Nisida

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domenica 18 giugno 2006

BERLINO PRIMA DELLA CADUTA DEL MURO

E sull’onda dei cartocci di paste aperti sul blog di Marassi c’è il mio amarcord dolce.
Ormai nei miei ricordi il dolce evoca Berlino. E quelle pasticcerie sul Ku’damm dove vendevano tutto quello che un goloso neanche riesce ad immaginare.
Io e la mia amica Rosaria facemmo diversi pellegrinaggi ed ogni volta assaggiavamo dei tranci di torta. Indimenticabili la torta mousse al cioccolato con un rivestimento di fondente incredibile alto un dito e la torta mousse di arancia, me le sogno ancora la notte e al solo pensarci mi schizza la glicemia.
Faceva un freddo boia (-17), era febbraio e c’era ancora il muro. Le strade erano piene di neve, ricoperte da uno strato di polvere di carbone, che riduceva le nostre scarpe simili a quelle degli spazzacamini.
Aspettavamo l’autobus e piangevamo in silenzio. Arrivate in albergo, tutto moquettato, prendevamo regolarmente la scossa appena toccavamo una maniglia.
Episodi curiosi tipo flash.
La D.M. e l’amico Mario schiattarono 4 bottiglie di vino nella stazione del metrò e furono rapidamente forniti di scopa e paletta onde rimediare al disastro. Disastro che fu ampiamente amplificato dalle due italiche carogne che sparsero il vino per tutta la stazione, che alla fine dell’operazione olezzava come una cantina.
Il fatto è che la D.M. non li ha mai potuti soffrire i teutonici e per anni ha mandato ignari turisti tedeschi in cerca della funicolare centrale su per san Martino. Inoltre la D.M., facendo la coda dal tabaccaio, acchiappo’ l’unico tedesco che tentava di bypassare le file. A suon di grugniti il nordico fu costretto a tornare al posto suo.
A metà del Kurfustendamm c'è la Gedachtnis-Kirche, bombardata durante la guerra e poi ricostruita lasciando in piedi il rudere. La nuova cattedrale veniva chiamata dai berlinesi “la cipria e il rossetto” per la forma curiosa.



Il check point Charlie merita un discorso a parte.
Era l’accesso a Berlino Est, controllato dai militari. Ci si arrivava con il metrò, anche lì sorvegliato da militari armati. Al controllo dei passaporti finimmo istradati in direzioni diverse e vi assicuro che c’era da farsela sotto. Mi ritrovai da sola a Berlino Est e nessuna traccia dei miei compagni, che come seppi dopo erano stati perquisiti e spogliati. Mi ero salvata solo io.
Ricordo con angoscia i tentativi di spendere i marchi che ci avevano costretti a cambiare e che alla fine imbucammo in uno scatolone di raccolta per la Croce Rossa. Una coda pazzesca per mangiare, niente da comprare, l’Unter den Linden percorso solo da camion militari e le ceneriere con la sabbia in mezzo ai marciapiedi. Ovvio che se gettavi una cicca per terra te la facevano raccogliere.
In lontananza la porta di Brandeburgo, anch’essa murata.
A sera tornammo all’Ovest sentendoci degli scampati.

9 commenti:

  1. E si poteva entrare senza problemi a Berlino Est o ci volevano visti etc? Ricordo vidi tempo fa a casa del padre della mia ex una guida di viaggio per i paese ex-comunisti, incredibile quante carte bisognava fare, ed addirittura in URSS era proibito proprio viaggiare senza permesso...

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  2. per Berlino Est bastava il passaporto ed un visto di 24 ore che rilasciavano ad Ovest. Per gli altri paesi dell'est era molto piu' complicato. Pensa che dei miei amici che andarono a Mosca in viaggio di nozze finirono in due alberghi diversi e la sera non potevano uscire perchè in albergo ritiravano il passaporto.

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  3. ...piangevate in silenzio mentre aspettavate l'autobus...e chissà quante corse doveva aver saltato!!! :D
    Spiega, Jenè...

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  4. polly, forse non ti è mai capitato di stare a -17. Le lacrime scendono da sole, neanche te ne rendi conto.

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  5. Questo post mi ha incuriosito molto. Senza che tu entri nel dettaglio...cosa facevi a Berlino?

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  6. No, Jenè.
    Infatti sono tarata fino a
    -5. Un Capodanno a Firenze. Ricordo le fontane coi zampilli ghiacciati, di fuochi d'artificio e tric e trac manco una pallida ombra e la caldaia che si bloccò.
    Nonostante la piuma d'oca, mi andai a coricare con cappotto, cappello e sciarpa. E speravo di riuscire ad addormentarmi per sentire meno freddo. Riuscii ad addormentarmi, alla fine; ma anche nel sogno, disdetta, faceva freddo, ma un freddo...!
    E il giorno dopo, mi anticiperai, ti sarà venuta la bronchite...
    In effetti ero a letto con la febbre; ma per la rosolia...
    Che merda di Capodanno!!!

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  7. meriggio, accompagnavo la D.M. e i suoi amici che lavoravano ad una promozione turistica della Campania alla B.I.T

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  8. polly, io un Capodanno a Parigi vidi i pesci nuotare sotto uno strato di ghiaccio nelle fontane degli Champs Elysee.
    Uscii tutta elegante con i tacchetti per andare al veglione, grande sciuliamàzzo appena fuori dall'albergo, rientro, cambio mise (pantaloni e polacchine) e fui l'unica a non cioncarmi di freddo.
    :-D

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