Nisida

Nisida

mercoledì 23 febbraio 2011

OSPEDALI DOPO I TAGLI

Capita, di martedi, di essere rimandati a casa dal pronto soccorso dopo un'emorragia perchè in nessun ospedale napoletano esiste un urologo di notte.
Capita di doversi ripresentare al mattino seguente alle 8 e beccarsi un codice verde, con un'infermiera (una sola) in accettazione al pronto soccorso che deve far tutto lei, dalla compilazione della scheda fino al portare la barella nell'area del colore previsto.
Capita che si incappi in un urologo che minaccia sfracelli a tutto il personale mentre dalle barelle in astanteria si alzano alti lamenti. Nel frattempo gridando e sbattendosi, ordina una sfilza di esami che vengono fatti abbastanza rapidamente.
Capita di essere ricoverati in accettazione del pronto soccorso dove sembra di stare all'aeroporto di Capodichino in pieno esodo agostano (sostituire i carrelli bagagli con le barelle, tutte rigorosamente in fila per due).
Capita che dopo un giorno intero in barella, davanti alla porta di un detenuto guardato a vista da due vigili urbani, si venga trasferiti in reparto alle 18 circa, restando digiuni e morti di fame perchè il rancio era già stato distribuito.
Altra notte in barella e finalmente alle 10 e 30 del mattino successivo si conquista faticosamente un letto.
Fatta la diagnosi, decidono un intervento. Ma il tracciato (senza relazione) del pronto soccorso non sembra conforme e si decide di rinviare a dopo la relazione che deve essere fatta da un cardiologo che sta in altro reparto e che deve farlo in consulenza. 
Salta così il venerdi e il cardiologo non si scomoda nè di sabato nè di domenica, finchè si decide di far intervenire la direzione sanitaria, dato che l'emorragia non cessava. Siamo a lunedi.
Cazziatone per tutti e il cardiologo accompare. Il lunedì sera intervento.
La somministrazione dei pasti meriterebbe un capitolo a parte. Al signore del letto a fianco, diabetico, portano pollo con patate.
L'altro signore, febbre a 38,5, interpellato dalla sorella al telefono su cosa avesse mangiato risponde: un piatto di pasta e ceci. La sorella risponde: jà, nun fà 'o scemo. E in effetti non aveva tutti i torti. Non si da pasta e ceci ad uno operato ai reni, credo.
In tutto questo bailamme bisogna però elogiare il personale del reparto, che accorre appena si chiama e che cerca di aiutare chi è in difficoltà, anche e soprattutto in piena notte. 
E non dimentichiamo di ringraziare questo governo ladro, che taglia 200 posti letto al Cardarelli e cancella in un colpo solo tutta la pediatria, annullando un reparto di pediatria oncologica dove da molti decenni si curavano bambini e dove c'era anche una scuola che seguiva i lungodegenti. 
Il primario del reparto l'anno scorso ha iniziato uno sciopero della fame, occupando il reparto, ignorato da tutti.
“Dicono che siamo improduttivi – diceva sbalordito – Noi operiamo soltanto tre volte alla settimana, ed ogni anno riusciamo a garantire circa 650 interventi, una cifra elevatissima".
Oggi mi hanno detto che è morto, non so se sia vero.


lunedì 14 febbraio 2011

ST. VALENTINE DAY

E qui ci sono le reliquie, nella chiesa di S. Maria in Cosmedin.
Ma non se le fila nessuno, tutti intenti a fare la fila per infilare la mano nella Bocca della Verità.



HORROR DE' NOANTRI

Questa è la volta che mettono le tende da sole e gli infissi di alluminio al Colosseo.

Manifestazione al palazzo di giustizia di Milano. Reclutate velone e nonne della De Filippi. Ma questa poveraccia non ce l'ha una famiglia?

Maroni: è la caduta del muro del Magreb, l'EU non ci aiuta. Si scopre poi che l'aiuto è stato rifiutato.

Un delinquentucolo sfotte la polizia italiana grazie al vecchio puttaniere: sono il fratello di Ruby. Ma papi non telefona in questura.

Anche Teheran nel caos, cortei a sostegno della rivolta nei paesi arabi. Attendiamo analogo sostegno per l'Italia. Se non ora, quando?

