Nisida

Nisida

martedì 30 dicembre 2014

L'anno che verrà

.
E' fernuto nat'anno
stammo ancora campanno
e ringrazianno a Dio
sto campanno pur'io.
Auguri allora
e si vo' 'o Signore
ce sentimmo n'at'anno
sempe senza malanno
cu 'na bona salute!
E cu stu bellu vuto
ve manno nu saluto.
(da una 'nferta del 1905)

Buon Anno a tutti, agli amici e a chi passa.
Con la solita formula: speriamo che sia migliore del precedente, nun ce vo' assaje.

giovedì 18 dicembre 2014

Ricordi e pensieri

Oggi ci ha lasciati Virna Lisi e ovunque ho letto cose molto belle su di lei.
Anche a me piaceva noltissimo, soprattutto perché ha sempre accettato il tempo che passa, le sue rughe anche se ha mantenuto la bellezza.
E mi chiedevo se è sempre così, se bisogna aspettare che qualcuno muoia per apprezzarne le capacità e il valore. E chiederci perché non siamo stati capaci di dirle quando era in vita le cose belle che pensiamo.
Anche per la morte di Mango tutti a stracciarsi le vesti, ignorando che era stato bellamente dimenticato. Magari avrebbero potuto far passare in radio qualche sua canzone, alcune erano molto belle, invece di aspettarne la morte per poi sperticarsi in peana.
E stasera in tv c'è A casa  di Anna, con un tempismo perfetto.

lunedì 15 dicembre 2014

Luci d'artista

E' veramente pochino quello che è stato fatto per le luminarie natalizie ma apprezziamo lo sforzo.
Due artisti, Fermariello e Dalisi si sono impegnati (senza sforzarsi più di tanto) per creare un'illuminazione originale. Alla fine è uscito una specie di firmamento costellato da boomerang che si rincorrevano mentre all'inizio di via Scarlatti luccica un albero di Natale.
Ovviamente nulla a che vedere con Salerno.


venerdì 5 dicembre 2014

'A Stritt Art

Stamattina via Luca Giordano s'è svegliata tutta ricoperta di pezze all'uncinetto. Erano rivestiti i tronchi dei platani, i cazzoni di marmo e le panchine.
Non so nulla di questo movimento e di cosa si prefigga, ma il risultato mi pare alquanto triste.





Sarei curiosa di sapere a quale beneficenza andrà.

martedì 2 dicembre 2014

venerdì 28 novembre 2014

Abiti e astronauti

Certo, per chi ha visto Star Trek o Spazio 1999, vedere l'abbigliamento degli astronauti dei nostri tempi sa un po' di delusione.
Qui vediamo Butch Wilmore al lavoro nel modulo europeo, in t-shirt e calzoncini.
Temo anche in sandali e calzini. Vabbè si scherza, eh?




A questo link si può seguire il volo della ISS e la sua localizzazione.
http://www.ustream.tv/channel/live-iss-stream/theater

giovedì 20 novembre 2014

'O cuorpo 'e Napule

E' la statua del dio Nilo che si trova a Spaccanapoli, chiamata comunemente 'o cuorpo 'e Napule.
'A capa 'e Napule invece, chiamata anche la Marianna, si trova nell'antica chiesa di san Giovanni a Mare.
Alla statua del Nilo, appena restaurata, è stata aggiunta la piccola Sfinge, recuperata l'anno scorso in Austria dai Carabinieri.




Ed ecco com'era prima del restauro, senza la Sfinge, sporca e piena di erbacce.


mercoledì 12 novembre 2014

Teatrino nell'autobus

Sempre più spesso i miei siparietti vengono ambientati nei bus napoletani. Quando arrivano, eh?
Stamattina nel 130, mezzo che collega il Vomero con il cimitero di Poggioreale, via tangenziale.
Le porte per la discesa si aprivano e non si richiudevano più ed abbiamo assistito a questa scena: la autista ha tirato il freno ed è andata a chiudere a mano le due porte, chiedendo aiuto ad un passeggero che di buon grado si è prestato alla bisogna. Successivamente ha riaperto la porta per far scendere una signora anziana e stavolta due passeggeri (uno era la D.M., logicamente) hanno chiuso la porta che ha fatto una strenua resistenza, a spinta con mani e piedi. Un bel lavoro di coordinazione che ha dato gli effetti sperati, dopodiché tutti hanno suggerito alla conducente di non aprire più quella porta (tipo film horror).
Nel frattempo alle nostre spalle una nonna con nipotino ci ha 'nzallanuto, parlando senza interruzione al piccolino, che rispondeva con voce stentorea. Il tutto finché non siamo scesi, anche durante il teatrino della porta.
La D.M. ha detto che la "nonna automatica" è una iattura che ha beccato spesso sullo stesso mezzo. Per me è stata la prima sconvolgente volta.
Ah dimenticavo, nonna e nipote erano accompagnati dalla badante o baby sitter cingalese, non so, la quale ha taciuto sempre.

giovedì 6 novembre 2014

La rete si indigna

.


Chi, il giornale che non serve neanche a incartarci il pesce, sbatte la Madia in copertina e la rete che fa? Dà del frocio a Signorini. E Signorini invoca la parità di trattamento. Perchè il calippo della Pascale meritava gli onori della cronaca e il gelato di Marianna no?
Come si fa a spiegare a Signorini (che non è frocio, è solo irrimediabilmente un cretino) che la Pascale lo faceva per lavoro in tv e la poveretta stava solo mangiando  un gelato nella sua auto con marito a latere? E poi che vuol dire "ci sa fare col gelato"? Una battuta becera di cui si sarebbe vergognato pure Alvaro Vitali se l'avesse trovata nel copione.
E qui parte l'indignazione della rete e molte fanciulle si fanno ritrarre con il gelato e tanto di cartello: "anche io ci so fare col gelato".
Ma il colpo di grazia lo hanno dato i maschietti. Gruppi di bei giovanotti si fanno ritrarre con il gelato e il cartello regolamentare "anche io ci so fare col gelato".
Aiutatemi!

Che poi ci sarebbero anche migliori motivi per indignarsi, tipo la doppia spunta di Whatsapp, che ci dice che il nostro messaggio è stato letto ma che alla persona non interessa una beata cippa e non ci risponde. Che angoscia!

'A cimma 'e scirocco

'A cimma 'e scirocco

Mentre a Roma si annunciano alluvioni, bombe d'acqua e allagamenti da tregenda, scuole chiuse, protezione civile in servizio permanente, a Napoli fa un caldo incredibile.
Dopo il picco di freddo di due sere fa che paventava la discesa del piumone dal mezzanino, pericolo scampato, restiamo con la copertella di mezzo termine.
Intanto le signore bene cacciano già le pellicce. Oggi si vedevano in giro parecchi piumini, senza pietà alcuna per le povere oche della Gabanelli mentre il Comune dava piglio alla deforestazione dei platani, spogliati vivi come da foto, colpevoli di avere acciaccato, con un ramo abbattuto dal fortunale di ieri, due persone.
Memore del detto napoletano (ropp'arrubbato 'e porte 'e fierro), il presidente della circoscrizione Vomero ha fatto sapere, tanto nessuno ci crede, che erano interventi già programmati.
Noi sappiamo invece che mettono mano sempre dopo che c'è scappato il morto e per fortuna stavolta no.
Dicevo del caldo, uno scirocco strano in concomitanza con l'estate di san Martino che mi ha ricordato un detto ormai in disuso: 'a cimma 'e scirocco.
Che in realtà avere 'a cimma 'e scirocco si riferisce alle persone, nervose, irascibili, meteoropatiche, condizionate dal soffiare dello scirocco al massimo.
Anto', fa caldo!

domenica 2 novembre 2014

Il giorno dei morti

Che non è Halloween (anzi Aulin, come dicono dalle mie parti)

Il giorno che i morti persero la strada di casa


Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari. Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.
Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.
I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine. Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e “stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.
(da Racconti quotidiani di Andrea Camilleri)

Non dimentichiamo Stefano Cucchi



Ecco il commento dello scrittore Erri De Luca.

“Il potere dichiara che il giovane arrestato di nome Gesù figlio di Giuseppe è morto perché aveva le mani bucate e i piedi pure, considerato che faceva il falegname e maneggiando chiodi si procurava spesso degli incidenti sul lavoro. Perché parlava in pubblico e per vizio si dissetava con l´aceto, perché perdeva al gioco e i suoi vestiti finivano divisi tra i vincenti a fine di partita.
I colpi riportati sopra il corpo non dipendono da flagellazioni, ma da caduta riportata mentre saliva il monte Golgota appesantito da attrezzatura non idonea e la ferita al petto non proviene da lancia in dotazione alla gendarmeria, ma da tentativo di suicidio, che infine il detenuto è deceduto perché ostinatamente aveva smesso di respirare malgrado l’ambiente ben ventilato.
Più morte naturale di così toccherà solo a tal Stefano Cucchi quasi coetaneo del su menzionato.”


