Nisida

Nisida

venerdì 31 dicembre 2004


Buon anno nuovo
e speriamo che non ce ne rifilino uno usato, come quei cesti natalizi riciclati che viaggiano di casa in casa e che nessuno apre.
Molte città hanno abolito i festeggiamenti di fine anno in segno di rispetto per le popolazioni colpite. A Napoli non spareranno i fuochi dal Castel dell'Ovo come previsto ma si farà solo un concerto di solidarietà con artisti napoletani in Piazza Municipio.
Si spera che anche la cittadinanza aderisca all'invito di non sparare la solita contraerea di mezzanotte, ma sinceramente ne dubito.
Qualcuno dice che questo è un atteggiamento ipocrita e beghino, ma io non sono d'accordo.
Un po' di austerity non puo' che fare bene, se ci aiuta a riflettere.

giovedì 30 dicembre 2004

LA VERA FACCIA DELLA MISERIA



Tre episodi che fanno riflettere.



Lunedi' sera mio nipote sedicenne ha subito una rapina.
Un uomo armato di coltellino gli ha chiesto il portafogli ma lui aveva solo 5 euro, perchè era stato in pizzeria con gli amici.
Morto di paura gli ha teso i 5 euro e il cellulare.
L'uomo ci ha pensato un poco su e poi gli ha detto: tieniteli, tu stai piu' inguaiato di me. I miei figli hanno fame e non posso tornare a mani vuote, il lavoro che avevo fatto non mi è stato pagato.
Mio nipote allora ha insistito per darglieli e lui li ha presi.
Ho pensato alla disperazione che spinge un uomo a rapinare un ragazzino.


La vigilia di Natale ero dal macellaio e una donna anziana ha chiesto due euro di carne a pezzi. Ho guardato il macellaio e ci siamo capiti.
Ma mi sono vergognata come una ladra, avevo ordinato 60 euro di carne da portare agli amici con cui abbiamo trascorso il Natale e non sono riuscita neanche a capire come aiutare quella donna, dignitosa, con la sua povertà.


Un amico medico ha raccontato che in ospedale gli è capitato già diverse volte che un paziente anziano rifiuti il cibo, senza apparente motivazione.
Dopo avere insistito per farli mangiare alla fine scopre che non mangiano perchè pensano che i pasti si paghino e non hanno i soldi.
E' questa la miseria che vediamo nel quotidiano, basta guardarsi un po' intorno.
Prima c'erano solo i mendicanti, adesso i veri poveri sono quelli che non mendicano perchè non ne hanno il coraggio.


Ovviamente La vie en rose che si ascolta in sottofondo è un vero ossimoro per questo post.

mercoledì 29 dicembre 2004

LO SPOTTONE


Una cosa (tra le tante) che mi fa girare le scatole è lo spottone che ci rifilano quando andiamo a cinema sulla pirateria dei film.
Già è tanto che ci provano a farci sentire dei ladri quando scarichiamo persino le carole natalizie in mp3, ma sentirsi dare del ladro a cinema dopo aver pagato il biglietto (che già è un furto) è decisamente troppo.
Siamo li' seduti, abbiamo pagato e ci tocca pure il predicozzo.... eccheccavolo!!!



martedì 28 dicembre 2004

THE BEACH


Dopo lo sbigottimento sopraggiunge l'indignazione.
L'Indonesia, Sumatra e Sri Lanka semidistrutte e noi occidentali ci preoccupiamo di Pukhet e delle Maldive.
Pensiamo a salvare i turisti, ciascuno i suoi e non pensiamo a migliaia di persone che vivevano sulla riva di quel mare da cui traevano sostentamento. Adulti e bambini, risucchiati dalle onde che mai piu' saranno ritrovati.
E noi pensiamo a Pukhet, a The Beach e a Leonardo di Caprio. E ai paradisi che si sono trasformati in inferni. E a cosa dice Gianni Morandi o Giorgio Gori o Paolo Maldini che erano lì.
Nello Sri Lanka un treno intero è stato sommerso dall'onda e 1500 persone annegate. Ci sono morti persino in Africa, ma nessuno lo sa.





lunedì 27 dicembre 2004

SENZA PAROLE


Sono muta di fronte al disastro di proporzioni gigantesche che si è consumato in questi due giorni.


































 


 


 


 


 


 


 

giovedì 23 dicembre 2004


 


Qualche giorno di intervallo... c'è il Natale in giro... poi passa :-)

Vi lascio in compagnia di Satchmo

mercoledì 22 dicembre 2004

CORDIALE FANCULO AD UN ALTRO NATALE



 


 


 


 


Ogni anno, con l'arrivo del Natale, si fa sempre un consuntivo dell'anno trascorso.
Certo non è obbligatorio, c'è chi non vuole saperne di consuntivi e li capisco, fa sempre un po' tristezza.
Ma a volte si sta li' senza far nulla e il pensiero corre ai ricordi dei Natali passati che cominciano a diventare un bel numero.
Da bambini si aspettava il Natale e si cominciava dai primi di dicembre col calendario dell'Avvento, una sorta di conta alla rovescia. Il nonno disegnava le caselline che venivano aperte giorno per giorno: era la prima cosa che facevo ogni mattina.
Poi si faceva il presepe, con le cascatelle e le paperette, i pastori rotti messi sullo sfondo perchè non si vedessero.
Niente albero di Natale in casa mia, era bandito come una roba barbara.
Anche ora noi facciamo il presepe, ma è diverso. Mi limito a tirar giu' dallo stanzino il presepino un metro per quaranta e a riempirlo di pastori.... una folla. Quest'anno ci ho aggiunto un coro di angeli che vengono giu' con le tuniche svolazzanti.
E poi il figlio è cresciuto, ha altri presepi per la testa.
Anche i film di Natale sono diversi. Polar Express ad esempio, nato come un cartone animato, crea un'atmosfera che mette i brividi. A me è sembrato molto inquietante.
Pero' anche adesso faccio il conto alla rovescia. Non ce la faccio piu' a sopportare questo lungo treno di feste, i regali, il pranzo con i parenti e aspetto la fine per dire con soddisfazione: anche questo Natale ce lo siamo tolti dalle palle!!


E come direbbe Kub con i Modena..... un cordiale fanculo ad un altro Natale !!










martedì 21 dicembre 2004

LANCIO DEL CELL



Nasce una nuova disciplina sportiva: al lancio del disco, del giavellotto, del peso e del martello, si aggiunge il lancio del telefonino.
In Germania esiste l'Associazione lanciatori di cellulare, con tanto di regole e diverse categorie (uomo, donna, bambino) e classi di peso dell'apparecchio.
Pare che la cosa sia nata dal fatto che ai clienti che andavano all'assistenza per la riparazione veniva risposto: lo getti.
A Napoli per distruggere oggetti non funzionanti come gli orologi, si consigliava di scendere alla Riviera di Chiaia e ivi attendere il passaggio del tram numero Uno, dopo avere opportunamente collocato l'orologio sul binario.
Ma forse in Germania non hanno i tram e quindi anzichè lanciarlo contro il muro i tedeschi si sono organizzati e magari tra qualche anno ce lo troviamo anche tra le discipline olimpiche.
Il record tuttora detenuto da un cittadino della Sassonia è di 67,5 metri (incredibile, neanche un discobolo).
Chissà quanti cellulari avrà sfracellato per tenersi in allenamento.

lunedì 20 dicembre 2004

SYMPATY FOR THE DEVIL


Io mi preoccupo quando provo un moto di simpatia per un fascista e specialmente se questo fascista si chiama Gasparri.
Alla proposta di aumentare la tassa sugli SMS di 2 centesimi, Gasparri ha rilanciato chiedendo di mettere una tassa di 2 centesimi su ogni parola che dice un politico.
Ce ne sono parecchi che dovrebbero accendere un mutuo per pagare.
Pensate a Brunetta o a Cicchitto a Ballaro'.





sabato 18 dicembre 2004

IL GRANDE SPUT


Questa settimana non ho ancora assegnato il grande Sput.
Provvedo subito.
Stamattina all'ufficio postale c'era una coda kilometrica sul marciapiedi. E pioveva pure.
Mi sono avvicinata e ho saputo che era la fila per accedere al numero, per poi recarsi allo sportello a fare un'altra fila.
Praticamente due file. E dicevano anche che molte persone prendevano il primo numero e poi andavano a fare altre commissioni.
Vigilavano su tutti come angeli, ronzando attorno alla fila, due poliziotti antiscippo.
Questa settimana il Grande Sput va a pari merito alle Poste Italiane, per il servizio offerto e al Governo, che fa pagare l'ICI entro il 20 dicembre, data di erogazione delle tredicesime.
Non tutti possono permettersi di pagare prima.

venerdì 17 dicembre 2004

ALTISSIMA AUTOMAZIONE


Ieri sera ero in coda al casello della tangenziale e meditavo di cambiare fila. Ho lasciato perdere, tanto quella che lasciavo sarebbe diventata subito piu' veloce. Non ho il telepass perchè riuscirei a rallentare anche quello, lo so.
E di solito piu' ho fretta, piu' lenta diventa la coda.
Ad un certo punto la coda si è fermata. Non si sa perchè ma i due varchi di uscita per molte ore al giorno e i festivi, diventano "ad alta automazione".
Cio' vuol dire che non troviamo il casellante ma una cortese macchinetta che ci invita a mettere il denaro, ci ricorda il resto e poi ci dice pure "arrivederci". Questo pero' il casellante non lo fa.
La coda è sempre ferma, apro lo sportello e scendo per capire che succede e rimango veramente di sale. La sbarra è alzata e il primo automobilista in coda si rifiuta di andarsene perchè la macchinetta non prende i soldi, non c'è uno straccio di essere umano nel circondario che ci possa spiegare e siamo tutti li' fermi come cretini perchè il signore ha paura di prendere una multa.
Siamo li' a discutere una ventina di noi per convincere il deficiente che se la macchinetta gli fa la foto basta che vada poi il giorno dopo a pagare Euro 0,65 ed è fatta. Niente, non si muove.
La soluzione la trova alla fine un distinto signore in coda col suo camion.
Ci chiede gentilmente di metterci un po' di lato in modo che possa passare col suo autocarro e dice che se il signore non si toglie subito dai piedi, lo accompagnerà fuori a spinta, facendosi fare dalla macchinetta una bella foto di gruppo. Tutto cio' usando un linguaggio forbito e comprensibile.
Ci ha convinti e, miracolo delle buone maniere, si è convinto anche il deficiente, che ha rimesso in moto titubante e lentamente ha attraversato il varco, senza che nessun flash venisse sparato.
Abbiamo così passato amabilmente a chiacchierare circa tre quarti d'ora.
Grazie Signore, grazieeeee .... per avere inventato i camionisti.
Altrimenti saremmo ancora li'.












