Nisida

Nisida

mercoledì 30 novembre 2005

SANTO SUBITO
È guarito Victor, il bambino di sei anni malato di cancro che tre mesi fa ricevette la benedizione di Papa Benedetto XVI durante la Giornata mondiale della gioventù a Colonia. Dopo la benedizione ed una chemioterapia, scrivono i quotidiani popolari tedeschi «Bild Zeitung» e «Express» l'ultima visita medica ha rivelato che Victor non ha più il tumore.
Perchè non fa un giretto nelle varie divisioni di oncologia pediatrica dei nostri ospedali?
Chissà la sanità tedesca come sta messa.

RUINI TODAY EVERYDAY
«Le coppie miste di cattolici e musulmani - scrive Ruini - che intendono formare una famiglia, alle difficoltà che incontra una qualsiasi altra coppia, devono aggiungere quelle connesse con le profonde diversità culturali e religiose». Per questo la Cei invita i sacerdoti a «sconsigliare» o comunque «non incoraggiare questi matrimoni».
Torniamo al “mogli e buoi dei paesi tuoi” e scordiamoci la globalizzazione
.

INCARTATI
La Chiesa non può ammettere «al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay».
Se poi l'omosessualità di un giovane si rivelasse solo «un fenomeno transitorio, come quello di un'adolescenza non ancora compiuta», i responsabili devono verificare che tali «tendenze» siano state superate «tre anni prima dell'ordinazione diaconale».
E per quelli già ordinati cosa fare? «Queste ordinazioni sono valide, e i sacerdoti che scoprono la propria omosessualità dopo l'ordinazione sacerdotale devono realizzare il proprio sacerdozio vivendo in castità».
Non so se sono io che non ho capito niente e se sono loro ad avere le idee confuse. Ma un prete non ha l’obbligo della castità? E che sia omo o etero a questo punto che differenza fa? Non fa e basta, no?
Perchè poi la tentazione c’è per tutti, omo e etero che siano.
Ma non fanno prima ad abolire il celibato dei preti così come stanno facendo con la faccenda del “limbo”?
E tutti quei preti pedofili americani (circa duemila) lo erano prima o lo sono diventati dopo gli ordini?
Secondo me si stanno incartando. 
Oppure fanno come la Nike dei guanti di mio figlio: mèttene 'e mmane annanz'.

martedì 29 novembre 2005

CUBI, ASCENSORI E CHIACCHIERE

In questi giorni c’è stata una bella querelle sul Corriere del Mezzogiorno.
Si parla del monte Echia e della costruzione di un eventuale ascensore che dal Chiatamone porti a Pizzofalcone.

Il prof Cesare de Seta dice che l’idea era sua e che nessuno glielo ha riconosciuto. Offeso, manderà quindi in regalo agli assessori il Galateo di Monsignor della Casa.
L’assessore Amedeo Lepore ricorda a de Seta che l’idea era venuta all’ufficio tecnico del Comune. Un poco incazzato contraccambia con due tomi: il quarto libro sul libero arbitrio di François Rabelais e gli Esercizi di stile di Raymond Queneau.
Rocco Papa, assessore e vicesindaco distingue tra progetto di massima (de Seta) e progetto esecutivo (Benedetto Gravagnuolo). Scocciatissimo, invia La vita è tutta una questione di stile di Bukowski.
Fossero stati pescivendoli si sarebbero affrontati a colpi di poisson sur le visage, ma essendo raffinati intellettuali questi signori si pigliano a libri in faccia.
Io per mio conto tirerei a tutti loro una copia di “Molto rumore per nulla” di Shakespeare.

Come tutti i napoletani sanno, chiacchiere e tabbacchère ‘e lignàmme ‘o banco ‘e nàpule nun l’impegna, quindi tutto questo parlare è aria fritta, anzi, visti i contendenti. direi che è pura accademia.

Morale della favola: il Comune non tiene un soldo per Monte Echia.
Ma i soldi per costruire un’altra “opera d’arte” a piazza Plebiscito, per allietare le feste natalizie dei napoletani, quelli sì che ci sono.
L’artista americano Le Witt piazzerà davanti al palazzo Reale “cubo di cemento”, opera per cui necessiterà un cantiere fino al 18 dicembre. E credo, dopo, un altro cantiere per levarcelo di torno.

lunedì 28 novembre 2005

VIAGRA PER TUTTI

Era da tempo che non sentivo nominare Tiziana Maiolo, che ora è assessore alle politiche sociali al Comune di Milano.
La signora si è intenerita per l’istanza avanzata da alcuni pensionati settantenni, i quali non si divertono piu’ a ballare il liscio e a giocare a bocce perchè hanno scoperto che il Viagra è meglio.
Insomma, meno campi di bocce e piu’ Viagra, magari offerto dal Comune perchè il Viagra costa caro, circa 9 euro a pastiglia. Mi chiedo quanti ne consumano al mese questi arzilli pensionati.
Ma come capita spesso in questi tempi grami, il ridicolo è bipartisan.
Gianni Occhi, capogruppo del PRC dice: Proporrò uno stanziamento a favore dei consultori per acquistare Viagra da distribuire gratis agli anziani. Almeno 500 mila euro. Il Viagra ha un costo spropositato - insiste - e un pensionato non può permetterselo. Meglio che ci pensi il Comune, così si evita il ricorso al mercato clandestino.
Oh bella questa. E visto che siamo d’accordo, perchè la cocaina no?
Io un’idea me la sono fatta. Qua nessuno ha parlato di possibili effetti collaterali. Parecchi vecchietti in giro per il mondo ci hanno già rimesso le penne, ma questo nessuno lo dice.
Non è che stanno pensando semplicemente a sparagnare sulle pensioni?
Nel frattempo l’assessore Maiolo ha radunato circa 300 anziani in una sala del Circolo della Stampa e ha detto: «Parliamo sempre di migliorare la vita di chi è avanti con gli anni ma la vita è anche quella cosa lì, che è importantissima». Standing ovation dei presenti.
Storace si è messo a sghignazzare, mentre la Maiolo è diventata ad honorem assessore dell’emergenza Viagra. Formigoni non si è sentito. Aspettiamo di sentire Ruini, tanto lui mette becco su tutto.

domenica 27 novembre 2005

TOILETTE D'AUTORE



Girando per pub e birrerie capita di vedere spiritosi cartelli e simili illustrazioni.
Questo si puo' ammirare al Frank Malone di Via Bonito.

INVETTIVE & GHIASTEMME
Da antiquum breviarum neapolitanum

Il dialetto napoletano è prodigo di invettive e ghiastemme varie.
Qui di seguito ve n’è un discreto assortimento che potrà essere usato liberamente nel corso della prossima campagna elettorale. Augurate pure a chi vi sta sulle palle quanto piu’ vi aggrada.
Anche io ne attingero’ a piene mani.
Chi ne avesse altre le comunichi. Il post verrà aggiornato.

Mazzate, paliatòni e guaje
Puozz’avè ‘na petriàta dint’a nu vico stritto e scuro ca nun sponta (lapidazione e tumulo tutto assieme)
T’aggia vedè ‘ncoppa ‘e grare ‘e na chiesa cu ‘a mana aperta (all’elemosina)
T’hanna fa’ a capa rognole rognole (mazzate in testa e tanti bozzi)
T’hanna accìrere pe scagno e nisciuno adda passà nu guajo (l’assassino resta sconosciuto)
T’hanna accìrere e nun t’hanna pavà (morire senza indennizzo)
Te puozze sazià ’e turreno ‘e campusanto (mangiare la terra, seppellito)
T’aggia fa cacà l’uva, l’aceno e ‘o streppone (devi pagare tutto)
Se n’ha da perdere ‘a semmenta (non dovrai avere discendenti)
Puozze ciuncà ‘e mmane (paralisi alle mani)
Puozze passà nu’ guajo niro (un brutto guaio)
Te pozzene magnà ‘e cane
A Maronna t’accumpagna ‘ncoppa ‘a sagliuta, ogne passo na’ caruta

Vari modi per dire “devi morire”
Puozze schiattà
Puozze sculà
Puozze murì ‘e subbeto
Puozze jettà ‘o sanghe
Puozze avè na funa ‘nganna (impiccato)
Puozze passà p’a loggia ‘e Genova (era un passaggio obbligato sulla via del cimitero)

Augurare un malanno
Te pozza afferrà nu pànteco
Te pozza venì nu’ riscenzièllo

I voltagabbana – chi ci ricorda?
‘O turco fatto cristiano vo’ ‘mpalà a tutte chille ca jastemmano (il turco convertito nel sacro furore vuole impalare tutti i bestemmiatori)

Non ci mancherà (sapete chi)
A chiàgnere ‘o muorto so’ làcreme perze

sabato 26 novembre 2005

MA NON STIAMO ESAGERANDO?


