Nisida

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martedì 30 ottobre 2007

LA MIA SARDEGNA


Ricordo una vacanza in Sardegna di molti anni fa. A Stintino in un villaggio, le rocce aguzze e taglienti, il mare agitato da un lato e calmo dall'altro. L'Asinara sullo sfondo, inquietante, era ancora un carcere.
E un campeggio a Isola Rossa, dove si prendevano i polpi con le mani e i ricci viola grossi come pompelmi pieni di uova, dove trovammo una enorme cernia morta sul bagnasciuga, che aveva i denti come quelli di un bambino.
E un pranzo in campagna a San Francesco d'Aglientu, dove ci cucinarono il porceddu e gli gnocchetti sardi col pecorino e tutti quei dolci di cui mai ricorderò i nomi.
E poi verso Tempio Pausania in mezzo alle sughere spogliate, che mostravano il tronco rosso ruggine come una ferita, fino a giungere sulla Costa Smeralda, bellissimo mare ma tutto finto che piu' finto non si puo'.
E Santa Teresa di Gallura, di fronte a Bonifacio, la cittadella corsa circondata da mura, dove c'era ancora la Legione straniera.
E dovunque un vento teso, continuo, da mal di testa, e persino gli alberi crescevano tutti piegati, con le chiome pettinate all'indietro. Si salvava solo la pineta protetta dalle dune.
E i grossi massi di granito, a forma di animale, come l'orso di Capo d'Orso o l'elefante di Castelsardo e i nuraghe e la ferrovia che passava attraverso una gola che ti sembrava che spuntassero gli indiani da un momento all'altro.
Ricordo un salvataggio marino; con il nostro gommoncino riportammo a riva quattro milanesi fessacchiotti che, avendo fatto in piscina il corso di sub, erano bardati di tutto punto e credevano di poter affrontare i marosi sardi.
E così per il resto della vacanza facemmo gruppo assieme, ma ne successero lo stesso di tutti i colori, compreso un altro naufragio, dopo avere spezzato la chiavetta dell'elica del fuoribordo.
La Sardegna è un posto che vive solo d'estate, che finisce sui rotocalchi perchè frequentata dai soliti noti. che vi hanno costruito villone faraoniche e ne solcano il mare con i loro yacht. Per il resto dell'anno sparisce dalle cronache e ce la ricordiamo solo nei versi di De Andrè o dei Tazenda.
La Sardegna è un posto incredibile, dove appena scesi dalle navi le auto spariscono e finisci col camminare da solo sulle statali. Viaggiando da Sassari a Cagliari sulla Carlo Felice, incontrammo pochissime auto.

Ci imbarcammo a Cagliari per tornare a casa con l'auto che puzzava atrocemente di pecorino, sbocconcellando gli ultimi pezzi di pane carasau, negli occhi le rocce di granito grigio e la sabbia rosa.
All'arrivo a Napoli i marinai della Tirrenia durante le operazioni di scarico schiantarono al suolo una Dyane e così rimanemmo due ore a rimirarci San Martino dal porto, prima di tornare in possesso della nostra auto.
Questa e altro ancora la mia Sardegna.

6 commenti:

  1. I milanesi spesso non sono molto bravi come sub, al massimo sono dei sub-normali! :P

    Sono curioso poi: come la schiantarono al suolo la Dyane? :)

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  2. dai, per fortuna non tutti vanno a prendere il brevetto di sub in piscina. La cosa comica era che (giustamente) avevano paura dei pesci e quando riuscivano a coglierne uno arrivavano col fucile a terra per farsi togliere la preda dall'arpione. Indimenticabile il polpo che fu portato a riva a rate, un tentacolo per volta.
    Giuro che non sto scherzando.

    Molti anni fa la Tirrenia aveva navi traghetto che caricavano le auto anche sul ponte di prua tramite una gru. Ovviamente poi dovevaqno scendere con lo stesso mezzo. Un errore all'imbracatura e la Dyane volò via. I proprietari, una coppia olandese, sciorinarono insulti multilingue.

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  3. Questo ispirò la mitica pubblicità:
    "Ehi Gringo? La machina? Va-vavumma!!!" :D

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  4. Posso dirti grazie? Grazie perché in questo post racconti la sardegna che tutti noi sardi vorremmo venisse raccontata, la sardegna vera, fatta di paesaggi, colori, sapori e gente vera. La sardegna che non c'è nei settimanali. Grazie allora. Ogni fine settimana lo passo a stintino tra quelle rocce taglienti, nel mio mediablog troverai diverse foto, se possono aiutare la memoria di quei giorni. Ciao :)

    ps
    forse i dolci erano papassine, tiricche e seadas o sebadas?

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  5. grazie a voi, ruckert, per la sempre gentile ospitalità. Quello che ho scritto è solo una parte di quello che penso, poi si sa, i ricordi affiorano man mano, Ho visto le tue foto, ne ho anche io di simili e ricordo i posti dove sono stata, non sembrano molto cambiati.
    Ho intenzione di tornarci presto, non in estate piena. Voglio vedere una zona che non conosco ancora, Chia e Carloforte.
    Ma Stintino mi è rimasta nel cuore.

    I seadas sicuramente, mi ricordavano un po' la sfogliata frolla, gli altri non mi fanno venire in mente niente.

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  6. conosco l'Ogliastra, stemmo in campeggio a Tortolì e da lì andammo in giro per la regione. Se non ricordo male le rocce rosse si trovano ad Arbatax.

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