UN BEL TACER NON FU MAI SCRITTO
"Non mi sento di criminalizzare chi, in un momento di crisi come questo viola la legge assicurando, però, lavoro. Sarebbe un paradosso se i titolari della maglieria che si trovava nel palazzo crollato, dopo avere perso una figlia e il lavoro, venissero anche denunciati".
Questo è il commento del sindaco di Barletta dopo il crollo della palazzina che è costato la vita a 4 operaie.
Non farò della facile ipocrisia, dalle parti del Vesuvio ce ne sono tante di Barletta. Realtà dove più lavori e meno guadagni, dove la gente e le donne in special modo, sono quasi legate a catena alla macchina da cucire.
Ma viene da fare una triste considerazione. Un parente del proprietario della fabbrica dice che avevano regolare partita IVA e che i vigili addetti ai controlli non hanno mai avuto nulla da ridire sull'attività.
Forse gli stessi vigili non hanno trovato nulla da ridire neppure sul cantiere dove stavano buttando giù e ricostruendo, accanto alla palazzina venuta giù.
E così il cerchio si chiude, in una realtà dove abusivismo, sommerso e connivenze si intrecciano strettamente, seppellendo delle persone che cercavano di sopravvivere a 4 euro l'ora.
Persone che hanno avuto la disgrazia di morire nello stesso giorno in cui è uscita la sentenza di Perugia, che ha occupato tutte le prime pagine dei giornali, relegando le altre in coda.
Pure a morire ci vuole la ciorta, diceva la buonanima di mio nonno.
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