Questa mattina sono uscita per comperare un paio di guanti da portiere al pargolo, che i precedenti li ha sfasciati. Ovviamente lui gioca in porta, essendo 1,90 e passa e quando assume la posa da cristo in croce copre quasi tutto lo specchio della porta, come Toldo insomma.
Ho girato un po' di negozi di articoli sportivi e alla fine ne ho presi un paio della Nike, quelli piu' spartani, che ce n'erano di tutti i tipi, compreso quelli con le dita semiingessate per evitare che si smerzano all'indietro a quelli che hanno forma semisferica pronti ad accogliere il pallone.
Porto a casa l'acquisto e lo consegno. Il pargolo si precipita a scartocciare e dopo pochi minuti odo una risata omerica provenire dalla sua camera.
Ridendo mi porta le istruzioni per l'uso dei guanti e leggo:


Attenzione. La pratica di sport di contatto come il calcio puo’ causare gravi infortuni e anche la morte. L’equipaggiamento protettivo, inclusi i guanti da portiere, non elimina ogni infortunio, ma puo’ se indossato correttamente, prevenire alcuni infortuni e ridurre la gravità di altri. Controllare sempre prima dell’uso che l’equipaggiamento sportivo sia aderente al corpo e privo di difetti e segni di usura. In caso di difetti non utilizzare i guanti. Qualsiasi modifica apportata ai guanti da parte del consumatore puo’ alterarne le proprietà protettive.


Ma che ho comprato oggi, una bomba a mano?

FATTI E MISFATTI



Ieri abbiamo fatto lo sciopero generale ma Berlusconi ci fa sapere che tanto non serve a niente e poi non si porta piu’, non è piu’ di moda.
Casini invece con un orecchio appizzato dice che bisogna ascoltare la piazza e allora S.B. si mette le dita nelle orecchie.
Lui da quell’orecchio non ci sente, lo sappiamo.




Peter Brabeck, Presidente della multinazionale Nestlè, si fa stampare i fogli dei tetrapak sovrapponendo lo scritto e così l’ITX finisce nel latte (e chissà in quanti altri prodotti: succhi di frutta, passati di verdura, panna da cucina, besciamella etc. etc.). Che geni.
Poi annuncia al mondo che si erano messi d’accordo con l’UE e con il ministro della salute nostrano sullo smaltimento delle scorte di latte, impegnandosi poi a cambiare sistema. Ma spaventato per la querela annunciata da Storace ritratta e udite udite, dice nientemeno che c’è stato un equivoco: i giornalisti hanno capito male.
Evvabbè, ormai ci siamo abituati, i nostri giornalisti non capiscono mai una cippa quando parla un politico o un industriale.
Capiscono benissimo invece quando la piazza urla un vaffanculo in tutte le lingue conosciute (vedi commento al post DEJA VU).
Il test del DNA sul corpo del legionario seppellito a Melilla ha dato esito positivo. Appartiene ad Andrea Ghira. Quindi è morto e sta sottoterra in Africa. Amen. Resta da capire chi fosse quello che passeggiava per Roma dopo la morte.
La modifica del TFR partirà dal 2008. Una cambiale postdatata posta all’incasso per Mediolanum.
Adriano Sofri, operato d’urgenza sta ancora in sala di rianimazione: prognosi riservata.
Ieri sera a teatro con Albertazzi e Proclemer ci siamo sorbiti il comunicato di sciopero contro la finanziaria, letto e interpretato da Giorgio Albertazzi.
Nel frattempo in tutti i teatri piu’ importanti d’Italia si stava eseguendo in simultanea la Messa da requiem in onore dei defunti fondi per lo spettacolo.
E dulcis in fundo, stanotte ignoti delinquenti sono penetrati nell’ala degli Educandati femminili ai Miracoli, utilizzata dal liceo scientifico Vincenzo Cuoco e hanno vandalizzato ambienti e suppellettili.
Avevo appena fatto a tempo a visitarlo due settimane fa.  Ne ho parlato qui


venerdì 25 novembre 2005

A VOLTE SI RASENTA IL RIDICOLO


Ma a chi verrebbe in mente di partecipare ad un concorso letterario del genere?


                                         ROSSO DI DONNA
come le donne sentono, vivono e raccontano la propria esperienza
del ciclo mestruale e del potere di trasformazione che porta con sé.


L'autrice dell'elaborato vincitore del concorso riceverà in omaggio una
fornitura completa dei prodotti della Bottega della Luna, prodotti naturali
per trattarsi con amore durante il ciclo mestruale, più il diploma di merito
e una copia del libro "Rosso di donna".

E’ evidente l’intento promozionale, ma l’idea di vincere una coppa come questa
non mi sorride affatto.
A quando un concorso “La mia menopausa”?

(Segnalato da Pollymagoo)

THANKSGIVING DAY ..... dalla parte dei tacchini



Quest'anno, grazie all'aviaria ed ai suoi "casi umani" come quello a fianco, forse non c'è stata la solita strage di tacchini per il Thanksgiving.
Per il momento sono sopravvissuti. Si rifaranno a Natale, no problem.
Colonna sonora "I will survive" di Gloria Gaynor, sembra appropriata.
 


 


 


 


 



giovedì 24 novembre 2005

STATEVE 'A CASA


From 1918 Influenza Outbreak  




Insomma, se siete malati statevi a casa, mettetevi a letto finchè non state bene e non affliggete il prossimo andando a teatro e tossendo per tutto il tempo. E soprattutto, starnutite dentro il vostro fazzoletto!!!!
Ce lo dicono fin dal 1918.


ASPARTAME, DOLCE DA MORIRE


Si è svolta oggi a Firenze, presso la Sala Incontri di Palazzo Vecchio, una conferernza stampa per la presentazione dello studio

First Experimental Demonstration of the Multipotential Carcinogenic Effects of Aspartame Administered in the Feed to Sprague-Dawley Rats

L'intero articolo è disponibile gratuitamente online qui:
http://ehp.niehs.nih.gov/members/2005/8711/8711.pdf

Le analisi condotte non sono confortanti: L'aspartame (dolcificante presente in molti alimenti senza zucchero), somministrato a vari dosaggi nel cibo, provocherebbe un aumento statisticamente significativo di linfomi, leucemie e tumori maligni del rene nei ratti femmina e tumori maligni dei nervi periferici nei ratti maschi.
Gli autori dell'articolo che è stato pubblicato questa settimana dalla rivista scientifica peer-reviewed "Environmental Health Perspectives" (EHP), sono:


Morando Soffritti, Fiorella Belpoggi, Davide Degli Esposti, Luca Lambertini, Eva Tibaldi, e Anna Rigano del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni, della Fondazione Europea di Oncologia e Scienze Ambientali "B. Ramazzini" di Bologna.
La EHP è un'autorevole rivista di libero accesso, classificata tra le prime due riviste scientifiche nel settore delle scienze ambientali e fra le prime cinque di sanità pubblica.
Partecipano alla conferenza stampa rappresentanti del Comune di Firenze, della Regione Toscana, della Fondazione Europea "Ramazzini" e della rivista "L'Ecologist Italiano".

I MIEI RICORDI ..... 25 anni fa


Una domenica tranquilla, tutti a casa
mi stavo preparando per uscire, ero in camera da letto.
Un rumore strano mai sentito che risulto' poi essere rumore di vetri che si torcevano senza rompersi. La terra comincio' a tremare e l'armadio spalanco' le ante. Un rumore come un temporale lontano, scricchiolii dappertutto.
Il nonno che guardava la tv la spense con calma, ci fece mettere tutti sotto l'arco del pilastro centrale e sempre con calma spense il gas sotto la macchinetta del caffe' e ci disse di aspettare.
Aspettammo, il tempo si dilatava e la scossa non finiva mai e noi tutti zitti, neanche il coraggio di fiatare. La porta di vetro dell’ingresso, quella interna si apriva e si chiudeva e il lume oscillava come un pendolo. Noi tutti in piedi sotto l’arco del pilastro, ci sembrava di stare su un treno in corsa.
Finita la scossa, sempre seguendo il nonno scendemmo per le scale senza prendere nulla, lentamente, avevamo tutti le gambe che tremavano e ci radunammo sul piazzale con le altre persone che uscivano dai palazzi.

