Nisida

Nisida

mercoledì 10 dicembre 2008

IL SERVIZIO SANITARIO  E IL TEATRO (QUALE CONFINE?)


Oggi mi toccava la visita dalla mia specialista, quella che mi segue da oltre sei anni.
Pacco di esami, radiografie e storia delle puntate precedenti, mi avvio sotto una pioggia torrenziale e raffiche di vento. E' da ieri sera che si è messo al brutto e infatti la strada è costellata di ombrelli rotti abbandonati sui marciapiedi.
Passo davanti al tabellone pubblicitario, ancora disteso da venerdì scorso. Cominciano ad affiorari tutti gli strati dei manifesti incollati attraverso gli anni. Chissà quanto tempo resterà lì. Eppure domenica abbiamo rotto le scatole al comando dei VV.UU., più a tutti quelli che presidiavano la novella oasi pedonale di Luca Giordano. Evidentemente infastiditi, hanno promesso tutti ulteriore sollecito.
Arrivo all'ambulatorio, poca gente, tiro sospiro di sollievo; penso di cavarmela in poco tempo.
Neanche dieci minuti e arriva l'emergenza. Una dottoressa in servizio si sente male (per la privacy nessuno dice niente, le ipotesi degli astanti spaziano da un attacco di emorroidi ad una sincope) e la mia dottoressa, che ha un cuore grande come un tempo ce l'avevano i napoletani, le presta soccorso e chiama in aiuto altri specialisti.
Nel far questo ferma la routine delle visite e il popolo comincia a rumoreggiare, che nel frattempo erano anche arrivati quelli delle prenotazioni successive.
Io che viaggio sempre con qualche libro in borsa, inforco gli occhiali e comincio a leggere (Philip Roth, L'orgia di Praga), pensando che ne avremo per un bel po'.
Ma è finita rapidamente a schifio, perchè una signora ha espresso il suo dissenso circa l'operato della dottoressa, Che la portassero in ospedale o almeno in un'altra stanza quella paziente, in modo che la suddetta possa espletare il suo lavoro. E invitava a bussare alla porta chiusa per fornire tale suggerimento.
Nel frattempo, come succede sulla nave, che se uno vomita gli altri iniziano a fare la medesima cosa, ha cominciato a sentirsi male un'altra signora cardiopatica. L'hanno presa e portata nell'altra stanza, misurato la pressione, chiamato il cardiologo e così ci siamo giocati pure la seconda stanza, con grande disappunto della prima signora che si chiedeva chi glielo avesse fatto fare di parlare.
Stavolta non ce l'ho fatta, ho chiuso il libro ed ho mandato affanculo senza diplomazia la signora. Pensi solo per un momento se stava lei al posto di quella poveretta, le ho detto, avrebbe apprezzato se l'avessero incaprettata e infilata in ambulanza?
Finita l'emergenza e andati via i rompicoglioni ho fatto quattro chiacchiere con una simpatica signora che recita in una compagnia teatrale e che ha fornito ai presenti qualche esempio della sua arte.
E così siamo passati dal dramma di prima alla commedia e sembravamo tutti più rilassati, anche se si è fatta l'una e la dott mi ha assegnato un'altra caterva di esami.
Tornando a casa una lieta sorpresa. Il tabellone non c'era più. Qualcuno ha ascoltato le nostre lamentele e quelle delle guardie municipali che sollecitavano.

7 commenti:

  1. Secondo me il tabellone se l'è portato il vento :)

    RispondiElimina
  2. Secondo me il tabellone se l'è portato il vento :)

    RispondiElimina
  3. persone informate dei fatti hanno detto di aver visto un carro gru e operai che lo facevano a pezzi
    Magari è passato Silvio ed ha fatto una magia. E' sparito comm 'a munnezza

    RispondiElimina
  4. persone informate dei fatti hanno detto di aver visto un carro gru e operai che lo facevano a pezzi
    Magari è passato Silvio ed ha fatto una magia. E' sparito comm 'a munnezza

    RispondiElimina
  5. Di questi tabelloni ce ne sono che hanno strati di manifesti vecchi di chissà quando. Ne ho visto uno proprio stasera che con la luce radente sembrava un bassorilievo.

    RispondiElimina