Nisida

Nisida

sabato 30 marzo 2013

Dimenticavo ...... Buona Pasqua!

Buona Pasqua a tutti i passanti, una Pasqua un po' austera visti i tempi, c'è rimasto giusto un uovo.


Una Pasqua anche un po' triste. Ci hanno portato via in un giorno solo Jannacci, il Califfo e Ceccarelli dell'Equipe '84. 
E qualcun altro sta ancora qua!

Un uomo saggio, un uomo probo ...

Ricordiamocene, noi che abbiamo memoria.

Rissa al Senato dopo il minuto di silenzio per Eluana - Quagliariello (Pdl): "E' stata ammazzata".



  • Il Quirinale nomina due commissioni definite "dei saggi": per le riforme istituzionali (Onida, Mauro, Quagliarello e Violante) e per l'economia: Giovannini, Pitruzzella, Rossi, Giorgetti, Bubbico e Moavero Milanesi 

mercoledì 27 marzo 2013

A.C.A.B. ?



Ferrara, un gruppo di poliziotti del Coisp ha organizzato un sit in per manifestare solidarietà ai colleghi condannati per l'omicidio di Federico Aldrovandi. Lo ha fatto sotto l’ufficio di Patrizia Moretti, la mamma di Federico. Il sindaco di Ferrara ha provato a far capire ai manifestanti l’inopportunità del loro gesto, ma a quanto pare è stato allontanato con spintoni. A questo punto, Patrizia, sola, è scesa in strada mostrando ai manifestanti un lenzuolo con la foto di suo figlio all’obitorio. Gli stessi poliziotti che poco prima mostravano tracotanza, con lo sguardo basso, sono andati via. Spero che il sindacato prenda le distanze da quanto fatto oggi da alcuni suoi rappresentanti in spregio al valore della vita, al dolore di una mamma e alle decisioni di un tribunale.
(Roberto Saviano)



Sono amico di molti poliziotti, sono stato la loro "voce" per anni, abbiamo battuto per tanto tempo le stesse strade e so quanto sia faticoso e rischioso il loro lavoro. Ma questo non lo accetto. Non solo per rispetto a una madre, ma soprattutto per rispetto a una sentenza, loro che dovrebbero rappresentare la legalità.
(Pino Scaccia)

E non dite più che sono le solite mele marce, c'erano pure i sindacati a supporto, contro una povera donna, che non solo ha perso il figlio ma è stata anche costretta a scendere in strada con la foto del figlio massacrato.
Perché se queste sono mele marce, per quale motivo il cesto non parla?



martedì 26 marzo 2013

Effetti nefasti del web

E' capitato anche a me. Nel tentativo di far addormentare il pupo mi sono addormentata io, svariate volte.
Qui è andata un poco diversamente. Nel tentativo di tenere sveglio Napolitano, il povero Crimi s'è ucciso di fatica e s'è addormentato poco dignitosamente sugli scranni di palazzo Madama.
Resta da capire dove stia ronfando Grillo.


E quei vili di trolloni fotografi che hanno fatto? Lo hanno immortalato mentre dormiva il sonno del giusto, spammandolo su tutte le reti, tutti i giornali e tutti i blog. Suscitando anche gli sfottò dell'onnipresente Fiorello, che come al solito ha colto perfettamente il punto.
Perché lo sappiamo tutti, i poveri grillini stanno faticando come pazzi, nel tentativo di trovare qualcuno capace di scrivere i loro disegni di legge. Infatti finora non ne hanno presentato neppure uno.
Quindi, capogruppo Crimi, si svegli e vada a lavorare, noi cittadini la paghiamo per questo.
Perché è bene chiarire i ruoli, noi siamo i vostri controllori, voi siete nostri dipendenti, come giustamente e in più occasioni ha dichiarato il Capocomico.

Benvenuti sul web, giovani pentastellati. Noi c'eravamo già prima.

domenica 24 marzo 2013

Questo paese ....


Questo Paese
di Daniele Silvestri


La grandezza di questo paese
Non è più nelle piazze, non è nelle chiese
Non è Roma di marmi, fontane e potere
Né Milano tradita da chi se la beve.
Non è Genova o Taranto, signore del mare.
Non è Napoli e questo è persino più grave.
Non è più divertente tirare a campare
Soprattutto non è originale.

