Nisida

Nisida

sabato 6 novembre 2004

Stasera ho voglia di blues...


Un amico se ne va... un altro.
Sai, mi ha detto, domani ho l'aereo per Milano, non so quando torno, vieni a salutarmi?
E così all'uscita dal teatro sono andata a casa sua e abbiamo parlato di tutto tranne di quello che lui voleva, forse.
Pensavo a questo, mentre posavo l'auto nel garage. Ma poi non ce l'ho fatta. Seduta in macchina l'ho richiamato con il cell.
No, non dormiva, stava preparando le ultime cose assieme a Maria.
E così, mi ha detto a telefono quello che non aveva detto quando eravamo di fronte.
E così, domani inizia anche lui il percorso di tante altre persone.... è una guerra... e nonostante l'ottimismo degli articoli di giornale, tanti continuano ad andarsene giorno dopo giorno.
E così, stasera ho salutato un amico e gli ho detto solo arrivederci a presto, io ti aspetto.


E adesso sono qui già da un po' e non mi decido a cliccare Pubblica post.










6 commenti:

  1. In una casa rossa ci vive una ragazza che lo ama, lui ha le chiavi della casa, entra e fa l'amore con lei.

    (Tutto molto bello.)

    Un bel giorno la ragazza si innamora di un altro e lui arriva a casa senza saperlo ma la ragazza ha cambiato la toppa della chiave e lui non può entrare.
    Dovrà andare via, solo, voleva stare là, in quella casa rossa, era la sua sicurezza, il suo amore, ma lei ora ama un altro, "Wiat a minute...The key don't open the door".
    Partirà.
    Un'altra donna lo amerà si dice lui allora e altrove potrebbe avere una migliore fortuna e forse quella là in fondo non era la donna per lui e allora si va via, lontano.

    (Si suona in Si e questa "Mississippiaan's Version" è molto bella ).

    L'Unno

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  2. il bianco e il nero sono i colori del silenzio..perchè a volte le parole fanno troppo chiasso..

    una carezza black and white..

    Nicole..

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  3. gli aerei fanno anche i percorsi inversi. come i treni, le navi... so che vuol dire vedere partire un amico: sapessi quanti ne ho salutato... so che vuol dire partire, andare via. e non ho voluto nessuno, alla stazione, quando è toccata a me. non volevo spettatori al mio dolore.
    partire è un po' morire, ha scritto qualcuno. penso sia vero. nel mio caso lo è. e penso sia un (po') morire collettivo. ma a volte (spesso?) serve a rinascere, se non si vuole morire del tutto.

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  4. ....m'aggrappo all'onda malinconica di questo post, il rito della partenza appartiene un po' anche a me e le parole di kom mi hanno ricordato dei bellissimi versi di Caproni...spero piacciano anche a te jene...



    "quanti se ne sono andati

    quanti

    che cosa resta

    nemmeno

    il soffio

    nemmeno

    il graffio di rancore o il morso

    della presenza

    tutti

    se ne sono andati senza

    lasciare traccia

    come

    non lascia traccia il vento

    sul marmo che passa

    come non lascia orma l’ombra

    sul marciapiede

    tutti

    scomparsi in un polverio

    confuso d’occhi

    un brusio di voci afone, quasi

    di foglie controfiato

    dietro i vetri

    foglie

    che solo il cuore vede

    e cui la mente non crede"


    ps: leggo spesso il tuo blog jene, complimenti:-)

    un saluto

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  5. grazie Luna, è bellissima...
    mi piace Giorgio Caproni.
    La metto nel sito.
    Ciao e torna a trovarmi :-)

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