In piazza, a difendere la libertà delle donne, i loro diritti.
Questa sera a piazza Vanvitelli c'eravamo tutte, noi vecchie ragazze e si è tornato a parlare di collettivi di donne, di altre manifestazioni da organizzare, come quella dell'8 marzo.
Era bello vedere le ragazze giovani dietro agli striscioni a gridare slogan come noi un tempo, una col megafono che spiegava i motivi di questa manifestazione spontanea, nata mano mano col passaparola.
Era bello vedere le donne venute da Roma, dalla casa internazionale delle donne e la CGIL del coordinamento Lazio.
Era bello vedere tante di noi vecchie ragazze accompagnate dai loro compagni e una mimosa nei capelli.
Era bello vedere un gruppoo di ragazze che danzavano nella piazza al suono di nacchere e tammorre.
Perchè le manifestazioni delle donne sono fatte così: impegno ma anche gioia di vivere.
La stessa gioia di vivere che ci spinge a lottare, a difendere con le unghie ciò che tanti anni fa abbiamo conquistato, col sangue di tante donne vittime degli aborti clandestini.
Nessuno ci scipperà la legge 194, sappiatelo.







qui le foto della manifestazione a Milano
RispondiEliminaqui la cronaca della manifestazione a Roma (con le cariche della polizia)
qui le foto di Repubblica
e qui notizie sui testicoli di Ferrara
RispondiEliminama niente paura, non si può fotografare ciò che non c'è
"libere di scegliere sempre", prima di coniarli gli slogan bisogna ripeterseli in testa e ad alta voce, per capire che
RispondiEliminaparole così sono troppo pesanti
pesanti per chi, sky?
RispondiEliminaLibere ( e liberi...) di scegliere sempre, non è uno slogan ma un Principio Democratico scritto in un elenco lunghissimo di Testi Fondamentali universalmente condivisi.
RispondiEliminaParole pesanti,convengo,ma solo perchè richiedono un estenuante impegno collettivo...
pesanti per chiunque, per la folla e per ogni singolo individuo, pesanti da sostenere
RispondiEliminae allora ...una bella dittatura e ci togliamo il fastidio
RispondiEliminasi vabbè.
RispondiEliminase è vero come è vero che è meglio essere nani sulle spalle dei giganti che nani e basta, si potrebbe leggere l'intervista a Norberto Bobbio di Nascimbeni sul Corriere dell'8 maggio 1981. C'ho fatto un post
RispondiEliminasi potrebbe anche leggere la sentenza della Corte Costituzionale che risponde ampiamente a tutti i dubbi insinuati dall'intervista
RispondiEliminahttp://www.giurcost.org/decisioni/1997/0035s-97.htm
Se c'è conflitto tra Diritti questo va risolto,la 194 é una provvida mediazione come da sentenza in questione.
A te basta la corte costituzionale. Perché non ti chiedi se ogni persona presente a quelle manifestazioni, ogni ragazza o donna che ha abortito, si è posta il problema come se lo è posto Bobbio, che prima di essere un filosofo era anche un uomo. Tagliare la testa al toro vuol dire abbandonarsi alla disperazione. Abbandonarsi alla legge.
RispondiEliminaSei tu che hai introdotto il tema dal punto di vista giurisprudenziale,non io che mi sono limitata a seguire il tuo ragionamento.
RispondiEliminaLa nostra civile convivenza del resto, è regolata da Leggi il cui spirito in genere tende a tutt'altro che " tagliare la testa al toro" come pure dimostra l'intera vicenda e la stesura della 194 . Quel che è accaduto a Napoli è un' aperta violazione dello Stato di Diritto.Dunque io non ho bisogno di interrogarmi se le signore in piazza fossero o meno consapevoli o preparate o responsabili.Erano lì a chiedere il ripristino della legalità.Tanto basta.
vinto
RispondiElimina...e convinto? Perchè di vincere mi interessa poco.
RispondiEliminaconvinto, no. E non diciamo che il mondo è bello perché è vario. Da Ferrara a Odiffredi c'è il mondo intero, loro stanno ai margini e sbagliano. Spero che anche tu non stia ai margini, io di certo no.
RispondiEliminaio non lo so che vuol dire essere ai margini.
RispondiEliminaSo che ieri sera eravamo in piazza per difendere i diritti che abbiamo conquistato con la legge 194, trenta anni fa.
Parlavamo con le vecchie compagne di quando si organizzavano i viaggi a Londra, dove era consentito l'aborto e facevamo le collette per quelle che non avevano soldi.
Per sottrarle ai professionisti dell'aborto clandestino, che avevano la fila alla porta.
