Nisida

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lunedì 29 novembre 2010

THE SHIT HIT THE FAN

US embassy cables: browse the database

Wikileaks ha vinto

È la cosa che si dice del terrorismo, no? Che il suo obiettivo – lo dice il nome – non sia la realizzazione di attentati, il numero di morti, il successo delle iniziative puntuali, ma la diffusione della paura, il radicamento della consapevolezza della propria esistenza. I terroristi vogliono far sapere che ci sono e che nessuno può sentirsi tranquillo perché possono colpire.
Il paragone si esaurisce ovviamente in questo aspetto – ci mancherebbe – ma per Wikileaks è uguale: non è pubblicare con successo scoop pazzeschi il suo fine, quello è il mezzo. Il fine è fare in modo che i governi, le istituzioni, i poteri, sappiano che non possono essere certi della segretezza delle loro scelte. Che capiscano che il tempo della riservatezza serena e garantita è finito: che niente di deprecabile o illecito potrà più essere fatto senza timore di essere scoperti.
E in questo Wikileaks ha vinto già, con un’escalation micidiale di risultati e copertura mediatica. Ancora a primavera scorsa nessuno – praticamente nessuno – sapeva neanche cosa fosse, né l’aveva mai sentita nominare. Avevano assestato dei colpi notevoli di rilievo nazionale negli Stati Uniti e in qualche altro paese, ma senza ancora una reale capacità di promuovere la strategia complessiva. Gli scoop avevano prevalso sugli scoopers.
Adesso è il contrario: in sei mesi Wikileaks è diventato un brand, un’idea che fa paura e suscita attese ed eccitazioni. Per molti giornali la sua fama supera la comprensione delle sue attività: lo scooper prevale sullo scoop. Se in questo prossimo rilascio non ci fosse niente di realmente sconvolgente – qualcuno lo ha detto già dei precedenti – i titoloni sarebbero comunque garantiti: “lo ha detto Wikileaks” diverrà una sorta di moderno “lo ha detto il telegiornale”.
E per essere più concreti, già all’annuncio del precedente rilascio e ancora di più per questo, le autorità americane sembrano molto nervose e stanno diffondendo allarmi in tutto il mondo (per l’eccitazione dei media e dei ministri italiani e del Burkina Faso): hanno paura. Che questo sia bene o no – le faccende sono sempre complicate – è in discussione: ma Wikileaks ha vinto.
(wittgenstein.it)

Anche se quello che sta venendo fuori, per ora almeno, sembra alquanto insignificante ancorché deludente. Nulla che non abbiamo già da tempo potuto leggere su Dagospia.
L'unica novità è quella di Frattini che voleva abolire le coltivazioni di papaveri da oppio in Afghanistan convertendo i contadini in produttori di olio di oliva.
Neanche Dagospia sarebbe mai arrivato a tanto.

6 commenti:

  1. Beh non è insignificante che Berlusconi faccia affari con Putin e con Gheddafi, mica sono normali transazioni, visto e considerato che un gasdotto di qua e una fornitura di là a pagare il grosso del conto siamo noi.
    E che di questo si mormori è un fatto, che lo si trovi scritto su un carteggio d'ambasciata  un altro. Se poi è Hillary Clinton a sospettare..
    Oltre il botox e i wild partyes, su...

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  2. che il Banana facesse affari con Gheddafi e Putin è un fatto, ogni tanto corre da questi qua e certo non è per l'amicizia. La Clinton sospettava ed ha chiesto informazioni, certo, perchè per loro il nemico non è il piccolo Berlu che si diverte con nani e ballerine; per loro il nemico è la grande Russia e lì non riescono a penetrare. 
    Certo bisognerebbe vedere cosa c'è scritto negli archivi della CIA, sicuramente qualcosa di più esplosivo, ma a quelli Wikileaks non ci arriva.
    Per ora il tizio che ha passato i documenti sta in galera in attesa della corte marziale.

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  3. Beh gli affari con Putin e Gheddafi non erano tanto "un fatto" sono state fin qui illazioni e  voci.
    Comunque se un segretatario di stato sospetta di un alleato, in questo caso l'Italia,  la musica cambia, non fosse altro perchè lei - la Clinton -  alle segrete cose, ha accesso.

    Vedi l'autogol di Luttwack che ha già detto che la fedeltà degli alleati si misura sul rapporto diretto.
    Poi ciascuno ha "questioni con singoli stati che non interessano America"

    Ora si svilupperà il partito dei minimizzatori e quello della verità rivelata. Invece sul piatto c'è una questione incredibilmente seria fatta di notizie in sè, dell'uso che se ne farà e delle ricadute che avranno.

    Non c'è di che minimizzare, quello è uno sport che, in questo momento, lasciamo tutto al cavaliere.

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  4. è veidente che Wikileaks ha scatenato una tempesta mondiale, al di là che possa o meno far danno.
    Ma a me pare strano che la Clinton abbia avuto bisogno d ricevere informazioni da addetti all'ambasciata quando gli USA hanno sistemi più potenti di informazione, quali servizi segreti, Cia, Fbi etc.
    C'è qualcosa in questa storia che non quadra.
    E poi Wikileaks che intenzioni ha? Che obiettivi si prefigge?

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  5. Non credo mirino a niente di diverso di quel che hanno già dichiarato in più circostanze, anche perchè il tipo d'informazione di cui sono, per ora,  in possesso, non è roba da sconvolgimento dell'ordine mondiale. Rovescia un po' il concetto che chi governa qualche segreto lo deve necessariamente avere e può determinare cambiamenti di "clima politico" nei singoli paesi.

    Non credo cambierà la diplomazia,continueranno a dire una cosa e a pensarne un'altra, magari le ambasciate comunicheranno in codice finchè anche quello non sarà scoperto e si ricomincerà daccapo.
    Del resto non è questa la prima fuga di notizie del mondo. Qui è sorprendente l'ingente quantità,la tipologia e internet che ne ha consentito la divulgazione  su scala planetaria.

    Quanto agli affari del Nostro aspettiamo la magistratura che dovrebbe aprire un'inchiesta, poi ci sarebbe anche il Copasir per il resto del racconto ma tanto lui non ci va.
    In ogni caso  non è  questa materia da CIA o FBI a meno che gli affari del magico trio  non minino la sicurezza nazionale. Quella americana ovviamente.

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  6. mah... sono molto perplessa. 
    Certo, è un fenomeno unico questo enorme "volantinaggio" che ha fatto passare in secondo piano giornali e tv, dando il via a un Internet veloce, dove le notizie viaggiano a velocità della luce.
    Già solo questo rassomiglia ad una rivoluzione.
    In Italia invece continua ad andare in scena l'interpretazione del duo:

    il ministrello degli esteri che ogni giorno di più somiglia a "Pulicenella spaventato da 'e maruzze;
    di contralto il suo capo ride e accusa le notizie essere fornite da funzionari di quarto grado.

    Ai poster la sentenza.

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