don't worry, be happy .... non è colpa tua se non sei napoletano
Nisida
lunedì 25 ottobre 2004
LE TUE PAROLE
Piccole perle di cristallo le tue parole. Le ho infilate su un fragile filo per tenerle assieme nei miei ricordi. A volte le guardo, per riprovare l'emozione che mi hanno dato la prima volta che le hai pronunciate
Edith Piaf. Una donna dei tempi delle idee, dell'amore, degli eroi. Forse gli ultimi tempi delle idee, dell'amore e degli eroi. Cos'era quella sofferenza della sua voce e delle sue canzoni? Era sua, era di tutti, di un popolo, di un 'era che scompariva? Sentendo La vie en rose, un album comprato quando avevo 21 anni con il proprietario del negozio che vedendomi comprare Hendrix, Rolling, Dylan e Ac/Dc, sgranò gli occhi quando comprai quel disco seminascosto visto che ci conoscevamo personalmente. Ma questo non importa. Importa che Edith Piaf è oggi per l'Europa ciò che Omero fu per i Classici con i suoi Achille, Odisseo ed Ettore, Elena e Athena, Chervantes e Dante e Shakspeare per i moderni, ciò che Marlene Dietrich fù per la Germania, la storia divenuta epica, Chet Baker per l'America e tutto rinasce di quel tempo se senti la Piaf anche se non eri ancora nato, così come leggendo Omero, Shakspeare, Dante, la Dietrich. Mi viene il magone a pensare la sofferenza di questi uomini e donne che si accollano su di sè tutto il popolo che rappresentano, le sue sofferenze, la storia e la immortalano per sempre per essere così ricordati come coloro che ne diedero l'eternità a ciò che espressero. Nessuno quasi mai però esprimerà una parola dolce in più, oltre al complimento sentito all'arte, per l'enorme sofferenza che dovettere vivere nel fare questo. Infatti dopo aver ascoltato il disco della Piaf per qualche giorno non lo sentii più appositamente e oggi me lo ritrovo da giorni a sentirlo in questo blog. Così come non lessi più Omero, Shakspeare e non sentii più la Janis Joplin per anni tranne che mettere un brano suo, senza musica, l'anno scorso, visto che aver sentito il suo Summertime per caso a casa mi fece chiudere il dvd e non usarlo per mesi senza più veder film. Essere immortali costa ma dare l'immortalità al mondo costa ancora di più. Troppo, costa troppo.
Ho sempre adorato il passerotto e da anni indosso il nick di una delle sue più belle canzoni. Ho cercato di trovarne altre sul web ma c'era solo La vie en rose. E digiland ha bloccato l'accesso al mio sito perchè non mi connetto più con Libero, quindi non posso più aggiungere altri file. Se riesco a farmi un sito da qualche altra parte linko tutte le canzoni che voglio. Ciao Wynck
Edith Piaf.
RispondiEliminaUna donna dei tempi delle idee, dell'amore, degli eroi.
Forse gli ultimi tempi delle idee, dell'amore e degli eroi.
Cos'era quella sofferenza della sua voce e delle sue canzoni? Era sua, era di tutti, di un popolo, di un 'era che scompariva? Sentendo La vie en rose, un album comprato quando avevo 21 anni con il proprietario del negozio che vedendomi comprare Hendrix, Rolling, Dylan e Ac/Dc, sgranò gli occhi quando comprai quel disco seminascosto visto che ci conoscevamo personalmente. Ma questo non importa.
Importa che Edith Piaf è oggi per l'Europa ciò che Omero fu per i Classici con i suoi Achille, Odisseo ed Ettore, Elena e Athena, Chervantes e Dante e Shakspeare per i moderni, ciò che Marlene Dietrich fù per la Germania, la storia divenuta epica, Chet Baker per l'America e tutto rinasce di quel tempo se senti la Piaf anche se non eri ancora nato, così come leggendo Omero, Shakspeare, Dante, la Dietrich.
Mi viene il magone a pensare la sofferenza di questi uomini e donne che si accollano su di sè tutto il popolo che rappresentano, le sue sofferenze, la storia e la immortalano per sempre per essere così ricordati come coloro che ne diedero l'eternità a ciò che espressero.
Nessuno quasi mai però esprimerà una parola dolce in più, oltre al complimento sentito all'arte, per l'enorme sofferenza che dovettere vivere nel fare questo.
Infatti dopo aver ascoltato il disco della Piaf per qualche giorno non lo sentii più appositamente e oggi me lo ritrovo da giorni a sentirlo in questo blog.
Così come non lessi più Omero, Shakspeare e non sentii più la Janis Joplin per anni tranne che mettere un brano suo, senza musica, l'anno scorso, visto che aver sentito il suo Summertime per caso a casa mi fece chiudere il dvd e non usarlo per mesi senza più veder film.
Essere immortali costa ma dare l'immortalità al mondo costa ancora di più.
Troppo, costa troppo.
Keerch
Wynck
Ho sempre adorato il passerotto e da anni indosso il nick di una delle sue più belle canzoni.
RispondiEliminaHo cercato di trovarne altre sul web ma c'era solo La vie en rose. E digiland ha bloccato l'accesso al mio sito perchè non mi connetto più con Libero, quindi non posso più aggiungere altri file. Se riesco a farmi un sito da qualche altra parte linko tutte le canzoni che voglio.
Ciao Wynck
azzie per il link...
RispondiEliminaintanto leggo, e poi ricambio! .-)
linus