E la vignetta di Stefano Disegni sul Fatto Quotidiano

venerdì 31 ottobre 2014

Christo s'è fermato a Napoli

Ed ha incartato Palazzo Reale.


Christo è l'artista noto per aver impacchettato il Reichstag a Berlino e Porta Pinciana a Roma.

mercoledì 22 ottobre 2014

La mosca da accompagno

Fino a questa mattina la temperatura era ancora parecchio alta, per cui camminando per strada c'era il fenomeno della mosca che non si toglieva più di torno. Hai voglia a cacciarla, lei tornava sempre, cercando di posarsi sulla faccia.
Questo dura da agosto, visto che il caldo non accennava a passare. E la mosca mi accompagnava lungo tutta la strada, fedelmente.
Ora stiamo aspettando Gonzalo, che dovrebbe far danni qui al sud. Chissà perché Gonzalo, sarà mica riferito ad Higuain? Almeno hanno smesso di dare nomi da femmine agli uragani.
E poi c'è Attila, appena annunciato. Infatti la temperatura comincia a scendere, addio a magliettine e infradito, riesumiamo le scarpacce alla Scarpantibus e cacciamo copertelle e piumoni dagli armadi.
Magari era pure ora.
E vediamo domani se la mosca da accompagno c'è rimasta secca. Almeno il freddo servirà a qualcosa.

venerdì 17 ottobre 2014

Offerte speciali

Come ogni anno, in Campania, i laboratori di analisi e i centri privati che forniscono assistenza sanitaria tipo ecografie, Tac, RM, hanno finito il budget a loro disposizione e quindi forniscono prestazioni solo a pagamento.
Per chi paga il salato ulteriore ticket di 20 € (oltre quello della prestazione) che il sig. Caldoro ci ha imposto per risanare la disastrata Sanità regionale, i laboratori offrono una prestazione privata che non si discosta molto dal ticket totale, che si aggira in media sui 56,15 € a ricetta.
Per codesta prestazione a mia sorella hanno richiesto 80€. Per chi è esente da ticket, che non paga nulla o per chi è esente per patologia, che ne paga 5, consigliano di aspettare gennaio 2015 o rivolgersi alle strutture pubbliche.
Inoltre un laboratorio di analisi, vicino casa mia, ha infilato un cartoncino pubblicitario nelle cassette delle lettere del condominio dove offre per 35€ una sfilza lunghissima di analisi del sangue, sicuramente meno del ticket.
Le offerte speciali evitano così ai privati di stare a rigirarsi i pollici fino a fine anno, considerando che il loro budget pubblico se lo sono già incassato.
Ovviamente dal 30 settembre ambulatori della Asl e ospedali risultano intasati e impraticabili per qualsivoglia prestazione. Resta solo il pronto soccorso, altrimenti morite in pace e amen.

giovedì 16 ottobre 2014

Ikea e le donne

Leggevo che la ministro Pinotti, come tempo fa la Finocchiaro, è andata all'Ikea con tanto di scorta.
E' stata fermata all'uscita delle casse automatiche, come un qualsiasi cliente random, solo che a lei nessuno l'ha riconosciuta. Pare ci siano state un po' di tarantelle tra il controllore dell'Ikea e i carabinieri della scorta. A La Russa non sarebbe capitato.
Anche perché non c'è nulla da fare, se sei donna, anche se ministro, sempre all'Ikea finisci prima o poi. Ti attocca, è il destino.

martedì 30 settembre 2014

Discussioni intorno al nulla.

Discussioni intorno al nulla.
Il Renzi ha tirato fuori un'altra volta la storia del Tfr in busta paga. Se ne parlò qualche anno fa ma poi svanì nel nulla.
L'intento è quello di dare un po' di soldi in busta paga onde far ripartire i consumi che al momento restano al palo ma probabilmente sarà e resterà una boutade che lascia il tempo che trova.
Cominciamo col dire che si parla solo di dipendenti di aziende private, il pubblico se le tiene strette strette le liquidazioni, tanto che le erogano a distanza di mesi (nove) ai dipendenti dimissionari e minacciano di darla a chi va in pensione anticipata al compimento del previsto diritto.
Le aziende utilizzano il Tfr dei lavoratori come voce di bilancio e stornarla equivarrebbe ad un ulteriore aggravio.
Ora vediamo i vantaggi dei lavoratori.
La metà della quota annua del Tfr andrebbe in busta paga.
Facciamo l'esempio di un accantonamento annuo di 2000 € che diventano 1000 €. Su questa cifra graverebbe l'Irpef relativo all'ultima percentuale dello scaglione e sicuramente anche i contributi. Facciamo che ci sia un prelievo di circa il 38% (28 + 10 di contributi), quindi 380 €.
Restano così 1000 - 380 =  620 che suddivisi per 12 mensilità fanno circa 51 € al mese.
Cè da scialare, come si vede. Considerando che neanche gli 80 € elargiti a chi ha un reddito sotto i 24000 € sono riusciti a far ripartire i consumi, c'è poco da essere ottimisti.
Alla fine della fiera vediamo chi ci perde e chi guadagna.

Perde l'imprenditore che non può più disporre di questa voce in bilancio.
Perde il lavoratore, che oltre a mangiarsi il tesoretto della liquidazione che viene destinato quasi sempre all'acquisto della prima e unica casa, ci paga un mucchio di tasse, superiore a quello che avrebbe pagato a tassazione separata al momento della quiescenza.

Ci guadagna ovviamente lo stato pappone, che coglie l'occasione per succhiare denaro anche dove non dovrebbe.
Vi state ancora chiedendo perché hanno formulato questa proposta?



domenica 14 settembre 2014

Tree upside down

L'albero sott' e 'ncoppa.
L'unico albero di fico che ho visto crescere sottosopra.


Si trovava nel Parco delle Terme di Baia e credo si sia ancora lì.




giovedì 11 settembre 2014

9/11

The falling man - foto di Richard Drew


"Fotografia dell'11 settembre"


Sono saltati giù dai piani in fiamme -
uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.
La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva
sopra la terra verso la terra.
Ognuno è ancora un tutto
con il proprio viso
e il sangue ben nascosto.
C'è abbastanza tempo
perché si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.
Restano ancora nella sfera dell'aria,
nell'ambito di luoghi
che si sono appena aperti.
Solo due cose posso fare per loro -
descrivere quel volo
e non aggiungere l'ultima frase.

Wisława Szymborska


lunedì 25 agosto 2014

Quando i migranti eravamo noi

Chi crede che i razzisti tipo Salvini siano solo al nord si rassegni, anche l'accogliente Napoli non ne è immune.
Oggi ho assistito ad un'amabile chiacchierata tra amici in cui si criticava ferocemente l'operazione Mare Nostrum. Dicevano che era giusto salvare vite umane, sì, ma entro le acque territoriali. Che gli altri affogassero pure, non erano fatti nostri. Ed elogiavano i maltesi, che i fatti loro se li fanno e come e rimpiangevano persino gli accordi Berlusconi-Gheddafi che con un po' di soldi ci risolvevano il problema.
Noto con un certo avvilimento che non mi va più di interloquire: sono rimasta tutto il tempo in un doloroso silenzio. Un tempo mi sarei fatta una di quelle belle litigate da lasciare il segno.
E pensavo al mio caro Peppe Barra che in un'intervista, parlando degli immigrati, ha detto queste parole:
"Devastano tutto e portano solo criminalità e prostituzione, qui ormai la gente ha paura".
Perché prima Napoli era l'Eden, forse?
In realtà è questo il clima che si respira in città, se anche una persona come Barra, pacifico e tollerante, ha fatto queste dichiarazioni.
E dimentichiamo che un tempo anche noi siamo stati migranti, e lo siamo ancora, anche se è cambiata la tipologia. Non si va più via con la valigia di cartone col treno del Sole ma con l'aereo e una laurea in tasca.
Negli ultimi due anni si calcola che circa 100.000 giovani abbiano lasciato l'Italia (dati ufficiali dell'Aire). E se si considera che molti italiani non comunicano all'Aire i loro spostamenti, il quadro potrebbe essere anche peggiore.
E Renzi dice ai giovani di non andarsene, dopo che i buoi sono scappati e le stalle ormai sono vuote.

