutta decappottata.
Una Zagato da corsa che ricordava la Millemiglia con equipaggio rigorosamente vestito con tuta bianca, cappellino e guanti..
Una MP pluridecorata, tutta piena di stemmini, con il cruscotto di legno e la rastrelliera portavaligie con cinghie di cuoio dietro.
Nella sezione moto c’erano Lambrette prima serie, Vespe e 3 Guzzi: la nostra Falchetta, un Airone e un Cardellino. Tutti facevano foto con i cell e la nostra è stata immortalata da moltissimi, ma è piaciuta soprattutto ai bambini.
Il pomeriggio è terminato a tavola al Plebiscito con un eccezionale spaghetto ai frutti di mare.