Nisida

Nisida

giovedì 31 dicembre 2020

Aspettando il vaccino

 Arrivano in aeroporto con aerei DHL le nuove dosi del vaccino che dovrebbe ripristinare le nostre vite ostaggio del virus. E ancora non sappiamo nulla di come verrà organizzata la vaccinazione dei cittadini. Il mio medico di base non sa nulla, non è stato informato di chi dovrà provvedere a contattare le persone da vaccinare in base alle categorie stabilite: sanitari, ultra 80enni, ultra 70enni, con patologie e a seguire tutti gli altri. Si presume che i medici di famiglia abbiano tutte le informazioni necessarie per procedere ma finora nessuno li ha contattati.

Si spera che non accada il solito bailamme, che non facciano sì che vengano vaccinati di stramacchio amici degli amici. Anche perchè alcune regioni si stanno organizzando celermente (Emilia Romagna). 

Noi che abbiamo il governatore più figo aspettiamo sue notizie, che dopo la vaccinazione non ne abbiamo più avute. Aspettiamo che dopo il 7 gennaio se ne esca con altre ordinanze ma anche che risponda alle nostre domande: quando e come ci farete vaccinare? E sapete che per ogni ulteriore morto causa ritardi nella somministrazione del vaccino ne sarete responsabili?

martedì 29 dicembre 2020

- 3 giorni alla fine del 2020

 Ieri sera il mare si è ripreso il lungomare di Napoli, via Partenope, distruggendo dehors  e gazebo, entrando nei ristoranti e tirando fuori tutte le suppellettili, lasciando per strada una marea di detriti. Ha distrutto anche la pavimentazione dei marciapiedi ed ha abbattuto i muretti. Ha fatto anche sparire la spiaggetta. Danneggiati anche gli stabilimenti balneari di Posillipo.

54 anni fa, il 4 novembre 1966, anno dell’alluvione di Firenze, accadde la stessa cosa ma dal lato di via Caracciolo. Il mare entrò con forza attraverso i tombini gettando all’aria la strada, arrivando fino alla villa Comunale. 

E nello stesso giorno, Punta Pennata a Capo Miseno si staccò dalla terraferma, la spiaggetta si Schiacchetiello, diventando così un’isola.




 


sabato 26 dicembre 2020

Filastrocca dello struffolo


« A fa ‘e struffoli è nu sfizio.
Cumminciamm dall’inizio: 
faje na pasta sopraffina, 
e po’ tagliala a palline, 
cu na bona `nfarinata. 
Dopp’a frje. Già t’e stancate? 
Chest è a parte chiù importante! 
Mò ce vo’: miele abbondante 
e na granda cucuzzata 
(a cocozza nzuccherata). 
N’è fernuto ancora, aspiette! 
S’anna mettere ‘e cunfiette: 
aggrazziate, piccerille, 
culurate: ‘e diavulille…
Ma qua nfierno, è #Paraviso! 
Iamme, falle nu’ surriso!
Comme dice? “Mamma mia, 
stanne troppi ccalurie 
so’ pesante, fanno male?” 
Si va buò, ma è Natale!"»



giovedì 24 dicembre 2020

The Big Sput

 Torna dopo anni di silenzio in tutto il suo splendore il Big Sput e l’occasione merita assolutamente.

La Regione Lombardia tramite l’assessora al turismo di Fratelli d’Italia, rifiuta il dono del presepe offerto dalla regione Campania che lo ha inviato a tutte le regioni d’Italia. È stato in seguito offerto a Bergamo, la città più colpita dal coronavirus. Il sindaco Gori ha accettato e ringraziato: un gesto che unisce i territori

https://napoli.repubblica.it/cronaca/2020/12/24/news/la_regione_lombardia_rifiuta_donato_dalla_campania-279728036/?fbclid=IwAR1bQMFeogaWTc5yXXoUH4N0_oRXpa3J6oQfBg_wzdevD9SUytkM2LF9fP0

Nello stesso tempo Verona ha revocato la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano.

E come si fa a non sputargli in faccia a costoro?

martedì 22 dicembre 2020

Ostaggi e reclusi

 Avete provato a chiedere ai carabinieri cosa potete o non potete fare nei giorni rossi in Campania? Faccia sgomenta e risposta: signora, noi leggiamo le ordinanze come voi. Hanno provato anche a telefonare ma nessuno ha risposto 😥

Mentre tutta l’Italia può andare a pranzo da amici e parenti in altri comuni della regione in numero massimo di due nei giorni “Rossi”, in Campania, causa ordinanza del presidente De Luca, no. Quindi io che abito a Napoli non posso andare da mia sorella o lei da me neanche un giorno solo, nemmeno rispettando il coprifuoco.

I Carabinieri a cui ho chiesto delucidazioni non lo sapevano e quindi se decido per la disobbedienza rischio di trovare per strada Carabinieri che ne sanno e mi affibbiano una bella multa. Un pranzo di Natale costoso neanche fossi andata da Cannavacciuolo a Villa Crespi.

giovedì 17 dicembre 2020

I morti col riporto

 Ogni giorno sul bollettino della regione Campania tra gli altri dati forniti c'è il numero dei decessi con un asterisco vicino. 

Oggi c'erano 34 morti e l'asterisco diceva:

10 deceduti nelle ultime 48 ore e 24 deceduti in precedenza ma registrati ieri.

E questo ogni giorno. Ma che senso ha? Ogni giorno un certo numero di decessi viene regolarmente riportato al giorno dopo. Ma pure nelle altre regioni fanno cosi?

martedì 15 dicembre 2020

Storia del terremoto ‘80

 L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nel suo sito ha creato una sezione sul terremoto dell’80 in quattro sezioni: Stanze della memoria, Interviste e docufilm, Terremoto e scienza, Story map.

Questi contenuti si possono raggiungere a questo sito: http://terremoto80.ingv.it/

domenica 13 dicembre 2020

Cipolle condominiali

 Oggi grande lite a Case Puntellate. La ragione del contendere la cucina di una signora pakistana rea di preparare ogni giorno puzzolentissime zuppe di cipolle. L’accusatore un giovanotto che abita nell’appartamento soprastante e che si gode gli effluvi quotidiani prodotti dalla signora.

Ricordo una situazione analoga di quando mio figlio abitava a San Paolo. Al piano di sotto vi era una grande famiglia pakistana che, a giudicare dall’olezzo, produceva cibi da asporto che forniva ad un rivenditore sottostante. Ebbene, vi assicuro che era una tortura cinese. Puzzavano talmente tanto e non solo di cipolle ma anche spezie assortite a noi sconosciute che la casa tutta ne era impregnata e quando la misero in vendita anni dopo ancora ne conservava gli odori.