martedì 5 agosto 2014

Figuremmè

Ehi sì, oggi ho fatto una figuraccia.
Stavo passando vicino ad un negozio che fa intrattenimento giochi per bambini, feste, cui di recente si è aggiunta una piccola libreria. Uno sforzo che va incoraggiato, visto che nel quartiere le librerie si chiudono solo.
Ma oggi ho visto la saracinesca metà chiusa, spariti tutti gli arredi e c'era una grande confusione.
Oddio, ho detto, è morto pure questo.
Di corsa, è uscito un giovanotto dalla libreria dicendo: No, signora, noi siamo qui, ancora vivi.
Maronna, che figuremmè!
Ho cercato di discolparmi dicendo che ogni giorno qui tirano giù una saracinesca e che ho detto così proprio perché mi dispiaceva. Ha capito perfettamente e mi ha invitata a tornare a salutarli alla riapertura.
Io ci vado, eh? Contenta che almeno loro siano vivi.

domenica 3 agosto 2014

'O miracolo d'a munnezza


Padre Pio e la munnezza

Questa storia è una nostra esclusiva: non la troverete da nessun'altra parte!
Stavolta vorrei parlarvi di Padre Pio: cosa c'entra con l'immondizia il famosissimo santo di Pietrelcina?

Ebbene, non importa se siete credenti o meno: quest'uomo è stato protagonista di un miracolo a Salita Moiariello.
Il luogo in cui è stata scattata questa foto, infatti, è una antica entrata dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte, chiusa ed abbandonata da anni.
Il vicoletto monco che portava al cancello è diventato negli ultimi vent'anni il deposito di ogni tipo di rifiuto, quasi tutti scaricati regolarmente di notte da automobili che arrivavano da chissà dove: molte persone erano certe che, raccogliendo tutti gli oggetti ammassati, si poteva arredare una casa intera. Altri invece sostenevano che si poteva costruire un'automobile funzionante, grazie ai numerosi copertoni, parafanghi, carcasse di motorini e parti di motore.
La verità era una: per colpa dei sacchetti contenenti ogni tipo di rifiuto, soprattutto durante l'estate, la strada brulicava di topi, insetti e si spargeva nell'aria un odore nauseabondo.

Negli anni passati, con decine di reclami all'ASIA, petizioni, roghi di rifiuti ed ogni altra attività di protesta, nessuno riuscì mai a fermare lo scarico abusivo di rifiuti, che riprendeva regolarmente dopo ogni pulizia della strada.
Ma fu proprio l'anno scorso che ai residenti venne l'idea geniale: piazzare una statuetta di Padre Pio a guardia del vicolo, quasi come un ammonimento contro gli incivili che scaricavano la spazzatura per strada: "pensa al peccato che stai compiendo!"

Da allora, come per miracolo, nessuno versa più neanche un sacchetto, anzi, ogni mese compaiono numerosi vasetti di fiori, portati in omaggio alla figura del Santo che, paziente, si è caricato sulle sue ampie spalle anche l'improbabile ruolo di "protettore dalla monnezza".

-Federico Quagliuolo
Foto: Padre Pio e la munnezza

Questa storia è una nostra esclusiva: non la troverete da nessun'altra parte!
Stavolta vorrei parlarvi di Padre Pio: cosa c'entra con l'immondizia il famosissimo santo di Pietrelcina?

Ebbene, non importa se siete credenti o meno: quest'uomo è stato protagonista di un miracolo a Salita Moiariello. 
Il luogo in cui è stata scattata questa foto, infatti, è una antica entrata dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte, chiusa ed abbandonata da anni. 
Il vicoletto monco che portava al cancello è diventato negli ultimi vent'anni il deposito di ogni tipo di rifiuto, quasi tutti scaricati regolarmente di notte da automobili che arrivavano da chissà dove: molte persone erano certe che, raccogliendo tutti gli oggetti ammassati, si poteva arredare una casa intera. Altri invece sostenevano che si poteva costruire un'automobile funzionante, grazie ai numerosi copertoni, parafanghi, carcasse di motorini e parti di motore.
La verità era una: per colpa dei sacchetti contenenti ogni tipo di rifiuto, soprattutto durante l'estate, la strada brulicava di topi, insetti e si spargeva nell'aria un odore nauseabondo.

Negli anni passati, con decine di reclami all'ASIA, petizioni, roghi di rifiuti ed ogni altra attività di protesta, nessuno riuscì mai a fermare lo scarico abusivo di rifiuti, che riprendeva regolarmente dopo ogni pulizia della strada. 
Ma fu proprio l'anno scorso che ai residenti venne l'idea geniale: piazzare una statuetta di Padre Pio a guardia del vicolo, quasi come un ammonimento contro gli incivili che scaricavano la spazzatura per strada: "pensa al peccato che stai compiendo!"

Da allora, come per miracolo, nessuno versa più neanche un sacchetto, anzi, ogni mese compaiono numerosi vasetti di fiori, portati in omaggio alla figura del Santo che, paziente, si è caricato sulle sue ampie spalle anche l'improbabile ruolo di "protettore dalla monnezza".

-Federico Quagliuolo

'O cuoppo 'e pesce fritto

In questi ultimi mesi la città si va riempiendo di negozi che friggono patate e qualcosa deve essere cambiato nella normativa perché per strada si sente un olezzo di frittura ovunque.
Sotto casa mia il pescivendolo ha deciso di mettersi a cucinare e la sera mette pure i tavolini sul marciapiedi. Specialità il cuoppo di pesce fritto, ma anche polpo all'insalata, zuppe di cozze e primi piatti vari.
La puzza dilaga, sale ai piani superiori e riempie gli appartamenti e secondo il vento, si diffonde anche nel cortile del mio palazzo. Al momento sono quasi venuti alle mani col parrucchiere contiguo.
Dopo pochi giorni anche il verdumaio si è inventato qualcosa: ha allestito una vetrina a più piani e vende angurie e meloni a fette.
Ora mi aspetto che il macellaio tiri fuori un bel barbecue e si metta a fare salsicce e bistecche, con grande gaudio dei condomini dell'altra verticale.

martedì 29 luglio 2014

Pizza piazza

Era da tempo che non mangiavamo la pizza da Di Matteo. E' uno dei posti che non cambia mai, sia per l'atmosfera che per la pizza.
La D.M. non si è fatta scappare l'occasione di mangiare un ripieno fritto stile disco volante, roba da stomaci diciottenni, ma lui forse non se li sente gli anni (o almeno ci prova).
Io sempre margherita filetto e bufala, ma è arrivata una pizza a forma di piazza. Vicini a noi c'erano molti ragazzi e tutti mangiavano la pizza con le mani, me compresa. Ha un altro gusto, secondo me.
La D.M. come al solito ha 'nfanfaruto il cameriere. Voleva la pizza fritta media ma c'era solo piccola e grande. Poi abbiamo scoperto che il cameriere parlava della birra e siamo scoppiati tutti a ridere, compreso i ragazzi e il cameriere, che l'ha presa bene.
Al piano superiore c'era un gruppetto di ragazzi con chitarra e mandolino che suonavano mentre aspettavano le pizze e per strada, quando siamo usciti, una ragazza cantava con voce melodiosa, accompagnandosi con la chitarra, Tric tric e lariulì.

lunedì 14 luglio 2014

Alleria .....

