Nisida

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domenica 23 gennaio 2005

LE MIE RADICI


MadSad mi ha chiesto: tutto questo orgoglio nell’essere napoletani da dove esce?

Provo a rispondere.
Esce dalle mie radici, saldamente piantate nel terreno, infiltrate nel basalto, come questo Ficus Magnolioides che sta lì nel giardino della Biblioteca Nazionale di Napoli fin dal 1843.
Dal riconoscermi e dal confrontarmi ogni giorno con questa mia città martoriata, a cui sono legata in modo viscerale, ma anche con la mia parte razionale, ai canti, ai suoni, agli odori che me la rendono unica e ineguagliabile.
Alle sue albe e ai suoi tramonti, che incendiano il cielo della sera a strisce rosa su fondo azzurro, come ieri.
Alle persone che incontro nell’autobus, agli occhi dei vecchi e dei bambini che cercano i miei, ai gatti che hanno colonizzato il viale e che mi seguono in una lunga fila quando arrivo con l’auto e parcheggio.
All’antica lingua, che è veloce come i gesti. Siamo gente che ha fretta.

Vaco ‘e presse… persino un bar, a piazza Dante, si chiama così.

Napule è mille culure, non potrei rassegnarmi mai ad una vita in bianco e nero.  

5 commenti:

  1. Spero solo di non avvilire come il mio,di ficus,che campa anemico in fondo alle scale.Pensa che mi piace così tanto e lo sento tanto "mio" il linguaggio della gestualità che dico sempre a mio padre di mimarmi i rumori.Lui si spazientisce,e dice-Ma che sò ffatto,'nu pappavallo?Poi,senza che io glielo chieda,ricomincia a mimare la pala di un ventilatore,o una porta che cigola.Secondo me è solo una questione di chiarezza.Certo non sono preda delle preoccupanti anomìe dei parmensi,che sostituiscono il nome dell'oggetto con il jolly "bagaj" o "coòs".Buonanotte,Rien!!

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  2. Al liceo avevo un prof di italiano che ci segnava errore ogni volta che usavamo le parole "cosa" e "fare". Ce le indicava come una limitazione, perchè l'italiano è ricco di vocaboli che vanno usati, altrimenti, diceva, una lingua si contrae su se stessa e muore. Ci constringeva a pensare e noi lo consideravamo uno scassapalle. Ma quanto aveva ragione. 'Notte Nux :-)

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  3. tieni raggione! E poi la lingua nappulitana è accussì bella, accussì ricca!

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  4. Napoli non è una città, è un modo di vivere che ritrovo ogni volta che ci ritorno (ormai raramente). La flemma della gente, il calore, l'arrangiarsi, sono caratteristiche che non ho ritrovato più in nessuna città...o la ami alla follia o la odi, non esistono mezze misure per una città viscerale come questa.
    Bellissimo il tuo blog Jeneregrettien... iniziare la giornata con "Napule è" fa tornare in mente tanti ricordi che mi legano alla tua città, che considero un po'anche mia! ciao

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  5. Quando si parla di Napoli, a Sbarbie si apre il cuore...

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