Tornando alla signora, ha rapidamente arronzato il giovanotto facendo capire a gesti che non capisce l’italiano. 

venerdì 11 dicembre 2020

Quando i servizi ti lasciano

 Sotto casa stanno facendo da anni un’opera monumentale: sistemare l’impianto fognario e noi qui abbiamo l’impressione che stiano costruendo il centro direzionale a rovescio, tipo l’immagine del Purgatorio di Dorè. Camion vanno e vengono, hanno lavorato anche di notte e con la pioggia,  betoniere che versano calcestruzzo e fanno pensare che tutto il mondo cadrá ma resterà in piedi solo quella roba lì.

La scorsa settimana ci siamo svegliati senza una goccia di acqua nei rubinetti e visto che non veniva ci siamo lavati con la Ferrarelle, si, anche il bidet, freddo e frizzante. Nel frattempo in tutto il circondario sono sparite dai negozi tutte le confezioni di acqua e quindi ho chiamato l’acquedotto per sapere cosa era successo e che speranze avevamo di rivedere l’acqua. E così ho saputo che, causa pioggia a diluvio, è stato uno smottamento all’interno del fognone a cielo aperto a spaccare in due la condotta e che potevo richiamare per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori, visto che al momento non sapevano quando si poteva ripristinare l’erogazione. Nel frattempo provate un po’ a sopravvivere chiusi in casa senz’acqua.

A tarda sera i rubinetti hanno cominciato a sputacchiare e così è finita la dura giornata.

Ieri sera invece, all’improvviso è andata via la luce e all’improvviso siamo andati indietro alle candele. Tutti gli allarmi a suonare, il mio ha cominciato a mandare sms, e-mail e non ha telefonato, non c’era la corrente. Con la torcia del cell sono andata a controllare il salvavita,il contatore e la luce nelle scale. Tutto buio. Rassegnata, sono andata a dormire ma non ci riuscivo e mi sono messa a leggere con la pila.

Le luci che avevo logicamente lasciate accese si sono illuminate nel cuore della notte, la vigliacca era tornata e stava resettando tutto.

Il giorno dopo abbiamo saputo cosa era accaduto. Sempre il fognone. Si è rotto un cavo, ci è piovuto sopra e sono dovuti correre i pompieri. Non l’ho visto ma doveva essere suggestivo un incendio sotto la pioggia.

Ora è rimasto solo il gas, che Dio ce la mandi buona.

giovedì 10 dicembre 2020

Ciao Pablito

 Quest’anno ne ha portati via tanti, ora anche Paolo Rossi. I ricordi di tutti gli italiani sono legati a lui per il mondiale del 1982 e come per tutti gli avvenimenti che hanno segnato le nostre vite ci chiediamo dove eravamo.

Eravamo in spiaggia a capo Miseno con mio figlio piccolo di 4 mesi e come sempre avevamo orari da neonato, presto la Mattina e tardi il pomeriggio. Il marito si era portato dietro una piccola tv B/N a pile per seguire la partita. La spiaggia era deserta e da tutte le case vicine si poteva sentire la telecronaca della partita. Io ero parecchio scettica sul risultato, chi mai pensava di poter battere il Brasile? E invece Paolo Rossi segnò tre gol, tre. 

E poi tutti per strada, a fare festa, improvvisando una sorta di banda con tamburi, coperchi, balli stile samba. Persino io che del calcio non me ne è mai fregata una cippa.

martedì 8 dicembre 2020

A riveder le stelle

 A La Scala invece della Lucia di Lammermoor prevista e sospesa causa COVID-19 è stato trasmesso uno spettacolo cui hanno partecipato stelle di livello internazionale. Molte le citazioni sul cinema, Cinecittá, La Strada, Gelsomina e la sua tromba, Zampanò. E Un meraviglioso Roberto Bolle in una coreografia originale in cui danzava in una piramide di luce.

Non vi erano costumi, i cantanti indossavano splendidi abiti fatti apposta dai più grandi stilisti tra cui Armani, Valentino, Dolce e Gabbana.

E quindi ieri sera mi sono preparata come quando andavo a teatro. Ho indossato un twinset grigio perla con una lunga gonna nera, décolleté e la collana di perle. Volevo partecipare alla serata elegante senza stare in ciabatte. A volte anche le piccole cose servono a tirare su il morale che ultimamente giace a livello tacchi. E la D.M. Mi ha presa in giro per tutta la serata.

domenica 6 dicembre 2020

Facciamo cifra tonda?

 “Ciao a tutti,
mi chiamo SARS-CoV-2, ma come già fate da tempo, potete chiamarmi Covid-19.
Credo che non ci sia bisogno di altre presentazioni.
Ci conosciamo già.
Quindi vado dritto al punto.
Ormai è quasi un anno che stiamo insieme.
Solo qui in Italia ho ucciso quasi 60mila di voi.
E ne vado fiero.

Però, prima che arrivi quel maledetto vaccino, vorrei tagliare il traguardo dei 100.000 lutti.

Voglio fare cifra tonda. Così, perché le cifre tonde sono carine.

In fondo dai, anche per voi quelli ormai sono solo numeri.

Vi ricordate quando a inizio marzo ne avevo uccisi solo poche centinaia e voi accettaste senza troppi problemi che quel bastardo di Conte vi chiudesse in casa?

Era per voi talmente così insopportabile la vista di quei numeri, di quelle tragedie, che accettaste quel sacrificio e che avreste impalato chiunque vi avesse parlato di cenoni e vacanze.
E posso dirvi la verità?
Ho avuto seriamente paura di sparire.

Me la sono vista davvero brutta.

Poi, fortunatamente, invece di andare dietro a quei guastafeste del governo, avete iniziato a dare retta a quegli altri che parlavano di virus morto, di discoteche da aprire, di mascherine da non indossare, di saluti col gomito da non fare perché “sono la fine della civiltà umana”, di libertà da riacquistare.

E poi tutti dietro perfino a quegli amici meravigliosi che sono negazionisti e complottisti (vi amo!).

E mi sono ripreso. Madonna se mi sono ripreso.

Non so come avrei fatto senza di loro.

Avete visto quanti ne ho ammazzati questo autunno?

Decine di migliaia.

All’inizio mi sono detto “Covid non esagerare, Covid anche meno” perché temevo che voi andaste di nuovo dietro al governo.