Solo qui può accadere che un monumento che cade a pezzi, trasformi il suo nome "Galleria" in "Alleria", perdendo la "G".
Alleria a Napoli vuol dire "Allegria".



domenica 13 luglio 2014

Piste ciclabili

Stamattina ero seduta ad un tavolino da Trony ex Fnac ed ho visto un tizio avvicinarsi portando una bicicletta. Senza alcun imbarazzo l'ha piazzata al centro del passaggio ed è andato verso il bancone del bar.
Poiché stavamo tutti a guardarlo con l'aria di "vediamo questo stupido dove vuole arrivare", è tornato verso la bicicletta e l'ha spostata un po' verso l'angolo, fermandosi a chiedere ad uno dei commessi se stava bene lì.
Il commesso, con aria molto inglese, ha spiegato al signore che le biciclette non possono entrare in negozio, che altrimenti la direzione sarà costretta ad ingaggiare anche un parcheggiatore abusivo per guardarle.
La faccia del tizio era favolosa ed altrettanto quella del commesso che ha continuato nel suo lavoro senza fare una piega.
Chissà se da Trony, viste le richieste della clientela, oltre al parcheggiatore abusivo, non disegneranno anche la pista ciclabile sulla moquette. Il nostro sindaco ne sarebbe contento.


martedì 8 luglio 2014

Chip and fish nostrani

Da qualche mese a Napoli stanno aprendo frotte di negozi Chipstar che vendono solo patatine fritte olandesi. A Via Toledo ce ne sono già diversi, che appuzzolentiscono l'aria e specialmente quando fa caldo come in questi giorni il lezzo è insopportabile. Se aggiungiamo che di fronte all'Augusteo s'è impiantata una friggitoria che fa anche pesce fritto il panorama è completo.
Non so cosa sia cambiato nella normativa. Un tempo le Asl prescrivevano una canna di scarico lunga fino ai terrazzi e relativo abbattimento dei fumi. Ora questi non ce l'hanno, con le conseguenze che ho descritto.
Anche al Vomero se n'è piazzata una, in via Scarlatti e ci sono file lunghissime di persone, non solo ragazzi, che aspettano il cuoppo di patate (ce ne sono di diversi formati) ricoperto di maionese e ketchup e a volte tutte e due.
Pensavo con nostalgia ai cuoppi di zeppole e panzarotti che compravamo alla friggitoria Vomero, che mai puzzava oltre la soglia, equipaggiata com'è di canna di scarico.
E proprio stamattina ho notato che tutto il marciapiedi antistante il Chipstar risulta tutto inzivato e puzzolente, provocando un senso di nausea al passaggio.
Ormai è così, chiudono negozi di abbigliamento e librerie e si collocano friggitorie e gelaterie.
Tra via Scarlatti e via Luca Giordano se ne sono aperte ben sei e parliamo di una zona dove gli affitti sono stellari. Quanti gelati dovremo ingurgitare per permettere il giusto profitto a costoro?

giovedì 3 luglio 2014

martedì 1 luglio 2014

A perfect day :-(

Mai come oggi camminando per strada si viene regolarmente buttati per aria da persone che camminano guardando il telefonino scrivendo su whatsapp, da signore che spingono i carrellini della spesa come se fossero delle falciatrici sul binario, da carrozzini guidati a slalom come se fossero carrozze a cavalli, preferibilmente da dietro sugli stinchi. No perché a me a volte viene il sospetto di essere invisibile e allora una di queste volte lo tiro un bel ceffone. Che me ne importa, tanto sono invisibile.

Ieri a via Toledo persino un cane di grossa taglia che andava di fretta mi ha spintonato e pestato un piede. Avevo le infradito.
E non parliamo dei colombi, che io lo sapevo che prima o poi uno mi cadeva in testa e pure questa è fatta. Atterrato, caduto e toccata terra se l'è fatta a piedi. Son cose, eh?

mercoledì 25 giugno 2014

La rivolta dei ferri da stiro

Tutti sanno quanto io ami stirare (e pure loro ne hanno preso coscienza).
Sabato scorso il pargolo doveva andare al matrimonio di una carissima amica e mi chiese di stirare le due camicie che si era portato e che nel viaggio si erano un po' stropicciate.
Presi perciò il ferro da stiro piccolo, non c'era un gran lavoro da fare. Riempio il serbatoio, attacco la spina e comincio a stirare. Pochi minuti e una cascata d'acqua si abbatte sulla camicia bianca.
Spaventatissima stacco tutto ma il ferro continua a perdere.
Ok, prendiamo la Stirella. Riempio il serbatoio e comincio. Stiro le due camicie, trovandomi stiro anche un pantalone e due asciugamani di canapa, di quelli irriducibili.
Al secondo asciugamani, dai fori della Stirella, escono assieme una fiammata tipo draghetto e il vapore, che vanno a bruciare la tela dell'asciugamani.
Giuro, mai vista una cosa simile, eppure ne ho scassati tanti di ferri da stiro.
Ora mi trovo questi due cosi, uno scorre come un rubinetto rotto e l'altro sembra funzionare, ma sono io che non mi fido.
Sto ancora tremando al pensiero che poteva bruciare la camicia del figlio (che è costretto a farsele fare su misura viste le dimensioni). Dove ne andavamo a pigliare un'altra?

'A vita è 'nu muorzo ....

Così deve aver pensato Luis Suarez quando ha morsicato Chiellini sulla spalla.
E quando mi ricapita? Carpe diem.
E Chiellini che proprio un gentiluomo non è, mostra i segni dei dentini come i bambini all'asilo.
Mi ha fatto la bua, il cattivone!


giovedì 19 giugno 2014

Tommaso non se ne va



La settimana scorsa apro il web e trovo una brutta notizia: Tommaso Ederoclite, ex portavoce del Pd della provincia di Napoli, è stato coinvolto in un tentativo di rapina. Quattro ragazzi col motorino lo hanno inseguito e hanno provato a rubargli la macchina. Gli hanno anche sparato contro. Insomma non è stata davvero una bella esperienza, arrivata poi in un momento di forte scontro all’interno del Pd che hanno spinto il segretario provinciale a revocargli l’incarico di portavoce.


Oggi, dopo un po’ di giorni di elaborazione dello shock, Tommaso ha reagito con un post che è un manifesto politico di quelli che fa piacere leggere e che non posso non condividere anche con voi.


Già il titolo è tutto un programma

Nonostante tutto resto a Napoli, e v’aggià scassà ‘o cazz


“È quasi passata una settimana. Ho ricevuto centinaia di telefonate e messaggi. Tutti di affetto, stima, e devo dire che anche l’ironia non è mancata. Forse le telefonate ironiche sono quelle che più ricorderò, perché alla fine mi davano il senso del confine che non dovevo varcare con la mente, ovvero il senso della realtà e della razionalizzazione di un fatto tanto grave quanto – ahimè – normale.Ho incontrato decine di persone, hanno tutti più o meno speso parole di vicinanza, le ho ascoltate tutte, e ne farò tesoro.La cosa che ho tolto subito dal tavolo delle discussioni, del confronto, sono state le motivazioni politiche alla base di un tale gesto di violenza. Lo dico e lo ribadisco per l’ultima volta, a tutti. È stata un “semplice” tentativo di rapina, e come tale va trattato.Quello che mi ha lasciato questa esperienza di “ordinaria violenza” è una cosa che non credevo di vivere. Quando vado a prendere il treno, ad esempio, sto attento a camminare da solo nel sottopassaggio, a restare da solo in una carrozza di treno. E di reazioni così ne ho controllate parecchie nella mia persona in questi giorni. Come a guardarmi le spalle più volte quando imbocco il vicolo dove abito, o a cedere il passo ad una porta in un bar, o all’entrata del pullman perché mi rassicura entrare per ultimo. E forse nei prossimi giorni di reazioni così ne noterò altre.Questo è il mio punto di vista psicologico, quello umano, ma il dato politico alla fine – pur non volendo analizzarlo – me lo sono trovato davanti.Vivo a Napoli da sempre, frequento il centro storico (e non solo) da quando avevo 16 anni e mai – mai – mi è accaduto qualcosa. Ci venivo durante il liceo, andavo a Officina 99, ho preso una laurea in questi vicoli, un dottorato, ci ho passato le serate con gli studenti dopo aver fatto gli esami di Scienza Politica e Comunicazione Politica, fuori al “Perditempo”, poi al “Lemme Lemme” di Piazza Bellini. Interi anni.Ho avuto la possibilità di lasciare questa città molte volte. Due anni in Cina per un progetto di ricerca, uno a Toronto, e poi una proposta su Boston e via dicendo. Per un motivo o per un altro, non sono mai stato convinto di lasciare questa città, i miei spazi, la mia famiglia, pur sapendo che le prospettive di lavoro erano migliori, che la qualità della vita sarebbe stata differente. Non sono mai andato via e francamente una chiara ragione per restare qua non l’ho mai avuta, se non quella di restare nel luogo che più sento vicino a me culturalmente, che conosco bene, sul quale so come muovermi.Ma dopo giovedì notte e quei due colpi dietro la mia auto qualcosa è cambiato. Le domande sono più o meno le stesse, ma i percorsi mentali sono cambiati, e non di poco.Sono andato a trovare i miei una di queste sere, l’ho fatto soprattutto per rassicurarli. Loro vivono ancora in quel quartiere che ho lasciato più o meno i primi anni di università. È ancora tutto fermo, niente servizi, ancora i ragazzi sotto le scale delle palazzine a fare “nulla”, dove oltre meno è cresciuto anche Insigne, per capirci, uno di quei quartieri dove per uscirne devi lavorare parecchio.Stavolta li ho guardati con occhi diversi, e mi sono chiesto come mai sono finito “a far politica” e a farla qui, dove sono cresciuto. Ebbene io prima non lo sapevo, ma ora credo di esserci arrivato.Io non me ne vado perché voglio che quel quartiere si rialzi, io non me ne vado perché voglio che quei ragazzini più che farsi di coca e rapinare qualcuno vadano al cinema, a giocare a calcetto, ad ascoltare un buon gruppo musicale. Non me ne vado perché voglio che si possano prendere i mezzi con tranquillità, che siano efficienti, sicuri. Resto qua perché voglio che mio cognato non debba trovare lavoro a Prato o a Mirandola lasciando i figli e la moglie qui, non me ne vado perché voglio che il ceto politico si preoccupi della cosa pubblica e non di quella personale e privata, non me ne vado perché voglio che la politica si preoccupi delle persone, di come migliorare la loro vita, che li spinga a diventare innanzitutto cittadini.Non me ne vado per questi ed altri cento motivi, potrei stare ore ad elencarli.Ma soprattutto non me ne vado per la madre di tutte le ragioni e che da sempre mi spinge a rimanere qui…non me ne vado perché la mia pazienza e la mia volontà non hanno limiti e – come si dice nel mio quartiere – v’aggià scassà ‘o cazz”.

