LUNGA VITA AI NEGOZI DI DISCHI

Nick Hornby, autore di "Alta fedeltà", il romanzo ambientato in un negozio di dischi di Londra, è tra i firmatari di una petizione in difesa di questi negozi indipendenti ormai a rischio estinzione visto l'affermarsi del download P2P e dei negozi virtuali sorti in questi ultimi anni su Internet.

La petizione lanciata per sostenere il "Record store day" in programma in America sabato 19 aprile, vede presenti i nomi più importanti dello star system musicale, da Bruce Springsteen a Paul McCartney, da Chuck Berry a Damon Albarn. Ma ci sono anche personaggi noti del cinema, come l'attore Billy Bob Thornton e il regista Cameron Crowe, che non hanno fatto mancare il loro sostegno alla causa.
"Lunga vita ai negozi di dischi" dice Crowe "e a quei ragazzi e a quelle ragazze che girando la chiave aprono ogni giorno la porta verso un mondo di sogni".

In Italia e soprattutto a Napoli, ormai se ne vedono pochi di piccoli negozi, ad eccezione di megastore come Feltrinelli e Fnac.
Io da ragazza frequentavo due negozi del Vomero, Music a Via Luca Giordano e Cesarini al Largo Celebrano.
Ho passato molte serate a sentire le proposte che Gianni Cesarini faceva ascoltare nel suo studio sopra il negozio. A volte si entrava solo per curiosare e per scambiare quattro chiacchiere con gli altri clienti habituè che facevano la stessa cosa. Gianni poi si dedicava anche ad una radio libera, Radio Napoli Prima, con un gruppo di giornalisti ed esperti di musica, tra cui Renato Marengo, Nicola Muccillo (sì, quello che va in giro mangiando e sbevazzando per il TG3) e Tony Ponticiello. C'era anche Lucio Seneca, che da poco ci ha lasciati.
Un pezzo di storia napoletana, all'epoca delle radio libere. Tra l'altro Radio Napoli Prima ebbe l'onore del sequestro in diretta da parte dei Carabinieri.

Cesarini mi procurò molti dischi di musica classica, esecuzioni di Oistrack che da noi non si trovavano, importati direttamente dall'URSS. Erano strani quegli LP, di un vinile quasi vetroso, molto piu' corposo e pesante dei nostri. Li ho ancora e molti li ho riversati su CD.
C'era davvero l'anima in quei negozi di dischi. Non era importante comprare quanto esserci, guardare quello che c'era, vedere le offerte e discutere.
I due negozi non ci sono piu' da tempo e se ne sente la mancanza. I megastore sono molto piu' freddi e comprare dischi su Internet dà meno soddisfazione che andarli a scegliere dallo scaffale.