Nisida

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giovedì 6 ottobre 2011

UN BEL TACER NON FU MAI SCRITTO


"Non mi sento di criminalizzare chi, in un momento di crisi come questo viola la legge assicurando, però, lavoro. Sarebbe un paradosso se i titolari della maglieria che si trovava nel palazzo crollato, dopo avere perso una figlia e il lavoro, venissero anche denunciati".

Questo è il commento del sindaco di Barletta dopo il crollo della palazzina che è costato la vita a 4 operaie.

Non farò della facile ipocrisia, dalle parti del Vesuvio ce ne sono tante di Barletta. Realtà dove più lavori e meno guadagni, dove la gente e le donne in special modo, sono quasi legate a catena alla macchina da cucire.
Ma viene da fare una triste considerazione. Un parente del proprietario della fabbrica dice che avevano regolare partita IVA e che i vigili addetti ai controlli non hanno mai avuto nulla da ridire sull'attività.
Forse gli stessi vigili non hanno trovato nulla da ridire neppure sul cantiere dove stavano buttando giù e ricostruendo, accanto alla palazzina venuta giù. 
E così il cerchio si chiude, in una realtà dove abusivismo, sommerso e connivenze si intrecciano strettamente, seppellendo delle persone che cercavano di sopravvivere a 4 euro l'ora.
Persone che hanno avuto la disgrazia di morire nello stesso giorno in cui è uscita la sentenza di Perugia, che ha occupato tutte le prime pagine dei giornali, relegando le altre in coda. 
Pure a morire ci vuole la ciorta, diceva la buonanima di mio nonno.

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