Nisida

Nisida

sabato 23 ottobre 2010

RITORNO A CASA

Mai come questa volta non mi va di tornare a casa. Qui la monnezza la vedo solo in televisione e neanche tanto, fanno vedere solo le cariche della polizia e i fuochi d'artificio sparati dai terzignesi in risposta ai lacrimogeni.
Di solito, almeno le altre volte, i cumuli di spazzatura raggiungono ragguardevoli vette, tanto che i bobcats dei militari, assieme al pattume, nella mia zona, caricarono anche un paio di centraline Telecom, lasciando coi fili tagliati interi condomini.
Ma voi lo avete mai annusato un lacrimogeno? Io sì e vi assicuro che si piange davvero, come se avessimo affettato una quintalata di cipolle. Quella di lanciarli ad altezza d'uomo poi è una lunga tradizione delle forze dell'ordine, tanto che ne spararono uno dalla strada nella fabbrica che stavamo occupando e che entrando dalla finestra, attraversò la porta del corridoio dove mi trovavo, a pochi metri, provocando un fuggi fuggi e saturando gli ambienti. Perchè se un lacrimogeno fa piangere, all'aperto, figuratevi che combina se entra nelle stanze.
A seguito di queste azioni, alcuni giovani colleghi freschi di servizio militare, rispedirono al mittente un po' di lacrimogeni, con grande commozione dei poliziotti venuti per farci uscire. E facevano la fila vicino all'idrante nel tentativo di sciacquarsi la faccia, con in testa il vicequestore che guidava la carica, vestito di celeste, bagnato come un pulcino. Ovviamente finimmo sui giornali.
Le immagini che scorrono in tv mi ricordano un passato abbastanza remoto ma non certo dimenticato, un passato di cui non parlo volentieri e su cui è sceso un rigoroso silenzio, dolorosamente interrotto dalla visione di un film, Il posto dell'anima. Una storia che sembrava la nostra, pari pari ed io uscii dal cinema con una faccia decisamente sconvolta.
Dicevo che non ho voglia di tornare perchè temo che basterà poco a dar fuoco alle polveri. Ieri sera a Linea notte parlavano di Cava Vitiello che rappresenterebbe secondo i piani della protezione civile, il punto di raccolta della lava di una eventuale eruzione, un serbatoio simile alla valle del Bove sull'Etna, che dovrebbe preservare una parte dei centri abitati.
E loro la vogliono riempire di monnezza, come stanno già facendo con tutte le discariche di cui è costellata la provincia di Napoli, oltretutto densamente abitata. Tutte ormai esaurite. E nessuno parla più del termovalorizzatore, che da tempo va ad un solo cilindro, e a volte neanche quello.
La Prestigiacomo parla di compensazioni ambientali, cioè denaro in cambio di salute. Oggi al Tg qualcuno ha quantizzato: 2 euro a persona.
La nostra salute, si sa, non vale nulla e il governo ce lo conferma.
Ma qualcuno riesce a farsi il conto di quanto costeranno allo Stato tutti quei cittadini che si ammaleranno, in termini di cure da prestare e di giudizi da affrontare? Logico che no, chi ci pensa a codeste quisquilie e pinzillacchere.

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