La fortuna di questo paese
Non è più degli artisti
Non è delle imprese
Non c'è nei discorsi di chi vado a votare
Se grandezza ce n'è non si riesce a vedere
Così hai voglia a cercarla tra i mille canali
Sia su quelli analogici che sui digitali
Ma non serve aumentare la definizione
Per vedere più grande un coglione.


sabato 23 marzo 2013

Piazza del Popolo della Libertà



Ho dato incautamente un'occhiata alla manifestazione Pdl a piazza del Popolo in diretta su Repubblica Tv.
Mal me ne incolse, m'è venuto da vomitare. Una marea di bandiere, c'era tutto il 30% dei votanti Pdl.
C'era Guido Lembo, da me scambiato per Apicella (ma tanto l'uno vale l'altro), che cantava canzoni napoletane, inframezzate da inviti alla piazza: chi non salta comunista è, eh.
Ha fatto anche il baciamano alla Santadechè, presente sul palco come la Madonna Pellegrina. C'era persino la Zanicchi!
Non ho retto oltre ed ho cambiato.
Ho ripensato a quel giovane turco che ad Istanbul mi chiese se ero italiana e appoggiandomi una mano sulla spalla disse: Berlusconi? guardandomi comprensivo. Madonna, quanto mi sentii una merda! Avrei preferito che mi ridesse in faccia, come facevano di solito gli altri.
Se lo incontrassi di nuovo forse si che riderebbe, dicendo stavolta: Berlusconi e Grillo?
E penso a Bersani che in queste ore sta facendo capa e muro, con il pressing che sta subendo da tutte le parti, Renzi compreso.
E spero proprio che ce la faccia, per poter mettere assieme un governo decente che ci traghetti fuori da questo inferno.

Nel frattempo i marò sono tornati in India con la garanzia che non sarebbe stata applicata la pena di morte. Notizia subito smentita dal ministro indiano. Bel colpo della Farnesina, ministro Terzi compreso.
E Brunetta capogruppo alla Camera ha subito richiamato in servizio l'agente Betulla, Renato Farina, ex deputato e giornalista, sospeso dall'ordine in quanto referente dei Servizi come portavoce o capo ufficio stampa.

Non bastasse ha pure comperato un TV da 50 pollici, ha cazziato un commesso che non si era sprofondato in un inchino,gettando lo scompiglio nel gruppo di deputati, di cui una decina ha minacciato di passare al gruppo misto.
Alfano c'avrà un poco che fare lunedi.

mercoledì 20 marzo 2013

martedì 19 marzo 2013

San Giuseppe

Oggi ci pensavo a mio nonno, si chiamava Giuseppe ed è stato per me la figura maschile più importante.
Era un musicista, insegnava strumenti a fiato, tutti e ne aveva una bella collezione, ma suonava anche la fisarmonica.
Era molto alto e magro, mancino come me e mio figlio e anche in età avanzata (è scomparso a 85 anni) rifiutava sdegnosamente di prendere l'autobus.
Ero la prima nipote ed io ero molto legata a lui. Mi aveva insegnato a scrivere e leggere le partiture e sognava per me un avvenire nella musica. Ma mia madre non era d'accordo, nè io sentivo la passione, il solfeggio mi annoiava a morte e quindi finì che andai al classico, con sua grande delusione.
Ma qualcosa deve essere rimasto perché crescendo ho amato e amo molto la musica, tutta. E appena posso vado ai concerti, classica e leggera. Sarà stato contento il nonno, almeno per questo.
Il nonno non era credente ma era molto amico di un prete, padre Giovanni, che scriveva poesie e qualcuna la dedicava al nonno Giuseppe. Si stimavano e si sfottevano reciprocamente.
Quando ero bambina il nonno mi raccontava molte storie, sempre attingendo ai classici. A me piacevano molto i brani che leggeva dall'Iliade e dall'Odissea, poi crescendo ho capito che li raccontava alla sua maniera, infilandoci dentro situazioni attuali.
Come Andromaca che piangeva dopo la morte di Ettore perché la pensione era poca e non ce la faceva a comprare il latte ad Astianatte, oppure di quel fesso di Paride che per una mela aveva fatto succedere tutto quel casino, perché doveva saperlo che le dee in fondo sempre femmine sono, le definiva perchipètole.
Ed Efesto nella sua officina nelle viscere dell'Etna che teneva a bottega i Ciclopi che non ci vedevano bene e facevano i fulmini per Zeus tutti storti e Zeus si incazzava.
Me le ricordassi tutte almeno, quel bello spirito del nonno sarebbe apprezzato anche oggi.