giovedì 16 dicembre 2004

LISTEN TO YOUR HEART


Ricordo una notte passata a camminare fino all'alba, due silenzi, mani in tasca e una panchina sul molo.
Ricordo un piccolo bar con i vetri appannati, un cappuccino e un cornetto, il barista assonnato e la macchina del caffe' riottosa e sbuffante.
Ricordo un gabbiano che ci seguiva a piedi e che mangio' buona parte dei nostri cornetti.
Listen to your heart.....

mercoledì 15 dicembre 2004

NOSTALGIE D'AUTUNNO



 
Una donna, bella e luminosa, vestita di bianco, correva di stanza in stanza ridendo.
La casa era di quelle antiche, con le stanze una nell'altra, era sicuramente d'estate.
Le tende si gonfiavano alla brezza leggera e lei passava guardando da tutte le parti, come se cercasse qualcuno o qualcosa.
Da altre stanze si udivano voci di ragazze, voci che somigliavano a cinguettii di uccelli.
C'era un'atmosfera un po' rarefatta.. le immagini sembravano luminose, come foto di Hamilton.
La donna allora mi vide e sorridendo mi tese la mano, ma io non la presi e all'improvviso mi svegliai.
Era un sogno e mi resi conto che quello che avevo sognato era il giorno del matrimonio dei miei genitori.
Mi alzai e aprii il balcone e un odore di pioggia e di foglie marcite penetro' nella stanza.
E mi giunse da lontano il suono malinconico e ovattato di una vecchia canzone.
Spalancai i vetri del balcone per sentire meglio, per capire da dove provenisse ed il suono giunse chiaro e chiara si presentò ai miei occhi la tua immagine.
La musica era quella di "Reginella", che tante volte ti sentivo cantare nei momenti felici. La cantavi per me :


Regine', quanno stive cu mmico
nun magnave ca pane e cerase.
Nui campavamo 'e vase! E che vase,
tu cantave e chiagnive pe' me.
E 'o cardillo cantave cu ttico:
"Reginella 'o vo' bene a 'stu 'rre".


Ti ho rivista così com'eri, con la tua sobria eleganza, le scarpe con il tacco all'inglese, la gonna lunghetta ed il tuo bel viso incorniciato dai capelli ondulati e sempre ben pettinati.
Eri bellissima.
Man mano che la musica sfumava, il suono si diluiva nell'aria, fino a scomparire.
Ed insieme al suono, scomparisti anche tu!
Arrivederci Madre.

martedì 14 dicembre 2004

SAN SCEMO
(sottotitolo: ormai se la suonano e se la cantano da soli)


Per i non affezionati, abbiamo un altro buon motivo per non guardare il festival di Sanremo. Dopo la mafia di importazione dell'anno scorso, quest'anno avremo il duo Apicella-Berlusconi.
Fin qua amen, ma la cosa che mi fa girare ulteriormente le balle è che il nostro "compone" in napoletano e decisamente non se ne puo' piu'.
E come dice qualcuno: C'è poco da ridere, abbiamo i nostri soldati in guerra, i fascisti ministri, e i centesimi nel borsellino".


Se ci aggiungiamo il "duo Squallor" siamo al completo (senza offesa per gli Squallor, dignitosissimi professionisti).




lunedì 13 dicembre 2004

Internescional fairuorks


Nella mia città si comincia a sentire il Natale quando i ragazzini sparano i botti a tutte le ore. Iniziano sporadicamente e poi, con l'avvicinarsi delle festività, gli spari diventano piu' intensi.
Non ho mai avuto simpatia per questo tipo di attività, anche se mi piace vedere i fuochi a mare che fanno qui a settembre, con il Castel dell'Ovo tutto illuminato e le gare dei fuochisti dalle loro zattere a mare.
Ma questo non c'entra niente con i botti di Capodanno. L'ho sempre considerata una pratica incivile oltre che costosissima, sia in termini di economia che di rischi umani.
Ricordo sempre con raccapriccio i racconti di un amico di famiglia medico.
Al Pronto Soccorso dell'ospedale in cui lavorava rafforzavano le squadre di emergenza di medici e infermieri e durante la notte di Capodanno e la mattinata successiva lavoravano senza sosta riempiendo ceste di arti amputati.
Ora per fortuna ci sono pochi casi, ma l'ultimo giorno dell'anno i P.S. sono allertati perchè i feriti non mancano mai.
Ma c'è un episodio divertente a cui ho assistito.
Un Capodanno ero ad Amsterdam e li' ho scoperto che in quella città si spara come a Napoli.
Alla mezzanotte un macello di botti inizio' a crepitare e duro' anche diversi minuti. Dubito che sia stata opera della colonia napoletana ivi residente, benchè numerosa.
Al mattino dopo ero nel tram. All'apertura delle porte, da terra, tirarono un tracco (botto a ripetizione) dentro il tram che nel frattempo aveva richiuso le porte.
Esplose con grande fragore riempiendo di puzza il tram, e noi, giovani e incoscienti cominciammo a ridere a crepapelle.
Che aria di casa!












sabato 11 dicembre 2004

LA MURATA


Songo venuto sotto a 'sta murata
Songo venuto cu' 'nu gruosso sdegno
Ferma rilorgio mio cchiù nun sunare
Ferma pe' carità, fermate n'ora, n'ora sola


E sona, e sona, e ba' la Diana della sorte
E sona, e sunarrà, e sunarrà la morte
Si more 'a sta città la bella libertà
Nu resta, e restarrà sulo 'nu chianto amaro


Stanno cantanno da la Vicaria
Già cundannate ciento e cchiù 'nuciente
Lu sango muorto scrive la buscìa
De la giustizia de li cchiù putiente, cchiù fetiente


E sona, e sona e bà la Diana della sorte
E sona, e sona e ba' e sunarrà la morte
Si more a sta città, la bella libertà
Nu resta, e restarrà sulo 'nu chianto amaro.


Enzo Gragnaniello canta La Murata, rielaborazione di Roberto De Simone di una canzone popolare della rivoluzione napoletana del 1799. La Murata era il carcere della Vicaria, in cui furono rinchiusi i martiri napoletani.













Tartufo messo all'asta e infracicato in frigorifero.



52.000 dollari e una dura lotta a suon di lanci e rilanci, per aggiudicarsi un incredibile tartufo bianco del peso di 1100 grammi e per dimenticarlo poi nel frigorifero di un ristorante.


Al tartufo andato a male e ormai inservibile è stata data onorata sepoltura nel giardino dello chef.


venerdì 10 dicembre 2004

SUONI LIBERI



Ammanettatemi

pigliàte 'e quaderne
'e sigarette
e arigniteme 'a vocca 'e terra
ma a poesia è comm'o sanghe p'o core
è 'o sale p'o pane
è 'a vista 'e ll'uocchie
ia 'a scrivo cu' ll'ogne
'e cu 'e curtielle 'a dico:
dint'a cella
ammanettato
sott 'e frustate
sotto a viulenza 'e ll'odio
mille aucielle
cantano cu' mme'
'o canto 'e chi cumbatte.


Mahmoud Darwish


Suoni liberi anche per Lino Cannavacciuolo, napoletano ovviamente, che suona Perla nera col suo violino.
Kom, avevo promesso.

giovedì 9 dicembre 2004

BUY NOTHING DAY




 


 


 


 


 


 


 


 


 








Oggi sono andata in giro per negozi e non ho comprato niente, pure la spesa alimentare mi sono rifiutata di fare. .
Mi sono ammutinata. Famiglia a spaghetti aglio e olio.
Ma non l'ho fatto perchè me lo ha consigliato l'Unione Consumatori.
Loro hanno detto di fare cosi', girare soltanto per vedere vetrine e articoli e poi, fatti i debiti confronti, se ne parla.
No, l'ho fatto perchè sono al verde, senza 'na lira si diceva una volta, che non è la stessa cosa di senza un euro.
E' che mi sono già spesa la tredicesima e pure le tasse che Silvio mi taglierà per pagare l'ICI, il mutuo del garage e l'oculista (li mortacci sua) che mi lustra gli occhi.
Entro la fine del mese chiedero' un mutuo alla mia Banca per pagare assicurazione e tassa di circolazione di FoFo. Come chi è FoFo? E' la mia Ford Focus, no?
Magari dovro' venderla e comprare un apecar, modello decappottabile, come questo.
Ah dimenticavo, si è scassato pure il microonde. Crepitava come i botti di Capodanno e poi ha taciuto per sempre.
Ora ditemi voi, come faro' a far girare l'economia?

mercoledì 8 dicembre 2004

MAI ABBASSARE LA TESTA


Ieri sera si è spenta a Cinisi all'età di 88 anni, Felicia Bartolotta, piccola donna indomita, madre di Peppino Impastato, simbolo della lotta alla mafia.
Questo non è un "coccodrillo", soltanto il ricordo di una persona come tante che l'ha vista negli speciali del dvd "I cento passi" percorrere infaticabile la strada per trovare l'assassino di suo figlio, che lei conosceva benissimo.
La mater dolorosa che piangeva suo figlio e ne difendeva la memoria.
Questa è per me Felicia Bartolotta, a cui va tutto il nostro rispetto.




lunedì 6 dicembre 2004

 


MALA TEMPORA ALL'AEROPORTO


E' di pochi giorni fa la notizia del rambo imprenditore, imbarcatosi sull'aereo a Linate con la pistola nel fodero, in barba ai controlli. Sospeso l'addetto ai controlli e arrestato il pistolero che non sapeva che non si poteva salire in aereo armati.
Ora ci dicono che a Parigi, la polizia francese, durante un'esercitazione per la ricerca di esplosivo nei bagagli mediante cani, ha nascosto nel bagaglio di un ignaro viaggiatore una stecca di un paio di kili di plastico.
Ora pero' la valigia non è stata ritrovata, probabilmente il signore si è imbarcato su altri aerei e l'esplosivo sta viaggiando tranquillamente.
Non oso immaginare cosa accadrà al povero cristo al prossimo controllo.
Magari si ritroverà in cella e neanche i poliziotti francesi potranno tirarlo fuori, visto che finora non lo hanno ancora trovato, ne' lui ne' la valigia.
Secondo me si sono meritati il GRANDE SPUT della settimana, anzi
The International Big SPut.

domenica 5 dicembre 2004

HEI, SONO TORNATA


Che bello rientrare nella propria tana.
E devo dire anche che mi siete mancati, davvero.
Ora mi tocca recuperare, madonna quanto scrivete!
Sono stata tre giorni a Roma per una visita e sono tornata miracolata. No, non sono andata dal Papa, è che ora ci vedo, ci vedo benissimo.
Stasera quando ho acceso il mio monitor LCD l'ho visto per la prima volta, è chiarissimo, le lettere sembrano scolpite. Insomma non mi sembra vero.
Questa è la mia bella notizia e volevo condividerla, così a caldo.
Per ora faccio un po' di salti virtuali, una bella danza antipioggia che non ha smesso mai per tutti i tre giorni.... eccheccavolo.
Insomma chi è cchiu' felice 'e me.
E mi sono pure scansata lo stronzo contromano in autostrada.
Si era ubriacato per amore e non ha trovato di meglio che infilarsi sul raccordo sbagliato a San Vittore e via fino a Cassino. 60 kilometri contromano alle 3 di notte e hanno dovuto fare una barricata di sacchi di sabbia per fermarlo, senno' arrivava pure a Napoli.
Gli hanno scucito 20 punti dalla patente, cioè non ha piu' la patente.
Ah dimenticavo... il bello spirito è un poliziotto.


