Nisida

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sabato 26 aprile 2008

LES CAHIERS DU CINEMA

cahiers-du-cinema-binocheUna brutta notizia per gli appassionati di cinema viene dalla Francia.
La rivista di cinema Le Cahiers du Cinema, ma piu' che rivista si tratta di storia del cinema, chiude.
Il gruppo Le Monde che nel 1998 l'aveva rilevata da Le Editions de l'Etoile considera chiusa l'avventura e mette in vendita i Cahiers.
E' giusto dire che dai Cahiers sono usciti registi come Godard, Rohmer, Chabrol, Truffaut, Leconte, giusto per fare qualche nome.
Tullio Kezich recentemente ha definito la rivista "altezzoso veicolo di mafiosità cinefila".
Ma cita anche il caso del critico cinematografico David Ansen, pensionato dalla rivista Newsweek e non sostituito come una forma di imbarbarimento culturale dell'occidente.
Auguriamo ai Cahiers di sopravvivere anche a questo.
Ne parla qui Liberation.

4 commenti:

  1. Allora kezich spieghi come un "altezzoso veicolo di mafiosità cinefila" può salvare l'occidente da un presunto imbarbarimento culturale,visto che generalmente la critica specializzata parla ad un pubblico di iniziati, senza venire minimamente toccata dal problema di sottrarre un solo spettatore al cinema commerciale.
    Ma, atteso che Chabrol Godard Rohmer etc sono usciti dalle rispettive esperienze formative e non certo dalle pagine di un giornale, les cahiers non rischia affatto la chiusura, è stata solo messa in vendita la casa editrice.La chiusura si rischia quando si è in stato di fallimento e questo non è il caso.
    Quanto alla difesa dell'identità culturale o editoriale della rivista,il Mercato nella sua bizzarria, tende a mantenere i caratteri che hanno fatto la fortuna di un prodotto.E sotto questo aspetto l'altezzosità del magazine non rischia.Se les cahiers diventasse come Paris Match,non venderebbe più una copia.
    Ciò detto non mi spiego l'allarme in Italia, visto che in Francia Libération si limita a dare la notizia della vendita chiamando a raccolta l'azionariato minoritario a tutela dell'identità della rivista,dei libri e dell'archivio fotografico della casa editrice.
    Kezich sa qualcosa che in Francia non sanno?

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  2. Kezich è da un po' che si interroga sul destino del critico specializzato. I motivi non li conosco e poi da qualche tempo non lo capisco mica tanto. L'anno scorso parlò bene persino dei cinepanettoni, per cercare di rendersi piu' simpatico. Io lo preferivo quando stroncava ma si sa, tutto cambia.

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  3. tra un po' vedrai che di rimbalzo in rimbalzo, les cahiers saranno in stato di prefallimento e tutti i critici del mondo a rischio.
    Il bello è che lo spirito di queste imprese è " meno siamo e più ci divertiamo" però poi quando servono le masse, le si chiamano a raccolta contro il rischio che l'Occidente s'imbarbarisca.

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  4. eppure, nello stesso articolo, si lamenta che nell'ultimo anno ben ventotto giornali hanno già fatto fuori la figura del critico. Ha paura di diventare come il panda del wwf?

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