Era anche un appassionato cultore della lingua napoletana, di cui conosceva tutte le sfumature. Mi spiegava l'etimologia di tante parole ed io che parlavo solo italiano lo snobbavo un poco.
Poi col tempo ho imparato ad apprezzare il tesoro che mi aveva trasmesso e mi accorgo che così naturalmente mi vengono in mente citazioni e modi di dire che chissà dove stavano seppelliti.
Mi aveva anche insegnato a scrivere il dialetto, cosa difficilissima perché pieno di elisioni e apostrofi.

lunedì 18 marzo 2013

Talebani o scostumati?

Non vorrei parlarne in questi termini, a me i grillini stanno simpatici (non tutti, ovvio) ma questa signora ha sicuramente superato i limiti, oltretutto vantandosene sulla pagina Facebook.
Poi, sommersa dai commenti di chi trovava il suo comportamento disdicevole, forse si aspettava grandi applausi e standing ovation, ha chiesto scusa. Lei non voleva mica offendere nessuno.
La suddetta onorevole, che interpellata dalle Iene mostrava di non sapere cosa facesse Mario Draghi e tantomeno cosa fosse la BCE, raccontava sulla sua pagina di quando la sera prima avevano incontrato mentre uscivano Rosy Bindi. La Bindi aveva chiesto di presentarsi in modo da cominciare a conoscersi. La Rostellato per tutta risposta ha girato il culo e se n'è andata. Tutto qua.

Gessica "fàmolo strano" Rostellato, neo deputata del M5S, come dichiara nel video di presentazione è stata candidata in Veneto nel 2009 "per la copertura delle quote rosa".
A mio modesto parere la Rostellato dovrebbe non solo salutare la Bindi, ma inchinarsi e forsanche baciarle una mano perché la Bindi, assieme ad altre, s'è inventata le quote rosa, che hanno permesso a questa sciacquetta di entrare prima in politica e poi in parlamento.
E questa sarebbe solo una delle innumerevoli motivazioni per cui non ho mai mostrato simpatia per le quote rosa, prima fra tutte aver portato in politica personaggi come Gessica (si, con la G, un destino nel nome) ed altre come lei.

Un'altra perla. Di come sia possibile riuscire ad essere peggio di Borghezio.
Serenella Fucsia, neo senatrice M5S e Borghezio, europarlamentare leghista, si esprimono sulla neo eletta Presidente della Camera Laura Boldrini.

Chiedo perciò a chi li ha votati: ma a nessuno è venuto il dubbio che anni di "vaffanculo" potessero produrre qualcosa di meglio di costoro?

Stamattina su La Stampa il Buongiorno di Gramellini.

"Così si fa. Meglio sembrare maleducati che essere falsi come loro. Perché, diciamola tutta, se un politico tende la mano a un cittadino è solo perché intende sfilargli l’orologio. Nessuna intelligenza con il nemico. Da sempre i cambi di regime non si realizzano con il dialogo ma con la ghigliottina, nei casi meno violenti con il disprezzo. Un dubbio però mi assale, cittadina: e se fosse proprio per questo che le rivoluzioni non hanno mai cambiato la natura del potere, ma solo il volto del suo (provvisorio) detentore? " 

domenica 10 marzo 2013

E' nata una stella


Roberta Lombardi, portavoce del M5S alla Camera era già nota per le sue dichiarazioni sulla bontà del fascismo prima che degenerasse. Peccato che proprio nel periodo cui lei fa riferimento fu ammazzato il povero Matteotti.
Pare che tra i grillini ci sia il più alto numero di laureati, ma forse la Storia non si studia più. Ma almeno potrebbero usare Google prima di parlare, diamine! C'è un esaustivo compendio su Wikipedia, persino.
Perché non conoscendo la Storia si rischia di ripeterla, speriamo di no.