P.S. Per Nicole...
ho letto e mi sono commossa... ti abbraccio.
La canzone è Time flies ... giusto il tempo che scappa e la canta un gruppo belga, i Vaya con Dios. Se vuoi sapere che canzone suona sul mio blog basta che leggi a sinistra sotto il titolo La musica di oggi.

giovedì 2 dicembre 2004

VOGLIO UNA VITA DA BRADIPO




ore 6,00 Svegliaore
7,30 marcatempo
ore 7,45 Inizio o prosecuzione lavori in corsoore 12,00 Riunione
ore 16,00 Termine attività lavorative e ritorno a casa
ore 16,30 Spesa alimentare e commissioni
ore 18,00 Rientro a casa e si ricomincia la giostra
ore 20,00 Cena e telegiornali



Ora se consideriamo che tutte le suddette attività si svolgono in posti distanti tra loro, bisognerà aggiungere le percorrenze e relative ricerche di parcheggio. Si ottiene così qualcosa che assomiglia in velocità alle vecchie comiche.
Ho deciso, la prossima vita la voglio vivere da bradipo.
Il bradipo è un animaletto grazioso ma lento lento.
Ecco, per una che corre sempre, che deve anche pensare di corsa è cio’ che occorre.
Velocità di crociera 20 cm all'ora.
Per spostarsi sul ramo calcola prima le coordinate e quando è sicuro va.
Alleva i suoi cuccioli tenendoli sul dorso, così imparano (lentamente) a muoversi lentamente.
Io, abituata a sfrecciare con l'auto lungo l'autostrada immagino cosa sia.
Una cosa stupenda: guardarsi intorno con calma, senza perdersi il minimo particolare (non sbaglierei più l'uscita dell'autostrada).
Non avrei problemi a fare la fila al Bancomat, tanto arriverei di sicuro per ultima (magari finiscono i soldi).
Potrei nutrirmi di foglie, guardando bene quali scegliere, solo quelle più tenere e verdine.
Niente da cucinare, pulire, preparare né raccolte differenziate di spazzatura conseguenti.
E poi tra l'una e l'altra delle suddette attività, pisolini ristoratori.

Ahhhh, questa sì che è vita!!

mercoledì 1 dicembre 2004

PIAGET E LA BENZINA


Oggi il bambino (circa un anno) di una mia cara amica ha detto la prima parola e secondo la tradizione ha detto: mamma.
Mentre la mia amica si scioglieva come una fetta di spumone sul piatto, il mio pensiero andava alla circostanza analoga.
Premetto che quando è nato mio figlio e anche prima in verità, ho divorato libri e libri, da Piaget a Marcello Bernardi, per prepararmi ad essere una brava madre.
Ero giovane e credevo di trovare la' tutte le risposte.
Inutile dire che quasi mai è capitato, ho dovuto sempre arrangiarmi da sola e pure la storia dei nonni con l'esperienza... sorvoliamo, va'.
Vabbè, non volevo parlare "De inutilate" dei libri bensi' della mia esperienza specifica.
Eravamo per strada, mio figlio in passeggino, età circa un anno anche lui, passammo davanti ad un distributore di benzina. Il piccolo col dito puntato emetteva vari suoni che non erano parole, ma ad un certo punto sempre col dito puntato disse in maniera inequivocabile la sua prima parolina: benzina (detto b'nzina).
Si, mio figlio non ha detto mamma, nè papa', nè nonno. Ha detto benzina.
Al ritorno stessa strada, davanti al distributore c'era un'autobotte che scaricava.
Il piccolo sempre col dito puntato fa: autobotte (detto a'bo').
Niente mamma neanche stavolta.
Ho dovuto aspettare svariati giorni per sentire la dolce parolina, ma è venuta ancora una volta dopo un'altra.
Eravamo in giardino e il dolce pargoletto afferro' per le orecchie un piccolo coniglio che faceva parte del bestiario della nostra abitazione.
Fiero d'averlo preso mi fa: conigghio, mamma !!!
Che cacchio di mamma saro' mai, pensai, se vengo dopo benzina, autobotte e pure coniglio?
Eccola qua la risposta.
Mi sta salutando, esce e mi dice:
ciao marimba, esco in motorino, vado a mettere sotto le vecchiette.
Suo padre scuote il capo preoccupato, teme che diventi come me.


Forse il suo pensiero va a Paolo Rossi e via via anche a Erode... forse.

martedì 30 novembre 2004


 


 


    BOCCA DI ROSA


    di Fabrizio de Andre'
    Versione in napoletano
    di Vincenzo Salemme
    cantata da Peppe Barra


 


 


 


 Tutte me chiammeno bocca de rosa
sentite che musso, che schiocca addirosa
tutte me chiammeno bocca de rosa
pe' mme 'o sentimento è 'a primma cosa.
Quanno scennette dint' 'a la piazza
d'ì un paesino vicino Avellino
subbeto 'a voce currette sicura:
" 'nunn'è 'na monaca di clausura!"

Ce sta chia ammore 'o ffa 'pe' 'na 'nziria
e chi 'o ffa pe' prufessione
bocca di rosa né ll'uno né 'll'ato
io 'o ffaccio sulo pe' divozione.

Però 'a divozione diventa passione
e mentre sparpito per le mie voglie
'o sangue dal cuore mi sale in testa
mi scordo di chiedere all'uomo se ha moglie.
E allora 'e femmene d' 'o paese
comme si fussero cane mulosso
s'arrevutaiene tutte 'mparanze
pecché me stevo futtenno l'uosso.

Ma li bizoche di un paesello
songo 'mpechere che non fanno danno
allucche 'e papere, strille 'e galline
'o core che tremma, 'o ciato c'affanna.
'O munno è chino di gente per bene
che Cristo all'altare servire si vanta
e quanno le voglie nun po' cchiù sfamare
pe dint' 'o velliculo piscia acqua santa.
Così una vecchia rimasta zitella
pecchè mai nisciuno l'aizata 'a vunnella
se pigliaie 'o mpiccio e tanto fuie 'nzista
me scassaie ll'ova cu tutto 'o canisto.

Chiammaie a raccolta tutt' 'e scurnacchiate
e le dicette cu 'a voce 'ncazzata
"Bocca di rosa è mariola d'ammore,
punisca la legge stu disonore!"

Curretero allora dd' 'o maresciallo
quarantasei zizze pe'm vintitre scialle
chella cchiù scura de carnagione
facette 'a parte d' 'o lione:
"Ormai so' tre mise che dura st'andazzo
all'uommene nuoste ha fatto ascì pazze
chella nun è femmena onesta
chisà c'annasconne sotto a la veste".

Vennero a casa col foglio di via
Pasquale e Luigino Santamaria
sete d'ammore dint' 'e penziere
sotto 'e divise d' 'e carabiniere.

Nientedimeno che alla stazione
ce steva 'na folla da fare impressione
me ne partevo purtanneme appriesso
quel libero amore a tutti concesso.
Dal maresciallo al parrocchiano
lacreme all'uocchie, cappello nmano.
Firmato da tutti vulaie 'nu messaggio
c' 'o fiocco attaccato a 'na rosa de maggio.

In stretto anonimato
cu' lettere 'ncullate
"Bocca di rosa, tiempo e furtuna
veneno e vanno come fa' 'a luna!"

Primma d' 'o tuono arriva la luce
accussì corrono tutte li 'nciuce
"Mo' arriva 'o treno cu bocca di rosa
currite currite, lassate ogni cosa!"
Alla stazione subbeto appriesso
truvaie a riceverme, un comitato
musica, fiori, sindaco in testa
manco si fosse 'nu capo di Stato.

Mo' pure 'o prevete s'é fissato
che stongo cca' per una missione
me vo' vicino int' 'a prucessione
pecché adda vencere 'a tentazione.
Cu' Maria Vergine in prima fila
me tiene d'uocchio 'nu poco 'a luntano
purtannese a spasso pe' tutto 'o paese
l'ammore sacro e l'ammore prufano.


Credo che non ci sia bisogno di traduzione. Quella originale la conoscono tutti.

lunedì 29 novembre 2004

Mahmoud Darwish - Profugo




 


Hanno incatenato la sua bocca
e legato le sue mani alla pietra dei morti
hanno detto : "assassino!"


Gli hanno tolto il cibo, i vestiti, le bandiere
e lo hanno gettato nella cella dei morti
hanno detto: "ladro!"


Lo hanno rifiutato in tutti i porti
hanno portato via il suo piccolo amore
poi hanno detto: "profugo!"


Tu che hai piedi e mani sanguinanti
la notte è effimera
ne' gli anelli delle catene sono indistruttibili
perchè i chicchi della mia spiga che si vanno seccando
riempiranno la valle di grano.















