Nisida

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venerdì 24 agosto 2007

CULINARIA VENETA

Alcuni siti che si occupano di prenotazioni alberghiere(tipo Expedia) hanno dichiarato Venezia la città più cara d’Europa per gli alberghi, anche più di Oslo. Per i ristoranti vale lo stesso discorso e in più si mangia anche uno schifo. Se non si vuole esser pelati vivi si ricorre a ristorantini con minori pretese: li si riconoscono dalla coda fuori.
Piatti locali molto vantati: polenta e baccalà alla vicentina (in agosto!) e sarde in saor.
Per capire cosa fosse il saor m’è toccato leggere la versione in inglese e alla fine ho scoperto che era la ricetta del capitone, quello avanzato dopo la frittura, condito con aglio, aceto e mentuccia. Al posto del capitone le sarde. Sarde alla scapece con aggiunta di cipolle, tutto qua.

Il baccalà alla vicentina invece è un falso storico: trattasi di stoccafisso, cotto nel latte lentamente per ore, fino a consunzione. E’ buono ma non è il baccalà, quello è salato.
In compenso abbiamo trovato ottimi quasi tutti i gelati che abbiamo assaggiato. Si vendono a palle: 1 palla 1 euro, 2 palle 1,70 euro, 3 palle 2,50. Credo che i gelatai a Venezia facciano qualche corso di addestramento per far stare in equilibrio le palle una sull’altra per evitare che si spiaccichino al suolo.

6 commenti:

  1. Che palle i gelati con le palle! Non c'è niente di più asettico e scipito! Il gelato dev'essere spalmato, spiaccicato in fondo al cono ben bene, di modo che fino all'ultima puntina di cono ce n'è da mangiare e poi i gusti si devono un pò mescolare.

    Ah, sti nordici! :)

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  2. Il saor è infatti la marinatura post frittura che da noi "cucinieri"viene chiamata carpione e che io trovo molto buona sul pesce spatola o bandiera che dir si voglia ( 'a currèa secondo il mio pescivendolo).Questi si sparano le pose ma le "casalinghe" la sanno sempre più lunga.Ciao.ORECCHIO ASSOLUTO

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  3. i veneziani ... ma per piacere

    la cucina non è arte loro ...

    poi nei ristoranti si mangia in maniera orrenda e ti spellano vivo

    altro che marco antonio bragadin

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  4. io ho mangiato molti anni fa le moeche, sono granchi giovani che vengono fritti nel loro guscio. Erano buonissimi ma nessuno mi sa dire in quale stagione si trovino. Per ora c'era abbondanza di granzeole, ci fanno il risotto e costa un botto.
    Molto gettonato anche il fegato alla veneziana, che qui a casa nessuno vuole e gli spaghetti alle seppie, che ho scoperto essere quelli al nero di seppia che a me fa schifo.

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  5. Direi fine inverno/inizio primavera. Ho trovato una ricetta trevigiana, la fortagia de moleche nel libro "veneto in cucina - giunti martello" che dice si fa nel periodo quaresimale. Wikipedia dice che la muta dura poche ore, poi si trasformano in masanete. Anche questa variante - le masanete - si cucina in un modo completamente differente, non fritta, ma in un modo più elaborato in insalata con l'uovo ed io le ho sempre trovate più buone delle moeche. Sono sicuro che la disponibilità delle moeche in Brianza proveniente dalla laguna veneta durava almeno un mese, forse due, ma sono ricordi di più vent'anni fa, non ci metto la mano nel fuoco. Buonissime le sarde in saor, anche se nella tua foto non le riconosco, noi le davamo con polenta bianca, quella gialla l'ho vista più spesso nel milanese, magari con le alborelle in carpione provenienti dal comasco. Ciao.

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  6. grazie per le informazioni, Laz.
    La polenta bianca (credo tu parli di semolino, quello con cui si fanno gli gnocchi alla romana) non l'ho mai vista a Venezia, sempre quella gialla e la mettevano ovunque, pure vicino al fritto di pesce, arrostita.
    Il carpione si usa molto per i pesci di lago, forse per insaporirli.

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