Ma poi ho visto che davanti alle prime chiusure e con l'appoggio delle opposizioni vi siete ribellati e mi sono detto: “Ok, è fatta, diamoci dentro”. Ed è cominciata anche questa strage.

I miei nemici, dal governo, ai virologi, ai medici, agli infermieri, che erano diventati i vostri eroi a marzo, ora li vedete praticamente come i vostri nemici. Dei morti non vi frega più nulla, degli ospedali che collassano, della gente che resta senza cure. Tutte rotture di palle.

Ora addirittura i vostri politici occupano il Parlamento gridando “Libertà Libertà” perché il governo vuole salvarvi da me, vuole evitare quei contatti che per me sono vitali e per voi mortali.

Dicono che il governo vi ruba il Natale.

E credetemi: non avrei saputo trovare slogan migliore per fottervi tutti.

E' vero cazzo.

Il governo è cattivo, vuole rubarvi il Natale. Non date retta al governo. Aiutate me. Andate a salutare la zia nell’altro Comune, fate cenoni allargati, ammucchiatevi in Chiesa e cazzo andate a sciare comunque.

Non permettete al governo di impedirmi di fare cifra tonda. Ribellatevi.

Posso ancora ammazzare tanti di voi.

Ma se rispetterete le distanze e tutte quelle regole lì del cazzo io non ce la farò.

Fate come fa l’opposizione. Gridate anche voi Libertà! Sì. Chiedete Libertà.

Fate fare alle persone che amate un bel Natale.

Io farò in modo che sia anche il loro ultimo Natale. Potreste sacrificarvi questa volta e godervi il resto della vita. Ma cos'è una vita davanti a 4 ore a mangiare in compagnia? Eh?

Dai, datemi una mano. Anzi.

Datevi la mano. E non date retta a quei guastafeste.

Loro vogliono solo rubarvi il Natale.”

Emilio Mola

Grazie a Veronica Garbin.

sabato 5 dicembre 2020

SETTIMANA ALL’OPERA

 Ieri serata epocale. Il San Carlo ha messo online al prezzo di 1,09 euro la Cavalleria Rusticana in versione concerto. Si parla di circa cinquantamila biglietti venduti in tutto il mondo. Qualche piccolo problema tecnico ma poi è andata bene. Si replica fino al 7, cioè si possono ancora comprar biglietti on demand. Speriamo che si possa continuare con queste offerte di Cultura, sperando anche nel teatro, al posto di questo vuoto che ci avvolge da marzo.

Oggi invece il teatro dell’Opera di Roma ha trasmesso in tv il Barbiere di Siviglia per la regia di Mario Martone, messa in scena utilizzando palcoscenico e platea logicamente vuoti, tutto in modo originale, con il conte di Almaviva e Figaro in giro per Roma in motorino col casco, stile Vacanze Romane. E Rosina che si spogliava e veniva rivestita in platea da due sarte con la mascherina. E filmati dell’istituto Luce girati nel foyer con attrici famose tra cui si intravede la Callas. Bello davvero.

E lunedì La Scala di Milano con A riveder le stelle, serata che sarà visibile in tutto il mondo. Ne parleremo dopo



domenica 29 novembre 2020

Saltare il Natale

 C’è un libro di John Grisham, Fuga dal Natale, dove due coniugi, approfittando della partenza della loro unica figlia, decidono di fare una crociera, tagliando fuori tutti gli obblighi del Natale, albero e cenone compresi. Lo definiscono “saltare il Natale”.

Credo che quest’anno indipendentemente dalla nostra volontà ci toccherà fare la stessa cosa, saltare il. Natale, non la crociera ovviamente. 

Sta diventando sempre più evidente che figlio,  nuora  e nipoti difficilmente potranno raggiungere la magione avita, causa chiusura frontiere regionali, noi Rossi, loro gialli. Difficile anche ricongiungersi con la sorella che vive in altro comune campano. Insomma un Natale in solitaria che mai a mia memoria ho visto. Noi che a Natale eravamo sempre in 13, tra quelli che non sono più e i nuovi nati, curiosamente sempre in 13 siamo (crescita zero) ma sparsi ai quattro venti, chi in USA, chi in Siria, chi nella capitale, tutti così lontani anche se abbastanza vicini. 


sabato 28 novembre 2020

Per un’amica

 In questi giorni in cui molti ci stanno lasciando, io continuo a pensare alla prima, la mia più cara amica, compagna di una vita, più di una sorella. Se n’è andata il 29 febbraio, poco prima del lockdown dopo un mese di agonia. Un intervento di 11 ore e pochi giorni dopo un altro di 5 ore e alla fine un’infezione ospedaliera ha messo fine ai suoi giorni. Andavamo a trovarla tre amiche e una sorella, vestite di camici verdi e mascherine, quelle che dopo ci sarebbero state così familiari e poi le misure diventarono sempre più stringenti: un’ora al giorno e una sola persona e così facemmo i turni. E poi un mattino la ritrovammo su una lettiga, avvolta in un telo grigio e cerco di consolarmi pensando che almeno lei è stata confortata dalla nostra presenza. Dopo non ce lo avrebbero più permesso. 

È stato anche possibile farle un funerale, presenti i suoi colleghi più cari e molti studenti. Era un’insegnante molto apprezzata e sono stati tanti e commoventi i loro commenti sulla sua pagina Facebook.


martedì 24 novembre 2020

40 anni dopo

 Il 23 novembre 1980, il terremoto in tv dopo 40 anni.

Non pensavo che quelle immagini mi facessero ancora così tanta impressione. Ho visto una donna estratta dalle macerie, sembrava una bambola rotta, con gli occhi sbarrati, in silenzio. E gli occhi sbarrati li avevano tutti quelli che venivano tirati fuori. Dove saranno tutte quelle persone, che vita avranno avuto dopo la distruzione del loro mondo?

Un paesaggio lunare, come distrutto dalla bomba atomica, come Hiroshima. E tanti andarono via dai loro paesi distrutti, a cercare di ricominciare da un’altra parte. 

E le generazioni successive, quelli del dopo terremoto, quelli a cui il terremoto lo hanno raccontato cosa avranno interiorizzato? Penso a mio figlio nato nell’82, cullato dalle scosse del bradisismo che non ha dato pace per anni. Ricordo che sentivo lo scricchiolio dei vetri e correvo a prenderlo dalla culla per portarlo in salvo, l’armadio che spalancava le ante. Penso che qualcosa sia rimasto nel profondo del suo incoscio tanto che quando è andato per lavoro a L’Aquila per lavoro, tornava a Roma tutte le sere.