 


Mahmoud Darwish è considerato oggi il maggiore poeta arabo contemporaneo, esule come lo fu Naji al-Ali (Alali)
Alali ha creato il personaggio di Handala, quello raffigurato in queste immagini, un piccolo bambino palestinese visto sempre di spalle. Handala non si volterà piu' perchè Alali è stato ucciso a Londra nel 1997.



















Prima di essere ucciso disse: "Hanthala, who I created, will not end after my end. I hope that this is not an exageration when I say that I will continue to live with Hanthala, even after I die. "


La canzone che si ascolta è la poesia di Darwish, tradotta in napoletano da Irvin Vairetti e musicata da Lino Vairetti (Osanna) e fa parte di uno spettacolo tenuto a Napoli nel 2001 per la Palestina, con la partecipazione di molti artisti napoletani.

domenica 28 novembre 2004


 


 


UN GRANDE SPUT


 


 


alla Lindt che ha messo in commercio il cioccolato con il 99% di cacao.
Non ho resistito e l'ho comperato.
Apro la scatola e trovo le istruzioni. Si, le istruzioni per mangiarlo, cos'e pazz !
Esiste persino una scheda di valutazione, eccola qua
Mangio il primo (e unico) quadretto seguendo le istruzioni.
Mio figlio fa lo stesso.
Appena il quadratino comincia a sciogliersi facciamo la stessa faccia.
Fa schifooooooooooooooo !!!
aridatemi i sordi !!!!
Ci hanno avvelenatiiiiii !!!


Quella scheda di valutazione merita da sola una valutazione.
Si presuppone che una tavoletta di cioccolato coinvolga i 5 sensi, tutti.
Uno insomma prima di sbafarsi la tavoletta, se la tocca, la annusa, la guarda e l'ascolta pure !!!! E ci sono pure 2 parametri, lo "SNAP" e la "CROCCANTEZZA".
E dopo aver fatto tutto questo e aver passato mezz'ora in compagnia della tavoletta


LA SI SPUTA.

sabato 27 novembre 2004

CALDEROLI BOUNTY KILLER


Bene, ci siamo arrivati.
Il ministro bestia, Calderoli, mette la taglia sull'assassino del benzinaro ucciso.
Anzi avrebbe preferito una bella locandina del genere "dead or alive" ma forse Castelli che si è letto la Costituzione velocemente in bagno come me con Topolino, gli ha detto che non si puo'.
DS e UDC dichiarano: questo non è il Far West.
Indignati pure i fasci.
Solo Bondi dice che Calderoli è persona saggia e equilibrata.
La prossima mossa del leghista di ferro sarà: per ogni padano ucciso verranno giustiziati 10 immigrati clandestini o meridionali, fa lo stesso.

venerdì 26 novembre 2004

Dice Erri De Luca:


invincibili non sono quelli che vincono le guerre, ma chi sconfitto sempre non rinuncia a battersi di nuovo. Invincibile è chi non si arrende mai.


Ieri sera ho avuto il privilegio di assistere ad uno spettacolo teatrale unico.
Erri De Luca, scrittore assieme a Gianmaria Testa, cantautore e Gabriele Mirabassi al clarinetto ci hanno catturati con la magia del teatro, facendoci sentire tutt'uno con la scena. Vi abbiamo partecipato come tanti Don Chisciotte, o meglio solo Chisciotte, come dicono loro.
Anche il luogo dove si trova il teatro Toledo non è un caso: i Quartieri Spagnoli.
Musica e poesia si intrecciano, citando autori famosi e no, canzoni come Preghiera in gennaio di de andrè e poesie di Iset Sarajlic. nessuna ... tu, dedicata alla moglie morta.
Nessuna... tu
200 mila donne a Sarajevo e nessuna tu
2 miliardi di donne nel mondo e nessuna tu.
Sarajliç dimostro' fedeltà all'amore e al suo paese.
Morto nel 2002, durante l'assedio di Sarajevo rimase a condividere il destino dei suoi concittadini che conoscevano e amavano la sua poesia.


E poi Mio fratello è un'aviatore di Brecht:
Mio fratello é un aviatore
Avevo un fratello aviatore.
Un giorno, la cartolina.
Fece i bagagli, e via,
lungo la rotta del sud.
Mio fratello é un conquistatore.
Il popolo nostro ha bisogno
di spazio. E prendersi terre su terre,
da noi, é un vecchio sogno.
E lo spazio che s' é conquistato
é sui monti del Guadarrama.
E' di lunghezza un metro e ottanta
uno e cinquanta di profondità.


E il disertore di Boris Vian, qui cantata da Ivano Fossati, che ne ha fatto un'ottima traduzione.


Ma una frase mi è rimasta impressa e mi rigirava nella mente mentre scendevo per Via Montecalvario:


guerra è quando i giovani sognano di diventare vecchi.


Qui si trova una esauriente intervista di Liberazione a Erri De Luca






















giovedì 25 novembre 2004


Cavolo, proprio ieri avevamo parlato di terremoto, eccheccappero!

mercoledì 24 novembre 2004

NIDI DI MAMMA, NONNI CIVICI E CHANCE
(come promesso, Almost)


C'era una volta, nell'anno 2000, una scuola media statale "Pasquale Scura" e c'era anche la sua preside, la prof Armida Filippelli, che aveva un sogno, anzi diversi sogni.
Il primo era quello di togliere i ragazzi dalla strada e le strade in questione sono quelle dei Quartieri Spagnoli, tante volte citate negli articoli di giornale.


Sognava una scuola che aggregava, che reagisse all'illegalità. Per fare questo era partito anche un altro progetto: i nidi di mamma, recupero sociale per madri e bambini dai 18 ai 36 mesi.
Professori universitari, senza retribuzione, tenevano corsi di formazione della durata di 18 mesi a 32 giovani mamme, che spesso non avevano neanche la licenza media.
Le stesse mamme hanno lavorato per un periodo senza compenso nei nidi creati, ospitati in strutture spesso abusive.


I nidi di mamma erano un progetto a lungo termine, perchè per togliere i ragazzi dalla strada bisogna partire da lontano, da quando sono piccoli, considerando che a Napoli gli asili nido pubblici sono piu' o meno quanto le dita di una mano e le liste d'attesa attuali sono di circa 120 bambini, per lo piu' figli di immigrati.


Nasceva contemporaneamente anche un altro progetto: Chance, progetto pilota per ragazzi a rischio. Lo curava Marco Rossi Doria, il maestro di strada nei vicoli a ridosso di Via Toledo.


Il terzo progetto che si affiancava ai due precedenti era quello denominato "nonni civici".
Serviva a sorvegliare i dintorni delle scuole a rischio e garantire anche fisicamente i bambini che uscivano di scuola.


Stiamo parlando degli anni intorno al 2000, quando il Comune di Napoli aveva risorse economiche di molto maggiori a quelle attuali e quindi questi tre progetti presero forma con l'appoggio della assessora comunale Furfaro.


Oggi, nel 2004, è rimasto in piedi solo una parte del progetto "nidi di mamma" pur tra mille difficoltà e promesse da parte del Comune.
Chance è fallito e Rossi Doria è andato via.
I nonni civici neanche a parlarne, non ci sono denari, anche se il compenso che veniva dato era quasi simbolico.
E pensare che durante quel periodo felice, durante la manifestazione "adotta un monumento" nell'ambito del "Maggio dei Monumenti", i ragazzi adottarono la loro scuola. Era per loro un luogo che imparavano a conoscere e ad amare. Non si ha idea di quanto restituiscano i bambini, rispetto a quello che viene loro dato.


Oggi anche la preside Filippelli non è piu' alla Pasquale Scura, insegna in una scuola superiore, e ricorda quanti ragazzi dei Quartieri in quel periodo avevano tolto dalla strada, mentre oggi a volte le capita di leggere alcui di quei nomi sui manifesti di lutto.
Un lavoro durato anni andato sprecato.


Fine dei sogni.










CATTIVI MAESTRI INSEGNANO ANCORA.


Oggi Toni Negri ha rilasciato un'intervista al Corriere del Mezzogiorno.
Della serie tutti hanno qualcosa da dire su Napoli.
Io non conosco e neanche voglio conoscerlo il percorso che ha portato Toni Negri dopo autonomia operaia e gli anni in carcere processato per terrorismo, insegnante di Scienze politiche all'Università di Parigi (dove tuttora vive), a diventare apprezzato studioso e autore di successo persino negli USA.
Negri, che si ritiene un buon maestro, afferma di aver fornito alla sua generazione gli strumenti per capire il mondo attorno.
Circa il "caso Napoli" sostiene che i camorristi non saranno mai eliminati da Napoli. Se c'è una camorra vuol dire che c'è ancora un governo prodotto dalla camorra. E nessuno negli anni, ha voluto fronteggiarla veramente, rivoluzionare un sistema.


Se così fosse, mi chiedo che senso abbia rispondere agli appelli fatti da piu' voci ad un risveglio dei cittadini. Dobbiamo rassegnarci? Rinchiuderci tutti nelle nostre belle case o fuggire seguendo il grido di Eduardo De Filippo: Fujitevenne 'a Napule!!!
Sarà un caso, ma Napoli sui giornali oggi è la foto dell'uomo ucciso sulla pizza, la testa mozzata del Golia di Caravaggio a Capodimonte e la testa mozzata della mucca di Damien Hirst ( ne ho già parlato qui ) al Museo Nazionale, tutte assieme.
E nonostante tutto qui è pieno di visitatori e ci sono molte prenotazioni per il ponte dell'Immacolata.







martedì 23 novembre 2004

24 ANNI DOPO


Il 23 novembre del 1980 un terremoto colpiva l'Irpinia e in misura minore anche Napoli.
Ma con il terremoto che sta accadendo qui, morti ammazzati e bruciati, istituzioni che fanno il ping pong, Oliviero Toscani che ci vuole mandare a Bolzano a prendere lezioni di civiltà (lui che è assurto alla fama con United Colours of Benetton), nessuno se ne è ricordato.
Se ne ricordano sicuramente quelli che ancora vivono nei container, sorte uguale a quelli del Belice.


