Nisida

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giovedì 25 novembre 2010

I RIFIUTI? NAPOLI SI ARRANGI

Così titolava il Riformista il 20 novembre, pubblicando un articolo di Giampaolo Pansa.
Un silenzio assordante è stata l'unica risposta al delirante pezzo. Unica voce levatasi quella di Nino D'Angelo.
Il Fatto Quotidiano, ieri 24 novembre, pubblica la sua lettera:

Non sono mai stato una persona normale .
Ed ho due categorie di amici : i grandi intellettuali ed i grandi ignoranti. Uno di quelli intellettuali mi ha fatto notare uno scritto di G. Pansa, su un giornale : " I rifiuti? Napoli si arrangi". Sono sobbalzato, mi sono sentito senza patria. Un emigrante in Italia. Fa comodo generalizzare creare la figura immaginifica del "napoletano unico" per scaricare tutti i problemi sui più deboli, sul popolino. Quando si tratta delle cose belle di Napoli sono di tutti, monnezza e camorra sono sempre solo nostre. Vorrei ricordare – con l'umiltà dovuta da uno come me- di fronte a un grande intellettuale a Giampaolo Pansa e a tutti quelli che la pensano così, che la pizza oggi si mangia più a Milano che a Napoli. Che non esiste più il menestrello con il mandolino, che il loro immaginario, la loro semplificazione di comodo, non serve neppure quella a risolvere il problema della spazzatura. Mi sembra piuttosto persegua un disegno preciso: dividere l'Italia. Vorrei in proposito ricordare che il ministro dell'Interno, il leghista Roberto Maroni, si è appropriato anche del palco di Roberto Saviano e Fabio Fazio, per ripetere a un pubblico più vasto, quello che già ci raccontava da giorni e giorni a reti quasi unificate: un comizio, per prendersi i meriti di aver migliorato l'Italia. Ma dove? Qui la spazzatura è per strada, vorrei dire al signor ministro, la camorra prospera insieme ai sacchetti di rifiuti, mentre la disoccupazione cresce e la gente è disperata. Qui siamo rovinati, signor ministro. È la prima cosa che mi viene in mente quando esco di casa al mattino, mi trovo davanti al panorama della spazzatura: siamo rovinati.
Ma che significa? Avrà delle responsabilità la politica? Avrà delle responsabilità un governo che si vantava di aver brillantemente risolto tutto con la bacchetta magica di Guido Bertolaso, che ora si prenderà la meritata pensione. Che dobbiamo fare noi napoletani? Prenderci questa colpa? Possiamo anche farlo, ma la politica non si può auto-assolvere. Devono smetterla di raccontar frottole: l'inceneritore di Acerra doveva esser una meraviglia, ma pare non funzioni così bene; Berlusconi lo scorso 29 ottobre aveva promesso che la situazione per le strade di Napoli sarebbe ritornata alla normalità in tre giorni. Sono passati tre giorni, altri tre, poi tre ancora. E la normalità? La normalità è diventata questa: avere tutti i giorni a tutte le ore i rifiuti per le strade.
Forse ora non c'è più tempo per pensare, forse ora bisognerebbe curare la malattia, non chiedersi ancora di chi sia la colpa, per poi assegnarla come premio speciale a chi non si può difendere dalle colonne di un giornale o da un palco televisivo. A proposito di tv, ho letto che il mio amico Pino Daniele ha detto che se Saviano fosse davvero pericoloso lo avrebbero già ucciso. Mi auguro, come sono sicuro anche Pino, che Saviano non lo uccidano mai. Con Gomorra si sarà anche arricchito, ma non credo sia una colpa: ha avuto il coraggio di dire cose che altri non dicevano, ma che qui a Napoli, sia chiaro, sapevamo tutti, nulla di nuovo.
Anzi, mi stupisco della meraviglia, anche qui, della politica, che avrebbe dovuto conoscere Gomorra ben prima dell'uscita del libro.
CHIUDO la parentesi e ritorno ai rifiuti, il concetto che ho d'Italia intesa come comunità mi fa respingere al mittente, ma con grande umiltà ripeto, l'idea di Pansa: napoletani vedetevela voi, pensateci da soli, arrangiatevi. No, aiutateci invece. Noi faremo il nostro. Ogni napoletano, ogni italiano dovrebbe stare vicino a questa città. Gli intellettuali, troppo a lungo in silenzio, dovrebbero ricominciare a parlare.
Le persone che godono di notorietà, come me, dovrebbero prendere un impegno, che può essere questo: esser protagonisti di una campagna (senza intascare un euro) per spiegare come si fa la raccolta differenziata, poi toccherà alla politica, alle istituzioni lanciare un grande piano di raccolta differenziata in tutta la Campania.
 

9 commenti:

  1. questo signore è venuto a farsi un giro oppure si è basato sulle immagini di repertorio? (veritiere, per carità ma parziali).

    s'è scordato di chi ha fatto la differenziata dividendo tutto, depositando i sacchetti dove indicato negli orari indicati, e che continua però a camminare nei rifiuti.


    tenere gli scatoloni in cantino o sui garage???'
    ma pansa vuole andare a Zelig quest'anno???

    venisse a farsi un giro a piazza arenella....