Ricordo che guardavo giu' le luci del lungomare, il mare calmo, la luna e tutti gli edifici, le luci e non riuscivo a credere che tutto fosse rimasto al suo posto. Mi aspettavo un mare di macerie forse.
Per me era come se fosse crollato l'universo intero.
Di quella sera ricordo questa assoluta calma, il silenzio di noi tutti che obbedivamo alle brevi indicazioni del nonno e la sensazione di trovarsi su un treno in corsa su cui è difficile stare in equilibrio. E la paura, una paura viscerale, qualcosa di atavico.
Duro' un minuto ma a me sembro' un'eternità. Allora pensai che l’avevamo scampata e che forse in altri posti non erano stati così fortunati.
Allora le comunicazioni non erano facili, i telefoni non funzionarono piu’ e ci furono solo i radioamatori a mantenere i contatti con i paesi isolati.
Eravamo sul piazzale dove sistemammo delle auto e ci ricoverammo vecchi e bambini. Cominciammo a vedere file di auto cariche di persone che lasciavano la città diretti alle seconde case. L’autoradio dava scarne notizie, si comincio’ a parlare di qualche decina di morti, l’epicentro in Basilicata.
Era ormai mezzanotte e i miei decisero di tornare in casa a prendere dei generi di conforto, coperte, cognac e biscotti. Era tutto a posto e così dopo un’ora tornammo in casa per sentire la tv che annunciava probabili scosse di replica. Ce n’era già stata una verso mezzanotte ma quasi non ce n’eravamo accorti, impegnati a sistemare bambini e anziani. Crollai sul divano vinta dalla stanchezza e dall’emozione che mi aveva spezzato le gambe.
Alle 5 del mattino mi svegliai con la sensazione che il pavimento ballasse di nuovo. Ecco, pensai, adesso le lo sogno pure il terremoto e continuai a dormire.
Il mattino dopo cominciarono ad arrivare le notizie vere ma ancora scarne. E nel corso della giornata sapemmo che interi paesi erano stati distrutti ma ci vollero molti giorni per capire la vera portata del disastro.
A Napoli era crollato un palazzo a Poggioreale dove morirono 53 persone. Molte abitazioni del centro storico furono dichiarate inagibili e molte strade transennate e così rimasero per moltissimi anni.
Il freddo improvviso dopo quella domenica inspiegabilmente caldissima complico’ le cose e rese piu’ difficoltosi i soccorsi. Una gara di solidarietà inizio’ a far affluire al sud vestiario invernale, roulotte, generi di prima necessità.
Ci mettemmo in lista in Prefettura per trasportare le roulotte nei centri colpiti del cratere e ricordo un viaggio verso Calitri, sotto la neve, dove ad un certo punto la strada era spaccata in due e passammo mettendo tavole di legno. Arrivati in paese trovammo il sindaco, seduto ad un tavolino nella piazza, che smistava gli aiuti e consegnava ricevute di quello che avevamo portato.
E poi Pagani, Conza, San Mango, Mirabella Eclano. Una cucina da campo montata in fretta e furia per preparare un pasto caldo in quel gelo. E l’esercito che continuava a scavare e tante bare e alla fine mucchi di calce viva. E poi il seguito lo vedevamo in tv, l’attacco di Pertini che visitava le popolazioni colpite, la dignità di chi aveva perso tutto. E’ dura ricordare, scrivere è come rivivere quei giorni e i ricordi affiorano vivi, anche quelli che credevo cancellati.
Giorni fa ne parlavo a mio figlio, gli raccontavo che il giorno dopo avevamo fatto il giro della città per vedere se c'erano ancora i luoghi a noi familiari, ma spiegare il terremoto a chi non lo conosce è cosa inutile. Solo quando lo hai sentito il terremoto non lo scordi piu', non puoi. Un terremoto non si racconta, lo si vive.
E continui a vivere per anni tremando se passa un bus e vibra il pavimento e guardi subito verso il lampadario per vedere se si muove.


E speri di non vederlo piu' nella tua vita, ma quando in tv vedi che è accaduto ancora in un'altra parte del mondo, quelle montagne di macerie, quella gente che scava con le mani nelle pietre, le bare che non bastano piu', allora ricordi nei minimi particolari quello che ormai fa parte del tuo vissuto.

mercoledì 23 novembre 2005

FATE PRESTO



ANDY WARHOL
New York, 1981



Colpito dalla prima pagina che Il Mattino fece all'indomani del terremoto, Andy Warhol creo' l'opera "FATE PRESTO" destinata alla collezione Terrae Motus di Lucio Amelio, che si trova ora nella Reggia di Caserta.


Così Lucio Amelio (Napoli 1931-1994) gallerista napoletano di notorietà internazionale, amico personale di molti artisti contemporanei, ebbe l'idea di creare a Napoli un cantiere work in progress sul tema del terremoto.
Dal 1980 arrivarono a Napoli artisti da ogni parte del mondo, di fama consolidata e giovani destinati ad emergere in futuro, e videro con i propri occhi la tragedia di Napoli e dell'Irpinia. Ciascuno di loro realizzò un'opera segnata dall'espressione di quei giorni.

Nella foto vediamo Warhol nella fase del montaggio dell'opera.

martedì 22 novembre 2005

ANNUNCIAZIONE


Vorrei segnalare un nuovo blog di Gabriella Bianchi: 

http://www.23novembre1980.it/

Sono passati 25 anni dal terremoto dell’Irpinia e in attesa delle commemorazioni che andranno regolarmente in onda domani, con le sfilate di politici e addetti ai lavori, in questo sito possiamo leggere di persone vere, dei loro destini, dei ricordi che appartengono solo a loro, persino un file audio dove la natura fa sentire la sua tremenda voce.
Per non dimenticare, ma anche per far conoscere a chi non c’era, a chi non l’ha vissuta, quella terribile esperienza.

L’UTERO E’ MIO E LO GESTISCE RUINI

E’ iniziata con grande clamore l’offensiva alla legge 194/78.
Il Cardinale Ruini ha proposto di inviare nei consultori, esponenti anti-abortisti di Scienza e Vita (quelli che si sono opposti al referendum sulla procreazione assistita). Ne è stata fatta richiesta al Ministro della Salute Francesco Storace il quale si è dimostrato favorevole.
Lo stesso Storace quando era governatore del Lazio aveva già provveduto a chiudere una ventina di consultori, provocando file spaventose in quelli rimasti aperti.
Il neo segretario dell’Udc Lorenzo Cesa chiede una commissione d’inchiesta sulla sperimentazione della pillola abortiva Ru486 e sull’applicazione della legge 194 (inizia la campagna elettorale all’insegna del “Dio lo vuole”).
Poi c’è l’obiezione di coscienza o forse sarebbe piu’ corretto chiamarla obiezione di convenienza.
Nel 2003 i ginecologi che avevano obiettato erano quasi il 58 per cento, con punte del 68 in Lombardia, del 77 in Lazio, dell'80,5 in Veneto. Per non parlare di anestesisti (quasi il 46 per cento) e paramedici.
Nell’articolo dell’Espresso a firma di Chiara Valentini si parla di una relazione del Ministro della Salute da cui risulta che gli aborti in Italia, in controtendenza, sono aumentati di 4500 unità (ma non preoccupatevi, sono le straniere) e che stanno aumentando in maniera non controllabile anche gli aborti clandestini (anche qui non preoccupatevi, sono le donne del Sud).
La relazione del ministro parla di 20 mila casi, stimati, figuriamoci quelli reali quanti sono.
Mettendo assieme tutti questi dati risulta evidente la connessione: obiettori in ospedale e “cucchiai d’argento” nelle cliniche private. Perchè altrimenti avversare e boicottare la Ru486?
E non parliamo qui del dramma di una donna (e perchè no anche di un uomo) che deve decidere con sensi di colpa di cui mai riuscirà a liberarsi, cosa fare del figlio che aspetta.
Tutto cio’ mentre i Giuliano Ferrara parlano come se l’aborto fosse un’automedicazione, come di una specie di contraccezione liberamente praticata nel nostro Paese.
Ma che ne sa Ferrara di queste cose, lui che palesemente soffre di impotentia coeundi? Con l'aggravante di Anselma Dall'Olio.