Quella domenica sera  mi stavo preparando per uscire.
Un rumore strano mai sentito che risulto' poi essere rumore di vetri che si torcevano senza rompersi. La terra comincio' a tremare e l'armadio spalanco' le ante. Il nonno che guardava la tv con calma ci fece mettere tutti sotto l'arco del pilastro centrale e sempre con calma spense il gas sotto la macchinetta del caffe'.
Di quella sera ricordo questa assoluta calma, il silenzio di noi tutti che obbedivamo alle brevi indicazioni del nonno e la sensazione di trovarsi su un treno in corsa su cui è difficile stare in equilibrio. E la paura, una paura viscerale, qualcosa di atavico. Duro' qualche minuto ma a me sembro' un'eternità.
Quando fini', sempre seguendo il nonno, uscimmo di casa e ci radunammo sul piazzale con altre persone che uscivano dai palazzi.
Ricordo che guardavo giu' le luci del lungomare, la luna e tutti gli edifici e non riuscivo a credere che tutto fosse rimasto al suo posto. Mi aspettavo un mare di macerie forse. Per me era come se fosse crollato l'universo intero.
Adesso è la stessa cosa. Il terremoto che oggi sta insanguinando le nostre strade non si vede da fuori e la città sembra la stessa di sempre da lontano.
La paura che aleggia ovunque non si vede ma la sentiamo e ci fa indignare.
Siamo incazzati neri!

MONDO PAZZO


Dalla Scozia arriva un videogame: JFK Reloaded. Diventa tu l'assassino di Kennedy.
Sembra il giusto seguito di un articolo satirico pubblicato sul Daily Mirror di Londra, che titolava: Dove sono i Lee Harvey Oswald quando abbiamo bisogno di loro? Ovviamente è stato interpretato come invito ad attentare a Bush.
Riguardo al videogame (che costa 10 dollari), consiste nello sparare tre colpi esattamente come l’assassino di Kennedy secondo la ricostruzione della commissione d’inchiesta Warren. Si puo' vedere il corteo presidenziale da diverse angolazioni, compresa quella da cui Abraham Zapruder filmò la scena e la collinetta erbosa dove secondo chi crede a un complotto sarebbe stato appostato un secondo cecchino. Perde punti chi colpisce per errore la first lady Jacqueline Kennedy. Il giocatore può vedere il sangue cliccando su un pulsante che attiva gli effetti speciali. I produttori del gioco offrono un premio di 100 mila dollari a chi riuscirà a ripetere con assoluta precisione i tre colpi sparati da Oswald.
Quando pensiamo di aver toccato il fondo, si apre sempre un'altra botola e .... GIU'




domenica 21 novembre 2004

LANTERNE PER LUCCIOLE?



Un tempo, quando si viaggiava a piedi facendosi luce con le lanterne e ai lati delle strade in estate c'erano le lucciole, capitava di prendere lucciole per lanterne , cioé di scambiare le lucciole vicine per lanterne lontane.
Ora il contrario. 
 


Le lucciole erano sparite da diversi anni.
Io ricordo di averle viste spesso nella casa di campagna dei nonni e a volte, cercando di capire come "funzionavano" ne catturavo qualcuna e la mettevo dentro un bicchiere capovolto. Poi, presa da pentimento, la lasciavo andare via subito.
Mi è rimasto questo ricordo e la lucciola nel bicchiere la associo a qualcosa di magico, anche se adesso so come "funziona".
L'anno scorso ho visto le lucciole due volte.
Era estate e mi trovavo in un agriturismo nella Tuscia.
Passeggiavamo di sera, con amici, non c'erano lampioni.
All'improvviso fummo avvolti da uno sciame luminoso che come era arrivato così scomparve alla nostra vista.
Dapprima non capimmo cosa fosse e poi dopo, credemmo di averlo sognato.
La seconda volta, sempre d'estate, le ho viste in un posto incredibile: il cratere di un vulcano spento, nei pressi del castello di Baia, Campi Flegrei.
C'è una costruzione, anche quello agriturismo, con poche camere e ristorante, frequentato di solito da tedeschi.
i sera, si parcheggia l'auto in alto e si scende nel cratere lungo un viottolo stretto stretto.
Ora ci sono piccole luci, ma una volta al parcheggio consegnavano una torcia, per evitare ruzzoloni.
Durante la discesa, nel silenzio assoluto, si udivano il gracidare delle rane e il verso delle quaglie che covavano le uova.
Si intravvedevano filari di viti, basse, da cui si produce il vino servito al ristorante.
Al ritorno bisognava affrontare la scalata, poco agevole per via delle abbondanti libagioni. E mentre salivo, in testa alla fila, rividi la nube luccicante che mi avvolse per un poco e poi sparì. Anche questa volta accompagnata da una sensazione irreale.
Le avevo viste o sognate?
Dicono che sì, le lucciole sono tornate.
Olio di Verther Carretti


 


 


 


 


 


 


 


 


 


E spero di rivederle ancora questa estate, magica presenza delle mie serate estive nella casa dei nonni, tanti anni fa.

VISIONE E PREGHIERA di Dylan Thomas


 


Nel
Vorticare
Del           sole
Nello  spumeggiante
Ciclone   della    sua    ala
Poiché   ero  perduto  io  che  sto
Piangendo  al  trono  intriso d'  uomo
Nella    prima    furia    del    suo    flusso
E     i    fulmini     dell'adorazione       tornano
A  fondersi  in  nero  silenzio  e piangono
Poiché ero perduto io che sono giunto
A   un   porto   di    stupefazione
E    a   colui   che     trova
E    l' alto     meriggio
Della   sua   ferita
Acceca il mio
Grido.

















sabato 20 novembre 2004

Per Male di Miele


Miele torna!
Vedrai, ci sarà una schiarita, non puo' mica piovere sempre.



Il mare è tutto azzurro.
Il mare è tutto calmo.
Nel cuore è quasi un urlo

di gioia. E tutto è calmo.


(Sandro Penna)


Nel mio blog c'è un buco, ora manca una mattonella.

venerdì 19 novembre 2004

BLOG BUSTER


E pensare che in un tempo ormai lontano qualcuno temeva che Internet e il pc facessero fuori libri e carta stampata.
Macchè... li ha fatti crescere in misura esponenziale.
Girellando nel web in pochi minuti ho visto pubblicizzare:


- un libro nato da un sito che parla di promesse non mantenute da politici e personaggi dello sport;
- un libro nato da lunghe esperienze di chat dell'autore;
- un libro di blogger vari nato dalla manifestazione "la notte dei blog";
- un libro che sembra di cucina ma cucina non è. L'autore lo consiglia come regalo di Natale e minaccia di venderlo alla fermata dell'autobus.


Eh.. siamo un popolo di santi, navigatori e pure di scrittori... vabbè.






REPETITA IUVANT















 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


e adesso ditemi pure che so' razzista....

IL GOMITOLO DELLA VITA


La bambina sedeva sul letto nella sua stanza e leggeva.


Tra le sue mani un libro affascinante, Ventimila leghe sotto i mari.


Ogni tanto si fermava e immaginava gli scenari descritti da Verne, il sottomarino, il Capitano Nemo e la sua musica. Già… la musica.


Accanto a lei seduto alla piccola scrivania c’era il nonno, che scriveva le note di una canzone, come tante virgole sul pentagramma.


Spesso passavano i pomeriggi assieme, si facevano compagnia. E spesso il nonno le raccontava delle storie che inventava al momento, storie di fate e folletti, interpretazioni di antiche leggende.


Ma l’ultimo racconto che le aveva fatto il nonno l’aveva lasciata molto pensierosa e ancora la distraeva dal libro.


Era una storia che le aveva raccontato a seguito delle sue lamentele.


La bimba aveva voglia di crescere, voleva vedere come sarebbe stata da grande, voleva sapere se i suoi desideri si sarebbero realizzati e quest’ansia le angustiava il presente. Il nonno diceva sempre che bisogna vivere l’età che si ha, che un giorno lei avrebbe capito cosa voleva dire vedersi sfuggire i giorni tra le dita, ogni giorno un poco, come la sabbia in una clessidra.


Ma a nulla valevano quelle parole, la bimba si aggrondava pensando ai suoi desideri.


Allora il nonno le raccontò che c’era una volta un mago che aveva dei poteri straordinari. Egli poteva vedere il futuro di tutte le persone che incontrava, le leggeva in trasparenza. Ma, interrogato, si rifiutava di svelare quello che vedeva e si allontanava triste per quello che sapeva.


Un giorno incontrò una bimba, che voleva conoscere il suo futuro ad ogni costo e lo pregò e tanto insistette che alla fine il mago sorrise e acconsentì ad esaudirla.


Le consegnò un bellissimo gomitolo di lana rosa e le disse che rappresentava la sua vita; ogni volta che ne avesse tirato un po’ il filo, un pezzetto della sua vita sarebbe scorso e lei si sarebbe ritrovata più avanti nei mesi o negli anni. Ma le disse anche di fare attenzione, perché il gomitolo non si poteva riavvolgere, così come la vita, che una volta consumata, non le avrebbe consentito di tornare indietro.


La bimba accettò il gomitolo come un meraviglioso dono, lo portò a casa e lo nascose in un cassetto, senza dire niente a nessuno.


Ma la tentazione era troppo forte, continuava a pensare al gomitolo nel cassetto e, senza tener conto degli avvertimenti del mago, cominciò pian piano a tirare il filo.


E si vide, come voleva, liceale, alle soglie della maturità, assieme ai compagni che presto si sarebbero dispersi, ciascuno per la sua strada.


E vide il suo primo ragazzo di un’estate e i falò sulla spiaggia e i canti e il suono dell’armonica, un po’ triste, che accompagnava.


E conobbe il suo amico di sempre, anche lui iscritto a Scienze Biologiche, di qualche anno più grande.


E si vide il giorno del matrimonio, splendente nel suo abito bianco di pizzo, con il mazzolino di fiori d’arancio tra le mani e gli occhi pieni di luce mentre guardava il suo uomo.


E si vide il giorno della Laurea, abbracciata a suo marito, i genitori felici e il pranzo di festa in un ristorante sul Lago e quel giorno a lei sembrava di avere tutto il mondo tra le mani, con la vista del panorama che si stendeva ai suoi piedi.


E poi l’attesa, la nascita del figlio, la morte dei genitori. Prima la madre, che in una strana alternanza, moriva pochi mesi dopo la nascita del bimbo. E poi due anni dopo il padre, mai rassegnato alla perdita, che neanche il nipotino era riuscito a trattenere in vita.


E ancora, un altro strattone al filo del gomitolo.


Ed ecco la donna alla ricerca di un lavoro, che la portava in giro per l’Italia a cercare di realizzare i suoi sogni e poi il ritorno a casa, l’approdo ad un lavoro che aveva desiderato e che le piaceva.


