Nisida

Nisida

martedì 29 giugno 2010

IL GRANDE VOLO

Non ho mai guardato il Grande Fratello e Taricone l'ho conosciuto a cinema e nelle fiction televisive. Non mi era simpatico ma ho guardato interessata il percorso che stava facendo per venire fuori dal personaggio della casa. Aveva coraggio, e non parlo del buttarsi col paracadute, lo fanno in tanti fanatici e non giudico quelli che si danno agli sport estremi, nel tentativo di dimostrare qualcosa, a se stessi o agli altri poco importa.
Il coraggio di volere caparbiamente sfondare e per fare questo accettare ruoli che in un certo senso mettevano un po' in ridicolo quel machismo su cui 'o guerriero aveva fondato la sua fama.
Il coraggio di perdonare la donna che amava e la scoperta del ruolo di marito e padre.
Questo io ricordo di Pietro Taricone, anche se mai avrei pensato di dedicargli un post.
Ma stamattina al risveglio, quando ho saputo che non ce l'aveva fatta, qualcosa mi ha toccata dentro e sono veramente dispiaciuta.
Curiosamente, ho sentito esprimere sentimenti analoghi in giro per strada e per negozi. La gente è sinceramente dispiaciuta per la morte di un uomo giovane, che tutto si aspettava forse, tranne che schiantarsi al suolo.
E poi c'è l'altra campana, quelli che dicono che se l'è cercata, che chi si butta col paracadute sa che cosa rischia, che pure la moglie è una testa di cazzo, visto che s'è buttata pure lei dallo stesso aereo.
E che sono disturbati da tanto clamore, dai servizi dei TG, dalle lacrimevoli condoglianze per un attore che forse non era nessuno, mentre c'è chi muore in silenzio mentre lavora per guadagnarsi qualche soldo, a quelli nessuno li ricorda.
La gente perbene, quelli che mai farebbero jumpee jumping e deltaplano e che neanche si affacciano al parapetto per paura delle vertigini, quelli che oggi stanno dicendo: è muort' comm'a nu' strunzo.........   quelli che la sera spiavano la casa del Grande Fratello, amministrano contabilmente anche la loro compassione.

giovedì 24 giugno 2010

NON MI TOCCATE CHE PUNGO

Una bella giornatina oggi. Incontro ravvicinato con una pala di ficodindia che mi ha ridotta a un puntaspilli. Ho passato il pomeriggio a spiumarmi dalle spine, una per una, invisibili e con l'uncino.
E per aggiungere il resto, i vestiti quasi del tutto ricoperti delle medesime spine.
Avevo approfittato della insperata giornata di sole per fare qualche foto alla flora autoctona e il ficodindia era ricoperto di fiori gialli e arancio, uno splendore. Mi ha fregata il close up e giù a pancia sotto per il declivio, a macchinetta in alto in salvo. Una volta ho salvato una telecamera allo stesso modo, ma stavo guadando l'Alcantara che all'improvviso mi si spalancò sotto i piedi che pareva la fossa delle Marianne.
Archiviata la giornata, per stare tranquilla, mi sono piazzata davanti alla tv con l'idea di vedermi per la centesima volta Colazione da Tiffany. Com'era bella Audrey e dopo tanto tempo non ha perso il suo fascino.
Ma il maledetto Hotbird ha deciso di tirarmi il bidone. Le sere precedenti toccava a raiuno, in coincidenza con la partita, ma stasera il dispettoso satellite ha deciso di occuparsi di raitre.
Per spiegare l'arcano, qui non c'è ancora il digitale terrestre (e chissà che succederà quando ci sarà), c'è l'analogico che schifa raitre e altre reti random e così il cognato ha fatto la furbata di piazzare la parabola, con l'unico effetto di vedere quello che vuole il satellite.
Consoliamoci, tra poco finisce la mia detenzione in campagna.
Il bilancio è più o meno in pareggio. Ho raccolto, denocciolato e marmellato un albero di amarene, fatto quantità industriali di biscotti, sgusciato e arrostito nocciole che giacciono in vasi di vetro, in attesa di essere trasformate in biscotti e tortine, raccolto le patate novelle e i piselli che sono stati immantinente surgelati.
L'orto ormai ridotto a landa desolata ci aspetta la prossima volta per le produzioni estive.
E meno male che non sono nata contadina io.