lunedì 21 novembre 2005

DEJA VU  (Per soli uomini)

«Alle donne del nostro Paese mica gliene frega niente della politica. Lo vedo quando sono a cena alle tavolate con gli amici. Loro, gli uomini, mi sollecitano a parlare di politica. E loro, le donne, quando succede si annoiano a morte e cercano di parlare d’altro».
Carlo Giovanardi, ministro dei Rapporti con il Parlamento, Corriere della Sera, 19 novembre

Avete capito? Questi parlano di politica come se parlassero di calcio, nelle tavolate tra amici, tra una barzelletta sporca e l'altra. E si lamentano pure che le donne si scocciano.

ma vaffanculo, va'

domenica 20 novembre 2005

LA DEVOLUTION DEI PESCI



Nell’ambito culinario i nomi di pesci variano da regione a regione e spesso sorge qualche equivoco nell’interpretazione corretta.
Ad esempio i famosi lupini del naufragio della Provvidenza dei Malavoglia, per noi napoletani sono le arselle, una specie di vongola senza corna di costo inferiore.
Infatti tutti i nostri studenti che affrontano Verga di “malavoglia” quando si parla dei lupini credono che essi siano tornati al mare da cui provenivano.
Sempre riguardo ai frutti di mare, ricordo la faccia schifata di una mia amica milanese quando parlavo di linguine con i datteri. Non avendoli mai visti in vita sua, credeva che fossero i frutti della palma.
Per fortuna ne condividono solo l’aspetto ma nel frattempo sono stati vietati perchè i pescatori abusivi facevano saltare intere scogliere per raccoglierli. I datteri infatti vivono e crescono bucando gli scogli calcarei.
In Liguria poi la gallinella è il pesce capone, da noi chiamato cuoccio, mentre da noi la gallinella è lo stinco di maiale.
Ricordo un campeggio in Sardegna dove ho imparato che il merluzzo al nord si chiama nasello, il cefalo si chiama muggine e la spigola è il branzino. In Francia essa viene chiamata loup de mer e si favoleggia che lungo le coste vada a caccia di topi. Un’altra leggenda metropolitana vuole che le sarde si nutrano di cadaveri per cui a Napoli il costo delle sarde è irrisorio, anche un euro al kilo, perchè la gente non le compera. Io poi mi chiedo dove li trovano questi cadaveri le sarde. Forse dalle parti di Lampedusa puo’ accadere, con tutti gli sbarchi e i CPT.
Ma spesso si fa una grande confusione con i nomi perchè ad esempio il tordo pavone che in Campania chiamiamo marvizzo in Calabria si chiama perchia che invece è un altro pesce.  

Poi c’è il mio pescivendolo che mette nomi random (ad capocchiam) sul bancone di vendita.
Lui chiama indifferentemente ricciole la lampuga e il pesce stella.
Ovviamente ce ne accorgiamo, la differenza è nel prezzo, tutto qua. La ricciola viene venduta al costo del pescespada.
Spesso ribattezza merluzzo la musdea  e il luccio a beneficio di chi non conosce i pesci. Quando gli obietto che sono pesci diversi mi dice: signo’, ma tènene ‘a stessa carne. 

sabato 19 novembre 2005

CALENDARIO ROMANO 2006


In tema di calendari di maschi io ero rimasta a Raoul Bova, appeso in cucina.
Ora invece scopro che ci sono anche i preti bonazzi, schiaffati su un calendario come una qualsiasi velina.
Credevo fosse uno scherzo e invece ho controllato,
sono regolarmente in vendita qui.
Sinceramente non so se ridere o schifarmi.

POMERIGGIO KAFKIANO


Oggi ero in ospedale per vedere un dottore che conosco. Mi aveva detto di attenderlo fuori alla sala operatoria del reparto. Come capita di sovente i tempi in sala operatoria slittano e il medico tardava ad uscire.
E allora curiosavo in giro, come mio solito.
Il reparto è nuovo e pulito ma come capita da noi, la bolgia è di default. Pile di scatoloni di rifiuti speciali aspettavano che li portassero via, carrelli spinti dal personale facevano un discreto traffico.
Diverse persone erano sedute e attendevano notizie dei congiunti in sala operatoria. I genitori di un ragazzo ancora “sotto ‘e fierre” cercavano un po’ di consolazione e così mi hanno raccontato l’incidente del figlio con tutti i particolari di cronaca.
Mentre li rassicuravo all’improvviso si aprono le porte dell’altro complesso operatorio e ne esce una signora sorridente alquanto attempata appoggiata ad un bastone e a noi che la fissavamo allucinati fa: scusate, a ro’ sta’ l’ortopedia? Nonostante le domande che le abbiamo fatto non siamo riusciti a capire come ci era finita nel blocco operatorio né da dove fosse entrata.

E sempre nello stesso ospedale c’è un vecchio amico (80 anni) operato d’urgenza al colon, l’ho saputo proprio oggi e sono passata a trovarlo.
Ha chiacchierato per due ore, mi ha raccontato tutto quello che gli è accaduto e aveva una luce negli occhi, felice di avercela fatta ma soprattutto felice che avevo trovato il tempo per vederlo.
Non avrei mai pensato che un così piccolo gesto avesse tanta importanza per una persona.
Piccole cose senza prezzo.

venerdì 18 novembre 2005

FRATELLI D'ITALIA PRECARI

Si sa che in Italia non c’è nulla di piu’ definitivo del provvisorio.
Ora abbiamo scoperto che avevamo un inno precario che si è provveduto a sanare con apposita legge.
Uguale uguale ai precari della scuola.

LA MAZZARELLA DI SAN GIUSEPPE

emblema della confraternita di san giuseppeSpesso a Napoli si sente dire la frase “nun sfruculià ‘a mazzarella ‘e San Giuseppe” che ha assunto il significato di “non dare fastidio, non sfottere”.
In un secondo momento questa frase ha assunto un significato scherzoso, ma in origine esso era letterale.
Era conservato a Napoli un avanzo del bastone di San Giuseppe, una reliquia giunta dall’Inghilterra nel secolo XVIII e custodita in una cappella dal cantante Grimaldi nel suo appartamento alla Riviera di Chiaia al palazzo Como.
Il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, mentre di fronte alla chiesa si disponevano le bancarelle con le zeppole, Grimaldi esponeva alla venerazione dei fedeli e della corte la reliquia che conservava gelosamente.
Era pero’ costretto a farla sorvegliare da un servitore perchè non era facile tenere a bada i fedeli che per vandalismo o fanatismo cercavano di portarsi a casa un poco di mazzarella.
Chi allungava le mani verso la reliquia infatti veniva ammonito con “nun sfruculiate ‘a mazzarella ‘e San Giuseppe”.
Oggi si ritiene che quel che resta della mazzarella sia conservata assieme al mantello del santo nella chiesa di San Giuseppe dei Nudi a San Potito.

mercoledì 16 novembre 2005

ANIMALI O.G.M.