E poi le disillusioni: lo sguardo del suo compagno che la attraversava guardandola come se non esistesse, la cognizione che si era spenta quella luce che la illuminava.


E poi la morte dell’amico, la lunga agonia durata mesi, i dialoghi di quei pomeriggi in ospedale sulla paura della morte e quello che c’è dopo di essa. E la vita che non aveva vissuto, i desideri mai realizzati, i viaggi che non aveva fatto.


E il funerale, in quel giorno di maggio, pieno di un caldo sole beffardo e vuoto per sempre di quella presenza amica.


E poi il bimbo che cresceva, diventava uomo e, anche lui laureato, trovava lavoro in qualche parte sperduta del mondo.


E poi si sposava e nascevano i figli e la bimba, diventata ormai vecchia, ripercorreva nei ricordi la sua vita ormai quasi trascorsa.



Aveva ragione il mago e avevi ragione anche tu, nonno.


Non voglio più conoscere il futuro, sapere cosa mi accadrà.


Riprenditi il gomitolo, mago, questo gioco non mi piace più.

giovedì 18 novembre 2004

ALMOST BLUE


In questi giorni di immobilità forzata mi è capitato spesso di pensare alla cecità ed ecco puntuale il post di Almost che parla di Simone, il protagonista di Almost blue di Lucarelli, cieco dalla nascita, che descrive il suo mondo e i suoi colori.
Simone associa i suoni ai colori, bella l'intuizione di Lucarelli, che ha scritto un gran bel libro.
Forse per questo ce l'ho su con lui, perchè gli altri libri che ha scritto non si possono neppure paragonare. Sarà merito della musica, il suo libro ne è pervaso.
L'atmosfera dark viene resa attraverso i brani degli AC/DC e dei Nine Inch Nails.
Il jazz è il colore blu, Almost blue, che Simone preferisce nella versione di Chet Baker ed è anche il colore della voce di Grazia che odora di summertime.
Hell's Bells, le campane dell'inferno che risuonano nella testa dell'Iguana e Heresy dei NIN che restituiscono un'immagine da altoforno, colpi di maglio che schiacciano acqua, sembra quasi di vederne gli schizzi.


E scrivo di punk, ascoltando Pino che cammina cammina, struggente nella sua malinconia. Un contrasto stridente punk e Pino.
In fondo noi napoletani siamo malinconici, voglia di vivere e malinconia in una strana alternanza e commistione.
Per la morte siamo fatalisti... pienz' a salute e tira 'a campa'....








mercoledì 17 novembre 2004

SFOGLIANDO IL GIORNALE


Inizio con il Corriere del Mezzogiorno, prima i guai locali e dopo i disastri dal mondo, ci vuole gradualità.


Rinviato il processo al racket per incompatibilità processuale: uno dei giudici a latere è moglie del PM che ha condotto le indagini. Ci si vede il 14 gennaio ... e siamo al 2005.


La foto dell'uomo ucciso e stramazzato sulla pizza ha fatto ormai il giro del mondo.
E' diventata il simbolo degli avvenimenti che stanno insanguinando la città. Solito battibecco tra chi voleva che il giornale mostrasse la foto e chi voleva nasconderla.


Un operaio incensurato è stato ferito in auto a Chiaia a bordo della sua auto, pare da un proiettile vagante.
Brutti tempi quelli in cui un giornale si sente in obbligo di aggiungere l'aggettivo incensurato ad un ignaro passante.


Ieri i funerali di Mario Scarpetta, bravo attore discendente della famiglia.
Lo ricordo sensibile interprete e non solo scarpettiano.
God has a large theatre, Mario.


Passiamo al Corriere nazionale.


Uccisa Margaret Hassan, la volontaria inglese, con un colpo alla nuca.
Solito video inviato ad Al Jazira.


Intervista alla Moratti, di ritorno dal Giappone, incazzata nera per i tagli della Finanziaria.
Sentite questa come parla:
"dobbiamo accompagnare il processo di crescita qualitativa colmando lacune, valorizzando talenti, recuperando solide basi nei saperi principali"


"è importante il filone degli investimenti nei capitali umani"


"si tratta di qualcosa che ha molto a che fare con la filiera della conoscenza"


si capisce che è una manager, eh?


Mi ha sconvolto la "filiera della conoscenza". Ma che è? Si esprime come una salumiera.
Io conosco la filiera alimentare, si parte dai mangimi e passando per le mucche si arriva al supermercato. Ma come si applica cio' al greco o al latino non riesco a immaginarlo.
E quali sono i saperi principali? Boh ! le tre "i" forse, già fallite.


Frattini è stato promosso alla UE. Al suo posto alla Farnesina andrà Gianfranco Fini.
Commento dei suoi: è dai tempi di Ciano che qualcuno dei nostri non siede su quella poltrona.


Maronna mia, aiutace tu !!!











Insegnanti di sostegno tagliati.


Accade a Napoli.


La madre di un bambino handicappato che aveva diritto al sostegno di 27 ore settimanali, se ne vede assegnare solo 11 dalla direttrice della scuola.
Ricorre al giudice, che intima al Provveditorato di provvedere a soddisfare i diritti del bambino.
Mi fa morire dal ridere l'idea che il Provveditore Bottino, nottetempo, nomini una insegnante di sostegno, acciocchè il giudice il giorno dopo non abbia nulla a che ridire.
Il suddetto aveva infatti preannunciato una ispezione presso la scuola.


Fanculo Moratti e chi è piu' realista del re.


Tra l'altro la Joy (Letizia) durante una "question time" in Parlamento, con cifre alla mano, aveva dimostrato che gli insegnanti di sostegno non erano calati.
Dimenticava, la buona donna, che gli handicappati invece crescevano, quindi le piante organiche dovevano seguire lo stesso trend.
Ma si sa, la statistica è qualcosa di cui si fa sempre uso scorretto, complice l'ignoranza.


P.S: la storia della Joy ha una genesi.
Sul sito di Palazzo Chigi tempo fa compariva anche una versione inglese.
Facendone una lettura superficiale, saltava all'occhio che era stata eseguita con un traduttore automatico, che chiunque abbia provato ad usare sa cosa riesce a combinare.
Bene, aveva tradotto in inglese anche la Letizia, che era percio' diventata Joy.
Molti avevano sghignazzato sui giornali, dopodichè hanno rettificato la versione.










martedì 16 novembre 2004

ANCORA OGGI


Dopo la denuncia di Amnesty International, oggi tutti i TG hanno mandato in onda il video della NBC in cui soldati americani a Falluja uccidono un prigioniero iracheno con un colpo alla testa.
Il Pentagono ha deciso di aprire un'inchiesta sull'episodio.
Nelle immagini si vede un gruppo di marine che entra in un locale crivellato di colpi. Sul pavimento diversi cadaveri e, appoggiati al muro, alcuni feriti che chiedono soccorso.
A questo punto partono i colpi alla testa esplosi da almeno uno del soldati americani.
Scene come questa fanno venire voglia di dare le dimissioni da essere umano.
Ho provato una profonda vergogna, un pugno nello stomaco.
Questa scena andrà ad aggiungersi a tante altre in un angolo della mia mente.
Ho aggiornato il file della mia memoria che si chiama: Mai dimenticherò
Sta diventando ogni giorno piu' pesante.


IO VULESSE TRUVÀ PACE

Io vulesse truvà pace;
ma na pace senza morte.
Una, mmieze'a tanta porte,
s'arapesse pè campà!

S'arapesse na matina,
na matin' 'e primavera,
e arrivasse fin' 'a sera
senza dì: "nzerràte llà!"

Senza sentere cchiù 'a ggente
ca te dice:"io faccio...,io dico",
senza sentere l'amico
ca te vene a cunziglià.

Senza senter' 'a famiglia
ca te dice: "Ma ch' 'e fatto?"
Senza scennere cchiù a patto
c' 'a cuscienza e 'a dignità.

Senza leggere 'o giurnale...
'a nutizia impressionante,
ch'è nu guaio pè tutte quante
e nun tiene che ce fà.

Senza sentere 'o duttore
ca te spiega a malatia...'a ricett' in farmacia...
l'onorario ch' 'e 'a pavà.

Senza sentere stu core
ca te parla 'e Cuncettina,
Rita, Brigida, Nannina...
Chesta sì...Chell'ata no.

Pecchè, insomma, si vuò pace
e nun sentere cchiù niente,
'e 'a sperà ca sulamente
ven' 'a morte a te piglià?

Io vulesse truvà pace
ma na pace senza morte.
Una, mmiez' 'a tanta porte
s'arapesse pè campà!

S'arapesse na matina,
na matin' 'e primavera,
e arrivasse fin' 'a sera
senza dì: "nzerràte llà!"
(Eduardo)



























































OGGI


Il tenente Carmelo Canale, collaboratore di Paolo Borsellino, accusato di far parte della mafia, è stato assolto perchè il fatto non sussiste.
Ora c'è l'incriminazione per altri ufficiali, il generale Mori e il capitano De Caprio, sospettati di non aver voluto perquisire il covo di Riina.


Condoleeza Rice si avvia a sostituire la colomba Colin Powell.
Prende forma il secondo mandato di Bush. Previsti altri rimpiazzi.


Il processo a Piero Ricca (chiamo' buffone Berlusconi) in prima seduta il 15 è stato rinviato al 26 novembre p.v.



Il Camilleri che mi piace




 


     Favole del tramonto


     Il pelo, non il vizio



 


In Iliata ci fu un Cavaliere che, in pochi anni, accumulò una fortuna immensa.
Un giorno alcuni magistrati cominciarono a interessarsi dei suoi affari. E cominciarono a piovergli addosso accuse di falso, corruzione, concussione, evasione fiscale e altro ancora.
Arrivarono le prime sentenze di condanna.
il Cavaliere, attraverso i suoi giornali, le sue televisioni, i suoi deputati (aveva fondato un partito), scatenò una violenta campagna contro i magistrati che indagavano su di lui accusandoli d'esercitare una giustizia di parte.
Lui stesso si definì un perseguitato politico. Tanto fece e tanto disse che molti iliatesi gli credettero.
Poi un giorno (come capita e capiterà a tutti), morì.
Nell'aldilà venne fatto trasìre in una càmmara disadorna. C'era un tavolino malandato darrè il quale, sopra una seggia di paglia, stava assittato un omino trasandato.
"Tu sei il Cavaliere?", spiò l'omino.
"Mi consenta", fece il Cavaliere irritato per quella familiarità. "Mi dica prima di tutto chi è lei".
"Io sono il Giudice Supremo", disse a bassa voce l'omino.
"E io la ricuso", gridò pronto il Cavaliere che aveva perso tutto il pelo, la carne, le ossa, ma non il vizio.