domenica 20 giugno 2010

MO' VENE NATALE

Partiti da Napoli con un caldo pazzesco, siamo stati a Roma per qualche giorno e anche lì pareva una fornace, tanto che il figlio boccheggiante ha deciso di installare i climatizzatori. La camera da letto in particolare sembra una sauna e dormire con le finestre aperte vuol dire essere deliziati per tutta la notte dal vicino viadotto.
Inutile dire che c'è stata la repentina invasione delle zanzare, cosa che si è ripetuta anche a Soriano, benchè la temperatura qui sia tutt'altra cosa.
Cielo nero e pioggia a tratti, un freddo pungente e un vento impetuoso, che fa stormire e torcere i pioppi e che porta l'odore di fumo di legna bruciata. Ma ci avete mai fatto caso a quanto casino faccia un pioppo?
Intabarrati con felpe e maglioni e babbucce ai piedi, siamo precipitati in autunno e manca solo che si accenda il camino. Il quale camino è stato scelto per farci il nido da chissà quale bestia. Infatti abbiamo tirato fuori mucchi di paglia e rami in quantità tale, neanche fosse stata una cicogna a scegliere il comignolo.
Al nostro arrivo, nel patio, abbiamo trovato piume in quantità ma nessuna traccia di uccellini, segno che vi si era consumata una tragedia. L'estate scorsa avevamo visto un grosso gatto aggirarsi a passo felpato tra l'orto e il giardino.
La D.M. qualche anno fa se la vide brutta perchè un gatto selvatico era entrato in casa e lui senza accorgersene aveva chiuso la porta. Il gatto tentò di fuggire arrampicandosi sui vetri, urlando e soffiando e la D.M. riuscì a spalancare l'altra porta, aprendogli la via di fuga.
Ancora ci sono sui vetri i solchi lasciati dalle unghie dell'animale.

 

sabato 19 giugno 2010

LA MUNNEZZEIDE

Anche qui nella Tuscia non si sta quieti. Il comune di Soriano nel Cimino, premiato come Comune virtuoso da Brunetta, ha deciso di attuare la raccolta differenziata. Per fare ciò ha subito fatto sparire i cassonetti per la raccolta dell'indifferenziato, comunicando tramite manifesti in piazza i giorni della raccolta. I cittadini dovranno andare a ritirare i sacchi da utilizzare per il ritiro porta a porta.
Ovviamente era troppo semplice, per cui hanno deciso che queste date sono variabili, a seconda dei mesi.
I sorianesi però sono sparsi tra valle e monte in tante case isolate e molti sono anche non residenti fissi (come noi) e infatti la prima cosa che è accaduta è che il cognato s'è portato la monnezza a Roma. Molti altri invece sono andati in macchina fino a Vignanello, il comune limitrofo e lì hanno abbandonato la loro indifferenziata.
Al comune di Vignanello se ne sono accorti, perchè la monnezza è aumentata in misura esponenziale, mano mano che si faceva il passaparola, ed ora hanno problemi con lo smaltimento della monnezza d'importazione.
Risultato: non sappiamo ancora cosa ce ne dobbiamo fare della monnezza.

Nel frattempo in paese stanno organizzando la sagra del cinghiale e i soliti, bardati in costume medievale, con tanto di cotta in maglia metallica, stanno massacrando i tamburi da un paio d'ore.
Quasi quasi stasera si va a dare un'occhiata alla ricerca di qualcosa di commestibile.
CAMPAGNA, COMM'E' BELLA 'A CAMPAGNA

Abbiamo riavuto l'Alfa, funziona e abbiamo anche avuto la fortuna di trovare il meccanico più onesto di tutta la Tuscia. Con la modica spesa di 90 euro, compreso il piglia e porta in officina, ha riparato la pompa, rifatto il collegamento, messo l'additivo nel serbatoio (dice che così non si rifà la melma) e che Dio ci aiuti.
Adesso proviamo ad andare alla Coop, che qui ci sono rimasti solo i piselli.