Neanche gli animali sono piu’ quelli di una volta.
In auto in tangenziale ci sbuca davanti un topo (zoccola) inseguito da un gatto. Ci attraversano la strada a freccia e il pargolo che guidava è riuscito a non mettere sotto nessuno dei due. Cose che capitano una sola volta nella vita.
Un mio amico invece in Corsica ebbe un frontale con un maiale. La mini ne usci’ malconcia ma il maiale era pronto per la porchetta.
Ieri poi nella mia cucina c’erano i due passeri che beccavano tranquilli il pangrattato della parmigiana appoggiata a raffreddare sul tavolo. Al solito io entro e loro escono e qualche giorno ci sarà una collisione in volo. Poi si piazzano sui fili del bucato e aspettano per rientrare..
Ma questa è da Guiness. Io chiamai i pompieri per salvare un merlo sull'albero a Via Luca Giordano. Si, sull’albero. Neanche i pompieri mi credevano, richiamarono ben due volte sul cell. Un merlo si era impastoiato e avvolto stretto stretto come una salsiccia nel nastro magnetico di una cassetta audio sciolta, lanciata sui rami da qualche imbecille. Il povero merlo pendeva dal platano come una palla di Natale, pero' starnazzava e oscillava e si insalsicciava ancora di piu’. Era un merlo maschio. E rideva tutto il quartiere, pure i pompieri quando arrivarono. Che giornata!!!
Peccato che non avevo la digitale, allora.

martedì 15 novembre 2005

I NOSTRI POLLI A TESTA ALTA


A Napoli ieri 14-11 si è tenuta una manifestazione della Coldiretti a Piazza Plebiscito. Si distribuivano carni di pollo cotte e uova per dimostrare la sicurezza delle carni e delle uova allevate in Italia.
Un allevatore ha bevuto coraggiosamente un uovo crudo davanti alla telecamera; siamo in attesa di ricevere sue notizie, la salmonellosi è come la maledizione di Montezuma, non perdona.
Qualche giorno fa un'intera scolaresca è finita al Santobono per un’arista di maiale fetente. Altri se la sono scampata perchè gli insegnanti hanno avvertito la puzza proveniente dalle vaschette. 
Inoltre alla fine di ottobre sono state sequestrate diverse partite di polli provenienti dalla Cina, passate alla dogana regolarmente. E per una partita intercettata, chissà quante ne sono passate, grazie alle ben note connivenze.
La psicosi che è insorta nella popolazione è stata alimentata bovinamente dai mezzi di informazione che non si sono resi conto del danno che stavano procurando all’industria.
E il fatto di aver instaurato l’obbligo dell’etichetta con i dati di provenienza delle carni non ci ha tranquillizzati affatto. Se c’è bisogno di un’etichetta allora il problema esiste, non ci vuole mica tanto a fare due + due. Per quel che valgono le etichette poi....
Per quanto mi riguarda è da molte settimane che non consumo carne di pollo e l’uso delle uova in casa mia è stato molto limitato. Ovviamente neanche creme di pasticceria, pasta all’uovo ecc.
Per il seguente motivo: i polli e quindi le uova in questo periodo vengono trattati con alte dosi di antibiotico a scopo preventivo, quindi noi assumiamo antibiotici in maniera indiretta e questo non ci fa mica tanto bene.
Ovviamente nessuno ci toglierà la possibilità di mangiarceli lo stesso in futuro, trasformati in farine zootecniche da dare a mucche e pesci e in carni macinate inserite in preparazioni di cibi pronti precotti e surgelati.
Mica li volevate buttare tutti quei polli?

LO SPETTACOLO DI BRUNETTA


(ANSA) - ROMA, 13 NOV - Il taglio in Finanziaria del Fondo unico per lo spettacolo era una cosa sacrosanta, dice Renato Brunetta (FI), consigliere economico di Palazzo Chigi. Quel taglio - ha aggiunto - era una necessita', ma alla fine si e' fatto marcia indietro. Avremmo dovuto dire che per quest'anno il contributo scendeva del 40% e che per l'anno prossimo non ci sarebbe stata una lira. I soldi per fare cultura si destinano alle scuole e per acquistare libri, non a chi detiene l'egemonia culturale.

Ovviamente gli egemoni culturali sarebbero i soliti comunisti.
E’ evidente che l’unica cultura che questa destra becera riconosce è l’acquisto di libri scolastici.
Tutto il resto è considerato uno spreco.
Questo in Italia, dove abbiamo 12 analfabeti su 100 (
fonte ANSA), ha una sua logica: un paese di ignoranti e analfabeti si governa meglio.

LA FIDUCIA E' UNA COSA SERIA


Fra le tante leggi approvate da questo governo chiedendo la fiducia ce n'è una approvata nel 2004 che autorizza il Parlamento a tagliare i fondi alle Regioni.
La Corte Costituzionale ha dato ragione alle 4 amministrazioni che avevano sollevato questione di legittimità di numerosi punti della manovra: le Regioni Toscana, Campania, Valle D'Aosta e Marche.
La Corte ha accolto parzialmente i ricorsi. La Consulta - si legge nella sentenza scritta dal giudice Franco Gallo e firmata dal neoeletto presidente Annibale Marini - ribadisce innanzitutto il principio per cui "le norme che fissano vincoli puntuali relativi a singole voci di spesa dei bilanci delle Regioni e degli enti locali non costituiscono principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica" e "ledono pertanto l'autonomia finanziaria di spesa garantita" dalla Costituzione. (fonte Repubblica)
Questo vuol dire che c'è la speranza che una buona metà delle leggi fatte dal governo suddetto possano essere dichiarate incostituzionali.
Sarà dura per quello che verrà, come farà a turare tutte queste falle?

lunedì 14 novembre 2005

INTERVISTA AL CUOCO


Come si capisce che la maionese è impazzita?
Quando comincia a promettere una casa a tutti quelli che non ce l'hanno.


(Dario Vergassola, nella lista nera del Cavaliere, sul libro di Bruno Vespa)

IL VICO DELLE FATE ALLA SALITA DEI MIRACOLI


Questa mattina, non tenendo che fare, ho preso il metro’ e sono scesa al Museo. Un poco di strada a piedi e mi sono diretta ai Miracoli, un quartiere in salita da cui si vede l’osservatorio di Capodimonte.
Volevo visitare la chiesa di Santa Maria dei Miracoli che prima si chiamava della Provvidenza e gli annessi ex Educandati Femminili, un edificio enorme costruito a quadrilatero con al centro il giardino e il chiostro.
Ci si arriva anche attraverso i Vergini che al mattino sono sede di un mercatino.
Tra queste due zone, Vergini e Miracoli e la via Foria, c’è una sorta di dogana silenziosa. Prima di immettersi sulla via i ragazzi in motorino si fermano e indossano il casco. Questo perchè nel loro quartiere “non è permesso” circolare col volto coperto e a tale regola si sono adeguati anche “i falchi”.
Dalla via Miracoli si arriva alla piazza e lungo la via si incontrano nomi di strade suggestivi come Vico delle Fate a Foria oppure Via dei Crociferi che fa pensare a chi porta una croce.
Da un piccolo giardino nella piazza si giunge al Largo Miracoli, dove si trovano le porte della chiesa e degli educandati.
Il monastero fu creato per le fanciulle rifiutate da altri conventi perché prive di dote e in seguito ebbe il compito di istruire e fornire una dote alle ragazze appartenenti a famiglie povere.
Attualmente un’ala dell’edificio degli Educandati è stata assegnata al Liceo Scientifico Vincenzo Cuoco e altre scuole vi verranno presto trasferite..
Al ritorno sono passata per i Vergini, ho curiosato per le bancarelle e alla fine ho comperato degli ottimi merluzzetti da fare in frittura alla modica cifra di 5 euro al chilo. Erano squisiti.

domenica 13 novembre 2005

CANDELE

Foto by Angel Hernandez

Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde e vivide.
Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.
Non le voglio vedere: m'accora il loro aspetto,
la memoria m'accora il loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.
Non mi voglio voltare, ch'io non scorga, in un brivido,
come s'allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.


Costantino Kavafis

sabato 12 novembre 2005

OGGI 12 NOVEMBRE


Nel secondo anniversario della strage di Nassirya Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha consegnato ai parenti delle vittime la Croce d'onore.
Ma tra i congiunti è stata esclusa, per l'ennesima volta, Adelina Parrillo, la compagna del regista Stefano Rolla, uno dei due civili italiani morti nella strage di Nassiriya.
Adelina Parrillo chiedeva di entrare nella Sala delle Bandiere per assistere alla cerimonia ma è stata tenuta fuori "non avendone titolo", dal momento che lei e Rolla non erano sposati.
La sua protesta si trascina da tempo, ma non ha avuto alcuna risposta: "Guardate come trattano la moglie di uno che chiamano eroe", ha detto stamattina.
Al TG3 ho visto questa donna vestita di nero in lacrime, fuori dal Vittoriano, circondata da forze dell'ordine.
E' mai possibile che nessuno abbia potuto fare almeno una deroga a questa inflessibile legge?
Neanche questo c'è tra i poteri del Presidente della Repubblica?