Anche il marito che trascinava roulotte con gli aiuti, da solo, ha ancora negli occhi la distruzione che vedeva. Raccontava che aveva recuperato delle assi di legno e le aveva messe sulla terra spaccata per attraversarla, per raggiungere quelli che erano stati paesi e che ora erano macerie coperte dalla neve, perché la domenica sera alle 19.35 faceva uno strano caldo, ma i giorni successivi un freddo gelido e venne giù anche la neve.


sabato 21 novembre 2020

Zona rossa, anzi Rosè

 Come dice il nostro ineffabile presidente De Luca.

Chiunque pensi a situazioni simili a marzo/aprile sappia che si sbaglia. Napoletani in giro ce  ne sono, certo di meno e controlli ne ho visti pochi, almeno quelle poche volte che esco. Ad esempio ho accompagnato in auto il marito dal cardiologo per controllo ( gli hanno impiantato un defibrillatore) e abbiamo incrociato ben tre posti di blocco. Non ci hanno fermati perché già impegnati a verbalizzare. A piedi non lo so, visto che siamo giudiziosamente ai domiciliari, unica eccezione spesa settimanale.

Intanto si stanno ammalando amici e conoscenti, qualcuno anche gravemente e non sono tutti vecchi e con patologie pregresse. Il figlio di un’amica, dopo essere rimasto a casa per dieci giorni con febbre crescente è finito in ospedale, anzi in clinica visto che trovare posto è ormai come una lotteria. Aggravatosi causa una brutta polmonite ha rifiutato di farsi intubare è così lo hanno riportato in clinica. Ora non ho più notizie. Un altro amico manda appelli dal Cotugno, per carità state attenti e mostra un video con lui nel CPAP, il casco respiratorio, come un pesce nella boccia. Anche la descrizione è spaventosa eppure c’è chi continua a negare l‘esistenza del Coronavirus, tanto che si mettono a inseguire ambulanze e fare video per dimostrare che girano a vuoto e non contenti le prendono anche a calci.

Ed io che mi scandalizzavo per i terrapiattisti ! Chissà cosa dovremo aspettarci ancora da questo annus horribilis.


martedì 3 novembre 2020

Waiting for DPCM .... again

 Questa notte, alle 4 ho capito che di dormire non se ne parlava più e allora i pensieri mi hanno assalita. Ad occhi aperti, al buio, pensavo che ci avrebbero rinchiusi di nuovo, 2-3 mesi, così i contagi caleranno e si avrà una nuova apertura. Liberi tutti, riprendono i viaggi, qualche vacanza, riaprono le scuole e riprendono i contagi, quindi nuovo lockdown e via col tango.

Sarà questo il nostro futuro? E il vaccino funzionerà? Sarà utile per fermare questo delirio? O come si teme niente immunità rischiando di essere reinfettati?

In sostanza quando questo maledetto virus ci abbandonerà?

Nel frattempo il governo non ha ancora sciolto la gloria. Stanno continuando a pigliarsi a mazzate su chi va in zona rossa, chi arancione e noi non riusciamo più a capirci niente. Vedremo domani se e come ricominceremo con le autocertificazioni e chi resterà col cerino in mano

venerdì 23 ottobre 2020

Lockdown Due?

 Ci stiamo avviando rapidamente ad un altro lockdown. La situazione è diventata drammatica, i numeri crescono in modo esponenziale e De Luca chiede a gran voce la chiusura a Conte. Stasera ha mostrato in tv la Tac polmonare di un 37enne malato di Covid, causando uno choc a chi conosce da vicino quel male.

Ora però siamo tutti più deboli, provati dai mesi passati in lockdown, con l'inverno che si avvicina e l'influenza stagionale in arrivo.

Tanta gente non è andata in vacanza, mancando i soldi o avendo scelto di non mettere a repentaglio la propria salute, Tanti sono stati lontani da figli e nipoti, per una protezione reciproca.

E poi c'è chi se n'è fregato altamente. Gente che ha saltellato tra Grecia, Ibiza, Sardegna come se non ci fosse un domani. E forse è proprio così. Noi ora non sappiamo domani cosa accadrà. Qualcuno penserà che il virus sparirà nel nulla, come ha fatto il Sars? Sperano nel vaccino che ci metterà al sicuro tutti? Non lo sappiamo e neanche i professori che sono diventati nel frattempo delle star televisive con tanto di tifoseria al seguito. 

Vediamo nelle prossime ore. Adesso in Campania siamo davvero mal messi, sembra la Lombardia di marzo e De Luca si augura di non vedere anche qui i camion militari che trasportano le salme.



mercoledì 10 giugno 2020

Alfredino

Era il 10 giugno del 1981. Eravamo tutti nelle case a vedere in tv tutti i disperati tentativi di salvare Altredino Rampi, finito in un pozzo. Nessuno riuscì a tirarlo fuori,  e anche Angelo Licheri non ci riuscì. Ancora oggi vive nel rimpianto di non avercela fatta e sogna di essere ancora in quel pozzo.
Cominciò la lunga diretta tv, forse sperando di trasmettere  un lieto fine agli italiani che lo aspettavano e in realtà cominciò così la triste esperienza della tv del dolore cui assistiamo oggi continuamente. Anche Pertini andò, a fare coraggio alla povera madre.
Io ricordo che ad un certo punto non resistetti e uscii da casa, cercando di non pensare e invece lungo la via, da tutte le finestre, veniva fuori la voce del giornalista che spiegava minuto per minuto quello che stava accadendo. Feci molta strada quel giorno e al ritorno seppi che Alfredino era ancora in quel pozzo da cui non era uscito vivo.
Dopo pochi giorni seppi che aspettavo un bambino e spesso da allora ho pensato ad Alfredino.
Ci penso ancora quando passo per Vermicino che si trova sulla strada che faccio per andare a casa di mio figlio.

