Nisida

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giovedì 9 aprile 2009

VALZER PER TERRAE MOTUS

Nell'orgia mediatica di questi giorni accade di tutto.
Il TG1, accusato di vantarsi dello share raggiunto, per l'informazione nelle ore successive al terremoto, dopo che migliaia di utenti hanno scritto e-mail di protesta, ha così risposto sulla propria homepage, in rosso e maiuscolo:

VI PREGHIAMO DI NON INTASARE CON ALTRE PROTESTE LA CASELLA EMAIL, CHE SERVE PER SEGNALAZIONI DI SERVIZIO E SOLIDARIETA'. IL MESSAGGIO E' STATO RECEPITO. CONTIAMO SULLA VOSTRA COLLABORAZIONE

Nessuna menzione al fatto in questione, nè tantomeno scuse agli italiani, colpevoli di seguire la rete ammiraglia.

Nel video a questo link, dove c'è la giornalista del TG1 che snocciola i dati dello share per un buon minuto e mezzo, in coda c'è un commento di Aldo Grasso, schifatissimo.

Sono riusciti anche a farcisi mandare da Giorgio Napolitano, che persa la pazienza ha detto "Non mi rompete".
Ma ovviamente nessun TG ha trasmesso questa breve sequenza. Ne va del buon nome dei pennivendoli.
A vedere quanto sta accadendo nel mondo dell'informazione, pubblico e privato si equivalgono.
E non è solo questione di professionalità, è solo mancanza di buongusto e di educazione, per non parlare della sensibilità.

Non si va di notte a chiedere ad una famiglia stipata in automobile, cosa ci fanno lì o se hanno mangiato.
La spiegazione è che questa gente va a caccia di scoop, cerca di arrivare dove altri non riescono e si intuisce che la distanza che li separa da chi ha passato questo immane guaio è interstellare.
C'è una sequenza del film Valzer per Bashir. Il reporter racconta che ha sempre visto gli avvenimenti attraverso il mirino della sua fotocamera, spiegando così il suo mancato coinvolgimento.
Prende coscienza di questo quando vede e fotografa una inutile strage di cavalli.
Cosa dovranno vedere o sentire costoro per prendere coscienza che questo lavoro infame non è giornalismo?


(vignetta da http://emmanuelnegro.tumblr.com/)

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