Nisida

Nisida

lunedì 29 ottobre 2007

VERDE E BLU OLTREMARE

Il paesaggio della foto non appartiene ad una delle tante mete esotiche che tanto appassionano gli italiani.
E' Stintino, la famosa spiaggia della Pelosa, che purtroppo in agosto ci appare così. Non c'è un buco dove piazzare l'ombrellone.

10 commenti:

  1. ...Perennemente in lotta con l'odiata spiaggia della "Ceretta" :P

    Bellissimo post/posto :)

    RispondiElimina
  2. Verissimo!!! ci siamo stati un giorno nell'estate 2004 e abbiamo assistito ad una scena isterica di una tizia che accusava la famigliola vicina di farle ombra con il loro ombrellone.
    Il posto sarebbe bellissimo, ma è rovinato da un'infinità di strutture turistiche tirate su in tutta fretta e già fatiscenti, come raccontavamo qui:
    http://tetto.fler.it/viaggi.html#tre

    RispondiElimina
  3. Quanto è bello questo posto. Mi hai fatto venire voglia di ritornare in Sardegna.

    RispondiElimina
  4. Non so se sia il caso di rimarcare che il turismo porta lavoro e ricchezza alle zone, qualsiasi esse siano.
    Non sono mai stato in vacanza in questo posto nè in un altro posto ma certe critiche sui turisti, benchè spesso giustificate dal frastuono e dal bailamme che generano i turisti in luoghi paradisiaci , mi fà venire in mente i tempi dell'Università.

    La mia università su fatta a Urbino a il 70% degli studenti erano meridionali.
    Bene. Gli urbinati si lamentavano che c'erano troppi meridionali. Dimenticavano però che la loro ricchezza era dovuta non alle visite al Palazzo Ducale da parte dei turisti ma proprio a gran parte degli studienti meridionali che affittavano camere piene di muffa e di campagna a prezzi da metropoli.
    Senza contare che gli studenti fuori sede hanno fatto la fortuna di locali notturni ed eserizi commerciali.
    Eppure gli urbinati dicevano spesso a gran voce che i meridionali se ne dovevano andare a studiare alle loro università locali.
    Sperando ovviamente che venissero quelli del nord Italia che invece raramente venivano a studiare ad Urbino.

    Ora, certe zone d'Italia con paradisi splendidi come questo luogo postato da Rien, non so cosa sarebbero senza una certa ricchezza portata dai turisti.
    Personalmente nemmeno io amo i turisti di massa ma rifletterei su una cosa: questi turisti li si vogliono o no?
    Questi studenti fuori sede li si vuole o no?
    Sarei contentissimo per esempio se ci fosse una spece di diaspora dai luoghi di lavoro e di turismo che odiano gli emigranti e i turisti.
    Urbino di per sè per esempio è una zona interna e di campagna e senza la gran massa di studenti meridionali non sò in che condizioni economiche avrebbe vissuto.
    Stesso discorso per i luoghi del turismo.
    Scegliere: o sfruttare i propri posti per avere ricchezza in una era dove il denaro ormai scarseggia o smetterla di lamentarsi.
    Comprendo benissimo che si vorrebbero lasciare i paradisi terrestri incotaminati ( io sono per questa idea ) ma siamo alle solite: il mondo è questo e credo che la gente del luogo ne riceve benessere e ricchezza dalla classe dei turisti ( a cui non sono mai appartenuto, ripeto ).

    Le fabbriche del nord negli anni '50 e '60 e '70 non avrebbero avuto nessuno sviluppo senza la manodopera meridionale.
    Il turismo è una industria nè più e nè meno che come fare auto e mobili.
    Piaccia o no è così.

    Se non si vuole far parte di questo scempio ambientale bisogna prendere delle decisioni.
    La prima però sarebbe quella, paradossale , di non fare il turista.
    Ma credo che è una strada oltre che antistorica anche impossibile da praticare.
    Che poi a guadagnarci sono soltanto albergatori e politici non è vero: nelle isole al alrgo della Sicilia, dalla Egadi alla Eolie a Pantelleria e Lampedusa c'è una miriade di ex contadini che affittano case e stanze ai bagnanti turisti.
    Per loro è ricchezza, piccola, ma ricchezza. E che in molti casi consente di sbarcare il lunario in realtà sociali ed economiche a dir poco disastrose.

    E' poi normale che il turismo di massa porta scempi ambientali e quant'altro ma bisogna scegliere.
    Semmai bisognerebbe chiedersi perchè in Italia il turismo non ha preso le strade intraprese da Spagna e Grecia e Jugoslavia dove i turisti abbisognano ma gli viene imposto di agire in maniera molto ma molto più civile che in Italia.
    Perchè noi dobbiamo comportarci da predatori e non da usufruitori dei luoghi?
    Discorso lungo e io ho già parlato troppo.