martedì 17 giugno 2014

Disastri

Dopo la tromba d'aria e il nubifragio che ha colpito ieri Napoli, si contano i danni. Tra i più gravi ci sono quelli alla Reggia di Portici e all'Orto Botanico, sede della Facoltà di Agraria della Federico II.
Si sta già lavorando per ripristinare i luoghi al più presto possibile.
Il video documenta i danni subiti.




Le murrine leonardesche

La murrina è un metodo di lavoro che viene fatto con il vetro. Le lavorano a Venezia ma in oriente le facevano già 4000 anni fa. Viene composta da più strati di vetro fuso su un vetro centrale e di solito ha disegni geometrici o floreali. Il pezzo di vetro viene allungato ed affettato rivelando così il disegno interno.
Qui invece possiamo vedere la stessa tecnica usata per creare ritratti e riproduzioni di dipinti come questa incredibile Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci.
Una fetta di questa murrina costa $ 5.000.




martedì 27 maggio 2014

L'albero di Antonio

L'Associazione Amici di Capo Miseno cui apparteneva il mio amico Antonio, ha deciso di piantare un albero, un carrubo, nella Villa Comunale di Bacoli a suo ricordo.
Una iniziativa apprezzata da tutti, un albero ci parlerà di lui e ce lo ricorderà.




martedì 13 maggio 2014

Il fascino delle meridiane

Da anni ormai la nostra auto vive nel box e noi ce ne andiamo in giro per la città a naso all'aria. 
Infatti dalla macchina si vede solo quello che è a livello ed io sto scoprendo la bellezza dei piani alti dei palazzi. Decorazioni, stucchi, ringhiere e due bellissime meridiane.
Queste si trovano sulla facciata dell'Istituto Tecnico Professionale G.B. Della Porta a via Foria e portano le scritte "Europeo" e "Italiano". Credo non ce ne siano altre simili o almeno non ne conosco l'esistenza. 
La misurazione del tempo all'europea usa come riferimento due successivi passaggi del sole al meridiano mentre in quella all'italiana si misurano le ore a partire dal tramonto del sole.


(foto da flickr, le mie son venute malissimo a causa degli alberi piazzati davanti)

giovedì 8 maggio 2014

Socioaci vintage

La D.M. è socio Aci da decenni e forse più ed ogni anno rinnova fedelmente la tessera. Non metto in dubbio che sia utile, magari solo per l'effetto apotropaico, ma ce ne siamo serviti molto quando andavamo in giro con la buatta, l'Alfa, che ci mollava in giro un po' ovunque, dato che FoFò la usava il pargolo.

Ricordo quelle bellissime pubblicazioni del Touring Club che ci regalavano ogni anno, la rivista Qui Touring e le carte stradali, quando non c'erano Internet, TomTom e Google Maps.
Per diversi anni hanno regalato gadgets: orologi, pile, portachiavi e mazzamma varia ma non erano mai arrivati a tanto.
Quest'anno gli hanno dato un sacchetto di iuta che si dovrebbero solo vergognare per la scritta Automobile Club. Puzza talmente tanto che sta fuori al terrazzo da una settimana e neanche se n'è accorto.
Ma il colmo lo si è raggiunto con le carte stradali d'antan, finite dritto dritto nel sacco della carta da riciclo.
Una dell'Italia 1:800.000 (?), marzo 2006 e una della Campania 1:275.000, giugno 2007, entrambe che si aprono in un foglio solo. Comodissime da usare in auto.
Mi sa che l'Aci ha perso un socio.

sabato 3 maggio 2014

Omaggi floreali

Nonostante faccia freddo e piova la primavera si affaccia lo stesso.
E sui monumenti spuntano cespugli e fiori come questi, sulla chiesa dei Girolamini e sulla facciata del Duomo.



venerdì 25 aprile 2014

Un addio

Ieri siamo andati a Miseno ad accompagnare un amico partito per il suo ultimo viaggio.
E' da ieri sera che continuo a vedere come tanti fotogrammi di un film i momenti passati assieme, quasi sempre momenti allegri. Lo abbiamo salutato nella chiesetta di san Sossio, in riva al mare, dove si era sposato ed un prete ha fatto una predica sconclusionata che al solito nessuno ascoltava.
Sempre uguale la spiaggetta, dove sguazzavamo da ragazzi, tutti assieme ma era anche diversa, a causa dei pontili delle barche che allora non c'erano. Mi hanno detto che tra poco si riempiranno di barche.
Allora c'erano solo le barchette dei pescatori, a remi, che tiravano su quando passavano le grandi navi.
Con quelle barche ci accompagnavano sulle altre spiaggette e poi venivano a riprenderci. Una volta Vincenzo si dimenticò di venirci a riprendere e stemmo lì fino a tardi a cioncarci di freddo.
Vincenzo era quello che diceva: nun facesse 'o pataterno manco pe n'ora, con accento frattese.
E c'erano tutti gli amici, con i figli, i nipoti. Qualcuno dei figli era uguale al padre da ragazzo, sembrava di fare un tuffo all'indietro nel tempo, a come eravamo.
C'era un sole splendido e un cielo azzurro come mai in questi ultimi tempi e sotto il sole siamo passati in corteo davanti al Sacello degli Augustali, dove papere e germani reali starnazzavano nell'acqua.
C'era un senso di pace, una pace che negli ultimi mesi il mio amico non ha avuto. Portato via da un cancro al polmone. Lui lavorava all'Italsider.
A Napoli purtroppo non c'è solo la Terra dei Fuochi.

domenica 20 aprile 2014

Il paese dei broccoli

Chiunque a Napoli quando si parla del Vomero ricorda che vi si coltivavano i broccoli.
Qualcosa nella memoria rimane, forse qualche seme residuo. E proprio sotto casa mia, in una crepa del muro, sta crescendo un bel broccolo. E si è anche assicurato l'innaffiatura, dal tubo di un condizionatore.


venerdì 18 aprile 2014

Pastiera taim



E' tempo di pastiere e qui siamo in piena cottura.
Questa volta racconto la leggenda della pastiera.
La sirena Partenope, incantata dalla bellezza del golfo, aveva scelto di viverci e ogni primavera emergeva dalle acque e salutava gli abitanti con i suoi canti.
Un giorno, per ringraziare lei e il mare per la pesca fruttuosa, i pescatori decisero di offrirle quello che avevano di prezioso e scelte sette fanciulle, consegnarono i doni alla sirena, i sette ingredienti della pastiera:

farina
ricotta
uova
grano bollito nel latte
essenza di fiori d'arancio
cannella
zucchero

La sirena prese i doni e li portò sul fondo del mare e li depose ai piedi degli Dei.
Gli Dei, commossi, mescolarono con arte divina gli ingredienti e nacque così la prima pastiera.