Ieri infatti ho provveduto alla raccolta nell'orto e dopo un'oretta buona mi sono rialzata con la schiena in due. La terra ha il brutto difetto di essere bassa e un contadino con lo sgabello non si è ancora visto.
Cotti i piselli e surgelati quelli soprannumerari, abbiamo cucinato un'ottima pasta e piselli, con abbondanza di cipolle, cosa vietata quando c'è il pargolo.
Però è vero, noi si guarda la campagna con occhi da cittadini per poi scoprire che le piante fanno un po' come gli pare.
Sul ciglio del fossato sono cresciuti in fila ordinata una serie di gigli di Sant'Antonio, ovviamente mai piantati, bianchi e profumatissimi.
Dove c'era l'anno scorso una piantagione di borragine, solo trifoglio a perdita d'occhio.
Le ciliege se le sono mangiate tutte gli uccelli e a testimonianza che erano cresciute ci hanno lasciato i noccioli debitamente appesi ai piccioli.
L'albicocco è diventato stitico, ha prodotto solo tre frutti che sono pure caduti acerbi.
L'unica consolazione la pianta di amarene. Non ho capito perchè agli uccelli non sono piaciute e così le ho raccolte, lavorate e prodotto un barattolo e mezzo di marmellata. Stamattina a colazione quando l'ho assaggiata sul pane fresco mi sono commossa. Non ricordavo più il vero sapore delle amarene, quelle che mangiavo dall'albero quando diventavano trasparenti.
E adesso sto rompendo i gusci di una quintalata di nocciole, residuo della raccolta dello scorso anno, con l'intenzione di farne biscotti.
E intanto piove, il cielo è nero nero, fa nu' friddo 'e pazze e pure gli uccelli tacciono.
E pensare che a Roma ci siamo squagliati dal caldo.
Insomma una finta d'estate che ci ha fatti fessi per poi tornare all'autunno.
E ci eravamo pure portati i costumi, fanculo.

giovedì 17 giugno 2010

E DULCIS IN FUNDO ...... S'E' SCASSATA 'A MACHINA

Terminati i lavori forzati a Roma, stamani ci accingevamo agli ozi sorianesi. Ovviamente non avevamo fatto i conti con l'Alfa, la 155, che dopo aver fatto gas, ha deciso di inchiantarsi seduta stante.
La D.M. ha detto che era la pompa della benzina, quella che risucchia la melma dal serbatoio, io ho pensato che molto semplicemente, era finita la benzina.
Trovandoci in un'area di servizio, abbiamo messo ben 5 euro di benzina, ma niente da fare, la maledetta non è partita.
Ora verrebbe da chiedersi cosa c'entri la benzina in un'auto a gas; bene, c'entra, perchè la nostra 155 prima parte a benzina e poi passa a gas e qui finì la storia.
La D.M., socio ACI, chiama il carro attrezzi ma incappa in un'operatrice di call center diversamente abile e non udente. Insomma non capiva quello che diceva la D.M., pretendeva il numero del km in cui ci trovavamo e alla fine ci ha informati che la nostra auto non esisteva. Urli e madonne varie sembravano sortire l'effetto, ha detto che ci sarebbe arrivato un sms con i tempi di arrivo del carro attrezzi. Ovviamente niente sms.
Riprovo io, sperando di essere più fortunata e infatti ho ridato le informazioni e il giovanotto ha completato la richiesta, visto che la diversamente abile l'aveva lasciata sospesa. Arriva l'sms e subito dopo un altro che avvertiva che l'arrivo del carro attrezzi era previsto per le 14,20 (esattamente un'ora e mezza dopo).
Armati di santa pazienza abbiamo atteso fiduciosi, ingollando due tramezzini per fortuna decenti.
Alle 14,30 arriva il mezzo e il conducente ci dice che hanno ricevuto ben tre chiamate in contemporanea (non ci è mancato niente). Mette su l'auto e ci accompagna fino a casa, scaricandola in giardino.
E lì giace per ora, in mezzo alle rose.
Domani si vedrà il da farsi, cercheremo un meccanico che verrà a vederla e siamo già preparati ai tempi biblici del paese.

mercoledì 16 giugno 2010

QUESTO LO CONOSCIAMO, NEVVERO?

Un rospo nero che sognava de diventà Leone.

Un giorno…
Un rospo nero che sognava de diventà leone:
sali sullo scanno dell’azienda der padrone,
e spiego all’assemblea, che lui non ce stava!
“ Io sono er difensore del Parlamento, della legalità,
della Patria, der sociale e della Costituzione ! “
“ Nun posso permette che l’Italia diventi un regno”
Spiegava er rospo fattosi Leone.
“Da adesso in poi, se deve mette in chiaro,
che le leggi, le leggine, i sotterfugi e i decreti,
nun passino senza ‘na democratica discussione
in seno ar partito, al parlamento e all’opposizione.”

Er padrone…l’ascortava e se la rideva dietro i denti
“Parla parla, poi ce penso io, a prenne li provvedimenti”
Disse rivorto ar rospo, che se voleva fa’ leone.

