Nisida

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mercoledì 17 aprile 2013

Di grondaie, fiori, piante e raffreddori

Dopo mesi di pioggia e freddo torna la primavera e noi si va in campagna. E sembra quasi estate, giornate di sole, cieli senza una nuvola e c'è un senso di pace (i contadini ancora non lavorano per le nocciole) senza seghe e motori. Ovviamente questo non vale per noi, la D.M. s'è accorto che un pruno si è seccato, è l'unico che non è fiorito e dato di piglio a scala e sega a motore ha rotto i timpani per buona parte del pomeriggio. Ora il pruno giace fatto a pezzi nel prato. Prossimo, in lista di attesa, il fico che ha l'unica colpa di fare ombra alla piscinetta.
Ho ritrovato l'upupa che ogni mattina si fa un giro su tutti i fichi intorno casa. E' bellissima quando vola perché i colori sulle ali danno un effetto ottico tale che sembra che ruotino.
Anche gli alberi fanno un po' come gli pare: dei due ciliegi uno ha fatto una fioritura spettacolare, l'altro ha ancora i boccioli. Idem per le due piante di amarene. Anche la camelia ha fatto tanti fiori, ha quasi più fiori che foglie e il vaso con la menta che avevo piantato a ottobre è sopravvissuto all'inverno, mentre quella che ho sul balcone in città è morta stecchita.
Sono sopravvissute alla falciatrice del contadino anche le piantine di borragine, gliele avevo raccomandate, dato che lui ha metodi da invasioni barbariche. In compenso il prato antistante la casa ha raggiunto l'altezza di mezzo metro ed è un piacere al mattino attraversarlo con la brina.
Nel frattempo sono arrivate le canaline e le grondaie nuove, da mettere al posto di quelle di rame rubate a dicembre. Le nuove canaline sono di plastica che sembra rame, luccica persino, per cui ipotizzavo che si rischia che le freghino nuovamente.
Abbiamo saputo che hanno rubato il rame da tutte le case dei dintorni e il contadino diceva che forse li hanno pure arrestati. Del rame ovviamente nessuna notizia è pervenuta.
Del resto, se viene rubato persino con i treni in corsa, figuriamoci quali difficoltà avrebbero avuto a fregarselo da inermi case vuote.
Quindi, mentre io mi do ai racconti bucolici, D.M. e fratello danno principio alle fatiche di Ercole.
La cosa si presenta con qualche difficoltà, visto che le canaline sono state strappate dal cemento e quindi sarebbero necessari anche dei lavori di muratura.
Io ne ho approfittato per beccarmi un raffreddore della madonna, laddove neanche l'inverno napoletano è riuscito e sto a lavare una quintalata di cicoria a mazzi selvatica regalata dal contadino confinante.
Che Dio m'aiuti.

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