STASERA IN FUNICOLARE


Dopo il teatro risaliamo con la Centrale e spesso si finisce a conversare con altri spettatori abituali del Mercadante.
Si parlava di Porta a Porta e di come Bruno Vespa fosse ieri sera sull'incazzato nero, dovendo ringraziare Celentano se un posto lo avrà ancora, anche se cambia il governo.
Un distinto signore ha fatto notare che uno che ha fatto ben 3 (tre) trasmissioni a traino di RockPolitik non ha il diritto di rizelarsi. Se l'è cercata.
Si, ho detto io, ha fatto come certi automobilisti a Napoli, che si infilano nella scia di un'ambulanza che corre.


Esattamente, ha detto il signore.

giovedì 10 novembre 2005

DIALOGO TRA UNA PROFESSORESSA E UN "NON SO"


Cessate le ostilità alla Moratti, incartato e portato a casa il dito medio della Santanchè e sbaraccati i licei in vista delle feste natalizie, gli studenti si preparano al gran ritorno in classe.
Cercano però di organizzare una trattativa e preparano la piattaforma rivendicativa. Contattano anche il preside che sembra parzialmente consenziente, ma chiede che anche i prof siano d’accordo.
Vediamo quindi i nostri fieri giovani eleggere il deputato all'incontro e poco ci manca che debbano ricorrere al sistema della paglia piu’ corta.
Dopo lunghe e laboriose valutazioni decidono chi immolare e il prescelto parte, lasciando il gruppo dei compagni sullo sfondo che ci ricorda il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo.
Cercherà di agganciare la prof piu’ tosta della scuola, italiano e latino, per capirci. Una buona strategia, sa che gli altri seguiranno a ruota.
Nel lungo corridoio il barricadero e la docente si vengono incontro alla maniera di Eastwood e Volontè in Per un pugno di dollari e sembra quasi di sentire la musichetta in sottofondo. Giunti vis a vis il giovanotto dice: prof, posso parlarle un momento? Certo, risponde severa la signora, ma non nel corridoio.
Cominciamo male, pensa il fanciullino e comincia a pregare tutti i santi del vicino centro storico: San Gregorio Armeno, San Domenico maggiore, San Gaetano, San Lorenzo maggiore, San Giuseppe dei nudi (che non sono i cioccolatini di Gay-Odin), San Pietro a Maiella, Santa Chiara, San Marcellino, Santa Patrizia e dice venti giaculatorie a San Gennà, mièttece ‘a mana toja.
Si recano quindi in sala prof e lo studente chiede se è possibile concordare con lei un rientro soft. Che poi questo rientro soft sarebbe: interrogazioni dilazionate nel tempo, come le rate di divani&divani, la prima a Pasqua del 2006, zero interessi.
Ovviamente tale colloquio si svolge in camera caritatis e la docente, reso edotto lo studente che il loro è un colloquio informale, illustra sorridente il suo programma che è il seguente: fargli un culo così.
E accompagna la spiegazione con esauriente gesto.
Possiamo quindi affermare che tutti quei santi erano occupatissimi, tenevano che ffà a badare ai turisti che pullulano nei decumani e che gli studenti si arrangino.
Prevedo per i ragazzi un rientro hard...... molto hard.

DE VEXATA QUAESTIO


Ho telefonato a un amico che stranamente non sentivo da un po' di giorni.


Io: Ciao, come stai?
Lui: Inzomma... sono raffreddado.. etciu'... anzi sto proprio 'nguaiado, si sende?
Io: Eccomenò, ma che t'è successo?
Per un po' l'ha tirata per le lunghe, lui lo sa come la penso in merito al vaccino antinfluenzale,  ma poi alla fine ha dovuto confessare:
Lui: porcazozza, ho fatto il vaccino antinfluenzale e m'è venuta la febbre. Ho chiesto pure al medico e mi ha tranquillizzato, ha detto che è segno che sto sviluppando gli anticorpi.
Io: Oh maronna!!! vuol dire che uno si fa venire l'influenza di proposito per non prendere l'influenza? Cioè vuol dire che uno sceglie solo la data, tanto la malattia se la becca lo stesso?

Si è incazzato come una bestia, mi ha detto che adesso ci mancavo solo io a prenderlo per il culo, mi ha mandata al paese di Alberto Sordi e ha buttato giu' il telefono.
E non mi ha neanche fatto completare il RienPensiero. Volevo dirgli che magari non era neanche il ceppo giusto e quando arriva l'influenza, quella vera, se la ribecca (e fanno due). E come ultimo sfregio ha pure pagato la dose di vaccino e tra un mese dovrà anche fare il richiamo.
Questa influenza è davvero pericolosa, rischia di farmi perdere un amico.


Intanto le farmacie hanno messo il cartello di esaurimento scorte e i medici di famiglia vanno a rifornirsi alla ASL, li ho visti fare la fila assieme a quelli che ritirano i pannoloni.
Le industrie farmaceutiche ringraziano per la partecipazione.

I GIORNI DELL'ABBANDONO

Tratto dall’omonimo libro di Elena Ferrante, è stato presentato all’ultima mostra del cinema di Venezia.
Non ho ancora capito se sia peggio il romanzo o il film.
Vuoi vedere che avevano ragione quelli che lo hanno fischiato a Venezia? Ma non poteva scegliere un altro libro Faenza? Con Marianna Ucrìa era andata molto meglio.
L’unica cosa che mi è piaciuta è il personaggio di Damian, interpretato da Goran Bregovich, uno stralunato e poetico musicista.
Bravi anche Zingaretti e la Buy, ma evidentemente non è bastato.
Facciamo un po’ di gossip: forse Zingaretti si è immedesimato troppo nel personaggio.
Pare che anche lui abbia piantato la moglie e adesso stia con la bonazza di Rockpolitik, Luisa Ranieri, quella di Anto’ fa caldo!!!!

mercoledì 9 novembre 2005

OPERE D’ARTE GUTTALAX

Dipingere e scolpire fa bene e l'arte-terapia viene gia' utilizzata spesso nella riabilitazione.
Ora una nuova scoperta: una studiosa svedese Britt-Maj Wikstroem, dell'Ersta Skoendal University College di Stoccolma, rivelerebbe che vedere quadri e sculture riduce la pressione sanguigna e l'uso di lassativi.
Non è uno scherzo. La ricerca e' stata condotta su due gruppi di 20 donne, per 4 mesi.
Una volta alla settimana i due gruppi si riunivano, uno guardava quadri, l'altro chiacchierava su altre cose e fungeva da gruppo di controllo. Presumo per ovvi motivi che non si trattasse di uno studio a doppio cieco.
Il primo campione ha mostrato un calo della pressione sanguigna e alla fine tutti "hanno usato meno lassativi".
La ricercatrice sottolinea che gli effetti dell'arte sull'intestino sono stati significativi e sono durati per qualche mese.
Pare, soprattutto, che non producano fastidiosi effetti collaterali.

Ovviamente ho pensato alle opere d’arte sparse per la città, con particolare interesse a quelle del metro' di Quattro Giornate e sogno di incontrarne qualche autore, per dirgli con cognizione di causa:
"Complimenti, il suo quadro fa cagare!"

E immagino già le ricette con le prescrizioni fatte dal medico di famiglia:
osservare per 45 secondi la scarpiera di Kounellis, dopo i pasti;
ammirare la montagna di sale di Paladino al mattino, appena svegli, per 10 minuti.
Per i casi disperati, invece del clistere, la testa mozzata della vacca di Damien Hirst. Se non ci riesce quella.....

P.S. per il gattosolitario. Tu che stai da quelle parti vedi di conoscerla questa campionessa.

martedì 8 novembre 2005

L'ORA ESATTA

.... 2 volte al giorno, all'orologio di piazza Miraglia (il Policlinico)



E abbiamo pure il coraggio di lamentarci.

PRIMI IN ITALIA ... Ci meritiamo una medaglia


La Regione Campania, l’unica in Italia a farlo, ha aumentato di mezzo punto l’Irpef regionale per il 2006. Saranno gli alti costi delle consulenze pagate in particolare per la “mmunnezza” o è lo scotto che paghiamo per aver eletto Bassolino quasi con un plebiscito?