Er caimano gran surtano se mise de buzzo bono.
Sulli schermi e sui fojetti quotidiani de famiglia,
er surtano, radunò li capi bastone e la squadriglia.
Co’ le minacce, l’avvertimenti e quarche epurazione,
fece arivà er messaggio ar rospo che se voleva fa’ leone.

Er risurtato de tutto questo farso parapiglia,
è che alla prima legge votata sulla regia fiducia,
er rospo se scrollò dar groppone la pelle de leone,
calò le brache, vortò le spalle al RE, se mise a pecorone..
e affonnò pe’ sempre, er sogno de diventà Leone.
 
(da sinistra-etica.il cannocchiale.it)

giovedì 10 giugno 2010

RIEPILOGANDO .....

(ANSA)- ROMA, 9 GIU -''La Costituzione e' molto datata. Si parla molto di lavoratori e quasi mai di impresa''. Lo ha detto Berlusconi alla Confartigianato. Il premier, nel suo intervento, si e' soffermato a lungo sull'importanza di aggiornarla, attraverso la revisione dell'articolo 41 della Carta. Per Berlusconi l'Italia e' tra i paesi europei in cui e' piu' difficile fare impresa e questo e' dovuto ''alla cultura comunista che dagli anni '70 dominante, che guarda con sospetto gli imprenditori''.


(ANSA) - ROMA, 8 GIU - ''Ho detto alla Protezione Civile di non andare per ora in Abruzzo. C'e' pericolo che qualcuno possa sparare''. Lo ha detto oggi Berlusconi. Il premier e' intervenuto sull'accusa di mancato allarme per il rischio terremoto avanzato nei confronti della Protezione Civile da parte della magistratura abruzzese. ''E questo perche' - ha chiarito Berlusconi - potrebbe avvenire che se uno ha qualche familiare morto sotto le macerie e ha una mente fragile magari gli puo' venire in mente di sparare''.


in foto lo striscione esposto su un balcone a L'Aquila

concludendo:
Un giorno di ordinaria eversione

mercoledì 9 giugno 2010

ANALFABETISMO ANDATA E RITORNO

Stamattina tornando a casa mi sono fermata a comprare ciliege. Erano belle rosse e ne ho preso mezzo chilo. Costavano 2,50 euro e quindi ho dato al giovanotto 1,50 euro, aspettandoi il resto che non veniva.
Allora ho sollecitato il ragazzo (età apparente 20-22 anni) a darmelo ma mi ha guardato smarrito. Ha detto che ne aveva fatto mezzo chilo e non riusciva a capire che mi doveva dare 25 centesimi. In un primo momento ho pensato male, credevo che ci stesse provando a fregarmi il resto.
Ma ha chiesto aiuto al giovanotto della bancarella attigua che gli ha fatto l'operazione e così mi ha dato i 25 centesimi.
Giuro che sono rimasta stranita. I vecchi analfabeti la prima cosa che imparavano era fare di conto, magari firmavano con la croce ma i numeri li sapevano fare.
Figuriamoci cosa accadrà nell'era dopo Gelmini, sono seriamente preoccupata.

sabato 5 giugno 2010

IL DESTINO SIAMO NOI

Dalla rubrica di Massimo Gramellini su La Stampa di oggi.

Nelle guerre moderne, ciò che fa più paura al potere sono le immagini. Non le parole, slombate dall’uso: «marea nera», «disastro ecologico». Le immagini. Non per niente la Bp ha fatto di tutto perché non fossero diffuse. L’uccello marino che galleggia ricoperto di un liquame fondente che sembra cioccolato, ma un cioccolato che uccide. La tartaruga di mare che si trascina esausta sulla sabbia con lo stomaco intasato di «super».

Il pellicano incatramato che risiede in Louisiana da molto prima che ci arrivassero i petrolieri e si dibatte condannato a morte dallo stress che gli ha distrutto il sistema immunitario per sempre. Lo squalo spiaggiato, così feroce e nobile anche nella sventura. Il paguro che osserva sospettoso una goccia marrone. E il pesce tamburo che nel marrone ci sguazza senza speranza. Derive di un’apocalisse. Poi l’occhio casca inesorabilmente sui due pulcini d’airone abbandonati nel nido in mezzo alle sterpaglie. Aspettano qualcuno che non torna.

