Nisida

Nisida

domenica 20 ottobre 2013

La terra dei cuochi

Mangiamo le peggiori schifezze senza battere ciglio. Infiliamo negli zaini dei nostri figli merendine e pan carrè che puzzano di alcool appena li apri, sterilizzati con i raggi gamma. Compriano al supermercato scatolame e formaggi di cui nulla sappiamo, tipo scatoloni di pelati o di funghi provenienti dalla Cina che vengono poi riconfezionati in barattoli piccoli. Idem per la frutta secca, perché poi sulle etichette troviamo come provenienza la ditta che li ha riconfezionati, latte di cui ignoriamo la provenienza e mozzarelle fabbricate con latte per uso zootecnico, vino all'etanolo, olio di oliva extra vergine il cui colore è dovuto alle foglie di olivo macinate, pane fresco cotto in condizioni igieniche allucinanti, bastoncini surgelati con tetraciclina, uova deposte da galline immobilizzate che, quando le apriamo, i gusci si frantumano in mano, frutta bellissima ricoperta di conservanti (una volta un limone mi è durato sei mesi fuori al terrazzo), la crema cacao e nocciole personalizzata di cui sappiamo solo che le nocciole erano di passaggio, pesci ignoti, come il pangasio, venduto in filetti e servito nelle mense; dopo scopriamo che viene pescato nel Mekong.
E poi l'inquinamento atmosferico: una bella passeggiata in città che ci sistema i bronchi, e il fast food che la puzza di unto si sente da fuori le porte. Pensiamo a tutte le feste per bambini organizzate lì.
E nonostante tutto ciò è partita la campagna contro i prodotti ortofrutticoli zona Giugliano e Casertano. Le signore al mercatino chiedono al bancarellaro da dove viene e sentendo nominare l'hinterland si astengono. Alcune si rivolgono ai surgelati ma ignorano che i prodotti della terra dei fuochi vengono tranquillamente venduti alle aziende surgelanti. Questo vale pure per il nord, non crediate che la schifezza ce la mangiamo tutta noi, con la scusa del kilometro zero. Ricordate il cavallo nelle lasagne sparso urbi et orbi?
Ecco, con la globalizzazione il cibo tossico viene distribuito equamente ovunque.
E infine, dalla terra dei fuochi alla terra dei cuochi: l'agromafia rifornisce direttamente i ristoranti.

3 commenti:

  1. Che beffa...
    Ma ti ricordi i Francesi che smaniavano per quell'altra uguaglianza?
    E poi anche noi a sognare un mondo di eguali, nei diritti e nelle opportunità...

    Poi le cose sono andate come sono andate.
    Ora dall'alto della loro magnanimità, dall'infinita generosità di questo bel sistema capitalistico, l'UNICO, il SOMMO, il migliore possibile (sta scritto nei manuali di macroeconomia!) ecco che ci forniscono in quantità industriale e in modo capillare (in ogni supermercato, minimarket o hard discount, centro commerciale del pianeta) un anticipo di quell'altra, definitiva, uguaglianza che segue immancabilmente "a livella".

    Siamo grati. Eh sì!
    Davvero grati di tanta illuminata e democratica generosità

    RispondiElimina
  2. Frutto di indifferenza anche questo.

    RispondiElimina