lunedì 1 giugno 2020

Stargate domestico

Ora lo so, sono sicura. In casa mia c’è uno Stargate e sta sul mezzanino. Di tanto in tanto ricordo di averci messo qualcosa tentando di recuperarlo ma niente, non lo trovo più.
Oggi cercavo un tritatutto Moulinex, archiviato perché ne avevo preso uno più nuovo ma come tutte le altre cose nuove, si è rivelato un mezzo bidone. Ho cercato il vecchio ma si deve essere offeso a morte, ha infilato lo Stargate e chi s’è visto s’è visto. Ha raggiunto ed è andato a fare compagnia al servizio di piatti blu, comprato a Laveno e messo via in attesa di tempi migliori, un servizio di bicchieri a calice multicolore abbinato e tanti altri ammennicoli da tavola e cucina mai più visti.
Ma la cosa più triste riguarda una piccola valigia che conteneva indumenti e vestitini da neonato, appartenuti a mio figlio che volevo tirare fuori per il nipotino Andrea.
C’erano tante cose che avevo fatto io durante il lungo periodo della gravidanza e mi faceva piacere rivederle, anche se forse li avrei ritrovati tutti mangiucchiati dalle tarme. All’epoca si usava la pura lana.
Oggi ho detto alla D.M. Che forse bisognava tirare giù tutto e fare una severa disamina di tutta quella Monnezza che ci intasa il mezzanino, che non ci serve a niente e che ci procurerà infinite jastemme da chi resta e che dovrà ripulire casa che come tutte le case dei vecchi è piena di ricordi che sono e restano solo loro.
Ma come al solito il marito è diventato furibondo come sempre, quando si parla di buttare. Lui si affeziona pure alle scarpe vecchie ed ora che sta sempre qui non posso neanche più fare quelle escursioni di contrabbando che andavano a rimpinguare il cassonetto sotto casa.
Ciao Stargate e qualche volta lascia la porta aperta in modo che qualcosa possa di tanto in tanto tornare.

lunedì 25 maggio 2020

Mezzogiorno di fuoco

Oggi altro tentativo di tornare alla normalità. Visita dall’otorino alla ASL prenotata a novembre, si, hanno riaperto ma con tante precauzioni. Il vialetto di ingresso lungo lungo e noi in fila distanziati, con i tizi della sicurezza in mascherina e visiera che ci indirizzavano via via dallo specialista richiesto.
Pochi minuti di attesa e sono entrata, pagato il ticket in pochi minuti e subito la visita.
Dottoressa e infermiera entrambe con mascherina FP3, che in mia presenza hanno ricoperto con mascherina chirurgica.
Nuovo appuntamentol’8 giugno per l’esame audiometrico.
All’uscita ho imboccato il corridoio e dall’altro lato veniva un impiegato anche lui bardato. Ci siamo guardati un po’ interdetti e mi sono ricordata la scena di Mezzogiorno di fuoco, con relativa musichetta .  Mi è scappata una risata e l’impiegato è passato veloce, hai visto mai che questa è scema?
Mamma mia, ragazzi! E questa sarebbe la fase 2, ritorno alla normalità.

domenica 17 maggio 2020

venerdì 15 maggio 2020

Liberi tutti

Si avvicina la data dello sblock up, lunedì 18. Potremo gironzolare in regione, senza autocertificazione, vedere gli amici ma con giudizio, mai tutti assieme appassionatamente.
Potremo andare al bar o al ristorante, col metro in mano, per vedere se rispettano le norme stabilite dall’Inail. Potremo prendere caffè e cornetto, si, ma un metro di distanza tra avventori, non ho capito se con obbligo di mascherina.
Per il mare stanno ancora a esercitarsi con squadra e righello e qualcuno ha pure scritto che a 4 mq corrisponde un quadrato di 4 metri di lato. I fondamentali proprio.
Frattanto De Luca si prepara ad arginare le orde barbariche che calerebbero dal nord infetto, utilizzando i poteri che gli darebbero di allargare e stringere i limiti previsti dal DPCM.
Intanto assistiamo ad un certo rilassamento; molti girano con mascherine ma a naso di fuori, altri la portano al collo, forse sono muniti di branchie per cui si capisce, altri proprio senza.
Intanto noi abbiamo fatto le riunioni condominiali in videoconferenza e stiamo meditando di farle anche per il futuro. Oddio, quelli che erano prolissi di persona lo sono anche in remoto ma si tende a razionalizzare.
In tutto sto bailamme la polizia ha pensato bene di fermarsi con l’auto mentre eravamo seduti sulla panchina a via Scarlatti. Ci hanno detto che non possiamo stare fermi e che dobbiamo circolare. Infatti tutti circolavano senza mascherina, qualcuno la portava in mano.
Ora io sarei parecchio preoccupata dal liberi tutti da lunedì, paura che riprenda il contagio e ci costringa di nuovo a chiuderci in casa a fare il pane. E con questa premessa a chi verrà la voglia dì cacciarsi in un ristorante divisi da un plexiglas e a 2 metri di distanza?

Ma nonostante tutto è primavera, quasi estate, abbiamo anche lo scirocco.




domenica 10 maggio 2020

La festa della mamma

Oggi che è la festa della mamma sento il bisogno di ricordare tutte quelle madri che ci hanno lasciato in questi mesi, sole, in un ospedale o nelle RSA, lontane dagli affetti più cari, senza il conforto di qualcuno che tenesse loro la mano nel momento della dipartita, alle quali per carro funebre è stato dato un camion dell'esercito in una lunga fila. Per non dimenticare.

domenica 3 maggio 2020

La vita dalla finestra

Alla vigilia del “liberi tutti” si comincino a vedere timidi segnali di vita.
Un vecchietto rom che suonava la fisarmonica nei ristoranti della zona Camaldoli, ora per sopravvivere gira per il Vomero suonando la sua compilation che spazia da Bella ciao al Padrino, inframezzate da note canzoni russe. Qualcuno lancia qualche spicciolo dalle finestre.



E c’è chi decide di accendere un BBQ in strada, rendendo tutti partecipi di fumi e fiamme.
Napule è mille culure


venerdì 1 maggio 2020

Primo Maggio

 


Non gridate più

Non gridate più – Giuseppe Ungaretti

Cessate d’uccidere i morti.
Non gridate più, non gridate.
Se li volete ancora udire,
se sperate di non perire.

Hanno l’impercettibile sussurro,
non fanno più rumore
del crescere dell’erba,
lieta, dove non passa l’uomo.


Qui un po’ di storia di questi giorni

https://natangelo.org/2020/05/01/e-lei-ce-ne-ha-morti/


giovedì 30 aprile 2020

Congiunto si, congiunto no, la terra dei cachi

Conte ha detto che dal 4 maggio, giorno che un tempo a Napoli si facevano gli sfratti, possiamo rivedere qualche congiunto, ma sempre con autocertificazione, che ancora non c’è.
E comincia subito la raffica di domande. Che cos’è un congiunto?
Mia sorella lo è, ma sta a 30 km da casa mia, ci posso andare?
Mio figlio lo è, ma sta in altra regione, niente da fare.

