Nisida

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giovedì 2 ottobre 2008

NAPULE E'

Antonio D'Orrico, parlando del libro di Francesco Durante, Scuorno, nella sua rubrica settimanale del Corriere Magazine, diceva che la lettura di questo libro lo ha riconciliato con Napoli.
Incuriosita, lo avevo comprato e messo in attesa. Arrivato il momento di leggerlo, approfittando della gita in campagna, ho iniziato a sfogliarlo e mi ha colpito la dedica: a Fabrizia Ramondino.
Ho avuto la sensazione che un cerchio si chiudesse: dovevo leggerlo questo libro ed ho iniziato.
Capisco D'Orrico quando dice della riconciliazione, io lo faccio quasi ogni giorno, quando mi incazzo per qualcosa che accade e poi subito dopo c'è qualcos'altro che mi fa riflettere su dove vivo e come vivo, ai piccoli miracoli quotidiani che ci consentono di vivere in questa città così maltrattata da tutti, che finisce sulle prime pagine dei giornali per ogni cosa, dalla spazzatura alle orde di tifosi dell'assalto al treno, che fanno dire a tutti: Vesuvio pensaci tu.
Ieri due cose mi hanno riconciliata con Napoli: la manifestazione dei chiaianesi contro la discarica e un servizio di rainews24 intitolato "La bufala campana".

La manifestazione.
Un centinaio di persone, non di piu', hanno sfilato per le vie di Napoli con striscioni e manifesti contro l'apertura della discarica, in occasione della nona visita del PresDelCons in città. Avevano in testa colapasta e scodelle e brandivano in mano pericolose cucchiarelle. Hanno anche sparato dei petardi, esibendo così le loro armi. Guidava il corteo un simpatico personaggio che ha illustrato le suddette armi. Esibiva in testa una scodella di plastica azzurra, definendola càntero.
Il càntero nel dialetto napoletano significa vaso da notte, deriva dal greco, kanteros, angolo. Forse perchè il vaso da notte veniva tenuto nell'angolo.
Era di ferro smaltato e mio suocero raccontava sempre di una signora sull'autobus, che aveva in braccio un bambino piangente avvolto in una coperta. Alle proteste dei viaggiatori che invitavano la signora a liberare la povera creatura, la signora toglieva la coperta e mostrava la testa del bambino incastrata in un vaso da notte. Stavano andando in ospedale per tentare di liberarlo.
Tornando alla manifestazione, è stato un bel contrasto vedere la polizia in assetto di guerra e la gente protetta da semplici colapasta e cucchiarelle. La risata che seppellirà.
Ma tanto la discarica si farà, lo ha detto Bertolaso. Che non è piu' il solito Bertolaso, quello che a suo dire gli hanno impedito di lavorare. Adesso è quello che si è fatto bello del lavoro di De Gennaro, che ha un piglio manageriale e minaccia: le discariche si faranno, ad ogni costo.
E, giusto la ciliegina sulla torta, Berlusconi ha annunciato il quinto termovalorizzatore della Campania (al momento non ce n'è neppure uno). E le gare di tutti e cinque sono state vinte dalla ditta che gestisce il termovalorizzatore di Brescia.
E tutti si sono chiesti a che cazzo servono cinque termovalorizzatori piu' tutte le immense discariche che lordano il nostro territorio. Facile risposta: agli imprenditori.
E la differenziata di cui si riempiono tutti la bocca dov'è finita?

La Bufala Campana
Così ha titolato il servizio Rainews24 e la mozzarella non c'entra niente.
Prendendo spunto dalle dichiarazioni di due giornalisti americani, presenti alla stazione nel famigerato giorno del presunto attacco al treno da parte dei tifosi napoletani, ci si chiede come si è potuta gonfiare la notizia fino a giungere alle prime pagine dei giornali e ai primi titoli dei telegiornali.
La parte principale l'ha fatta Trenitalia, che ha annunciato subito una distruzione da 500 milioni di euro (ma quanto costa un treno intero?). E via via la marea delle notizie montava: passeggeri cacciati dal treno, delinquenti lasciati passare dalla polizia, ritardi dei convogli e poi a Roma fotografie di cortei dei napoletani, che tra l'altro non hanno neanche visto la partita, data l'ora in cui sono arrivati.
Tutto questo ha prodotto come unico risultato la chiusura delle curve del San Paolo, senza che nessuno dei tifosi presunti responsabili del disastro venisse arrestato.
Come è potuto accadere tutto questo? E' solo un modo maldestro di maneggiare le notizie, dandole per accertate quando poi nessuno controlla? E che giornalismo è questo, che non controlla le fonti, fidandosi delle dichiarazioni roboanti di Trenitalia, azienda già sufficientemente decotta da aver perso ogni credibilità? Come fidarsi di un'azienda che nega  la presenza di pulci e zecche sui treni quando decine di passeggeri le hanno viste e "sentite"?