 


 


 


 

INDOVINELLO



Comincia a piovere. Un uomo si aggira per le strade cercando gli unicorni ma non li trova.
La pioggia si fa piu’ insistente e allora l’uomo smette di cercare e se ne va.
Chi era l’uomo? E perchè cercava gli unicorni?

domenica 6 novembre 2005

EUTANASIA DELLA POESIA

Da 3 settimane Gianni Riotta su Io Donna, settimanale del sabato del Corriere, nella sua rubrica “L’aria che tira” parla di antologie e di testi analizzati in classe. Partecipano alla discussione con le loro e-mail studenti e docenti che illustrano il loro punto di vista sulla questione.
La domanda era se le antologie riescano o meno ad avviare i giovani alla lettura e ovviamente i pareri sono piuttosto discordanti.
L’eccessiva analisi dei testi, l’estrapolazione di termini semantici, la divisione in sequenze secondo uno studente distruggono il piacere di leggere mentre invece un docente sostiene che i brani tratti da autori famosi incuriosiscono i ragazzi e li inducono a continuare nella lettura del libro.

A sostegno di quanto dicono i lettori di Riotta, ricordo un lavoro fatto al liceo su questa poesia:



Il lampo
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tragico tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte nera.
Giovanni Pascoli



Il compito consisteva nell’analizzare lo schema della lirica e creare delle tabelle sulle seguenti componenti:

Schema delle rime: ABCBCCA
Rilevamento delle posizioni degli ictus e delle cesure
Schema della mobilità delle cesure
Rilevazione delle figure retoriche
Individuazione delle componenti grammaticali
Costruzione del modello metrico-ritmico

Ancora oggi mi fa venire in mente un’autopsia fatta sul cadavere della poesia.

Mi chiedevo e ancora oggi mi chiedo: ma questa è ancora poesia?
Questa vivisezione non allontana gli studenti dal godimento della poesia?
Al liceo immaginavo Pascoli che scriveva di getto questa poesia, sembra così semplice, istintiva.
Dopo ho capito quanto lavoro ci stava dietro a quei versi, chissà quanti fogli ha strappato e quante correzioni prima di arrivare a questa stesura definitiva. E chissà se Pascoli ha pensato di mettere qui una sineddoche, là una metafora, al terzo verso una sinalefe, al primo un anacoluto e un ossimoro nel terzo.
Quegli esercizi forse sono serviti a questo, non certo ad apprezzare un componimento poetico, anzi sono serviti pure a togliermi dalla testa di scrivere io dei versi.

Sul blog di Tortora c’è un interessante dibattito sulla poesia, se essa esista ancora oggi o se abbia trovato nuove strade per esprimersi.
Forse anche la poesia come la bellezza è negli occhi di chi guarda?
Io che amo fotografare ho trovato poesia e bellezza nei tramonti infuocati dei cieli di Scozia. Trovo molto poetico anche quel mare di nuvole sullo sfondo azzurro che a volte incornicia il mio amato Vesuvio. Sì, è vero, le nuvole sempre diverse e i cieli colorati mi emozionano.
E quando lavoravo al Cardarelli andavo sempre a guardare un acero enorme e solitario in mezzo a pini e abeti, che in questo periodo esplode di colori nell’intera gamma di rosso, arancio e giallo.
O forse poesia è anche scrivere questo post sulla poesia mentre friggo melanzane per la parmigiana.
Forse oggi bisogna cercare la poesia sotto altre forme.

C’era una canzone di Cocciante, mi pare, che diceva così:

Poesia, poesia, sembra che non ci sia
poi ti svegli una notte e vorresti parlare con lui
tu dovresti spiegare e non sai cosa dire
che è finito l’amore
ma in fondo anche questo è poesia.

sabato 5 novembre 2005

PREMIO THE BIG SPUT

E’ da tempo che su questo blog non veniva assegnato il premio SPUT.
Eccolo che torna per il piacere degli affezionati lettori e viene assegnato di diritto ad un artigiano di San Gregorio Armeno, Gennaro Di Virgilio, che tra i pastori in esposizione e in vendita nella sua bottega inserisce anche una delle coppie più discusse delle ultime settimane.
Insomma sul presepe napoletano, oltre a Lapo Elkann, appaiono Al Bano e la Lecciso.
Lui è raffigurato con il tapiro di Striscia tra le mani e lei indossa un camicione bianco come fosse un fantasma che in una mano stringe un cornetto dorato.
Io non lo so da dove sia spuntata questa idea stupida di inserire nel presepe personaggi di tale natura e di così basso profilo.
Finché si parlava di Eduardo, Totò e Troisi passi, hanno una loro valenza. Crearne dei pastori era considerato un omaggio a personaggi che avevano dato lustro alla città natale.
Ma questa gente da dove spunta? Cosa ha a che fare con Napoli?
A Di Virgilio ed a costoro un Big Sput very very Strong !!!

venerdì 4 novembre 2005

LA ROTTAMAZIONE DEI LIBRI

Oggi ho scoperto una cosa.
Se porti da Fnac un libro usato ti fanno un buono da 3 euro che puoi spendere per comperare libri del valore di 15 euro.
Ho portato due libri di Vittorio Sgarbi dove blaterava di prima repubblica, che mi avevano regalato anni fa.
Eh lo so, bei regali che mi fanno, ma ancora non sono arrivati a regalarmi quelli di Bruno Vespa, coraggio!
Ho già parlato tempo fa di uno di questi libri, un bel tomo, che è servito per diversi anni a reggere un mobile in bagno a cui si era rotto un piede.
Ora che non faceva piu’ da stampella perchè ho cambiato il mobile, giaceva sul fondo di una libreria e sinceramente non sapevo cosa farmene.
Ma io non ho mai il coraggio di gettare via i libri, per quanto ignobili siano e quindi questa mi è parsa l’occasione giusta.
Ho infilato di nascosto i due libri in una busta e sono andata a spacciarli da Fnac. Mi sentivo un poco in colpa per la sòla che stavo rifilando loro e temevo che non me li avrebbero accettati e invece non hanno fatto una piega.
Mi hanno dato 2 buoni da 3 euro cadauno, di cui uno l’ho pure speso comperando il nuovo libro di Matilde Asensi, Iacobus.
Chissà che ne faranno, immagino scenari da Farenheit 451.
Beh...  per me sono libri all’indice (vabbè, facciamo al medio, che mo’ si porta).
Adesso faccio un po’ di ricerche negli scaffali, sicuramente qualche obbrobrio lo trovo, ben nascosto.
Mi faccio fare i buoni e mi compero qualcosa di piu’ decente, speriamo.

Bagnoli saluta il passato (e pure il futuro)

"I romanzi sono inventari di cose perdute. E poiché, quando si perde qualcosa, si prova dolore, essi sono generalmente anche storie tristi, storie di dolori"


Ho appena finito di leggere La dismissione di Ermanno Rea.
Il protagonista è Vincenzo Buonocore, un ex operaio storico dell’Ilva di Bagnoli, che accompagna lo scrittore come Virgilio lungo il tempo dello smontaggio della fabbrica e della vendita delle colate continue ai cinesi.
E assieme alla dismissione dell’Ilva assistiamo anche alla dismissione di Bagnoli, alla perdita delle certezze di un quartiere che ruotava tutto attorno alla fabbrica, alle crisi di identità dei lavoratori mandati in prepensionamento appena raggiunti i 50 anni.
Quasi alla fine c’è la descrizione dell’abbattimento della prima torre con la dinamite a cui assistono dirigenti e maestranze e mentre la torre va giu’ Daniele Sepe, musicista napoletano, suona a lungo l’Internazionale con il sax.
Siamo nel 1998.

E’ il 30 ottobre 2003, un grande botto e vanno giu’ quattro torri.
Stavolta non c’è il sax di Daniele Sepe, si sentono solo tre lunghi suoni di sirena e se ne va l’ultimo pezzo di Ferropoli.
Ma non vi era malinconia quel giorno, c’era la speranza, si aspettava il contratto dell’America’s Cup e per Bagnoli erano aperte tante prospettive per il futuro.
Poi sappiamo come è andata, niente Alinghi e Bagnoli è ancora li’ che aspetta.
La dismissione senza la rinascita.

giovedì 3 novembre 2005

QUANTE VOLTE PAGHIAMO LA SIAE?