Si racconta poi che Maria Teresa D'Austria, moglie del re Ferdinando II di Borbone, soprannominata dai soldati “la Regina che non sorride mai”, cedendo alle insistenze del marito ghiottone, assaggiò una fetta di Pastiera e non poté fare a meno di sorridere, compiaciuta alla bonaria canzonatura del Re!
La storia di Maria Teresa:

A Napule regnava Ferdinando
Ca passava e’ jurnate zompettiando;
Mentr’ invece a’ mugliera, ‘Onna Teresa,
Steva sempe arraggiata. A’ faccia appesa
O’ musso luongo, nun redeva maje,
Comm’avess passate tanta guaje.
Nù bellu juorno Amelia, a’ cammeriera
Le dicette: “Maestà, chest’è a’ Pastiera.
Piace e’ femmene, all’uommene e e’creature:
Uova, ricotta, grano, e acqua re ciure,
‘Mpastata insieme o’ zucchero e a’ farina
A può purtà nnanz o’Rre: e pur’ a Rigina”.
Maria Teresa facett a’ faccia brutta:
Mastecanno, riceva: “È o’Paraviso!"
E le scappava pure o’ pizz’a riso.
Allora o’ Rre dicette: “E che marina!
Pe fa ridere a tte, ce vò a Pastiera?
Moglie mia, vien’accà, damme n’abbraccio!
Chistu dolce te piace? E mò c’o saccio
Ordino al cuoco che, a partir d’adesso,
Stà Pastiera la faccia un po’ più spesso.
Nun solo a Pasca, che altrimenti è un danno;
pe te fà ridere adda passà n’at’ anno!” 




(le pastiere in foto, con tanto di merlettino, che anche l'occhio vuole la sua parte, sono prodotte dalla pasticceria Royal di Vallo della Lucania)

mercoledì 9 aprile 2014

Oggi gira così


Se non dovessi tornare,
sappiate che non sono mai
partito.

Il mio viaggiare
è stato tutto un restare
qua, dove non fui mai.

(Giorgio Caproni, "Stringendo" da "Il franco cacciatore")

e c'è anche quest'altra, "Congedo del viaggiatore cerimonioso"
letta da Roberto Herlitzka



domenica 30 marzo 2014

E riecco l'ora legale

Anche stavolta è giunta l'ora di svegliarsi un'ora prima, di passare la mattina a sistemare orologi, di mangiare quando non ne ho voglia, di passare un pomeriggio rincoglionita, di cenare sempre senza fame e di andare a letto senza voglia di dormire.
Il risultato è che domani mattina che devo alzarmi presto, sarò rincoglionita di sonno e sembrerò uno zombie.
Ma a che serve 'sta manfrina tutti gli anni? 
Tempo fa lessi un articolo in cui si faceva il conto di quanto ci costa applicare questa schifezza di ora legale. Non la possono lasciare tutto l'anno, così non ci rompono più le scatole?

E questa è nuova:
su huffingtonpost


mercoledì 19 marzo 2014

.... e quanno canta l'eco s'arisente





Ricordete che er fiume vede e sente
E l'urtima parola è sempre sua
Se dici li mortacci sotto ar ponte
Subito l'eco t'arisponne: "li tua... aaa ..."
Pure se l'aribatti dentro ar sonno
Lui t'aripete sempre "e de tu' nonno....ooo!!!".

Eugenio Cornacchia, fiumarolo


sabato 15 marzo 2014

Colture intensive

Oggi passavo per via Bernini ed ho visto questo cespuglione di parietaria che cresce rigoglioso sotto la griglia all'ingresso di un negozio. Quanto prima raggiungerà la superficie, con tutte le piogge di questo inverno si sarà rinvigorita.


domenica 9 marzo 2014

L'ultimo metrò

Questa è l'ultima stazione della metro, aperta a dicembre. Finalmente l'ho vista.
E' del tutto diversa dalle altre stazioni d'arte, mi ha ricordato l'Atomium di Bruxelles e forse è quella che più ci fa pensare all'Europa.
Ancora non è terminata, ci sono ancora gli uomini scimmia per aria, che collegano i tubi della copertura e tutta la piazza è fasciata da palizzate che impediscono la visione di insieme, ma con un poco di fantasia un'idea ce la si fa.
Ieri, ancora una volta, la metro si è fermata per mezza giornata. Avevano rubato i cavi di rame da Colli Aminei verso Scampia, la zona in cui la metro viaggia all'aperto.



giovedì 6 marzo 2014

I trasporti a Napoli

Questa sera ho preso la metro alle 19 da piazza Garibaldi.
Anni fa c'era una trasmissione, Succede a Napoli. La presentava Agostino Salvietti che spesso diceva: ho preso l'autobus, sono salito salvietto e so' sceso 'na mappina.
È andata esattamente così.


mercoledì 5 marzo 2014

Il Carnevale di Soccavo

Oggi è l'ultimo di carnevale e poiché noi, si sa, nun tenimme niente a che penzà, il Comune di Napoli assieme alla municipalità di Soccavo ci hanno fatto un bello scherzo.
Zitti zitti senza dire niente a nessuno, hanno chiuso il traffico su tutta via Epomeo, organizzando una sfilata di carnevale che voleva ricordare Viareggio ma alla fine è sembrata il Gay Pride (senza offesa per il Gay Pride, eh?)
Adulti e bambini travestiti da tutto e noi che avevamo preso un C32 siamo stati informati dall'autista che avrebbe fatto tutta un'altra strada.
Nessuna informazione dall'ANM, nè sulle paline nè sull'app Giranapoli. E pure i giornali cittadini ignoravano l'happening.
Logicamente il traffico era bloccato e l'autista non ha voluto farci scendere fuori dalla fermata, che distava circa 20 metri. Metri che per percorrerli ci ha messo circa mezz'ora e quando finalmente siamo scesi abbiamo incluso anche lui nei chitemmuorti, oltre al sindaco, all'assessore alla viabilità ed al presidente della municipalità.
Da quel momento abbiamo camminato per circa due kilometri, fendendo la folla del carnevale di Venezia contromano. Avevano mascherato pure i cani, povere bestie.
Al ritorno, erano circa le nove, via Epomeo era deserta, manco un cane, ma la strada era ancora chiusa e i bus hanno continuato ad andare da un'altra parte, nessuno sapeva dove.
Ci è toccato chiamare un taxi per tornare a casa ma l'autista non aveva capito. lo abbiamo scovato all'incrocio mentre girava intorno alla rotonda, incazzatissimo perché la centralinista del radiotaxi non gli aveva detto il numero preciso. Però ci siamo fatti un giro su una Fiat Fremont, qualcuno se l'è comprata alfine. Sarà contento Marchionne.

mercoledì 26 febbraio 2014

Uno vale uno .... e uno ne restò

La libbertà de pensiero – Trilussa

Un Gatto bianco, ch’era presidente
der circolo der Libbero Pensiero
sentì che un Gatto nero,
libbero pensatore come lui,
je faceva la critica
riguardo a la politica
ch’era contraria a li principi sui.

“Giacché nun badi a li fattacci tui,
- je disse er Gatto bianco inviperito -,
rassegnerai le proprie dimissione
e uscirai da le file der partito:
che qui la poi pensà libberamente
come te pare a te, ma a condizzione
che t’associ a l’idee der presidente
e a le proposte de la commissione!”

- “E’ vero, ho torto, ho aggito malamente…” -
Rispose er Gatto nero.
E pe’ restà ner Libbero Pensiero
da quela vorta nun pensò più gnente.

martedì 18 febbraio 2014

Xilofono a cocozze

Questa mattina a Via Scarlatti abbiamo visionato la voragine che impedisce nuovamente ai pulman di passare. Li avevano ripristinati solo da un mese. Ormai ci tocca fare gli umarells, quelli che assistono ai lavori stradali, tanti ce ne sono, nel tentativo di metterci una pezza.
Per fortuna ogni tanto capitano dei musicisti bravi che si esibiscono nell'isola pedonale. Perché di solito siamo inondati dai bonghisti. C'aggia fà, io non li sopporto.
Infatti c'era questo ragazzo che suonava uno strano xilofono di legno con delle zucche di varie misure a fare da amplificatore.
E suonando cercava di coinvolgere anche i bambini, dandogli le bacchette.


Tre uomini in Barca (chi sarà il cane?)

E pure a Fabrizio Barca è toccato il trappolone. Telefonata con il falso Vendola, che Cruciani della Zanzara tiene sempre pronto in trasmissione.
Al di là di quello che avrebbe raccontato Barca a Vendola, fa riflettere quanto espresso da Paolo Mieli a Piazza Pulita. Sarebbe cioè lecito oltre che legale praticare un giornalismo diciamo così borderline.
Buttare in pasto ai radioascoltatori quanto viene fuori da queste demenziali conversazioni, dimenticando  che Striscia la notizia va facendo questo da decenni, con tanto di omaggio di tapiri, viene considerato da Mieli et al. giornalismo assurto a genere, visto che il succitato Cruciani ha beccato persino un premio.

