Nisida

Nisida

lunedì 23 maggio 2005

LA CITTA’ VERTICALE


Napule è tutta rampe, scalinate,
scale, gradune, grare, grariatelle.
sagliute, scese, cupe, calate,
vicule ‘e coppa, ‘e sotto, viculille.
Allero o disperato, tu saglie
Sempre a Napule; fai na rampa,
n’ata, po’ n’ata ancora,
ca te leva ‘o sciato.
Napule a vide crescere
Tra rampa e rampa.



Con questi versi, Carlo Bernari descrisse Napoli come una città verticale e molto tempo dopo Edoardo Bennato rese concreta l’idea, progettando una rete di scale fisse e mobili tra terra e mare, sulla scia di Lamont Young.
La toponomastica è ricca di Gradini, Gradoni, Calate, Discese, Salite, Rampe.
Molte di queste scale sono parallele alle tre Funicolari che dal Vomero raggiungono il centro. Una volta i Vomeresi dicevano: vado a Napoli, inteso come centro.
C’è la Salita del Petraio che mena a S. Martino Vomero e Antignano, come è scritto su un’antica targa, che congiunge San Martino con Via Toledo.
Sempre da San Martino c’è la Pedamentina (ai piedi del monte) che arriva fino alla Pignasecca (Montesanto).
E infine la Calata San Francesco, che tante volte ho disceso di corsa perchè l’autobus non passava ed ero costretta a farmela a piedi, che dalla Via Cilea giunge fino al mare nei pressi del consolato USA.
Una serie di rampe di scale, con scorci bellissimi di panorami mozzafiato.
Di questa zona della città l’architetto Riccardo Dalisi fece un progetto chiamato appunto “Calata San Francesco”, che partendo da Via Cilea, con asse geometrico verso Capri, univa la collina al mare.
Ovviamente di questi progetti nessuno ne sa più nulla, finiti nel dimenticatoio ormai.
E poi c’è una salita a prova d’infarto. Si chiama Gradini Paradiso, si trova nella zona di Montesanto e infatti se non si raggiunge il creatore alla fine della rampa è un vero miracolo. E poi c’è la salita dei Miracoli, chiamata dai napoletani “n’coppa ‘o presepio”, dove si trovano gli Educandati femminili.


           
               Calata San Francesco                                               Gradini Paradiso

Ma la città alta è collegata alla città bassa da migliaia di scalini, buona parte concentrati nella zona dei quartieri spagnoli e una volta dal Vomero veniva giù persino il tram, che piu’ volte, scendendo per la Cesarea,  finiva a fermare la corsa sul piedistallo della statua di Mazzini, nella omonima piazza.


Massimo Ranieri canta Scalinatella, una interpretazione arabeggiante di un classico napoletano.

12 commenti:

  1. jene, cacchio, ero anestetizzata da una lontananza emotiva fortissima...e tu co stà scalinatella superbamente interpretata da ranieri e con la foto dei Gradini Paradiso hai rimesso tutto in subbuglio....montesanto, i miei quartieri spagnoli, la pignasecca...
    la Napoli verticale che tanto ho amato
    che tanto ho odiato
    e che solo le persone come te
    riportano alla mente cogli occhi del cuore
    magnifico post, maledizione
    grazie di cuore per quest'inaspettata nostalgia...

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  2. che era in Io che non sono l'imperatore il progetto di Bennato?
    ah... t'invito a ballare :o)

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  3. Però Scalinatella, per quanto ne so, è ispirata a Positano. Vale comunque anche per Napoli. Verticale, orizzontale, porosa, schifosa, gioiosa, morosa, fetòsa, calorosa, torrida, messicana, egiziaca e azzurra, ossigenata e nera. Nera e celeste. Paradiso e inferno. Diavoli e poveri diavoli.
    Verticale.

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  4. bello, bello, bello. ma per favore metti su una musica un po' più allegra... fallo per me, almeno... :-)))
    Bacioni
    Carolina

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  5. io abitavo giusto sotto il vecchio ospedale militare, e sia che facessi la strada che i napoletani chiamano 'magnacavallo', cioe' la salita di lato alla rinascente, sia che la facessi da spaccanapoli in su, quando arrivavo a casa avevo bisogno dell'ossigeno...ma che scorci di napoli...!
    e' una citta bellissima e unica al mondo che in tutti gli anni passati la' mi ha rapito il cuore
    un caro saluto, grazie di essere passata
    marietta

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  6. che bel blog complimenti posso linkarti? se si scrivi come debbo lincarti! se passi dal mio blog trovi altri napoletani buona giornata

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  7. i tuoi mille ascensori di carta velina che vanno su e giù senza posa

    nessuno che scende, nessuno mai sale

    e un pazzo poeta o predone che pende dall'ultima trave

    (Banco Del Mutuo Soccorso, La città obliqua, 1972)

    ---
    Apolide Sedentario

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  8. Ciao,

    Grazie, hai rinverdito tanti ricordi, sono nato nel "belvedere" una volta era un bosco, quante volte da piccoli abbiamo fatto la "Calata San Francesco", mio fratello piu' grande andava a pescare e portava tutti noi, io avevo si e no dieci anni.

    Andavo a bottega orafa a via Cavallerizza a Chiaia, spesso non avevo i soldi per il biglietto delle funicolare, allora salivo e scendevo per le scale quattro volte al giorno.

    Abito a Via Bonito, spesso, quando ho tempo, mi piace molto percorrere la pedamentina, ma solo a scendere, a 56 anni è poco raccomandabile farlo a nche a salire.

    Grazie, hai reso possibile l'accesso a tanti ricordi ormai dimenticati, grazie.
    Serena notte
    Giuseppe ( esseno )

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  9. mi scrivi x favore come si scrive il tuo blog? http:: ,,,,, buon inizio di settimana

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  10. http://jeneregretterien.splinder.com

    lo trovi quassu' nello spazio indirizzo.
    :-P

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  11. Sarà anche bello il luogo, ma la sporcizia  e la protervia della gente rende tutto invivibile!  Levate le sedie davanti ai bassi.  Un po' di civiltà non guasta! 

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  12. mi chiedo cosa ti ha spinto a considerare incivile la sedia davanti al basso e  cosa c'entra quello che dici con il post.
    Permettimi di dire che sei tu incivile, che fai un commento sprezzante con la chiara intenzione di offendere (5 anni dopo che il post è stato scritto).

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