Sinceramente sono stufa, ogni volta che vado a cinema, di sentirmi il pistolotto sulla pirateria.
Cretini, sto qua, ho pagato il biglietto, perchè lo dite a me?
E poi capisci che è tutta una finzione scenica. S’adda fà.
Perchè la RIAA, la SIAE e il GOVERNO possano sbandierare la pirateria (che, ricordiamolo, influisce in minima parte sugli utili delle case discografiche) come cancro da curare con le tasse, in quanto tutti i cittadini copiano i CD.
Pagando una tassa si limiteranno nel farlo (o facendolo pagheranno i danni delle loro cattive azioni). Dicono loro...

Ricordiamoci allora che se paghi una tassa per le copie personali stai pagando:

1) la siae sulla tua copia personale
2) la siae del cd originale come copyright
3) la siae del supporto originale vergine (che anche le case pagano)
4) l'iva del CD
5) i margini sui venduti tra produttore ed utente finale
6) in buona parte il costo dei supporti (hard disk) che le case usano per farti il master
7) il tuo masterizzatore che ha anch'esso una tassa SIAE
8) l'eventuale tassa sull'iPod da 17€ per "riversare" (non copiare) il tuo brano pagato già 15 volte

Questa non è lotta alla pirateria, è PIZZO !!!!

E ROSETTA SE NE VA

Lunedì Ciampi nominerà tre nuovi giudici della Corte Costituzionale e tra questi ci potrebbe essere Rosa Russo Jervolino, la nostra Sindaca.
Pare che sia stato risolto anche il problema delle dimissioni, che avrebbero provocato il commissariamento del comune di Napoli. Si potrebbe considerare la decadenza con la relativa sostituzione della Sindaca stessa con il vice sindaco Rocco Papa, fino alla fine del mandato.
Via libera quindi a Rosetta verso la Corte Costituzionale.
Finirà pure lei tra i saggi vecchioni incartapecoriti che io ho sempre immaginato come quei personaggi del film La caduta degli Dei di Luchino Visconti.
Quei giudici appaiono semimummificati e avvolti dalle ragnatele.
Si apriranno quindi le danze e le primarie per le nomination.
E qui dichiaro che se il candidato del centro sinistra dovesse essere Clemente Mastella, io quel giorno me ne vado al mare, pure si fà friddo !!!

mercoledì 2 novembre 2005

E ANCORA UNA VOLTA
si è sfiorata la tragedia


Ancora la notte bianca. Critiche e lodi a tutto campo.
Apprezzamenti dalla Cdl e da An, ma dal capogruppo Pietro Diodato (ancora lui, quello della dogana al Vomero con il check point Charlie) arrivano critiche: “Si è sfiorata la tragedia, che non si è verificata solo per la fortuna che da tempo accompagna gli amministratori napoletani” (embè, nuje tenìmmo a San Gennaro e Bassolino e Jervolino vanno dietro in processione).
E continua: “ Le manifestazioni organizzate sulle direttrici più importanti di ingresso e di uscita della città sono state una vera e propria trappola che ha permesso alla gente di entrare ma di non poter più uscire per la grande ressa creatasi”.
Secondo Diodato “dovrebbero essere indagati tutti per tentata strage, perché l’organizzazione è stata fallimentare”.
Mi pare strano che a qualcuno non sia venuto in mente di citare il terrorismo. Ci pensate? Un kamikaze a piazza Dante e faceva fuori pure quel rompicoglioni di Beppe Grillo assieme a circa 120 mila napoletani.
Insomma ci è andata bene, c'abbiamo culo, ma io nelle mie peregrinazioni per la città, mi sento particolarmente fortunata per non avere incocciato la Lecciso (sì, stava pure qua) che faceva sfilate alle Rampe Brancaccio.
Certo che deve avere avuto un coraggio da leone a sfilare in abito nuziale.
Si racconta che ci sia stata una mezza rivolta popolare al grido di ”Al Bano, Al Bano”.
Salva di fischi e di buuuh. Neanche lo stilista si è salvato.

S.B. E LE BUFALE

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha parlato al presidente americano George W. Bush delle elezioni politiche italiane dell'aprile prossimo: «Gli ho garantito che le vinceremo noi», ha detto, rispondendo a una domanda in una conferenza stampa.
Berlusconi ha aggiunto: «il governo americano teme cambi di governo in Italia».
Poi, incalzato dai giornalisti ha spiegato che in realtà non è stato il presidente americano. «Io ho detto che 'è evidente che...' l' Amministrazione Usa teme il cambio della guardia in Italia. Quando abbiamo un leader dell'opposizione che dice 'faremo come Zapatero', beh... uno più uno fa due».
Subito dalla Casa Bianca arriva la smentita: «Come sempre gli Stati Uniti non interferiscono nei problemi interni di altri paesi, specialmente nei periodi elettorali e pre-elettorali».
Inoltre ha fatto incazzare pure Pierferdi Casini e persino Renato Farina ha detto che Silvio parla troppo.
Vittorio Zucconi dagli USA dice che i giornalisti evitano di sottolineare le sortite di S.B. per non essere accusati di ridicolizzarlo, anche se poi provvede a farlo da solo. E sottolinea che Berlusconi dimentica spesso di essere il Presidente del Consiglio degli italiani, comportandosi solo come capo di una fazione politica.
Conclusione: avìmme fatta n’ata figura ‘e mmerda.....
Certo che con tutte le bufale di questi cinque anni S.B. potrà mettere su una grande azienda di mozzarelle in quel di Mondragone.

martedì 1 novembre 2005

TRATTATIVE

Ero in ospedale per un’amica che doveva subire un importante intervento.
Tra le tante persone venute a visitarla comparve il cappellano dell’ospedale, il famoso padre Antonio che al Monaldi manda tutti i giorni alle 18 via altoparlante l’Ave Maria di Schubert urbi et orbi, a volume tale che ne possono godere fino a Marano e il Policlinico tutto.
Il suddetto si distinse durante la visita di Bertinotti, mettendo l’Ave Maria a volume da Woodstock, ma stavolta alle 11 del mattino.
Il reverendo appena entrato richiese subito l’attenzione degli astanti per pregare tutti assieme per l’amica, spiegando che Gesu’ ha detto che se piu’ persone chiedono una grazia lui deve concederla.
Io che al solito ho sempre la lingua piu’ veloce del cervello ho replicato:
e vabbuo’, jàmmece a fa’ sta trattativa sindacale. 
Bisogna dire che i preti hanno un muro di gomma incorporato bello spesso.
Non ha fatto una piega ed ha cominciato le orazioni, seguito dai presenti piuttosto perplessi.

Pero’ è bello sapere che pure Dio funziona a maggioranza.

SPLINDER, ZUCCHE, CRISANTEMI E MELAGRANE



Accidenti a Splinder e adesso pure gli hacker, mortacci loro, nun tenevano che ffà.
Ma è mai possibile che con tanti siti da hackerare, banche, ministeri, centri spaziali questi se ne vanno a far schiattare splinder, n’accozzaglia di blogger ?
Sarà, ma mi puzza assai.
Vabbè, due giorni di commenti appicciati.
Volevo scrivere di Halloween, di come questa festa sia penetrata di sguincio nelle nostre abitudini e di quanto io la senta estranea. Ma poi ho scoperto che è un’antica festa irlandese importata negli USA dagli emigranti e che Jack ‘O Lantern portava in giro una rapa invece di una zucca.
E pensavo che una volta anche dalle mie parti c’era qualcosa di simile il giorno dei morti, quando i bambini andavano in giro per le case a chiedere elemosine con le cassettine e mangiavano biscotti cucinati in casa.
E ricordo di quando ero bambina che associavo i giorni dei morti con le melagrane dai chicchi di rubino e le caldarroste che mi scaldavano le mani nel cartoccetto che mettevo in tasca.
E il viale del cimitero con i pioppi e i venditori di fiori con dei crisantemi così grandi da assomigliare ad una verza.
E il nonno che smadonnava per l’alto costo dei fiori e allora non c’era ancora l’euro ma la speculazione sì, quella c’è sempre stata.
Mi piacevano i crisantemi con i loro infiniti colori e sfumature, ma erano e sono tuttora fiori ornamentali solo per i loculi, in casa off limits.
Tranne che in Giappone.