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  2. Pansa è un essere indegno, inqualificabile. Tipico esempio di "gallo sulla monnezza".
    Ha tirato fuori dai suoi ricordi persino il colera, cosa che ci ha fatti martirizzare per anni da tutta l'Italia. Ci cacciarono persino da Maratea dove volevamo pernottare in albergo (avevamo targa Napoli).
    Meritava non la risposta signorile che gli ha dato D'Angelo ma una bella sputazzata in faccia (scusa la finesse).

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  3. Capita a parecchi di parlare a sproposito cioè senza riflettere ovvero da una postazione lontana anni luce dalla realtà.

    Qui abbiamo entrambe le circostanze. Avendo domestici - o mogli - che si occupano della differenziata o  soffitte e cantine per affrontare le emergenze, in effetti si può pure ignorare il problema.
    Soprattutto se si è vecchi e si vuol  campare di una metaforica rendita data da quel che si è stati.
    Cioè un giornalista da tutti letto ed ascoltato.

    Una terza considerazione  però sarebbe opportuno  aggiungere. E cioè che dopo quindici / vent'anni di emergenze come questa, a cadenze regolari, più o meno ogni due anni, anche il senso civico più granitico,  può sfaldarsi e venir meno.

    Uno ripiega i giornali o i cartoni, lava le bottiglie  e si tiene in casa il tutto  in attesa della normalizzazione. Poi però se si ferma a riflettere, è inevitabile che un senso di scoramento/inutilità s'impossessi del proprio "smaltire responsabile". Così  diventa difficile non sentirsi turlupinati e pure un po' fessi.

    Non posso apprezzare chi offre gratuiti consigli di sopravvivenza, ne' chi approfitta del casino per buttare il frigorifero, ma diciamo che il percorso mentale di questi ultimi  è meno astruso di quanto sembri.

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  4. qui facciamo la differenziata da oltre 15 anni, sciacquando bottiglie e separando i tappi. Per "conferire" gli ingombranti aspettiamo che l'Asìa ci dia l'appuntamento e non si ha idea del casino che si crea per far coincidere la consegna del nuovo e far prelevare il vecchio. Noi poi tutto questo lo facciamo gratis, anzi paghiamo molto caro tutto questo, abbiamo la Tarsu più cara d'Italia e questa è una vera e propria beffa.
    All'estero (ho visto in Germania e Inghilterra) ci sono i contenitori che rilasciano uno scontrino che può essere speso presso i supermercati. Separano persino il vetro per colore.
    Qui, ormai è risaputo, tu fai la differenziata poi viene il compattatore e inghiotte tutto senza differenza.
    Io continuo a farla, ma veramente mi sento cretina assai.

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  5. Napoli  ha la stessa percentuale di differenziata di Roma : 18 % , centesimo di punto più, centesimo meno.
    Il problema è il "dopo" cioè i luoghi in cui dovrebbero finire tutti questi differenziamenti. Lì da voi sono inagibili o funzionanti in parte, per i noti motivi. Non precisamente da ascriversi ai cittadini.
    Ma quel che volevo dire è che la differenziata tanto  sventolata e auspicata da tutti, non è il percorso più semplice e breve che ci sia.
    Comporta investimenti, impegno costante da parte di chi organizza oltre che di chi la effettua.
    Qui da me, centro storico, abitato da poeti santi e navigatori, con il porta a porta sperimentale ( da tre anni e più ) ancora non ci siamo del tutto.
    E' la quarta volta che vengono a spiegarcelo, ci hanno riempito di sacchetti e manuali eppure c'è ancora chi sbaglia il giorno, il colore o si ribella perchè deve svegliarsi al mattino presto per depositare il sacchetto giusto fuori al portone.
    Per concludere Pansa scrive una volta a settimana sul Riformista  un articolo che pur essendo di norma altamente immaginifico, quasi mai viene ripreso
    .Poi si lamenta che in televisione oramai lo invita (poco) solo Bruno Vespa.

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  6. qui i siti di compostaggio non sono mai partiti, i commercianti depositano regolarmente i cartoni accanto ai cassonetti, giusto davanti al negozio, eppure la carta serve per il riciclo.
    L'ordinanza appena emessa dalla sindaca (tra l'altro dura fino al 31 dicembre) andrebbe nella direzione giusta: evita che si produca la spazzatura. Quindi dice ai supermercati di vendere prodotti alla spina. 
    Ma io mi chiedo perchè solo ora? Non si poteva fare già dal 2008? Almeno adesso avremmo avuto una minore quantità per le strade.

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  7. Perchè quando manca un intervento strutturale qualsiasi proposta anche corretta perde efficacia.Come fosse una goccia nel mare.
    Poi per aver vissuto un paio di emergenze sul posto , tra cui la penultima per parecchi giorni, buttare rifiuti ingombranti in queste circostanze, non è la regola. I cittadini sono più responsabili di quanto non si voglia far credere.

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  8. guarda, lo scorso anno con la bufala dell'influenza h1n1, dovevano venire a trovarmi degli amici da Roma (una di origini napoletane).

    non vennerò per paura del contagio....tu parli del colera degli anni 70?
    trent'anni dopo non è cambiato niente ed a prescindere dall'età.
    un imbecille è un imbecille.

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  9. che poi l'H1N1 mica era una roba napoletana....
    Invece a noi capitò in controtendenza che due amici milanesi, fottendosene della storia del colera, vennero a trovarci a Napoli e stettero una settimana con noi.

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