Nisida

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sabato 26 novembre 2011

Cronache dal fango

Dall'Alpi alle Piramidi, come soleva dire il premier (thanksgiving ex), l'Italia è unita dall'acqua.
Dalla Ligura alla Sicilia tutto frana verso il mare, lasciando un mare di fango a ricoprire e distruggere la vita delle persone.
Vedere in tv quelle immagini di persone che si aggirano con il vuoto negli occhi, fa male al cuore e ci immedesimiamo in loro, pensando a quello che proveremmo se fossimo al loro posto.
Una ragazza ha detto una cosa che mi ha fatto capire come si sentono. 
Gli hanno portato via i ricordi di una vita, ha detto e poi si è messa a piangere.
Ecco, immaginiamo per un momento di perdere tutto quello che abbiamo messo via, l'album delle fotografie con i bambini piccoli, quelle del matrimonio, i centrini, i soprammobili. Non si potranno mai più riavere le piccole cose che davano consolazione agli anziani con i figli lontani, le foto nelle cornici d'argento cui dare uno sguardo passando.
E' come se in casa fossero passati i ladri e chi ha vissuto questa orribile esperienza sa cosa vuol dire passare i giorni a ricordare quello che manca; ogni tanto uno sprazzo e viene in mente qualcos'altro.
Resta la vita per chi sopravvive e tutto da ricominciare. Ricostruire e ripartire da zero, ma proprio zero, pensando di averla scampata dopo aver visto morire altri.
Anche se nel frattempo fanno una vita da deportati, lontani dalle loro case distrutte e impraticabili, che siano nelle Cinque Terre o a Barcellona Pozzo di Gotto o a Catanzaro. 
Uguale destino perché ovunque il cemento ha fatto danni e nessuna misura di prevenzione è stata mai presa, al Nord come al Sud. Tutti vittime di uguale disastro.

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