Ora la suddetta fanciulla si esibisce commentando la riforma Fornero e considera l'art. 18 come un'aberrazione. Meglio, secondo lei dare un po' di soldi al dipendente che potrà così trovare un altro lavoro.
Qui c'è l'intervista sul forum del M5S, dove si distillano le perle di saggezza.

Vabbuò, abbiamo capito, votta a passà 'sti tre mesi, dopodichè scade il mandato di capogruppo della pulzella e potremo sentirne altre, tipo quella del microchip "iniettato" nelle persone in USA.

Non è che li volevamo tutti come Andreotti, che citava Dante a mente. Già è un po' che ci tocca rimpiangere i democristi e non vorrei farlo ancora, ma dopo aver avuto al governo un buffone per circa un ventennio, tutto mi aspettavo tranne che di averne due.

venerdì 8 marzo 2013

8 marzo - Parliamo di Donne


Le 21 donne dell'Assemblea Costituente, le madri della Repubblica, alcune staffette partigiane, molte reduci da prigione e confino, elette il 2 giugno 1946, ecco i loro nomi:
Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio, Angelina Merlin, Bianca Bianchi, Ottavia Penna Buscemi.

E lasciate in pace le mimose, anch'esse sono innocenti.


martedì 5 marzo 2013

Fuoco su Napoli

"Al massimo tra cinque mesi Napoli finirà di esistere. Al massimo tra cinque mesi Napoli non ci sarà più".

Pensavo a questa frase quasi profetica ieri sera, mentre guardavo la Città della Scienza in fiamme; è l'incipit di Fuoco su Napoli, di Ruggero Cappuccio.
Vi si descrivono scenari da paura, con la paventata esplosione dei Campi Flegrei.

Giornata orribile quella di ieri, iniziata con il crollo di un palazzo alla Riviera di Chiaia e terminata con le fiamme a Bagnoli.
Distrutto uno dei simboli di Napoli, considerata un fiore all'occhiello.
Ma è da ieri sera che i TG ci parlano dei 350 mila visitatori all'anno, di quanto bella fosse, di quante scolaresche venissero accompagnate in visita e nessuno si ricorda più di quali difficoltà soffrisse: mancanza di fondi cronica, nella strafottenza delle istituzioni, un mucchio di giovani che ci lavorava gratis, sperando forse in un futuro, chissà quando. E ancora, il biglietto di ingresso costoso, i fornitori che devono ricorrere in tribunale per essere pagati...... ecco, al di là di ogni romanticheria, Città della Scienza era anche questo e va detto.
Dobbiamo ricordarcene per la promessa ricostruzione. Ora che è partita la grancassa per la raccolta fondi bisogna vigilare affinché la Città della Scienza di domani sia migliore di quella di prima e che possa davvero, evitando i paroloni, essere capace di fare da incubatore per i giovani che non vogliono necessariamente essere sempre dei cervelli in fuga.
E' forse chiedere troppo? Noi ci proviamo.

Eccolo qui il nostro tsunami, dopo una notte di fuoco, ormai spento.




domenica 3 marzo 2013

Peppe 'O Cricc, ai tempi della crisi

Sarà la crisi, ma in città sono ricomparse le bande che rubano le gomme.
Qualche mese fa sotto casa mia c'era una Panda schiattata per terra, si erano presi le quattro ruote e neanche una pietra sotto ci avevano messo.
io e la D.M. pensammo subito alle prestazioni di Peppe 'O Cricc, personaggio di Eduardo, che rubava le gomme semplicemente alzando le auto mentre il complice le sfilava.
Quella che abbiamo visto stamattina a via Scarlatti, invece era posata su due pietre di tufo, collocate al centro, in modo che la Panda fosse basculante mentre asportavano comodamente tutte le ruote.
Dall'articolo sul Mattino poi scopriamo che anche a Fuorigrotta la banda ha operato con le medesime modalità: pietre al centro.
Ah ... a quella del Vomero hanno lasciato per terra le viti, vicino a ciascuna ruota.




