Nisida

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giovedì 7 settembre 2006

FORESTA FOSSILE DI DUNAROBBA


Nel comune di Avigliano, tra Acquasparta e Montecastrilli, in provincia di Terni, si trova un luogo unico nel mondo. Una foresta di sequoie che risale al Pliocene medio, quando la valle era un lago, il lago Tiberino, gli Appennini erano ancora delle montagne basse e poco distante c’era il mare Tirreno.
In seguito gli Appennini sono cresciuti, il lago si è svuotato nel mare e al suo posto ora scorre il fiume Tevere.
Le sequoie sono venute alla luce perché un’azienda che fabbrica laterizi, estraendo l’argilla nella propria cava, nel 1970 scopriva alcuni tronchi e ne informava la Soprintendenza. Ulteriori scavi hanno portato alla luce circa 50 tronchi e ancora molti sono tuttora conservati sotto l’argilla.
Il CNR sta facendo tuttora esperimenti per preservare le sequoie dagli agenti atmosferici. Sembra un’impresa difficile in quanto l’argilla da cui sono rivestiti e che in molti casi è penetrata anche all’interno del tronco continua il lavoro di disgregazione provocando fratture, agevolata dall’inclinazione a nord ovest dei tronchi, dovuta ad una scossa tettonica.
Lo studio riguarda sia un possibile isolamento, racchiudendo i singoli tronchi in una scatola (sembra il risultato migliore finora) sia l’utilizzo di eventuali resine che possano rivestire le piante, ma resterebbe il problema dal di sotto. L’argilla continuerebbe a raccogliere acqua che verrebbe assorbita dalle sequoie.
Vista la difficoltà è stato ritenuto dannoso continuare gli scavi per riportare alle luce altri tronchi e curiosamente il sito risulta ancora di proprietà della fornace. I tronchi sono stati coperti con delle semplici lamiere e il risultato estetico è alquanto orripilante. L’area è recintata e chiusa e l’accesso è consentito solo con visita guidata. La nostra guida, laureata in scienze naturali, è da 4 anni co.co.co, presso la Soprintendenza Archeologica dell’Umbria ma quest’anno spera di andare ad insegnare.
L’unicità di Dunarobba consiste nel fatto che le sequoie non sono pietrificate, come quelle degli Stati Uniti, bensì mummificate, ancora in posizione di vita. Infatti a toccarlo si capisce che è legno, liscio e poroso come legno vivo. Si riconoscono anche gli anelli di accrescimento delle piante che fanno risalire la loro età a tre milioni di anni fa.
E passeggiando tra questi tronchi sembra di fare un viaggio nel passato, alla preistoria, quando l’uomo ancora non c’era in questa terra che poi diventò l’Umbria.

14 commenti:

  1. e quante ne abbiamo di queste particolarit in giro per l'italia

    ps
    sembra che sb stia facendo studiare se pyò fare lo stesso trattamento

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  2. Davvero molto interessante, sarà difficile preservare queste sequie dagli agenti atmosferici e poi quelle copertura in lamiera....brrrr...che brutte!

    Salvatore

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  3. Davvero molto interessante, sarà difficile preservare queste sequie dagli agenti atmosferici e poi quelle copertura in lamiera....brrrr...che brutte!

    Salvatore

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  4. non solo sono brutte quelle coperture, sono anche inservibili perchè pioggia e vento passano ovunque. Inoltre alcuni tronchi sono stati anche bruciati e i calabroni stanno forando i tronchi. Per uno strano destino quegli alberi hanno ripreso la loro vita biologica appena tirati fuori dall'argilla.

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  5. accidenti
    non la conoscevo
    e pensare che settimanalmente, d'estate, passo sulla E45 e eleggo scritto le indicazioni di avigliana, acquasparta, etc etc
    Quando si dice un blog di servizio
    ciao ;-)

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  6. i blog servono anche a far conoscere luoghi e situazioni sconosciute ai più. Io che sono curiosa e vado ficcanasando ovunque lo faccio spesso.
    :-)

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  7. cambio della guardia al CNR peggio che alla rai figurati che ce frega delle sequoie!!!!! ; )))

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  8. beh anche prima che la guardia cambiasse non sembra che se ne siano fregati piu' di tanto, a vederle.
    Franci, ciao, era un bel po' che non ti si leggeva, eh?

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  9. si hai ragione il problema è che la ricerca in italia non viene finanziata e si deve ricorrere a fondi comunitari su progetti specifici. Si easuriscono i fondi termina il progetto anche se il lavoro necessiterebbe una continuazione, purtroppo. Speriamo in Mussi.

    Si hai ragione anche su questo è da un pò che manco con i commenti anche se cerco di seguirti almeno nella lettura (anche se a volte devo recuperare le puntate precedenti)! Saluti anche a tutti i tuoi aficionados.

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  10. in effetti per il progetto avevano stanziato 516 mila euro. Il comune di Avigliano poi ha affidato al CNR la ricerca per la conservazione.
    Il dipartimento del CNR è:
    Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree - Dott. Stefano Berti.
    Mi piacerebbe sapere a che punto stanno.

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  11. provo ad informarmi farotti sapere....

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  12. http://www.ivalsa.cnr.it
    lì ci sono le info e i recapiti del dott. Berti mandagli una mail (di solito i ricercatori sono ben lieti di tenerti due ore a parlare delle loro ricerche) oppure mandami le domande che provo a girarle tramite intranet ciao e buon we

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