E' da ieri sera, da quando abbiamo appreso la notizia, poi ripresa da Fazio in trasmissione, della morte di Mario Monicelli, che continua a venirmi davanti agli occhi la scena del film Il ciclone, in cui Levante chiama Gino, il nonno e gli dice: vado in Spagna. E lui risponde. Olè.
Una bella scena, un campo di girasoli e sullo sfondo un casale della campagna toscana.
Gino non compare mai nel film, si sente solo la sua voce che proviene dal casale dove vive in solitudine, senza rotture di balle tra i piedi.
E' un dolore pensare che un uomo di 95 anni debba decidere di mettere fine ai propri giorni in modo così barbaro, senza la possibilità di essere misericordiosamente assistito e accompagnato. Dignitosamente.
Ma è un dolore ancora più grande oltre che l'indignazione sentir dire al TG che è rimasto due ore lì per terra, a pochi passi dal pronto soccorso, sotto la pioggia. Perchè persone disumane dovevano compiere il loro lavoro con la dovuta calma.
E lui che sperava che noi facessimo la rivoluzione!
Stasera gli studenti hanno occupato la stazione Termini al grido di:
Branca Branca Branca Leò Leò Leò.