Tra i beni di Badalamenti di cui è stato chiesto il dissequestro, c'è anche la tenuta denominata "Dainasturi". Quel nome mi suonava familiare e infine ho ricordato:


l'amaro caso della Baronessa di Carini. Ci fecero anche uno sceneggiato tv.











lunedì 15 novembre 2004

Simpatica iniziativa.


Gli Americani hanno fatto un sito dove raccolgono immagini per chiedere scusa al mondo per l'elezion di Bush. Guardatelo.


gli americani chiedono scusa


 


Serata a cinema... pensavo peggio.










 


 


 


 


 


 


Il film è Shall we dance? che poi sarebbe "Scusi, vuol ballare con me?" di celentana memoria.
Tranquillo filmetto di evasione, garbato, non volgare, ottimi interpreti.
Semiorba tutta la settimana, mi sono rifatta gli occhi con Richard Gere.
Gli uomini invece hanno sbavato tutta sera per lo splendido culo di Jennifer Lopez.
Siamo tornati a casa, con un freddo da tre cime di Lavaredo, a passo di cha cha cha.
Ci hanno guardati con simpatia anche un paio di ubriachi.


hu ma ce n'è anche un altro di shall we dance .....












 


 


 


 


 


 








domenica 14 novembre 2004

SPEAKER'S CORNER


Tutti quelli che vanno a Londra un giro a Marble Arch se lo fanno.
Meta lo Speaker's Corner, dove varia umanità sale su qualcosa (una volta era la cassetta della frutta) e parla di cio' che gli sta a cuore.
Argomenti piu' gettonati: politica e religione.
Si formano vari capannelli e ognuno si sceglie l'oratore che preferisce.
Io pure ho scelto...


Eccolo qua :



ma credo di aver beccato l'unico oratore che non parla.
Non solo, non ho neanche capito che cacchio ci faceva la', se aveva sbagliato posto... davvero non lo so, visto che non rispondeva neppure alle domande e non aveva neanche un cartello.
In piedi sullo scaletto, stracarico di collane, ai suoi piedi una borsa che sembrava contenere un pc. Mah... di questo passo quel posto lo chiameranno dumb's corner.

IL MIO BLOG HA UN MESE



P - Allora, sorellina, auguri... il blog ha un mese!
C - E' vero, è già passato un mese, credevo che mi sarei fermata prima.
P - E invece?
C - E invece lo trovo interessante. Sai, ho ritrovato tanti vecchi compagni di chat, persone con cui avevo passato molte ore a parlare e che hanno fatto un po' di strada assieme a me.
P - Allora lo stai vivendo come una slow chat? Ci ricaschi di nuovo, eh?
C - No, non è la stessa cosa. La chat è un'esperienza conclusa... mi è piaciuta finchè è durata.
P - Se ti piaceva perchè hai smesso?
C - Perchè non sopporto le dipendenze. Alla fine mi sono sentita malata.
P - Dai che paroloni... malata poi.
C - Non solo per questo, ovvio.
Ti ricordi? Un giorno quando ero bambina il nonno costrui' un caleidoscopio, mettendoci dentro di tutto... ali di farfalla, stagnole di cioccolatini, petali di fiori, cristalli piccoli piccoli. Io ci guardai dentro e vidi tante cose bellissime: due giovani abbracciati sotto un chiaro di luna, un giardino pieno di fiori, un tramonto sul mare.
Poi molti anni dopo ritrovai in un cassetto della credenza in campagna quel caleidoscopio e spinta dalla curiosità ci guardai dentro.
Che delusione! Non vedevo nulla di quello che ricordavo, ma vedevo distintamente i cristalli, le stagnole e i quadratini del foglietto a quadretti con cui era stato fatto il caleidoscopio.
Un tempo avrei visto quei quadratini come un pavimento di marmo su cui una coppia danzava un valzer, e invece rimasero solo quadratini.
In fondo è accaduto così con la chat. Alla fine vedevo solo i quadratini del foglietto, la magia era sparita, non c'erano piu' le stelline.
P - Ma eri tu che la vedevi a quel modo, magari per gli altri è diverso.
C - Sicuramente è così. Per fortuna non siamo tutti uguali.
Ma parlavamo del blog. Dicevo che è accaduta una cosa strana: dopo che Wynck mi ha linkata, molti di quelli che conoscevo hanno cominciato a lasciare commenti e frasi di benvenuto e molti avevano un blog e mi hanno linkata anche loro. E così mi sono sentita parte di una comunità. Sarà narcisismo, ma sono contenta quando chi passa di qua legge e lascia commenti. A volte si sviluppano anche discussioni e spesso si ricevono informazioni o ci si passano indirizzi interessanti. A volte mi ritrovo persino nei racconti come personaggio, pensa.
P - Insomma, 'e truvato 'o cche ffà.
C - Essi'... sfotti tu!
P - Confessa che ti ho dato un ottimo suggerimento, piuttosto. Col cappero che lo avresti fatto se non ti davo una spinta.
C - Si, lo confesso. Pero' quando ho cominciato mi è sembrato di fare un salto nel vuoto.
Ho chiuso gli occhi e ... giu'. Pero' adesso mi piace, eh?
P - Allora ne riparliamo tra un anno.
C - Si, tra un anno... sempre che Splinder non tiri prima le cuoia eheheh.

























sabato 13 novembre 2004

PENSIERI OZIOSI DI UN'OZIOSA
ovvero:
Considerazioni sulle code in un pomeriggio con niente da fare.


Mi hanno detto che gli ingegneri creano modelli per le code e ne studiano le variabili.
Riflettendoci, ho pensato che all'IKEA applicano questi principi.
Mi spiego: se si va al mattino le casse aperte sono poche, in proporzione cioè al numero di visitatori.
Di pomeriggio e durante i week end c'è una folla paurosa, ma il numero di casse aperte aumenta in maniera adeguata e il tempo che si passa in coda è sempre lo stesso, mattino e sera. Le code si modellano quindi secondo gli orari. Là pure gli ingegneri sono svedesi, I suppose.
All'Ipermercato invece e non so come gli sia riuscito, questi modelli funzionano esattamente al rovescio. Piu' c'è gente meno casse sono aperte ma ci sono giorni in cui capita di vedere le cassiere stare li' ad aspettare i clienti.
Inoltre le code alle casse per pochi articoli sono sempre piu' lunghe di quelle con molti articoli. Sicuramente all'Ipermercato ci sono ingegneri napoletani.
Sara' na palla, ma mi diverte l'idea che adoperino la statistica per cose del genere.


Forse mi è rimasta dentro la poesia di Trilussa, un divertente sberleffo:


Sai ched'è la statistica? E' 'na cosa
che serve pe' fa' un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che sposa.


Ma pe' me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pe' via che, lì, la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.


Me spiego, da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:


e, se nun entra ne le spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perchè c'è un antro che ne magna due.



















venerdì 12 novembre 2004

L'ALBA IN CAMPAGNA


L'alba in campagna ha sempre qualcosa di magico.
Una notte intera ad ascoltare le conversazioni dei cani, un sonno lieve di poche ore e poi la luce che comincia a penetrare tra le persiane accostate.
Uno sbuffo di vento fresco gonfia le tende e fa venire voglia di alzarsi e guardare fuori.
Un silenzio irreale. Gli uccelli tacciono forse intenti anche loro a guardare.
I cani stanchi della loro performance notturna dormono.
Una nebbiolina leggera avvolge gli alberi e strisce di nubi colorate nella gamma di rosa e azzurri rigano il cielo.
All'improvviso un'esplosione di luce fora il sipario di nubi e il sole schizza fuori dall'orizzonte come una palla elastica e illumina e spazza via la nebbia leggera.
Ma ogni volta che ho provato a fotografare un'alba finisce sempre per assomigliare ad un tramonto.
La fotocamera non riesce a distinguere tra il giorno che inizia ed uno che sta per terminare.
Poi comincia il volo delle rondini che sfrecciano impazzite. Se ne vedono a centinaia e l'aria si riempie di strida. Dopo poco cominciano a lanciarsi verso l'acqua della piscina, a bere o a catturare piccoli insetti a pelo d'acqua e la stessa scena si ripete al tramonto.

Eppure, quanto rumore c'era in tanto silenzio!
Un battere di persiana contro il muro sembra scandire le ore della notte, come un pendolo.
Ascolto il tarlo delle travi, lo scricchiolio dei mobili antichi, rumori che di notte prendono vita.
All'alba sulle tegole il rotolare veloce delle lucertole che cercano per scaldarsi il primo sole.
Il becco di un colombo batte contro i vetri e il gallo, che svegliandosi annuncia la luce.
Il fresco vento del mattino s'infila sibilando nel balcone, gonfiando le tende in uno sbuffo improvviso, facendo danzare i mazzetti di origano appesi al chiodo.
E un gradito profumo di caffè si spande nell'aria, coprendo gli odori di mirto e lentisco, di ginestra e di zolfo tra le viti.

giovedì 11 novembre 2004

GATTO ESPIATORIO


Stamattina mio figlio ci ha comunicato che in questa casa manca un gatto.
A Natale saranno ormai tre anni che Leo ci ha lasciati ed io mi sento ancora orfana e come tutti ho giurato: mai piu' !
Ma la richiesta ha un fine sicuramente poco nobile.
La povera bestia infatti veniva ritenuta colpevole di tutti i pasticci che avvenivano tra le mura di casa e non riuscendo a trovare il vero responsabile, il micio veniva additato, come estrema ratio.
Insomma qua ci vuole un colpevole ad ogni costo.
Se decido di prendere un altro gatto curero' che sia una bestiaccia diabolica, che voli per aria, che faccia una marea di danni, in modo da rendersi meritevole del biasimo familiare.
Non come Leo, il mio dolcissimo micio, terrestre per vocazione (non volava per aria lui), che non ha mai rotto niente ne' salito sui tavoli a rubare cibo.
God has a large zoo.... leggevo su una lapide di un cimitero per cani in Scozia.
Chissà perchè poi hanno scelto l'immagine di uno zoo, che mi fa pensare alle gabbie;
per me non c'è luogo piu' triste.

mercoledì 10 novembre 2004

Don Tano, la beffa del tesoro da restituire


Sul Corriere un articolo in prima pagina, che sicuramente sfuggirà a molti:
Lo Stato dovrà restituire il tesoro di Badalamenti.
I beni del boss furono fatti sequestrare nel 1985 da Giovanni Falcone. Ma per 19 anni (fino alla morte avvenuta ad aprile) non sono riusciti a condannare Badalamenti per associazione mafiosa. La vicenda giudiziaria è stata chiusa con la formula "del non doversi procedere per morte del reo".
Di fatto risulta condannato solo per la morte di Peppino Impastato (primo grado).
Quindi non essendoci condanna, lo Stato dovrà rstituire i beni sequestrati e mai confiscati ai legittimi eredi che ne hanno fatto richiesta.
E questa beffa rappresenta l'ennesima sconfitta al lavoro di Falcone e Borsellino.
Non finiranno mai di morire quei giudici!


http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=BAGA








Shhhhhhhhhhhhhhhh .....