sabato 2 marzo 2013

Una riflessione sul voto


La primavera di Grillo e la vittoria di Pirro: riflessioni

Quel giorno io lo ricordo bene. Ricordo l’euforia, la sensazione dell’imminente vittoria, della supremazia del popolo sulla politica corrotta, della rivincita sui compromessi storici che si delineavano all’orizzonte. Lo spread non era parola di quei tempi, piuttosto era l’inflazione a galoppare e a condizionare i governi. L’inflazione e il terrorismo. Quel giorno, il 16 marzo 1978, io ero un po’ come i grillini di oggi. Io e i miei compagni. I telegiornali raccontavano di via Fani e dei morti, ma noi eravamo convinti che la cosa importante fosse un’altra: aver messo la Dc in ginocchio e aver fermato l’accordo con il Pci. Avevo 18 anni e un mese, sapevo dove si trovavano i palazzi del potere, quanti fossero i parlamentari, cosa è scritto nella Costituzione. A quel tempo queste cose si studiavano a scuola, alle medie, e nelle sezioni di partito. S(apevam)o che la cultura ti fa liberi e che le rivoluzioni, anche quelle del popolo, hanno sempre avuto una guida intellettuale, di borghesi sposati alla causa. Che fosse una truffa, che ci stessero usando – e con noi i nostri sogni e le nostre speranze di costruire un mondo migliore e più giusto – lo capimmo il 9 maggio: davanti a un cadavere abbandonato nel bagagliaio di una Renault rossa, a mezza strada tra la sede della Dc (e del Grande Oriente d’Italia) e del Pci.
Quel morto, Aldo Moro, pesa ancora sulla coscienza nazionale. Perché trentacinque anni dopo non abbiamo ancora capito bene come andò e perché fu ucciso; non sappiamo neppure con esattezza chi era Mario Moretti, l’uomo delle Br che decise quella morte. Quel morto è l’eredità ingombrante che pesa sulla nostra democrazia incompiuta e che si agita, come uno spettro, anche su questi giorni confusi.
Non posso fare a meno di notare le analogie tra allora e oggi, con l’Italia allo sbando, l’economia a pezzi, l’aria di rivolta che si alimenta della fame e della disperazione. E non posso non leggere con sospetto dei legami tra l’agit-prop (che ora chiamano spin doctor) di M5S e l’alta finanza mondiale, tra il riccioluto Gianroberto e le aziende strategiche italiane e internazionali, a partire da Telecom.
Non ho voglia di indugiare nelle teorie dei complotti, per avere di che alimentarle basta passare qualche minuto sul web, ma non posso neppure fare a meno di   notare che oggi, come allora, l’obiettivo mai negato è quello di creare il disordine e l’ingovernabilità, di spingere l’acceleratore su politiche autoritarie capaci (?) di portare l’ordine lì dove c’è il caos. Approfittando della buona fede e delle speranze dei ragazzi, della rabbia degli adulti affamati, dell’interesse di quella parte della politica che ha molto da nascondere e niente da voler cambiare.
Non credo affatto che Berlusconi e Grillo siano due clown. Credo, invece, che entrambi siamo degli straordinari comunicatori. Che, come tali, utilizzano le regole della comunicazione sfruttando le piattaforme (la televisione e il web) di largo accesso al proprio fine. Che, al momento, mi appare il medesimo: conservare il potere, lo status quo ante, e giocare con il disordine consapevoli che chi governa il disordine controlla le coscienze di uomini e donne sempre più poveri, sempre più soli, sempre più ignoranti.
Gli italiani, andando al voto, hanno scelto. Probabilmente, come sempre, neppure consapevoli di cosa sarebbe accaduto se nessuno avesse vinto. Oggi appaiono frastornati, confusi, avvertono come imminente e irreversibile il pericolo di non avere più, e chissà per quanti anni ancora, uno straccio di lavoro. Sanno che in autunno non ci saranno più soldi per pagare gli stipendi agli statali, sanno che c’è bisogno di interventi urgentissimi per far ripartire l’economia, ma non sanno più a chi chiedere risposte. Questo hanno fatto, gli italiani, non consegnando ad alcuno la vittoria. Non sanno ancora di essere caduti in una trappola e che la storia, come sempre, si sta ripetendo. Senza bombe ma con lo stesso sangue di trentacinque anni fa.