    Una buona giornata


    W

    RispondiElimina
  5. E' proprio questo il punto: lo scempio.
    Perchè tu hai visto solo le foto del paesaggio incontaminato, ma dovresti vedere alle spalle della spiaggia cosa c'è. Serpenti di auto a cuocere al sole, senza un riparo, casacce e costruzioni "turistiche" edificate nei tempi d'oro da milanesi (e non faccio nomi), il tutto a convivere con un paesino di pescatori con relativo porticciolo.
    Perchè noi non sfruttiamo le zone turistiche, noi le distruggiamo. Basta farsi un giro lungo la costa tirrenica da Praia a Mare in giu', fino a Lamezia per vedere le oscene costruzioni che invadono le spiagge lungo le quali corre anche il treno... oddio, corre è un eufemismo.
    Case che vengono abitate solo in agosto, il resto dell'anno sono tutte chiuse con le tapparelle abbassate.
    E tutte "regolarmente" sanate, come quell'altra oscenità che da Scalea porta a Diamante, dove nelle case, senza le fogne, viene su merda anzichè andare giù.

    RispondiElimina
  6. Lo so Rien.
    Vivo una terra dove lo scempio del territorio è stato perpetrato in nome delle vacanze al mare in maniera spaventosa.
    Ho avuto purtroppo però più problemi con le persone normali, colte e no, di sinistra e no, perbene e no solo per aver denunciato queste cose sul posto, stando lì con un cazzo di microfono in mano a far vedere che facevano il bagno in una mare spaventosamente inquinato pensa da cosa: dall'inquinamento umano, cioè gli scarichi durante i mesi estivi senza fognature a mare.
    Le proteste verso di me sono venute proprio dai turisti locali e no, villeggianti e no che lamentavano il fatto che cosi dicendo io avrei fatto abbassare il valore immobiliare delle case e della zona.

    Al di là delle esperienze personali di cui non amo parlare il problema è spesso questo: la gente per cui si rischia a volte la vita e la querela è migliore dei politici che la gente stessa critica? Sembra di no.
    Fare turismo significa distruggere il paesaggio ambientale? Ovviamente no ma da noi, contadini con la Bibbia in mano, il turismo è stato questo: irrompere senza regole e senza leggi nei luoghi per appropriarsene.
    Resta il fatto che a questa situazione si sono accodati gran parte degli operatori, spesso improvvisati, impropriamente chiamati turisti.
    I luoghi come quello da te ostati hanno un equilibrio ecologico precario, particolarmente sensibile. Nel giro di pochi anni quei luoghi saranno invivibili.
    Ma la cosa epggiore è stata appunto quella di far fare turismo a tutti e in tutti i luoghi senza alcuna regola e di norma la mancanza di regole significava non rispettare l'ambiente.
    E' anche vero che il mondo politico, imprenditoriale e gli stessi cittadini hanno spacciato il turismo e lo sviluppo del turismo per una risorsa economica che si lo è ma il risultato è quello che vediamo ogni estate.
    E rimane poi il problema primario che ho segnalato prima: molti ci vivono, alla meno peggio.
    Bisogna fare delle scelte.
    Ormai nelle zone depresse economicamente la parola d'ordine da anni è lo sviluppo del turismo.
    Un pezzo di spiaggia qualsiasi viene considerato alla stregua di una arancia da spremere.

    Sono due situazioni difficili da contrastare: se critichi lo scempio la risposta è appunto che bisogna far circolare moneta per zone depresse; se cerchi di sviluppare il turismo arrivano gli avvoltoi, turisti e affaristi di terza e quarta mano.

    E' stata una bella fregatura per le popolazioni del luogo che vivono di turismo o è una miniera d'oro?
    Lo scempio ambientale condurrà a una condizione irreversibile dell'ambiente o consente la pace sociale in zone dove l'economia sarebbe altrimenti al collasso?

    Sono scelte difficili. Mi sono accorto che è impossibile far comprendere a un cittadino qualsiasi che l'inquinamento fognario e umano è deleterio per la sua stessa salute e per i suoi figli.
    Mi sono anche accorto però che i turisti che vengono da fuori arrivano, pagano e vogliono stare lì a fare i loro porci comodi e basta e poi se ne tornano a casa.

    Non c'è soluzione.


    Ciao Rien

    W

    RispondiElimina
  7. alle Isole Borromee sul Lago Maggiore sono applicati pedaggi e l'ambiente è perfetto. Bisogna anche però dire che 32 euro a persona per godere delle isole forse è tanto. O forse è tanto che senza richiedere quella cifra non si ottenga il rispetto dell'ambiente. Bah... Un fatto che non capirò mai.
    Carolina

    RispondiElimina
  8. carolina, non penso che introdurre un pedaggio serva a tutelare i luoghi. Sono anni che ci provano con Capri, ma è solo un tentativo di far godere dell'isola quei signori che si sono fatti le villone e lo yacht che vedono con sommo orrore la folla dei pendolari del mare, paninomuniti, visto che lì ti spennano.
    Sarebbe oltremodo ridicolo se facessero una simile proposta per Ischia, dopo aver costruito in maniera selvaggia e distrutto il territorio (vedi frane).

    RispondiElimina
  9. Una parte dei pedaggi credo che sia per la spartizione di competenze di tutela fra Borromeo eredi e Stato. Quindi magari non è solo per la tutela ambientale. Però è vero che sembra funzionare il sistema. Anche se non so se la famiglia ricca sia necessariamente più virtuosa di quella povera.
    Carolina

    RispondiElimina