Allo stesso tempo codesti soloni si stracciano le vesti invocando chissà quali interventi giuridici pur di mettere a tacere quanti esprimono giudizi e opinioni sui vituperati Internet e network assortiti, quando capita a loro essere sbeffeggiati in risposta ai loro tweet.

Capita sempre più spesso ormai di sentirmi fuori tempo massimo. La sensazione di straniamento in giorni come questi si fa sempre più concreta, anche perché viene anche il dubbio che la stessa vittima sorrida sotto i baffi e lo stesso Vendola, anziché incazzarsi e querelare si fa magari un po' di conti se non gli convenga questa esposizione mediatica.

E allora dai, cambiamo orizzonte. Da questa sera mi piazzo davanti al televisore a commentare minuto per minuto gli abiti a parapalla della nostra adorata Littizzetto e gli sbavamenti di Fazio davanti alla Casta (Letizia).
In quanto alla musica, lasciamo perdere, che quella ormai è retaggio del passato.
Mi incuriosisce altresì la presenza del Grillone, che a sentire le dichiarazioni di Leone, potrebbe finire portato via dai signori in bianco con la sirena.

sabato 15 febbraio 2014

Il teatro nel DNA

Non mi manca il teatro, che per svariati motivi non riesco più a frequentare.
Non mi manca, perché qui basta scendere per strada e si apre il sipario.
Ieri andavamo da un amico che s'è fatto un po' male e al solito abbiamo usato i mezzi pubblici.
Dal Vomero la R1; scesi al Museo aspettavamo invano un C47. Niente da fare e come da tradizione ANM: fattèll' a ppere. Noi l'abbonamento ce lo facciamo per fede ormai.
Arrivati a piazza Cavour c'era un 184 e siamo saliti. Ma subito dopo abbiamo udito lamentazioni a voce altissima. C'era uno che presumibilmente chiedeva l'elemosina, esponendo quanto lui fosse sfortunato ad essere nato in una città come Napoli. E per completare la recita s'è buttato in ginocchio di fronte agli ignari passeggeri. L'autista non ha fatto una piega e noi tutti pure.
Nessuno parlava e lo guardavamo impassibili, come Cuperlo guardava Di Battista che lo invitava a reagire in nome del popolo. Uguale uguale.
All'improvviso l'uomo s'è alzato e con grande velocità è sceso. Malignamente ho pensato che qualche portafogli avesse preso il volo ma invece correva per prendere il 182 che seguiva, per svolgere anche lì la sua rappresentazione di arte drammatica.

martedì 4 febbraio 2014

Crittografie sanitarie

Uno degli interrogativi a cui non ho mai avuto risposta è quello del perché i medici scrivano le ricette in quel modo assurdo, a metà tra la stenografia e la pura invenzione.
Oggi dovevo prenotare una prestazione specialistica e l'operatrice al telefono mi ha chiesto la diagnosi scritta sulla richiesta. Ho tentato in tutti i modi di interpretare quelle due parole, ho provato anche a chiedere a Google, inventandomi di tutto e sperando che mi dicesse: ma forse cercavi quest'altro?
Niente da fare, s'è arreso pure Google. Allora ho tentato di rintracciare il medico per farmi dire da lui cosa cappero avesse scritto. Sparito anche il medico.
E mo' che faccio? Rimando a domani con il rischio che slitti il tutto alla prossima settimana?
E qui forse Ippocrate mi viene in aiuto. Ideona: scendo alla farmacia di fronte e mi faccio tradurre la parola misteriosa.
Bingo! La farmacista ci ha azzeccato subito, senza esitazione: la diagnosi era "vasculopatia carotidea".
Ora lo so, medici e farmacisti vanno alla stessa scuola di calligrafia o possiedono entrambi un codice Cicero. Perché se non fosse così, leggendo le ricette, ne ammazzerebbero almeno un paio al giorno.

lunedì 27 gennaio 2014

O Dio del ciel se fossi una colomba

Tutti parlano della colomba, povera bestia, liberata dalla finestra del Papa e ghermita in volo da un gabbiano e un corvo. E tutti a cercare un significato all'accaduto.
Io purtroppo ho assistito spesso a questi raid aerei sia a Napoli che a Roma. I gabbiani di città sono parecchio feroci e i colombi, anche se hanno sviluppato una buona capacità di sfuggire loro, non sempre riescono.
L'ultima l'ho vista nel mio cortile. Un gabbiano ha abbattuto un colombo e lo ha ucciso quasi davanti ai miei piedi.
Qui svolazzano spesso i gabbiani, certi uccellacci con apertura alare enorme, volano e si inseguono lanciando strida e a volte si posano anche sulle ringhiere del balcone e vederseli lì fa davvero impressione, noi che siamo abituati ai passeri che ci vivono in colonia. Fortuna che loro l'hanno sempre scampata.
E dire che siamo parecchio lontani dal mare e non ci sono discariche nei pressi. Avranno il GPS fuori servizio.


venerdì 24 gennaio 2014

Domotica de noantri

Fare l'idraulico ai tempi di Internet.
Stasera s'è allagata la cucina del figlio a Roma. Poche cose mi fanno avvilire come l'acqua che invade il pavimento, riesce a moltiplicarsi in pochi minuti e passi le ore ad alzarla.
Allora il figlio ha mandato la foto al padre via watsapp, dove si vedevano tubi e rubinetti del sottolavello dove perdeva.
Il padre a sua volta ha preso un rubinetto uguale, lo ha esploso, ha messo tutti i pezzi in fila ordinatamente e mi ha detto di mandare la foto al figlio stesso mezzo, in maniera che il pargolo potesse vedere come smontare e rimontare tutto l'ambaradan, sostituendo adeguatamente guarnizioni e o-ring.
Finora non abbiamo notizie circa la riuscita dell'operazione, speriamo non sia affogato.

giovedì 23 gennaio 2014

La verginità è un filetto integro

Anche se da qualche tempo criticare il nostro giornale cittadino è come sparare sulla Croce Rossa, capita che a volte si esageri, nel voler somigliare a giornaletti come Chi.
Capita infatti di leggere roba del genere, dove si parla di "filetto della verginità", riferito ad un uomo di 39 anni che ha pure due figli. Il medico del Pronto Soccorso avrebbe dichiarato, a dire del giornalista: E' VERGINE!
Beh non è proprio preciso preciso, doveva dire: era vergine, tuttalpiù.
Che dire, non gli bastano le alluvioni in tutta Italia, le montagne che se ne vanno al mare, le faglie che si cozzano l'un l'altra e i terremoti per ogni dove. Neanche gli bastano le corride politiche, lo spregiudicato col pregiudicato che fanno il porcellinum. Niente, so' queste le notizie che la gente vuole leggere e loro gliele danno. E in sovrappiù, sotto, al titolo "potrebbe interessarti anche" ci aggiornano su Sara Tommasi, sui filmetti porno girati dalle fanciulle minorenni e sui partouze con i trans.
Vuoi vedere che la vocazione del giornale "Il Mattino" è quella di ispirarsi ai giornalini come Chi, Cronaca vera, Leggo e via scrivendo?

La prossima notiziona che ci daranno è quella del ritrovamento della enorme larva di punteruolo rosso ritrovata su una palma. Perché non crederci?

lunedì 20 gennaio 2014

Di terremoti ed altre storie

E stamattina di nuovo il terremoto. Epicentro al Matese, ma anche qui si balla.
E piove.
E gli americani continuano a dire che si sceta pure il Vesuvio.
E i bolognesi lo incitano: su, fai il tuo dovere.
Dimenticando che c'è un detto napoletano che avverte:
chi vo' 'o male 'e llate 'o suje sta areta 'a porta.
E l'alluvione nel modenese, tracima il Secchia.
Che strana questa rivalità tra fuoco e acqua.
E Gianni Morandi si incazza.
E poi c'è il Renzi che impazza. Chi ci salverà?



sabato 18 gennaio 2014

Donne du du du

Valéry Trierweiler: sono stata umiliata di fronte alla Francia intera.
La poveretta "tradita"sta ancora in ospedale, non si è riavuta.
Ma dai, Valery, esci, vai dal parrucchiere, compra un bel paio di scarpe e così, tutta in tiro, porta via le valigie dall'Eliseo, prima che Hollande ti dia lo sfratto. Gioca d'anticipo, su.
Però Segolene, altro stile.

Jole Santelli: i neri sono fortunati, non si devono truccare.
Mi dispiace sempre dare della cretina ad una donna, ma qui è d'obbligo, senza rimpianto alcuno.