E poi ci sono gli amici che vengono considerati “affetti stabili” dal viceministro Sileri.
Quindi posso vedere le mie amiche, considerate affetti stabili e mia sorella.

E così questa sera sono andata a trovare la mia amica affetto stabile che abita nel mio condominio nell’altra scala. Bardata con la mascherina le ho portato una fetta di caprese appena fatta. In cambio un piatto di zeppoline con le alghe. Prima del Covid lo facevamo spesso e si è fatta l’ora di ricominciare.

Dovrò cercare di farmi forza e uscire perché ho visto che meno esco e meno ho voglia di uscire.
A me piace stare in casa ma prima uscivo spesso, facevo lunghe passeggiate e andavo al museo, il MANN, dove avevo fatto la tessera annuale. Il Direttore Giulierini ha organizzato tante mostre interessanti ma meravigliosa è stata quella del Canova. Ha avuto molto successo e tante visite.

E il cinema, il teatro e non so come faranno a ricominciare. Forse bisognerebbe organizzare all’aperto, visto che arriva l’estate. Una categoria, quella dello spettacolo, è stata completamente tagliata fuori.
Non si può morire dentro, non dentro casa, perchè c’è un’aria, ma un’aria che manca l’aria.


sabato 25 aprile 2020

Mi manca la strada

Si, mi manca la strada. Mi affaccio dalla finestra e guardo  fuori, come i carcerati. Due giorni di pioggia ma oggi il cielo blu, che pare una beffa. Ma io dalla finestra guardavo anche la pioggia. Ammazza come piove e guardavo quelle tre o quattro persone passare veloci, mascherina, ombrello e carrello della spesa e penso che domani dopo una settimana vado dal pescivendolo. Non me ne frega niente del mangiare, non mi va più di cucinare ma almeno faccio finta di uscire.
Che poi andare per strada mica è facile. Devi tracciare la rotta perché alcuni in auto stanno anche loro rincitrulliti e non sanno se ti devono lascia passare o metterti sotto. Altri invece lo sanno e cercano decisamente di metterti sotto. Quindi conviene aspettare che non passi nessuno e buttarti sulla striscia pedonale, jastemmando come le vecchie per strada.
E guardo le foto del mio Vomero, una via Scarlatti spettrale, nessuno per strada. Penso al mio vecchio bar, il Cafè do Brasil dove ogni mattina prendevo la tazzulella ‘e cafè, ai ragazzi che servivano al banco con cui si scambiava sempre qualche chiacchiera e dove incontravamo sempre qualche amico. Il Vomero in realtà è un paese e prima o poi ci si incontrava tutti.
E i viaggi, le gite, le visite al museo. Il direttore del MANN ha promesso che prolunga le mostre che non sono riuscita a vedere, ci aspetta.
E quanto mi mancano gli amici, chiusi anche loro nelle case, con i figli lontani anche loro chiusi in casa. Tutti cerchiamo di farci coraggio, diciamo che prima o poi passerà, forse più poi che prima ma non ce lo diciamo.
Come saremo? Come ci avrà cambiati questa esperienza atroce?
Ma poi mi dico che abbiamo tante cose che ci aiutano. Internet che ci tiene vicini figli e nipoti, che ci aiuta a comprare quello che serve, film e libri da comprare e scaricare, anche la vernice per ridipingere le ringhiere.
Sul balcone si sono seccate tutte le piante, anche il rosmarino Highlander che ne aveva viste tante. Sopravvive solo il ficus Beniamino e vorrei capire quando potrò andare dal fioraio a prendere qualche pianta fiorita. Già quest’anno mi sono persa le fresie, le mimose e il loro profumo. I fiori non si vendevano e mi è rimasta la voglia di un mazzolino di anemoni e ranuncoli ma qui in zona non ci stanno fiorai e non è previsto nell’autocertificazione.
Il mio fitbit al polso dice che oggi ho fatto 823 passi, io che di solito facevo a piedi tra i 5 e i 6 km.
Però ho pedalato un quarto d’ora sulla cyclette ma sto fesso di fitbit quello non lo misura. Bah
Il bollettino di guerra oggi diceva che i morti sono di meno e che si stanno liberando i posi in terapia intensiva, diminuendo la pressione sugli ospedali. Ma le auto non circolano, non sento nessuno parlare di incidenti stradali, se uno sta male in ospedale non ci va per paura di contagiarsi, stiamo tutti chiusi dentro, quindi se morte solo di coronavirus. Gli altri stiamo tutti bene, si fa per dire, solo un poco esauriti, eh?



martedì 21 aprile 2020

Ritorno a casa

Dopo un mese e mezzo trascorso a casa di mio figlio il marito ha deciso che fosse ora di tornare all’avita magione. Quindi fatta adeguata spesona onde evitare di dover andare per negozi abbiamo preso il GRA e A1 convinti che poliziotti, carabinieri e vigili stessero aspettando noi. Ah ci stava pure la Finanza che ci ha guardati passare con occhio sonnacchioso.
Al,casello di Roma sud ci stavano due auto della Polizia ma eravamo in tutto 3 auto e un bel numero di camion, furgoni e simili, per cui non siamo stati fermati. Logicamente avevamo l’autocertificazione con tutti i dati inseriti.. Ci siamo poi fermati a La Macchia, di solito incasinata a morte ma era una desolazione. Abbiamo solo fatto rifornimento e neanche a fare pipì e via come avere il diavolo alle calcagna.
Fino a Napoli pochissime auto con l’aria di che ci faccio qui. Ovviamente camion e furgoni a iosa, mancavano solo i grossi Tir e i bus.
All’arrivo al casello era in funzione un solo casello, in automatico, solo monete e carte, quindi una bella coda che ricordava i rientri estivi. Il marito non si era reso conto per cui siamo finiti in seconda fila come i furbetti ma siamo stati graziati da un automobilista comprensivo.
Ovviamente abbiamo pensato che dall’altra parte ci attendeva il millantato posto di blocco e ci eravamo rassegnati a perdere un bel po’ di tempo per i controlli.
Neanche qua siamo stati fermati. C’erano due auto della polizia stradale, un po’ di poliziotti sparsi, mitra non ne abbiamo visti, solo mascherine.
Abbiamo quindi imboccato la tangenziale, memori delle ore infernali che ci abbiamo passato ma dopo solo 10 minuti eravamo a casa, nel cortile a scaricare l’auto, accolti dal portiere in mascherina e dal silenzio assoluto del condominio.
A Ciampino eravamo abituati al silenzio e ai pochi rumori di chi approfittava della reclusione per fare manutenzione a casa, ma quello è un tranquillo paese, case basse con giardini; la città era spettrale. Pochissime persone che passano per strada a fare la spesa, veloci, poche code nei negozi salvo i supermercati e la panetteria, tutti con guanti e mascherine e abbiamo capito che ci hanno contato un bel po’ di chiacchiere sul fatto che i napoletani fossero indisciplinati. Io qui sto vedendo un ordine mai immaginato prima. Mica li ha terrorizzati tutti De Luca col lanciafiamme? Mah ....

venerdì 17 aprile 2020

Ottimismo, Gianni!

