Nisida

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sabato 2 gennaio 2021

Fuori era primavera

 Sto guardando il film di Salvatores su Raitre e ripercorro tutto il periodo che ci ha visti chiusi in casa, il lockdown feroce. Sento ancora nelle orecchie l’altoparlante dell’auto del Comune che ci ordinava di restare in casa. Uscire solo per motivi indispensabili: spesa, farmacia. Una sola persona per famiglia.

Ma allora ero con figli e nipoti, era appena nato Andrea ed avevamo fatto giusto in tempo ad arrivare a casa loro a Ciampino, prima che fosse dichiarata la clausura. Parlavo con gli amici rimasti a Napoli e loro raccontavano come si svolgeva la vita nella città vuota. E il compleanno di figlio e nipote e la Pasqua. E mio figlio che faceva le pizze e il. Barbecue e poi il tempo era bello, c’era il sole caldo e stavamo in terrazzo con i bambini e si vedeva il cupolone di S. Pietro senza la foschia dell’inquinamento e mio figlio lavorava in Smart working in pantaloncini e avevamo la cyclette. Si ordinava tutto su internet e per telefono ai negozi che ci conoscevano. Eravamo tranquilli e fiduciosi che presto sarebbe finita. E invece è ricominciata.

Adesso però è peggio. Queste feste sono state durissime. Non sono potuti venire figli e nipoti, neanche mia sorella che non vedo da tre mesi, lei abita in altro comune, Giugliano e l’ordinanza emessa da De Luca non consente trasferimenti tra comuni. E dopo il 7 gennaio se torneremo zona gialla (ma non credo) forse potremo rivedere qualcuno. Intanto piove e piove, fa freddo e neanche fuori al terrazzino si esce.

Di fatto queste feste lasciano un grande vuoto. Non m’importa del Natale, vorrei solo tornare a vivere.

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