Nisida

Nisida

venerdì 27 settembre 2013

'O miracolo!

E rieccoci alle apparizioni di santi e madonne.
Stavolta è Padre Pio che appare miracolosamente sulla corteccia di un albero a Secondigliano e tutti vi si recano in pellegrinaggio, gridando al miracolo.
E mai che si vedesse un miracolo utile.
Madonne che piangono sangue, statue che camminano, macchie sui muri che assumono la faccia di Cristo (l'ho visto a Sovana, dietro l'altare maggiore). Mai che scomparissero i tumori o camminassero i paralitici.
Per far tornare la vista ai cecati per fortuna ci pensa la finanza. Altro che miracolo!

Qui un indimenticabile Troisi che parla di miracoli.


lunedì 23 settembre 2013

Venezia e le grandi navi



Grande manifestazione di protesta ieri a Venezia, per bloccare il passaggio delle navi da crociera nel canale della Giudecca. Ieri era previsto il passaggio di ben 13 navi.
I manifestanti si sono lanciati in acqua con materassini e ciambelle, ostacolati dalla polizia in assetto da sommossa. Si è sfiorato il ridicolo, direbbero i cronisti.


La cosa è veramente assurda, c'è un decreto che ne vieterebbe il passaggio, ma pare sia stato condizionato alla ricerca di passaggi alternativi.
Quando ci sono stata io le navi erano solo tre e già allora mi chiedevo perché le navi non uscissero da dove erano entrate.  Forse per consentire ai signori crocieristi di ammirare le bellezze della città comodamente affacciati al parapetto, mentre sfilano sotto i loro occhi piazza San Marco, la punta della Dogana, la chiesa di San Giorgio e via discorrendo.


Ieri ho letto questo articolo su Il Fatto Quotidiano, che chiarisce bene quali sono i rischi cui va incontro la città. Meriterebbe una attenta riflessione.


Venezia non può permettersi il rischio-Schettino

Le manifestazioni contro le grandi navi da crociera che transitano per il bacino di S. Marco a Venezia hanno sottolineato l’urgenza di agire:  le soluzioni sono allo studio ma i tempi sono lunghi e gli interessi in gioco enormi (oltre 400 milioni di euro l’anno).
Così il ministro dell’ambiente Andrea Orlando ha tirato fuori dal cappello una trovata, il “numero chiuso”. Come se far passare, poniamo, solo 100 navi l’anno invece delle 639 che sono approdate nel 2012 fosse una soluzione. Con molto buon senso l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin del Comune di Venezia ha rilevato che l’introduzione del numero chiuso “rischia di procrastinare la scelta definitiva, e di consolarci dicendo che qualcosa è stato fatto. Il problema della grandi navi non ha che fare, come per il Canal Grande, con il passaggio eccessivo di mezzi, ma con l’incompatibilità delle navi con il bacino, perciò che ne passino tante, o un po’ meno di tante, cambia poco o nulla”.
Un incidente che veda una nave da crociera perdere il controllo e andare a schiantarsi contro la punta della Dogana è improbabile. Ciò che importa è che un evento di questo genere è possibile, esattamente come molti altri eventi rarissimi ma effettivamente accaduti, quelli che Nassim Taleb ha battezzato “cigni neri”. Eventi che non sono presi in considerazione perché considerati statisticamente quasi impossibili ma che, ciononostante, si verificano e hanno conseguenze di vasta portata.
La possibile distruzione della chiesa di S. Giorgio o di quella della Salute, l’abbattimento del Palazzo Ducale sono accettabili dalla cultura e dall’opinione pubblica mondiale? Evidentemente no, quindi occorre agire, anche se il rischio è minuscolo: qualsiasi altra scelta, di rinvio o di contingentamento, è inaccettabile.