15 commenti:

  1. Jenè, l'impegno a far conoscere come stanno le cose però deve andare nella direzione opposta da quella indicata dalle "riconciliazioni".
    La città, la regione non sono isole, sono inserite in un contesto nazionale che tanta parte ha nel determinarne i disagi. E' un fatto che va evidenziato con la massima chiarezza.
    Allora forse è il caso, invece di dire che il teppista è meno teppista di come lo dipinge la stampa - uh come mi sento meglio - stabilire che questo fenomeno non è affatto locale .
    Lo stesso vale per la malavita che elegge domicilio da quelle parti ma la cui esistenza viene leggittimata da tutti quelli che da qualunque parte del paese, con le mafie sono in affari.
    Vogliamo parlare delle grandi opere?Delle imprese nordiche che approdano al sud e subappaltano a alle ditte locali per tenersele buone?
    Dei rifiuti tossici e quant'altro?
    Non c'è di che riconciliarsi.
    C'è da uscire dall'ottica locale. Non di Napoli bisogna parlare, ma di come è organizzata l'economia, di come viene gestito l'ordine pubblico nel Paese. Altrimenti non se n'esce.Tu dici che i danni non ammontano a 500.000 Euro e qualcuno ti risponderà come si calcolano i danni ad un treno.Una discussione inutile. Diciamo invece che il teppismo da Bergamo a Catania va contrastato.Magari cambia l'aria.

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  2. Jenè, l'impegno a far conoscere come stanno le cose però deve andare nella direzione opposta da quella indicata dalle "riconciliazioni".
    La città, la regione non sono isole, sono inserite in un contesto nazionale che tanta parte ha nel determinarne i disagi. E' un fatto che va evidenziato con la massima chiarezza.
    Allora forse è il caso, invece di dire che il teppista è meno teppista di come lo dipinge la stampa - uh come mi sento meglio - stabilire che questo fenomeno non è affatto locale .
    Lo stesso vale per la malavita che elegge domicilio da quelle parti ma la cui esistenza viene leggittimata da tutti quelli che da qualunque parte del paese, con le mafie sono in affari.
    Vogliamo parlare delle grandi opere?Delle imprese nordiche che approdano al sud e subappaltano a alle ditte locali per tenersele buone?
    Dei rifiuti tossici e quant'altro?
    Non c'è di che riconciliarsi.
    C'è da uscire dall'ottica locale. Non di Napoli bisogna parlare, ma di come è organizzata l'economia, di come viene gestito l'ordine pubblico nel Paese. Altrimenti non se n'esce.Tu dici che i danni non ammontano a 500.000 Euro e qualcuno ti risponderà come si calcolano i danni ad un treno.Una discussione inutile. Diciamo invece che il teppismo da Bergamo a Catania va contrastato.Magari cambia l'aria.

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  3. no,io voglio solo sapere a che gioco giochiamo. E pure quanto costa un treno. Perchè ciò che succede a Napoli fa sempre spettacolo.

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  4. Perchè se Trenitalia avesse sovrastimato i danni sarebbe un'attenuante?
    Le cose erano già state ridimensionate in sede processuale ma tanto qui valgono più i giornalisti americani che i giudici "troppo garantisti " per essere ritenuti credibili.
    Da una parte l'informazione deve vendere giornali e spazi pubblicitari ma dall'altra - e te l'ho sempre detto - c'è chi abbocca e compra.
    Ecco qual'è il gioco. Internazionale direi.
    Adesso c'è la fase di ritorno : prima crocifissione e poi beatificazione.
    Quindi la verità in entrambi i casi,non interessa a nessuno. A parte il magistrato che all'epoca fu giudicato dall'opinione pubblica troppo indulgente

