Nisida

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martedì 30 marzo 2021

I draghi al tempo del COVID

 I bambini e la scuola, grande problema al tempo del COVID.

I miei nipotini sono riusciti a frequentare il nido abbastanza di continuo, togliendo le assenze per raffreddori e simili. Ma quando il Lazio è diventato zona rossa, scuole chiuse, anche i nidi. Mio figlio e sua moglie hanno cercato di spiegare ad Arianna incazzatissima perché non poteva andare a scuola. Sai, ha detto papà, c’è un signore che a i chiama Draghi che ha deciso che per la nostra sicurezza, lo sai che c’è questo virus, dobbiamo stare a casa. Vedi che anche papà e mamma lavorano da casa? 

La piccola ha fatto una faccia comprensiva e sembrava aver accettato il ragionamento, ma dopo qualche giorno, in modo casuale, ha detto: papà ma ci sono ancora i draghi a scuola?

E così oggi sono tornati alla scuola liberata dai draghi.

giovedì 18 marzo 2021

È n'anno, ce pienze ca è n'anno

Sulla saracinesca di un negozio l'anno scorso attaccarono questo cartello.


Ora dopo un anno siamo messi uguale. Zona rossa, negozi chiusi, poca gente per strada. Però abbiamo il vaccino, anzi tre per ora, compreso Astrazeneca sospeso cautelativamente da AIFA, in attesa di risposta dall’EMA. La vaccinazione va a rilento, in città per ora c’è un solo grande centro dove affluiscono tutti i vaccinando. Nel frattempo sono state aperte le adesioni agli ultra settantenni, con conseguente casinò ruaial, come da prassi ogni volta che si apre una piattaforma digitale. Per avere un codice Otp ho dovuto attendere quasi 12 ore; è arrivato alle 4.28 del mattino. Ora aspetto la convocazione. È stato aperto l’accesso anche alle categorie fragili di cui devono occuparsi i medici di base e qui altro grancasino: non tutti i medici hanno capito che non è una scelta, altri dicono di non aver ricevuto le credenziali, altri ancora stanno lavorando come pazzi per inserire tutti i loro pazienti problematici che sono in numero considerevole.

Vediamo nei prossimi giorni come impatta il sistema e come reagisce la popolazione. Molti hanno rifiutato Astrazeneca, grazie al grande polverone innalzato dalla stampa sugli effetti del vaccino. Anche io sono preoccupata e non so quale decisione prenderò. Diciamo che più di tutto temo di ammalarmi, anche se faccio una vita da clausura ed esco il meno possibile. Ma guardò al vaccino come qualcosa che potrà liberarmi, restituendomi una parvenza di vita civile e consentendomi di rivedere figli e nipoti. E già basterebbe.



sabato 6 marzo 2021

Infarto e pandemia

 Una cosa che non potrò mai dimenticare è non aver potuto abbracciare mio figlio uscito dall’ospedale. Siamo stati costretti a stargli alla larga per non metterlo in pericolo e ce ne siamo tornati a Napoli mogi mogi e adesso lo guardiamo in videochiamata.

Ha avuto un infarto mentre nuotava in piscina ma non si è capito perché sembrava un dolore gastrico, non riconosciuto ne dal medico di base ne dall’illuminato professore del Campus di Roma che voleva fargli una gastroscopia. Finché un gastroenterologo dell’ospedale dei Castelli lo ha spedito dal cardiologo che a sua volta lo ha spedito subito al pronto soccorso di Tor Vergata in codice rosso. E nel frattempo si era tenuto l’infarto per quindici giorni.

All’unità coronarica gli hanno fatto una coronografia e applicato due stent, e la cosa sembrava finita lì. E invece, mentre stavano per dimetterlo è andato in arresto cardiaco e lo hanno defibrillato. Dopo diversi giorni passati a valutare il da farsi, se impiantare un defibrillatore, un pace maker o nulla, hanno deciso per il defibrillatore. E così dopo alcuni giorni è tornato a casa con una specie di vademecum di questo lo puoi fare, questo no, più una decina di pillole che gli scandiscono la giornata. A seguire, appuntamenti prefissati per controlli vari. 

Tutto questo stando da solo, con noi che stavamo in attesa delle telefonate dei medici che ci dessero notizie sulle condizioni. E a nulla è valso il tampone che la moglie aveva fatto: in ospedale non hanno alcuna fiducia di quelli antigenici. Non si entra.

Inutile dire che non si capisce il perché di tutto questo. Mio figlio è uno sportivo, nuotatore professionista e come tale ogni anno fa tutti i controlli cardiaci al CONI. Lo aveva fatto a ottobre, va a correre e in bicicletta e durante il lockdown ha comprato la cyclette. Ha un’alimentazione sana e lo hanno valutato paziente non a rischio. E allora, perchè? 

Ora dovrà affrontare un lungo periodo di riposo e questo per una persona iperattiva è un gran bel problema. Tutto questo mentre le regioni continuano a rimanere chiuse e chissà quando potremo rivederci, bambini compresi.