Anna Tatangelo: ho tatuato il nome Gigi sull'inguine.
E non ci metto neanche il link. Questa è peggio della Santelli.

sabato 11 gennaio 2014

#Bau

Io l'ho votato De Magistris, ci ho creduto, o per meglio dire ci ho sperato.
Ho sperato che cambiasse qualcosa in questa città così martoriata, ma dopo due anni le speranze comincio a perderle.
All'alba del pagamento di un IMU residua, dovuta all'aumento da parte dei Comuni dell'aliquota, per cui ci toccherà pagare e neanche sappiamo quanto, leggiamo sul giornale di un'ordinanza sindacale che prevede un prelievo di sangue dei cani del quartiere Vomero-Arenella onde poter poi risalire al DNA dei cani e quindi dei signori possessori dei cani che non provvedono a raccogliere dai marciapiedi le deiezioni canine. Sono previste multe da € 25,82 a 154,94, ma l'analisi del DNA è a carico della collettività, quindi paga pure chi non ha il cane.
Il quartiere Vomero è considerato pilota (non perché siamo i più zozzosi) e la popolazione canina censita per ora sarà solo quella del quartiere, per cui i cani dei quartieri limitrofi la possono venire a fare senza rischio alcuno.
Non è stato chiarito ancora chi le raccoglierà. Si presumeva dovessero farlo i vigili urbani ma questi si sono subito affrettati a dire che hanno ben altri compiti da svolgere (no, non parlavano del caffè al bar) e certamente non saranno loro a raccogliere i regalini.
No, perché sia chiaro, la cittadinanza vomerese scenderebbe in strada con fotocamere e smartphone pur di immortalare gli amatissimi vigili, chini a raccogliere bisognini, accompagnati da omeriche risate. Io per prima.
Però un po' mi spiace per il nostro Sindaco, che sta legando in questi giorni la sua immagine alla merda canina. L'Italia tutta, persino Gramellini a Che tempo che fa, ne sta ridendo.

Ma la scienza è al lavoro per venire in nostro soccorso. Una scienziata sta studiando per risolvere i nostri problemi: il cane senza ano.
http://www.lercio.it/cani-senza-ano-pronto-il-farmaco-che-rendera-marciapiedi-piu-sicuri/

venerdì 10 gennaio 2014

Cose ca sulo a nuje

Le nostre disavventure con i computer sono abbastanza note. Finora c'era capitato di tutto ma questa è del tutto nuova: il pc del pargolo fa acqua.
La sera prima del trasloco, prima di staccarlo, il figlio lo ha acceso regolarmente ed ha stampato anche dei documenti. Sembrava tutto a posto, quindi è stato smontato e imballato come tutto il resto delle suppellettili. E' stato portato a casa nuova dai traslocatori ed è rimasto qualche giorno nello scatolone in attesa della collocazione, anche perché l'ing. voleva cablare casa per evitare wi-fi selvaggio.
Ieri sera è giunto il momento, ha preso il pc e lo ha messo sulla scrivania, ma non si è acceso manco per niente. Allora lo ha smontato e lo ha trovato in un mare di acqua.
Ricostruendo all'indietro s'è ricordato che nella cameretta dove stava il pc era piovuto dal tetto, scorrendo anche lungo la parete, ma lui non ci aveva fatto caso perché nel frattempo tutto funzionava.
Alfine abbiamo pensato che finché l'acqua stava lì ferma sul fondo nulla succedeva, ma appena il cascione è stato scosso e spostato l'acqua s'è diffusa bloccando i contatti.
Ora il povero pc giace aperto sulla scrivania e il figlio lo ha anche asciugato con il phon, in attesa che possa dare segni di vita.

giovedì 9 gennaio 2014

Nel bus

Una volta si chiamavano macchiette, io li chiamo siparietti e capita spesso di assistere a queste rappresentazioni in giro per la città.
Questa mattina ho preso l'autobus, il 130, che in questo periodo è un vero colpo di fortuna. Spesso le paline collegate risultano spente e pure l'App dell'Anm, consultata sulle fermate, risulta drammaticamente deserta.
Dicevo che ho preso il 130, ero quasi arrivata a Vanvitelli quando sono saliti due controllori. Hanno trovato un signore anziano che non aveva marcato il biglietto e come accade spesso è uscito subito l'avvocato difensore. Dichiaratosi avvocato e magistrato in pensione ha inveito contro i due che si sono difesi dicendo che stavano solo svolgendo il loro lavoro. Un altro signore è intervenuto dando sulla voce al magistrato e difendendo l'operato dei controllori, dandogli dell'ineducato. E meno male che ci trovavamo al Vomero, non oso pensare a come si sarebbe svolta la stessa conversazione a bordo dell'R2.
A questo punto è stato inevitabile per i due invitare il distinto signore senza biglietto a scendere per compilare il verbale.
Perché a volte se qualcuno si facesse gli affaracci suoi non sarebbe male; magari i due controllori avrebbero lasciato perdere, ma trovandosi in tal consesso sono stati costretti a verbalizzare e fare la multa all'incauto viaggiatore. Con tanti ringraziamenti.

Di salute e dintorni

Che poi bisogna dire che nella sfortuna io sono spesso fortunata a trovare medici che ricordano ancora il giuramento di Ippocrate.
In particolare l'oculista che il 23 sera mi ha aspettata allo studio mentre io tornavo da Roma. Mi aveva dato appuntamento alle 19 ma si sono fatte le 20,30 prima che io ci arrivassi, tra autostrade e tangenziali incasinate come solo a Natale. Mi ha controllata per circa un'ora prima di fare la diagnosi che è quella che ho detto nel post precedente. Ed ha atteso anche che arrivasse il taxi che avevo chiamato.
Ho letto molti commenti per Bersani. Molti si chiedevano se sarebbero intervenuti così in fretta se si fosse trattato di un povero cristo e non di un onorevole.
Io penso di si. Conosco molti medici che quando vanno di turno in ospedale sembra che vadano alla guerra, visti i mezzi sempre più scarsi a loro disposizione.
Certo, senza arrivare alla "svergognataggine" della Polverini che sequestra l'intero piano di un ospedale per il suo cancro alla tiroide, c'è da dire che per i politici le cure cui hanno diritto sono a livelli inimmaginabili dalla popolazione media, salvo poi fornirsi di assicurazione privata, come siamo stati costretti a fare noi.

lunedì 6 gennaio 2014

Anno nuovo? A me pare pezzotto

E siamo già alla fine della prima settimana del 2014.
A me st'anno tanto nuovo non mi pare, sarebbe più onesto dire che è una coda del 2013 sotto false spoglie.
Perché le disavventure relative alla salute continuano alla grande.
Prima me so' cecata. E' caduto il vitreo posteriore dell'occhio destro e vedo solo lampi e mosche volanti.
L'oculista mi ha cambiata la lente e così me lo devo tenere. Pare, lui lo dice, che a distanza di tempo, il cervello, stufo di vedere tutti 'sti lampi, proverà ad ignorarli facendo finta che niente è accaduto.
Vabbè, aspettiamo, tanto che tengo da fà?
Tutto ciò è accaduto a Roma, in pieno trasloco del pargolo e il medico dice che anche la fatica, l'abbassarsi di continuo, possono aver contribuito al problema.

Logicamente l'influenza mi stava aspettando al varco. Io che non l'ho mai presa stavolta ci sono cascata con tutte le scarpe. Febbre a 39° e tachipirina a gogo che non faceva un piffero. Tosse atroce, tanto che non ho fatto dormire nessuno. Logico che non si trovavano medici, era Natale e giù di lì, solo una miserrima guardia medica, scocciatissima di dover rispondere al telefono. Mi prescrivono l'antibiotico e pure di corsa e lì si complica il tutto. Sono allergica alle penicilline e quindi anche alle cefalosporine, alle amoxicilline e chillebbive. Resta alfine solo uno che è pure il più costoso del prontuario, la ciprofloxacina, che pare abbia funzionato.
Intanto le farmacie son tutte chiuse, mi tocca aspettare a sera la notturna. E meno male che qui te le danno le medicine senza ricetta. Stavo a Roma potevo pure morire.
Ora, di tutte le feste comandate, ho mangiato qualcosa solo al cenone del 24. Per il resto digiuno quasi assoluto, eccetto qualche tazza di tè e qualche miserabile brodino vegetale. E per la prima volta assoluta nel periodo natalizio, ho perso 4 chili.
Domani, se non mi porta via il vento, provo ad uscire per la prima volta. Sono rimasta sola a casa e son finite pure tutte le provviste. E tengo tante di quelle cose da fare che non da dove cominciare.
Intanto un pensiero a Bersani, sperando che guarisca in fretta.