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  5. Perchè se Trenitalia avesse sovrastimato i danni sarebbe un'attenuante?
    Le cose erano già state ridimensionate in sede processuale ma tanto qui valgono più i giornalisti americani che i giudici "troppo garantisti " per essere ritenuti credibili.
    Da una parte l'informazione deve vendere giornali e spazi pubblicitari ma dall'altra - e te l'ho sempre detto - c'è chi abbocca e compra.
    Ecco qual'è il gioco. Internazionale direi.
    Adesso c'è la fase di ritorno : prima crocifissione e poi beatificazione.
    Quindi la verità in entrambi i casi,non interessa a nessuno. A parte il magistrato che all'epoca fu giudicato dall'opinione pubblica troppo indulgente

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  6. caspita quante ne dissero al magistrato troppo libertario. E giu' articoli dei "signorini grandi firme" ai quali non pareva vero di riaprire un altro capitolo Napoli, after monnezz.
    A me il servizio su rainews è sembrato ben fatto senza beatificazioni di sorta, solo critico nei confronti dei media che stanno tutti a ripetere a pappagallo senza controllare a notizia. Sembrano blogger qualunque (e forse lo sono).

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  7. caspita quante ne dissero al magistrato troppo libertario. E giu' articoli dei "signorini grandi firme" ai quali non pareva vero di riaprire un altro capitolo Napoli, after monnezz.
    A me il servizio su rainews è sembrato ben fatto senza beatificazioni di sorta, solo critico nei confronti dei media che stanno tutti a ripetere a pappagallo senza controllare a notizia. Sembrano blogger qualunque (e forse lo sono).

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  8. Ah quanto a questo... ci sono blog che citano altri blog che citano articoli di giornale che si rifanno ad altre fonti ancora. Siamo alla terza, se non quarta mano e nei vari passaggi nessuno che s'interroghi.
    Comunque il legale di un paio di imputati ha querelato Repubblica per un articolo un po' troppo fantasioso sul procedimento....la frase " ma insomma che ha fatto " ovviamente non è mai stata pronunciata.

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  9. Ah quanto a questo... ci sono blog che citano altri blog che citano articoli di giornale che si rifanno ad altre fonti ancora. Siamo alla terza, se non quarta mano e nei vari passaggi nessuno che s'interroghi.
    Comunque il legale di un paio di imputati ha querelato Repubblica per un articolo un po' troppo fantasioso sul procedimento....la frase " ma insomma che ha fatto " ovviamente non è mai stata pronunciata.

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  10. chi copia chi.
    Anche Pietro Calabrese nel suo Moleskine sul Magazine del Corriere dal titolo "Ipocriti all'ultimo stadio"
    cita la suddetta frase "ma in fondo che ha fatto il mio cliente", come detta dall'avv. Alessandro Cicciotti.
    Tra l'altro questo articolo è pure fuori tempo massimo, visto che all'uscita del magazine rainews aveva già fatto il servizio.

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  11. chi copia chi.
    Anche Pietro Calabrese nel suo Moleskine sul Magazine del Corriere dal titolo "Ipocriti all'ultimo stadio"
    cita la suddetta frase "ma in fondo che ha fatto il mio cliente", come detta dall'avv. Alessandro Cicciotti.
    Tra l'altro questo articolo è pure fuori tempo massimo, visto che all'uscita del magazine rainews aveva già fatto il servizio.

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  12. Poi c'è un altro fatto, a parte l'incongruità dell'espressione difficile da immaginarsi in un aula.
    A nessuno degli assistiti dell'avvocato Cacciotti che sono due, è stato contestato il reato di devastazione danneggiamenti etc etc. Il che non significa ovviamente che danni non siano stati fatti, ma evidentemente da altri.
    Perchè allora scandalizzarsi della "mite" condanna?
    Quattro mesi e dieci giorni ( patteggiati) per resistenza e possesso di una torcia elettrica, sono pochi?
    Che la giudice nel comminare la pena abbia considerato il "particolare contesto" in cui si sono svolti i fatti, è stato detto?

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  13. Poi c'è un altro fatto, a parte l'incongruità dell'espressione difficile da immaginarsi in un aula.
    A nessuno degli assistiti dell'avvocato Cacciotti che sono due, è stato contestato il reato di devastazione danneggiamenti etc etc. Il che non significa ovviamente che danni non siano stati fatti, ma evidentemente da altri.
    Perchè allora scandalizzarsi della "mite" condanna?
    Quattro mesi e dieci giorni ( patteggiati) per resistenza e possesso di una torcia elettrica, sono pochi?
    Che la giudice nel comminare la pena abbia considerato il "particolare contesto" in cui si sono svolti i fatti, è stato detto?

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  14. Eh ...l'aula è femmina e io la maschilizzo privandola dell'apostrofo. Un grave lapsus.

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