Questo vorremmo mai piu' rivedere, anche se mi rendo conto che molti preferirebbero i neonati versati nei cassonetti, piuttosto che l'autodeterminazione della donna.
per me dire, urlare "liberei di scegliere sempre" significa "essere ai margini", "tagliare la testa al toro" "opposti estremismi" e altre cose più o meno simpatiche che ho detto
RispondiEliminaok, allora sono ai margini, perchè io ho cercato sempre nella mia vita di scegliere, e scegliere per il meglio, non solo per me.
RispondiEliminaLibere di scegliere non è uno slogan, è uno stile di vita che ci siamo date noi donne che ci siamo ribellate al patriarcato e che queste scelte abbiamo pagato sulla nostra pelle. Scelte a volte dolorose, di cui tanti parolai neanche immaginano la portata.
E non vorremmo che le nostre figlie e nipoti tornassero indietro.
Ma lo sapete che in Campania non si vende la RU486? Che quei pochi consultori che c'erano sono via via spariti? Ieri sera in piazza c'erano anche quei pochi operatori che ancora lavorano nei consultori rimasti.
ma che c'entrano il toro e gli opposti estremismi?
RispondiEliminaTra poco arriviamo alle convergenze parallele e al compromesso storico, lo sento.
Anni fa c'era un vecchio fumetto, i dropouts, sarà per quello che mi stanno simpatici gli emarginati.
Io sono convinta che la 194 è un terreno troppo limitato per contenere quel che sta accadendo.
RispondiEliminaE sbagliano le donne che cadono nella trappola di strumentalizzazioni che questo ambito esclusivo comporta.
Un conto è la valutazione sulla bontà o meno di una legge che comunque non può non avvenire se non in un contesto democraticamente definito, un conto è il problema di diritti violati .
Mischiare i due terreni significa alimentare inutili conflitti e una radicalizzazione delle posizioni che invariabilmente vede da una parte le "fautrici dell'aborto" e dall'altra i "tutori della vita".
Non è di questo che stiamo parlando.Anzi tutto il contrario.
Postilla :
RispondiElimina"libere di scegliere sempre " è un diritto elementare, poi è ovvio che la libera scelta avviene in ambito di regole condivise.Mica una rivendica il diritto di rapinare le banche...
per molte persone sostenere la 194 equivale ad essere fautrici dell'aborto.
RispondiEliminaNon arrivano a comprendere che per difendere la vita bisogna dare aiuto alle donne, fornire assistenza, creare le condizioni perchè poi queste donne non finiscano per fare le barbone, assieme al loro figlio.
Ecco questo non deve succedere e aggiungo anche che nel momento in cui si pensava a condizioni idonee per accogliere un figlio,il denaro era l'ultimo dei nostri pensieri (proprio un'altra epoca...che dire).Si pensava a condizioni psicologiche, emotive e alla volontà precisa di essere madre.
RispondiEliminaAltrimenti qui qualcuno pensa che se rifila un po' d'elemosina alla gravida disoccupata risolve il problema.
i tempi son cambiati e i soldi servono e come. Oggi molti, con i contratti scannati non possono permettersi neanche il primo figlio, altro che Cina.
RispondiEliminaPoi, risolto questo, ci si interroga sulla volontà di essere madri.
Chiaro che non si risolve con quattro spiccioli, io parlo di assistenza, asili nido, scuole, che possano rendere possibile il sogno di tutte le coppie, quello di mettere al mondo un figlio.
Riguarda tutti, e in particolare le donne single.
è un problema di priorità ,di scala dei valori , all'epoca ne prevalevano alltri,non che si fosse tutte Rotschild...beninteso ...è che il tinello marron ci faceva vomitare
RispondiEliminala citazione del tinello marron mi acquieta, come nient'altro avrebbe potuto. A bien tot
RispondiEliminanon ho fatto inchieste ieri sera in piazza, ma credo che anche alle fanciulle presenti dietro lo striscione facesse vomitare il tinello marron.
RispondiElimina:-D
Una cosa simpatica: molte ragazze erano lì con i loro fidanzati, che strillavano slogan anche loro.
Una bella maniera di passare il san valentino day, non credi?
Non so. Nella mia visione San Valentino è l'anticamera del tinello marron e San Valentino in piazza pro 194 , una versione alternativa del Family day. Ma a parte questa annotazione di gusto personale, il riferimento arredativo era solo per sottolineare che la 194 è maturata in un contesto politico e culturale assai diverso da quello attuale e che replicarne le tensioni è pressocchè impossibile.Poi ognuno è ovviamente libero di mettersi in casa i tinelli che più gli aggradano.
RispondiEliminae infatti non a caso ieri sera in piazza c'erano piu' nonne che nipoti. E c'erano anche molti uomini, cosa che non ricordo, delle vecchie manifestazioni. Non è un caso.
RispondiEliminabellissimo il blob stasera:
RispondiEliminanon ne possumus plus
comunque io ieri ero a Roma a manifestare i miei (numerosi) dissensi,non mi sono astenuta.
RispondiEliminami sarei stupita del contrario.
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