Nisida

Nisida

venerdì 25 aprile 2014

Un addio

Ieri siamo andati a Miseno ad accompagnare un amico partito per il suo ultimo viaggio.
E' da ieri sera che continuo a vedere come tanti fotogrammi di un film i momenti passati assieme, quasi sempre momenti allegri. Lo abbiamo salutato nella chiesetta di san Sossio, in riva al mare, dove si era sposato ed un prete ha fatto una predica sconclusionata che al solito nessuno ascoltava.
Sempre uguale la spiaggetta, dove sguazzavamo da ragazzi, tutti assieme ma era anche diversa, a causa dei pontili delle barche che allora non c'erano. Mi hanno detto che tra poco si riempiranno di barche.
Allora c'erano solo le barchette dei pescatori, a remi, che tiravano su quando passavano le grandi navi.
Con quelle barche ci accompagnavano sulle altre spiaggette e poi venivano a riprenderci. Una volta Vincenzo si dimenticò di venirci a riprendere e stemmo lì fino a tardi a cioncarci di freddo.
Vincenzo era quello che diceva: nun facesse 'o pataterno manco pe n'ora, con accento frattese.
E c'erano tutti gli amici, con i figli, i nipoti. Qualcuno dei figli era uguale al padre da ragazzo, sembrava di fare un tuffo all'indietro nel tempo, a come eravamo.
C'era un sole splendido e un cielo azzurro come mai in questi ultimi tempi e sotto il sole siamo passati in corteo davanti al Sacello degli Augustali, dove papere e germani reali starnazzavano nell'acqua.
C'era un senso di pace, una pace che negli ultimi mesi il mio amico non ha avuto. Portato via da un cancro al polmone. Lui lavorava all'Italsider.
A Napoli purtroppo non c'è solo la Terra dei Fuochi.

domenica 20 aprile 2014

Il paese dei broccoli

Chiunque a Napoli quando si parla del Vomero ricorda che vi si coltivavano i broccoli.
Qualcosa nella memoria rimane, forse qualche seme residuo. E proprio sotto casa mia, in una crepa del muro, sta crescendo un bel broccolo. E si è anche assicurato l'innaffiatura, dal tubo di un condizionatore.


venerdì 18 aprile 2014

Pastiera taim



E' tempo di pastiere e qui siamo in piena cottura.
Questa volta racconto la leggenda della pastiera.
La sirena Partenope, incantata dalla bellezza del golfo, aveva scelto di viverci e ogni primavera emergeva dalle acque e salutava gli abitanti con i suoi canti.
Un giorno, per ringraziare lei e il mare per la pesca fruttuosa, i pescatori decisero di offrirle quello che avevano di prezioso e scelte sette fanciulle, consegnarono i doni alla sirena, i sette ingredienti della pastiera:

farina
ricotta
uova
grano bollito nel latte
essenza di fiori d'arancio
cannella
zucchero

La sirena prese i doni e li portò sul fondo del mare e li depose ai piedi degli Dei.
Gli Dei, commossi, mescolarono con arte divina gli ingredienti e nacque così la prima pastiera.

Si racconta poi che Maria Teresa D'Austria, moglie del re Ferdinando II di Borbone, soprannominata dai soldati “la Regina che non sorride mai”, cedendo alle insistenze del marito ghiottone, assaggiò una fetta di Pastiera e non poté fare a meno di sorridere, compiaciuta alla bonaria canzonatura del Re!
La storia di Maria Teresa:

A Napule regnava Ferdinando
Ca passava e’ jurnate zompettiando;
Mentr’ invece a’ mugliera, ‘Onna Teresa,
Steva sempe arraggiata. A’ faccia appesa
O’ musso luongo, nun redeva maje,
Comm’avess passate tanta guaje.
Nù bellu juorno Amelia, a’ cammeriera
Le dicette: “Maestà, chest’è a’ Pastiera.
Piace e’ femmene, all’uommene e e’creature:
Uova, ricotta, grano, e acqua re ciure,
‘Mpastata insieme o’ zucchero e a’ farina
A può purtà nnanz o’Rre: e pur’ a Rigina”.
Maria Teresa facett a’ faccia brutta:
Mastecanno, riceva: “È o’Paraviso!"
E le scappava pure o’ pizz’a riso.
Allora o’ Rre dicette: “E che marina!
Pe fa ridere a tte, ce vò a Pastiera?
Moglie mia, vien’accà, damme n’abbraccio!
Chistu dolce te piace? E mò c’o saccio
Ordino al cuoco che, a partir d’adesso,
Stà Pastiera la faccia un po’ più spesso.
Nun solo a Pasca, che altrimenti è un danno;
pe te fà ridere adda passà n’at’ anno!” 




(le pastiere in foto, con tanto di merlettino, che anche l'occhio vuole la sua parte, sono prodotte dalla pasticceria Royal di Vallo della Lucania)

mercoledì 9 aprile 2014

Oggi gira così


Se non dovessi tornare,
sappiate che non sono mai
partito.

Il mio viaggiare
è stato tutto un restare
qua, dove non fui mai.

(Giorgio Caproni, "Stringendo" da "Il franco cacciatore")

e c'è anche quest'altra, "Congedo del viaggiatore cerimonioso"
letta da Roberto Herlitzka