Nisida

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mercoledì 25 novembre 2009

DELIRIUM E PAUSE PRANZO

Un ministro, che non sa neanche lui come ha fatto ad occupare uno scranno in Parlamento, comincia a delirare sulla pausa pranzo  e sulla mancata produzione nell'ora incriminata, che guarda caso sarebbe tra le più produttive dell'intera giornata.
E' quasi logico che in un'Italia in cui gironzola il Ku Klux Klan sotto forma di ronde leghiste venga di conseguenza la nostalgia per i campi di cotone, per Mamie di mis rosella e sembra quasi di sentir cantare Strange Fruits da Billie Holiday, ma il caro ministro per l'attuazione del programma (quale programma?) se ne faccia una ragione. Le sue chiacchiere sono vane. La pausa pranzo fa più bene agli esercenti di pub, ristoranti e tavole calde che agli stessi lavoratori. Nelle città, dove i turisti scarseggiano, ci si è attrezzati e all'ora di pranzo si servono i pasti ai dipendenti in servizio, col ticket restaurant. Altrimenti come sopravviverebbero tutti quei locali sparsi per il Centro Direzionale?
Nulla di strano qundi, che accada quanto raccontato dallo stesso ministro al TG: un ristorante di Mergellina ha messo in bellavista una sua foto. Il gestore fornisce la clientela di freccette e a chi fa centro sul naso del ministro offre il pranzo gratis.
Senza tener conto che se si continua di questo passo di pause pranzo se ne parlerà ben poco. Esse spariranno assieme ai posti di lavoro che stanno evaporando.
Proprio ieri i dipendenti della Ansaldo hanno bloccato via Argine: annunciati tagli per 600 dipendenti. Anche Finmeccanica ci dà una mano.

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