Nisida

Nisida

mercoledì 15 novembre 2006

IL CIELO D'IRLANDA



Il cielo d'Irlanda è un oceano di nuvole e luce
il cielo d'Irlanda è un tappeto che corre veloce
il cielo d'lrlanda ha i tuoi occhi se guardi lassù
ti annega di verde e ti copre di blu
ti copre di verde e ti annega di blu.

10 commenti:

  1. Jenè, mi seggo vicino a te e ce lo guardiamo insieme.




    Anna_AR

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  2. è bello come un certo cielo di Napoli...

    mi ha fatto tornare in mente quanto ho letto ne "Le ceneri di Angela" , romanzo autobiografico di Frank McCourt:
    "la mia è stata un'infanzia infelice, ma un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, ed un’infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora"

    beh io aggiungerei una infanzia infelice napoletana è molto ma molto peggio

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  3. egghià...
    mo' sembri Giorgio Bocca
    eccheccazzzz !!!!

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  4. A me ha fatto tornare un mente un altro tuo post sulle nuvole in cui raccontavi che ti piaceva guardarle e fotografarle.Confesso che nell'ultimo mese di lavoro, quando il tramonto coincideva con il ritorno a casa facevo la strada più lunga nell'Essex per godermi uno sfavillare di colori che incendiavano la strada. E quel post l'avevo ben presente.

    Non conosco l'Irlanda, ma sentendo mia moglie è il paradiso perduto per molti italiani che lì, in Irlanda, vorrebbero andare per imparare o migliorare il loro inglese, non nella caotica Londra.

    Immagini così si possono trovare andando verso nord in Gran Bretagna, verso la Scozia.
    Man mano che si sale verso l'estremo John O'Groatz i colori, sarà una mia impressione, diventano più puri e più intensi.

    Il ricordo di John O'Groatz è legato al bed and breakfast dove abbiamo pernottato e poi fatto la prima colazione, durante la luna di miele nel 1990. Mentre firmavo il guest book l'occhio mi è caduto sul nome della MioPaese, scritto da qualcuno prima di noi.

    Una coppia di turisti che abitavano a due km di distanza da casa mia nel MioPaese e che non conoscevo in un paese in cui conosci tutti vi aveva pernottato la notte precedente ed aveva lasciato nome cognome ed indirizzo.

    Strana cosa trovare degli sconosciuti a 2000 km di distanza che abitano con te dall'altra parte della tua città. Ed anche la percezione che siamo tutti viaggiatori in un modo o nell'altro. Sarà anche per questo che le distanze si accorciano sempre più in Europa?

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  5. è vero, anonimo. Ci sono stata 2 anni fa in Scozia ed ho una collezione di cieli che sono una meraviglia. I tramonti infuocati poi sono qualcosa di eccezionale, sembrano foto ritoccate. Peccato che allora avessi una fotocamera piu' scarsina. Avessi avuto la reflex chissà che veniva fuori.
    Anche noi giravamo per B&B, è un sistema per conoscere qualcosa di piu' del paese che visiti.
    L'Irlanda vale la pena vederla oggi, sta avendo uno sviluppo notevole anche a livello industriale e chissà che il pargolo non emigri proprio là dopo la laurea, come ha fatto il gatto solitario in Svezia. Anche lui ama i paesi del nord, come me.

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  6. Leggendo per lungo tempo le persone che per una ragione o l'altra mi piacciono si sviluppa una percezione profonda di quello che dicono che va molto al di là di quello che dicono direttamente.

    " chissà che il pargolo non emigri proprio là dopo la laurea " aveva qualcosa che mi disturbava nonostante l'entusiasmo, così ho tirato fuori i libroni della zanichelli ed ho cominciato a rimuginare.

    In effetti il termine emigrare è corretto, persona che specialmente per lavoro o per altro si sposta dal proprio luogo di origine ad un altro. L'altro termine è viaggiatore che però non rende l'idea che ho in testa.

    Se il tuo pargolo trova lavoro a Roma o Milano useresti lo stesso il termine emigra? probabilmente si, ma perderebbe molto della caratteristica negativa di mancanza di pizza o di spagnetti? Conosco Londra e penso sia simile a Dublino, anche laggiù mangiano pizza e spaghetti, hanno il caffè espresso, sono sicuro che parlano in italiano o anche meglio napoletano. Se mi parli invece di distanze penso che ci metti meno in aereo per andare a dublino a trovarlo che non in macchina a Milano o a Torino.

    Mi sta venendo in mente un raffronto col militare: si emigrava se si andava a fare il militare in friuli?

    Sorrido, il commento diventa troppo lungo e non ho ancora parlato della generazione di ragazzi e ragazze dell'est che ho visto in giro in cerca di una nuova casa magari partendo da un semplice lavoro di ragazza alla pari.

    Chissà se le altre lingue europee hanno un un termine diverso che sta in mezzo tra emigrante e viaggiatore.

    Lazy

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  7. chissà... forse non ce l'hanno perchè non hanno mai dovuto emigrare loro. Noi invece abbiamo fatto la storia dell'emigrazione. Gli italiani in genere ma soprattutto noi meridionali.
    Se mio figlio andrà a lavorare a Roma o a Milano diro' che si trasferisce. Se va altrove emigra, anche se è curioso immaginare un ingegnere che parte con la valigia "c'a fune", come i nostri avi che prendevano il treno del sole con la valigia stretta con lo spago, per andare a Torino alla Fiat. Ecco, altra cosa curiosa, l'emigrazione era quella della bassa forza. I laureati invece si spostavano.
    Chissà se un giorno queste parole avranno ancora significato. Siamo in Europa e quindi anche a Dublino ci si trasferisce.

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  8. questo è il cielo di Scozia, tramonto alla foce del Don ad Aberdeen

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