Li guardo e vengo assalito da pensieri vendicativi che non condivido e che potrei rozzamente riassumere come un acuto desiderio di incatramare personalmente tutti gli esseri umani che per avidità hanno costruito le condizioni di questo scempio. Stavolta nessuno può dare la colpa al destino o alla natura matrigna. Stavolta il destino siamo noi. Domani l’emozione evaporerà e nuove immagini irromperanno nel luna park dei media. Ma io quei due pulcini non li lascerò volare via dalla mia testa. Me li incollo sul cuore, come una promessa.

altre foto qui

venerdì 4 giugno 2010

DIALOGO SI, DIALOGO NO (la terra dei cachi)

L'assassinio di monsignor Luigi Padovese, presidente della Conferenza episcopale turca e vicario apostolico dell'Anatolia, ucciso ieri a coltellate nel giardino della sua casa.dal suo autista, Murat Altun che dice di aver avuto "una rivelazione divina", ha fatto dichiarare a papa Benedetto XVI che "non può essere attribuito alla Turchia e ai turchi" e " non deve oscurare in alcun modo il dialogo con l'Islam".
Sono le parole nette pronunciate da Benedetto XVI nella conferenza stampa in aereo, durante il viaggio a Cipro.

Peccato ci sia qualcuno, nella Chiesa, che non condivida il pensiero del pontefice.
Il Vescovo di Benevento infatti, ritiene che Maometto sia stato " un colossale impostore, un imbroglione che sapeva muoversi bene, specie con le donne dalle quali, se ricche, ricavava grandi utilità economiche. Con terminologia attuale una specie di lenone o gigolò" e che a differenza del Papa ritiene che non ci sia possibilità di dialogo con l'Islam :" oggi no, poi domani vedremo, ma il bilancio della visione post conciliare da questo punto di vista é negativo".
Con tanti saluti alla "Pacem in terris".

mercoledì 2 giugno 2010

LA SANITA' QUESTA SCONOSCIUTA

Sono passati diversi giorni ed ho un po' trascurato il blog, ma mi sono sentita veramente da schifo.
Alla vigilia della ripartenza per Roma, sabato mattina mi sono alzata al mattino con un orecchio dol orante che nel corso della giornata è progressivamente peggiorato e al pomeriggio mi sono ritrovata con la febbre a 39. Curiosamente l'orecchio interno non era interessato, era solo il padiglione auricolare che è diventato a dimensione di orecchioni e relativa infiammazione delle parotidi.
Chiamata la guardia medica e il giorno dopo anche un medico, entrambi hanno diagnosticato una reazione allergica, dovuta presumibilmente a puntura d'insetto. Si supponeva persino un edema di Quinck.
Ovviamente io l'insetto non l'ho visto nè sentito.
Cura prescritta: una fiala di Farganesse che mi ha fatto dormire tutto il giorno e dopo un'ora una di Bentelan 4 mg.
A seguito di tutto ciò, la glicemia è salita a 300 e il lunedì mi sono presentata dal medico di famiglia che a sua volta mi ha inviata d'urgenza dall'otorino, dicendo che avevo una osteocondrite, infezione e infiammazione della cartilagine e che dovevo prendere un antibiotico dedicato.
A quel punto è stato inevitabile precipitare nel girone dantesco del Cardarelli, dove ho atteso in sala la visita dell'otorino, tra gli infermieri espertissimi di slalom tra i pazienti, bene attenti a non rilasciare la minima informazione agli astanti.
Raggiunto finalmente l'ambulatorio dell'otorino, mi è toccato attendere in piedi fuori alla porta, da sola, perchè si entra accompagnati solo se minorenni. Ho bussato e chiesto al dottore come mai stavo ancora là fuori e mi ha risposto che aspettavamo l'infermiere, che aveva già provveduto a chiamare.
Inutile dire che l'infermiere non si è presentato ed io ho chiesto educatamente al medico se poteva almeno darmi una sedia. Allora si è sciolto l'arcano. Mi ha detto che da quando un collega è stato accusato di aver messo le mani addosso ad una signora, loro visitano solo in presenza dell'infermiere.
Mi sono sentita davvero ridicola e per uscire da questa situazione gli ho proposto di visitarmi a porte aperte, en plen air o addirittura nel corridoio in mezzo alla gente che passava tra barelle e lettighe.
Forse si è sentito ridicolo pure lui e così mi ha dato una veloce occhiata all'orecchio, ha confermato la diagnosi del medico di famiglia, mi ha prescritto un po' di schifezze, mi ha consegnato il bollettino di versamento di 25 euro per il codice bianco del triage e saluti e baci.
Io mi sto chiedendo da giorni dove andremo a finire.
Tutti presi a difendersi da eventuali attacchi, i medici perdono di vista il rispetto che devono alle persone che stanno male.