Oggi ho sentito una collega di vecchia data che raccontava della sua Pasqua. Diceva che nelle feste a casa sua ci sono a pranzo dalle 18 alle 23 persone. Ha una famiglia numerosa, 3 figli e 9 nipoti e racconta che questa è la prima volta che non passa in cucina giorni a spignattare.
Ora è sola e ha cucinato una piccola pastiera solo per lei. A tavola un solo piatto, il suo.
Proprio perché ricordo i miei Natali, Pasque di un tempo mi è venuta una tristezza a sentire quel racconto. Piccola donna coraggiosa e ottimista, ha detto: ci rifaremo l’anno prossimo.

sabato 11 aprile 2020

Aprile è il più crudele dei mesi

Eliot parla di brama di vivere  che a noi è negata al momento. Resta comunque questa crudeltà cui si unisce la temperatura mite, le giornate di sole che ci invitavano ad andare al mare. Possiamo solo pensare ad un futuro non so quanto prossimo, fare sogni, progetti e previsioni di eventuali spostamenti.
Ieri con un amico guardando i nuovi affreschi scoperti a Pompei ci chiedevamo se e quando li avremmo potuto vedere.
Tempo fa aspettando Andrea facevamo progetti per l’estate pensando di portarlo al mare per un lungo periodo. Il futuro è sulle ginocchia degli dei, dicevano gli antichi e mai come ora risulta vero.
E poi sentì le ambulanze passare, ogni giorno e mi ricordano di quando ragazza il mio ufficio affacciava sulla strada per gli ospedali e vedevo molto spesso passare l’ambulanza dell’Ilva e sapevamo che era sempre un incidente grave.
E ora la conta dei morti, dei contagiati, i cui numeri continuo a non capire. Si aspettava il picco, forse a metà aprile ma ora l’assicella si sposta al 3 maggio. Riaprono le librerie ma non si capisce come si fa a raggiungerle e sinceramente, con eBook e Amazon che trovo più comodi perché rischiare?
E poi per questa Pasqua ho passato la cucchiarella alla nuora per la pastiera e al figlio per il casatiello. Mentre la pastiera è riuscita bene il casatiello era alla moda Toscana. Il figlio si è dimenticato il sale! Evvabbè, si è costituito ma io me n’ero già accorta dall’odore.


martedì 7 aprile 2020

Di Pasque e pasquette

Una volta a settimana circa mio figlio va a fare la spesa al supermercato e stavolta ha trovato il posto di blocco sulla strada principale, via che deve essere percorsa obbligatoriamente per raggiungere i grandi supermercati che sono più forniti.
Al ritorno lo ferma quindi la polizia metropolitana e gli chiede l’autocertificazione. Ce l’aveva ma si doveva compilare perché partiva dal supermercato per raggiungere casa sua.
C’è stata su questo un certa discussione perché i vigili hanno richiesto che scrivesse che partiva da casa sua per andare al supermercato. Intanto lui ha conservato lo scontrino dove sono annotate data e orario, casomai.

 Nel frattempo è arrivata la cyclette, ordinata la settimana scorsa e abbiamo scoperto che per me va bene ma per il figlio no, lui è troppo lungo e le gambe si piegano male, quindi la porterò con me quando torno a casa, tanto credo che ci vorrà tempo per andare a fare le mie solite lunghe camminate.
Ammesso che riuscirò ancora a camminare.

Oggi ancora una bella giornata, calda e serena e pure Andrea si è goduto il sole, facendo un lungo sonno nel carrozzino. Io ho riparato il dondolo, si era scucito il piano e anche un cuscino. E dopo tutti a bordo, con Arianna che dondolava.
Poi i lavori dell’orto  di guerra proseguono, via il cavolo nero ormai sfiorito e vai con i pomodori pachino, sedano, basilico, prezzemolo e timo. Quest’anno non ci saranno i peperoncini verdi, le piantine le portavamo da Napoli e qui neanche sanno cosa sono. Peccato perché facevano una bella produzione, tanto che ne congelavano parecchi pacchi.
E poi avevano chiuso i vivai e poi li hanno fatti riaprire a condizione che non vendessero i fiori, chissà perché. Magari uno si tirava un po’ su col profumo delle fresie  e la bellezza dei tulipani. Mah!
Infine il vivaio dove si serve il figlio si è rotto le scatole e non ha riaperto. E dire che aveva anche organizzato dei corsi per gli apprendisti pollice verde.

Qui che non c’è De Luca nostro le pizzerie e le hosterie mandano la pubblicità con le offerte. Tra abbacchio e scottadito, patate al forno e carciofi alla romana, ci si può fare Pasqua e Pasquetta senza stare ai fornelli.Ma per farlo contento noi la pastiera la facciamo lo stesso, tanto di comprarla non se ne parla proprio.

domenica 5 aprile 2020

Sono arrivate le rondini. E sono libere

Passano i giorni e nulla cambia. Gli arei non decollano più e oggi abbiamo visto passare un treno, lo hanno anche accorciato. Però le ambulanze continuano a passare, è l’unico suono che si sente.
Ma sono arrivate le rondini e dal terrazzo le abbiamo viste sfrecciare nel cielo azzurro, bellissime.
C’era il sole, anche ieri, così spero finisca questa menata del 4 aprilante giorni quaranta.
Forse siamo riusciti a convincere il marito a restare, almeno dopo Pasqua, sperando si raggiunga il maledetto picco e che si possano allentare un poco le misure. Ovviamente i vecchi no. Per noi si prevede ancora una lunga detenzione ma almeno per i bambini si spera un ritorno alla normalità.
Devo riconoscere che mio figlio ha avuto ragione a cercare una casa col terrazzo, oggi ci rendiamo conto di quanto sia essenziale alla sopravvivenza.
Penso ai vicoli di Napoli, quelli che Filumena diceva che non entra mai il sole. E in quei bassi vivono tante persone, come si fa a starci chiusi dentro?