 


 


 


 


 


 


 


 


 








Per quelli che credono che i sogni non si avverino mai
Per quelli che nelle vene non hanno piu’ sangue che scorre
Per quelli che hanno dimenticato le emozioni
Per quelli che hanno paura a provarle
Per quelli che hanno rinunciato alla vita, illudendosi di viverla
Per quelli che hanno rinunciato a inseguire l’alba..


..sstt, fate piano. Lasciamoli in pace. Lasciamoli dormire.

martedì 9 novembre 2004

Richiesto gemellaggio con Venezia



 


 


 


  Acqua alta a Napoli.


 


 


 


A napoli quando piove si aprono piu' strade che ombrelli
(Alessandro Siani)
vabbuo'... pigliammacèlle a rìrere (prendiamocela a ridere)



Occhi bendati


Vi hanno mai bendato un occhio?
Per un po' dico.. è terribile. Ci si trasforma in handicappati gravi di colpo.
Non so fare piu' niente, inciampo nel camminare, sbatto negli spigoli e le cose che voglio afferrare sembrano allontanarsi.


Ovviamente di leggere neanche a parlarne, figuriamoci il pc poi.
Per fortuna dopo il primo giorno il cervello ha cominciato a farsene una ragione e adesso mi muovo agevolmente per casa. Ci vorranno altri 3-4 giorni e torno a rivedere le stelle in stereo.





sabato 6 novembre 2004

Stasera ho voglia di blues...


Un amico se ne va... un altro.
Sai, mi ha detto, domani ho l'aereo per Milano, non so quando torno, vieni a salutarmi?
E così all'uscita dal teatro sono andata a casa sua e abbiamo parlato di tutto tranne di quello che lui voleva, forse.
Pensavo a questo, mentre posavo l'auto nel garage. Ma poi non ce l'ho fatta. Seduta in macchina l'ho richiamato con il cell.
No, non dormiva, stava preparando le ultime cose assieme a Maria.
E così, mi ha detto a telefono quello che non aveva detto quando eravamo di fronte.
E così, domani inizia anche lui il percorso di tante altre persone.... è una guerra... e nonostante l'ottimismo degli articoli di giornale, tanti continuano ad andarsene giorno dopo giorno.
E così, stasera ho salutato un amico e gli ho detto solo arrivederci a presto, io ti aspetto.


E adesso sono qui già da un po' e non mi decido a cliccare Pubblica post.










venerdì 5 novembre 2004

ABOUT SIFOSSIFOCO
(passando attraverso cimiteri, architettura e welfare)


Leggo spesso il blog di Sifossifoco, un toscanaccio della malora che mi strappa sempre qualche risata, ma incuriosita dall'alta audience dei suoi post ho letto qualche commento qua e la'. In pratica il nostro riesce a collezionare la piu' variegata forma di insulti che si possa immaginare e cio' a causa di un cinese in libertà che va scacazzando oroscopi in giro per i blog.
Ma cineserie a parte, a volte le sue considerazioni ne smuovono altre che sedimentavano da tempo.
Il post dei cimiteri mi ha fatto pensare che tutto il mondo è paese in fondo e, almeno in Italia, si possono osservare i medesimi fenomeni descritti dall'autore.
A Napoli il giorno dei morti poi c'è un casino indescrivibile di traffico che paralizza l'intera città, nonostante l'azienda tranviaria istituisca anche linee speciali per raggiungere Poggioreale.
Un esercito di crisantemomuniti muove verso i cancelli, per potere onorare così la memoria dei propri cari.
Quest'anno poi, per aumentare il casino credo, il comune di Napoli ha istituito "La settimana della Memoria", che consiste in visite guidate da esimi prof universitari alla parte monumentale del cimitero, ovviamente proprio in quei giorni.
Itinerari dedicati all'architettura, alla statuaria e alla zona degli uomini illustri.
Infine un interessante itinerario è quello della visita al cimitero dei colerosi (o si dice colerici? boh) e al cimitero delle 366 fosse di Ferdinando Fuga, il primo luogo di sepoltura di Napoli.
Interessante perchè l'opera di Fuga a Napoli rappresenta il primo esempio di welfare, ad opera dei Borboni.
Gli fu commissionata da Carlo di Borbone la costruzione dell'Albergo dei Poveri, che doveva ospitare tutti i poveri del Regno (circa 8000).
Anche la costruzione delle fosse cimiteriali rappresentava la pietas del Re nei confronti dei suoi sudditi. E' sua anche l'opera dei Granili, una sorta di edificio industriale per i granai pubblici, l'arsenale e una fabbrica di cordami.
Ora l'Albergo dei Poveri verrà sistemato (con quali soldi non lo so), lo dicono da decenni ormai, ma nel frattempo durante il sisma dell'80 è crollata un'intera ala.














LA DEPOSIZIONE



Il Boss pentito ex re di Forcella Luigi Giuliano parla di fatti di ventidue anni fa, di un accordo tra camorra e brigate rosse che provoco' la morte di Antonio Ammaturo, capo della squadra mobile di Napoli. E' in aula per testimoniare contro i clan di Secondigliano.


Rispondendo ad una domanda del PM dice: si, li conosco... abbiamo fatto un macello. Con loro ho ammazzato gente, sequestrato persone, siamo stati coinvolti con le BR e questo ha causato la morte di Ammaturo.


Tutto questo fa già parte del fascicolo processuale e pare che uno degli esponenti della camorra avesse offerto rifugio ad uno dei terroristi feriti in casa propria.
Si preannunciano altre rivelazioni che per ora sono coperte da segreto istruttorio.



giovedì 4 novembre 2004

ARAFAT


Stava così bene che ne è morto!


I notiziari dei giorni precedenti erano tranquillizzanti ma forse erano bufale, così come bufala sarà che secondo i medici francesi lui è vivo.


Bush che come sappiamo è sempre il primo sulla notizia ha detto: Dio benedica la sua anima (God bless his soul).


Speriamo che Dio non si distragga a benedire l'anima di Arafat, ma che dia anche un'occhiata al Mossad ed Al Fatah, nun si sa mai che combinano.


Da noi si dice: cu' n'uocchie frije 'o pesce e cu' n'uocchio guarda 'a gatta (controlla il gatto mentre friggi il pesce, un occhio ciascuno).

mercoledì 3 novembre 2004

O' SOLE MIO


Oggi 3 novembre e il caldo non ci lascia.
Di solito ci si va con l'ombrello al cimitero, le calze e il giacchino di lana. Quest'anno invece in toppino e maniche di camicia, vacci a capire!
Stamani c'era un sole da spaccare le pietre, temperatura fissa intorno ai 28°.
Stanno germogliando le piante, le ginestre so' gialle e gli uccelli non se ne vogliono andare, come quei figli che cresciuti, restano in casa ai genitori che non ne ponno piu'.
Due anni fa di questi tempi il mio giardino espresse l'intenzione di andarsene al mare. Fu dura convincerlo a restare, dovette intervenire l'intero condominio.
Ordunque, un fiume di tutto un po' entro' dal retro della casa e ne fuoriusci' dal davanti, tutto trascinando con se', persino il gatto, che bianco candido che era divenne immantinente di un grigio sporco che piu' sporco non si puote.
Ancora oggi si possono notare i segni dell'acqua sui piedi dei mobili, il fiume in piena ci ha lasciati come l'alluvione a Firenze.
Il giardino poi nei giorni successivi mostrava le piante di rosa annegate nel fango, un ibiscus rivoltato a mostrare pietosamente le radici al cielo e tutti i sassetti che prima erano ben ordinatini a perimetrare le aiole, ammucchiati in fondo alla discesa incastrati nella malta che si era ivi formata.
E poi sinceramente sto' sole m'ha stufato e ci avrei un po' di nostalgia per il mio cappottino di cashemirino, comperato ai saldi e se non lo metto come la ammortizzo la spesa?
E invece sto ancora in sandali e vestitino di lino!
Che bella cosa na' jurnata 'e sole!













martedì 2 novembre 2004

SEMPRE I CARTELLI





 


 


 


 


 


 


 


Ora guardate questo.

Si trova su una radice che sporge visibilmente sul percorso aereo intorno alle sequoie.
Ora dico, la radice si vede... è bella grossa. Che bisogno c'era di metterci un cartellino piccino dove si legge (male ma si legge): mind your step (vedite a ro' mettite 'e piere)?
Dite che è umorismo inglese o è imbecillità congenita?
Sincerely yours

SEGNALI E SCRITTE INGLESI


Ho scoperto che il neapolitan language si presta bene a tradurre in maniera concisa l'english language.
A Londra a bordo dei metro' ad ogni apertura di porta e fino alla nausea una voce gentile ripete:
Mind your gap - (accort'o scalino)
a volte la variante è: watch your steps (ca po' è sempe 'a stessa cosa)


per strada sulle strisce pedonali che poi la' non sono strisce:




 


 


 























 


 


 


 


 


 


look right - guarda a ccà



 


 


 


 


 


 























 


 


 



look left - guarda a llà


c'è persino un look both side - guarda a ccà e a llà



nei parchi ci sono i cestini:



 


 


 


 


 


 
































 


 


 


 


 


 


 


 
waste only for dog
- ccà solo mmerda 'e cane


e per finire (questo stava in Scozia pero')



 


 


 


 


 


 


 


 


 
















 ma pensandoci, i vecchi sono un pericolo?
C'è il cartello a triangolo ! Tipo caduta massi, strada scivolosa, neve e ghiaccio ecc...