lunedì 16 settembre 2013

Una mostra da incubo

Quando lavoravo al Cardarelli conoscevo un anestesista che lavorava spesso al Pronto Soccorso.
Una volta mi fece vedere una biglia di acciaio che aveva appena estratto dalla trachea di un bambino; aveva rischiato di rimanere soffocato.
E mi disse che dalla gola, dall'esofago e dagli intestini dei bambini aveva tirato fuori di tutto. Una cosa allucinante!
I medici del Bambin Gesù hanno pensato di raccogliere tutto il materiale estratto e metterlo in mostra in una bacheca in ospedale.
Un fotografo ha pensato di farne delle foto e proporle al Moma di New York.
Dall'incubo all'arte.

giovedì 12 settembre 2013

Peperoncini e feluche

Mio figlio che va in giro per peperoncini fortissimi (quelli calabresi ormai sono stati declassati) è andato alla Fiera di Rieti dove ogni anno presentano tutte le qualità prodotte a livello mondiale, ogni anno sempre più forti. Infatti ci sono gli stand che offrono assaggi per cui si va via senza la lingua.
Quest'anno si è fermato agli stand del Ghana e dello Sri Lanka, dove erano presenti le ambasciatrici di codesti paesi in Italia. Offrivano anche informazioni e suggerimenti per il turismo.
Mio figlio non ha approfondito, pensava da buon italiano che un ambasciatore mica si mette a parlare di peperoncini.
E invece sì; guardando il sito dell'ambasciata del Ghana ha riconosciuto l'ambasciatrice.
Bisogna comprendere, noi italiani non abbiamo idea.
Ve le immaginate le nostre feluche ai banchetti di mozzarella di bufala? Oppure a zappare l'aiuola di piazza della Repubblica, come ha fatto il console statunitense a Napoli?

martedì 10 settembre 2013

'O patapata 'e ll'acqua

Una volta quando c'era il temporale mi piaceva stare dietro i vetri a guardare l'acqua che veniva giù. Mi sentivo al sicuro, anche se lampeggiava.

Ora invece guardo fuori preoccupata e spero che finisca presto, prima che faccia danni alle case o che sfondi altre strade.
E adesso è andata via pure la corrente.
C'o bberìmmo.

mercoledì 4 settembre 2013

Semaforo creativo

Si trova all'incrocio tra via Scarlatti e il ponte di via Cilea, dove sono appena finiti i lavori. Il semaforo si trovava sul ciglio del marciapiedi ma è stato spostato all'interno, giusto dietro al lampione stradale.
Perché noi alla viabilità c'abbiamo i geni, sapevatelo!





martedì 3 settembre 2013

Real Time

Ho saputo di recente dell'esistenza di questo canale, Real Time ed ho anche saputo dell'enorme interesse che incontra un programma chiamato "Ma come ti vesti?"
Lo conduce una coppia di buzzurroni (lui, tale Enzo Miccio, è peggio). Essi scelgono una befana inguardabile, vestita con abiti da cassonetto, truccata a cesso peggio dei puttanoni della Domiziana e dopo averla adeguatamente sbertucciata cominciano a rivestirla con pseudovestiti da sartoria, costringendo alle fatiche di Sisifo intere squadre di visagisti e parrucchieri.
In finale il risultato non sembra migliore del precedente, anzi. Pare accentuarsi in maniera piuttosto sadica il ridicolo cui viene esposta la malcapitata befana.
Ma non è questo il punto, ciascuno fa le figuremmè che si merita. Il punto è che molti matrimoni, anche di giovani, stanno scricchiolando in maniera sinistra, in quanto la sera le fanciulle sequestrano i telecomandi e si godono la vista che ho testè illustrato, tra le minacce raccapriccianti dei mariti che non risparmiano epiteti sanguinosi diretti alle loro metà, tra i quali quello di "gallina" è il più riferibile.

lunedì 2 settembre 2013

Radicali liberi

Così Giacinto Pannella detto Marco, coadiuvato dal banana, uccise un partito morto.