NOSTALGIE D'AUTUNNO

Una donna, bella e luminosa, vestita di bianco, correva di stanza in stanza ridendo.
La casa era di quelle antiche, con le stanze una nell'altra, era sicuramente d'estate.
Le tende si gonfiavano alla brezza leggera e lei passava guardando da tutte le parti, come se cercasse qualcuno o qualcosa.
Da altre stanze si udivano voci di ragazze, voci che somigliavano a cinguettii di uccelli.
C'era un'atmosfera un po' rarefatta.. le immagini sembravano luminose, come foto di Hamilton.
La donna allora mi vide e sorridendo mi tese la mano, ma io non la presi e all'improvviso mi svegliai.
Era un sogno e mi resi conto che quello che avevo sognato era il giorno del matrimonio dei miei genitori.
Mi alzai e aprii il balcone e un odore di pioggia e di foglie marcite penetro' nella stanza.
E mi giunse da lontano il suono malinconico e ovattato di una vecchia canzone.
Spalancai i vetri del balcone per sentire meglio, per capire da dove provenisse ed il suono giunse chiaro e chiara si presentò ai miei occhi la tua immagine.
La musica era quella di "Reginella", che tante volte ti sentivo cantare nei momenti felici. La cantavi per me :
Regine', quanno stive cu mmico
nun magnave ca pane e cerase.
Nui campavamo 'e vase! E che vase,
tu cantave e chiagnive pe' me.
E 'o cardillo cantave cu ttico:
"Reginella 'o vo' bene a 'stu 'rre".
Ti ho rivista così com'eri, con la tua sobria eleganza, le scarpe con il tacco all'inglese, la gonna lunghetta ed il tuo bel viso incorniciato dai capelli ondulati e sempre ben pettinati.
Eri bellissima.
Man mano che la musica sfumava, il suono si diluiva nell'aria, fino a scomparire.
Ed insieme al suono, scomparisti anche tu!
Arrivederci Madre.