Nisida

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mercoledì 11 gennaio 2006

CAPODANNO AD AMSTERDAM



Molti anni fa (non c’era ancora il pargolo e i soldi pochi), andammo in agenzia per un viaggetto last minute.
Oddio, allora non c’era Internet e il last minute lo inventammo noi, perchè non ci è mai piaciuto prenotare mesi prima, col rischio di non poter partire. Tanto succedeva sempre qualcosa.
L’impiegato dell’agenzia, che ci conosceva, disse che c’era un pacchetto all inclusive (allora neanche si chiamava così): aereo, hotel, biglietti dei bus, biglietti per i musei e pure la visita alla fabbrica di brillanti. Il tutto per una cifra davvero irrisoria.
Ci buttammo a pesce e due giorni dopo partimmo per Amsterdam. Arrivo a Roma Fiumicino dove conosciamo il resto della comitiva. Non lo sapevamo che era un viaggi organizzato e continuammo ad ignorarlo.
C’erano dei ragazzi come noi e facemmo gruppo tutti assieme.
Volo con la KLM, dove ci rimpinzarono di cioccolato, trasferimento in albergo e conseguente uscita serale, con la guida che insisteva per portarci al quartiere a luci rosse. Che è una cosa davvero squallida, le donne in vetrina e calo della tapparella quando erano impegnate. Moltissimi locali di videogames e macchinette varie dove inserendo un coin si vedeva mezzo film porno.
In un locale dove si esibivano dal vivo c’erano delle cabine con una tenda, che si apriva all’inserimento della moneta.
Entrammo in sei e la tendina era aperta, forse guasta. C’era una donna nuda seduta su un divanetto che lavorava a maglia. Rimanemmo come sei scemi. Ce ne andammo in silenzio pensando alla povera donna che certamente era una casalinga che arrotondava.
A cena in albergo ci dettero una zuppa orribile che puzzava di origano con dei pezzi galleggianti molto sospetti.. L’unica cosa buona era la colazione, dove si trovava di tutto, piu’ di quella inglese. Il latte e lo yoghurt erano squisiti.
La stanza in albergo aveva le dimensioni di una roulotte e l’arredamento era molto simile, niente tapparelle tanto era notte fino alle 10 del mattino.
I biglietti del bus vennero molto comodi perchè ci permisero di girare tutta Amsterdam salendo e scendendo a caso da tutti i mezzi in circolazione, compreso un treno. Dio solo lo sa come non ci perdemmo, visto che leggere i nomi delle strade era mission impossible.
Visitammo il museo Van Gogh e il Riscksmuseum, dove sta la Ronda di notte di Rembrandt e facemmo escursioni in due paesini sul mare, Marken e Volendam e non ricordo quale dei due era deserto perchè stavano tutti in chiesa. Si sentivano i canti e non si vedeva nessuno.
Andammo anche a vedere la diga ed è davvero impressionante vedere il mare in alto.
Comperammo gli zoccoli regolamentari che chissà dove sono finiti e ci portarono pure a visitare una fabbrica di formaggi.... una puzza da non credersi.
Fiori dappertutto, piantati e recisi, pioggia continua leggera e costante, le finestre con le tendine di pizzo e il gatto, ponti, canali e houseboat, papere e biciclette ovunque, un sacco di ‘mbriaghi per strada, di cui uno mi si spalmò letteralmente addosso.
Sempre nel viaggio organizzato era previsto un cenone di Capodanno (da pagarsi a parte) e scoprimmo che costava l’equivalente di tutto il viaggio.
Mimando l’italico gesto come un sol uomo, ci apprestammo a salutare il resto della compagnia e ci aggirammo per la città alla ricerca di un posto dove mangiare qualcosa di commestibile.
Eravamo in dieci e trovammo una pizzeria, dove il pizzaiolo era egiziano e ci fabbrico’ dei calzoni ripieni di ogni ben di dio. Erano curiosi, calzoni in piedi, provvisti di una cresta di pasta ritagliata tipo gallo, ma in compenso erano gustosi. Finita la pizza ricominciammo a vagare e ci infilammo in un tram di quelli col soffietto che era quasi mezzanotte. E li’ scoprimmo che gli olandesi sparano i botti a Capodanno, perchè all’apertura delle porte gettarono nel tram un tracco di quelli col botto finale, come si usa a Napoli, che scoppiò con grande fragore nel tram. L’autista non fece una piega, neanche si fermò, si vede che non era una cosa nuova.
A mezzanotte precisa cominciarono i fuochi d’artificio e ci commuovemmo tutti, sembrava di stare a casa.
Ritorno a casa in aereo sempre KLM, pranzo e solita abbuffata di cioccolato.
Prima però fu necessario scongelare con una specie di big phon le ali dell’aereo.

12 commenti:

  1. mi piace la cosa dei triekjyen trakienten (tric trac olandesi !) chissà se le botte a muro le usano sulle dighe?

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  2. Bello questo viaggio, mi è piaciuto proprio : )

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  3. cara jene, io in Olanda ci sono cresciuta... Per curiosità, che anno era?
    (io ci sono stata dal 65 al 72, ero piccola, molte delle cose che racconti le riconosco, e anche se c'era poca luce d'estate e pioveva spesso è un posto che amo, anche se ora non è più come allora)
    Scusate, divagazioni mentre curo il brodo

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  4. PS: probabilmente il posto deserto per chiesa era Marken, noto paese a tutti per essere codino (c'erano anche le barzellette)
    Volendam invece è quello dove molti abitanti (non si sa se spontanei o prezzolati) andavano ancora in giro coi costumi ottocenteschi (cuffiette da Mira e zoccoli compresi)

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  5. se non ricordo male era il 1986, il capodanno. Si, adesso ricordo Volendam, è li che comprammo gli zoccoli di legno intagliato. C'era anche il molo con le barche e le case di legno scuro con i profili bianchi.
    E poi ricordo la piazza Dam, la bella cattedrale con le sue vetrate e un vecchio pianino che suonava.
    E' proprio vero che un viaggio non finisce mai.

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  6. mianonna, li' c'hanno il ministero delle acque e gli farebbero un bucio così. Le dighe sono sorvegliatissime.

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  7. Avevo scritto un intervento ma anche questa volta, sarà la centesima, l'ho cancellato prima .

    Keerch

    W

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  8. Anche io ho fatto un viaggio identico al tuo!!!!Era il 1982 ed era la prima volta che prendevo l'aereo. Che bello leggerti mi sono ricordata tutto. A Volendam mangiai dei dolcetti buonissimi!!!

    Anna_AR

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  9. Non ho stipulato nessun contratto, evidentemente, biaprtizan, con splinder.
    O forse è perchè a me ci penso sempre e solo io.
    Comunque ho fatto benissimo a non scriverli, credo.


    W

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  10. wynck, l'importante è quello che decidi tu, come sempre. Mai avere dubbi, credo.
    Ad ogni buon conto è come se io li avessi letti, tutti.

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