Capisci di politica tu? No? E allora v.f.c. Le due sanremine esprimono la loro opinione sulla manifestazione di ieri. Notevole il pensiero di madame Clooney.

venerdì 11 febbraio 2011

SE NON ORA QUANDO?


Il 13 febbraio in piazza: 'Il tredici febbraio io...'

Contributo della scrittrice Raffaella R. Ferré per la mobilitazione  "Se non ora quando?" del 13 febbraio

Mi sveglio, mi pettino e allo specchio mi trucco. Vado veloce e mi porto avanti coi compiti della giornata, il tredici febbraio è domenica ma io lavoro lo stesso: le mie precarie occupazioni non conoscono giorni di festa; faccende e responsabilità ataviche che mi obbligano a mettere in tavola laboriosi piatti ne sanno ancora meno. La mia flessibilità, l'autonomia, esiste solo nei salotti televisivi: il tredici febbraio io che raccolgo i capelli e trucco gli occhi sono una donna che assolve alla sua prima mansione, io non stacco mai, sempre pronta, sempre duttile e disponibile, sempre carina, sempre attenta.
In questo giorno che cade e divide a metà il mese più corto, nel mio Paese 150 anni fa unito e tanto frammezzato e diviso sformato io sono una madre e una lavoratrice in cassaintegrazione, una scrittrice e un'impiegata. Sono, nell'ordine, una commessa e una ricercatrice, una femminista e del femminismo non so niente. Sono una minorenne marocchina e una precaria recidiva, io sono un'universitaria e una casalinga, e mi prendo tempo, lascio la spesa a metà, afferro la borsa.
Il tredici febbraio io porto per strada la mia rabbia come un cane senza guinzaglio, non giudico, non appartengo ad un partito o all'altro e non tollero: non sono agnello tra i lupi, né lupo travestito da agnello, non mi sottometto né agito la mia sottomissione come una spada. Il tredici febbraio io rinuncio alle file di denti da far brillare, al corpo teso da offrire come tangente, al piatto di pasta che mi faccia perdonare, sciopero anche la mia tranquilla forza lavoro pagata poco e male, smetto persino di sentirmi sprecata e costretta nell'angolo di una dicotomia che mi vuole pentita prostituta siliconata o grezza vergine slavata ma sempre femmina, sempre io, in fondo.
Il tredici febbraio io mi dimetto, mi licenzio. E al ruolo di efficiente, silenziosa, furba bellezza da pubblicità, io abdico. Il tredici febbraio io scendo in piazza.
 

Queste parole della giovane Raffaella saranno lette in piazza domenica 13 febbraio a Roma dall'attrice Isabella Ragonese.
Anche a Napoli manifesteremo, a piazza Matteotti, ore 10,30.

mercoledì 9 febbraio 2011

DELIRIUM TREMENS

PresDelCons: Farò causa allo Stato.
Leoluca Orlando (IdV): Il premier è ridicolo perché dice di voler fa causa allo Stato, quindi anche a se stesso.
Affermando che ha chiamato la questura per liberare Ruby, allo scopo di evitare un incidente diplomatico, è come se pensasse che gli italiani siano tutti degli imbecilli".

E questa non gliel'ha suggerita Ghedini.


venerdì 4 febbraio 2011

JUICY SALIF

Perchè questa foto mi fa pensare all'inutile spremiagrumi di Philippe Starck?
Finirà anche Marysthell esposta al MOMA di N.Y. ?




UNA PICCOLA STORIA IGNOBILE

Accade a Fossalta di Piave in Veneto
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Solito problema di refezione. Una famiglia senza soldi non può pagare la quota mensile di 50 € e le maestre a turno rinunciano al loro pasto in favore della bimba. Sembrerebbe tutto risolto; e invece no. Il sindaco leghista non ci sta e scrive una lettera alla direttrice in cui specifica: “Si sottolinea che il personale (della scuola, ndr.) non può cedere il proprio pasto senza incorrere in un danno erariale per il comune di Fossalta di Piave”.
In cosa consista questo danno erariale non è dato sapere. Intanto la direttrice ordina che la piccola se ne vada a casa alle ore 12 e non più alle 16.
Le maestre devono pure stare zitte perchè rischiano provvedimenti disciplinari.