E poi ci sono le diatribe di questi giorni. Troppa gente per strada. De Luca che ci invita a fare le pastiere, mascherina so mascherina no, che nel frattempo non si trovano. Qui in farmacia ce ne hanno vendute due che sembrano i panni Swiffer, buoni solo a levare la polvere, e neanche.

E così stiamo a sentire De Luca, facciamo la pastiera e pure il casatiello. Per la ricotta salata sarà un problema ma non disperiamo, il fornitore a domicilio di latticini ci aiuterà, così che potremo organizzare la Pasquetta sul terrazzo.

mercoledì 1 aprile 2020

Di cappuccini e pizze

Quando capisci che è iniziata una bella giornata di merda. Altro che nottata, qua deve passare pure la giornata.
Mi sono preparata il solito cappuccino mettendoci dentro un bel cucchiaino di sale. Provate, è un’esperienza indimenticabile. Per dimenticare ho mangiato quattro pandistelle ma non ha funzionato.
Per consolarmi ho preparato per pranzo un bel piatto di spaghetti con pomodorini in barattolo fatti da me l’anno scorso con quelli regalati da mia sorella, cresciuti nel suo orto. Ottimi. E ciao ciao cappuccino.

Un giorno dopo l’altro, la vita se ne va.
Le giornate qui sono scandite dalle consegne a domicilio. Figlio e nuora sono abituati a fare spesa così già in precedenza, quindi è arrivata la farina e stasera si fa la pizza, quella rossa che piace ad Arianna. Mio figlio dopo il sommelier ha fatto il corso per pizzaiolo e prepara pizze in teglia alla moda romana, ben lievitata, pane, focacce e il panettiere non ci vede più.
Spesa una volta a settimana circa e poi abbiamo il negozio di latticini di cui siamo clienti che ci consegna a casa. Salvi anche pastiera e casatiello per Pasqua.
Arrivati anche i barattoli di amarene per cui stiamo meditando una riedizione delle zeppole di San Giuseppe.
Eh si, qua si parla sempre di mangiare e con lo scarso movimento limitato al sali in terrazza, scendi dalla terrazza, finisce che non entreremo più nei pochi panni che ho in valigia.
Fortuna che il figlio ha ordinato una bella cyclette che arriva lunedì e potrò usufruirne anche io per consumare qualche caloria.


lunedì 30 marzo 2020

Festa di compleanno

Ieri era il compleanno di Arianna e Claudio, entrambi nati il 29 marzo.
Due torte, una ciascuno, 2 candeline per Arianna e 1 per il suo papà.
Hanno messo i festoni, una tovaglia allegra, e sulla torta i pupazzi della serie di Bing che Arianna ama. Per l’occasione le hanno permesso di mangiare una fettina di torta perché i genitori non le hanno ancora fatto conoscere lo zucchero.
Indossava una graziosa gonnellina con il collant ed era pettinata con due bei codini, in videochiamata nonno e zii da Napoli assistevano allo spegnimento delle candeline. In video anche un altro bimbo e le ragazze del nido di Arianna che le facevano gli auguri. Lei era molto emozionata, le mancano gli amichetti.
Un compleanno un po’ strano, in solitudine ma almeno abbiamo potuto godere di questi momenti.
E fanculo al coronavirus

Sgomento



Ieri sera il discorso di Mattarella, con un fuori onda che ce lo ha reso sempre più caro.
E poi il Papa, solo nella pioggia, in una piazza deserta, lì dove ogni domenica vediamo sempre folle di pellegrini. Un crocefisso portato apposta, aveva fermato un’epidemia di peste e si spera nel suo potere taumaturgico.
Due vecchi che ci fanno coraggio, in un momento in cui gli anziani sono più in pericolo.
Ieri sera Francesco ha mandato un messaggio potente, che ha colpito tutti, credenti e non.
Un uomo vestito di bianco, solo, claudicante, ha percorso la scala che portava all’icona della Madonna e al Cristo e si è fermato a pregare ma prima ha fatto un discorso che non dimenticheremo.
Io non sono credente ma ho provato un grande sgomento. Dall’inizio di questa storia ho avuto sempre presente la gravità di quello che ci aspettava ma il discorso del Papa e la piazza vuota, il silenzio rotto da campane e ambulanze mi ha fatto pensare che stiamo davvero rischiando una strage  e ancora non si ha idea di come poterla affrontare.
Ogni sera alle 18 la Protezione Civile ci fornisce i dati dei contagiati, guariti e morti. Tanti, troppi, e non solo vecchi. Molti medici stanno morendo, contagiati negli ospedali per carenza di misure di protezione adeguate e tanti, troppi anziani, nelle loro case o nelle terapie intensive, con sempre meno posti a disposizione, con un tubo infilato in gola o nella migliore delle ipotesi con la testa in una boccia di pesce rosso, le nuove maschere della Decathlon modificate e trasformate in respiratori.
E poi la lunga fila di camion dell’esercito carichi di bare, che da Bergamo vanno a cercare un crematorio. Persone che non avranno un funerale, una benedizione in chiesa e che magari avevano anche lasciato disposizioni circa la propria morte.





giovedì 26 marzo 2020

Coronavirus, giorno uno

Dall’ospedale è giunta la chiamata, era arrivato il mio turno, però nel frattempo era giunto anche il coronavirus, per cui forse non era proprio il momento giusto per farsi ricoverare. Inoltre si era fatto il tempo della nascita del fagiolino e per il medesimo motivo (coronavirus) i medici hanno deciso di anticipare il parto di mia nuora. Ci siamo così avviati qualche giorno prima per veder nascere il secondo nipotino.

Come non detto. Chiusi in casa abbiamo atteso il ritorno a casa di Andrea e qui siamo rimasti.
Da questo momento i racconti che posso fare sono simili a quelli di tante altre persone, chiuse in casa. Supermercato una volta a settimana, a quello che trovi, file interminabili, strade deserte e l’auto della sindaca che gira in media tre volte al giorno, avvisando col megafono:
Cioncatevi alle case vostre.
La cosa è parecchio angosciante, considerando che gli aerei non si alzano più e passa sporadicamente qualche treno. L’unico movimento è dato dai vicini che potano siepi, accendono BBQ e i bambini che gironzolano dietro i cancelli chiusi.
Per fortuna ci sono i bambini.

Arianna ha ormai due anni ed è un moto perpetuo. Qui c’è un grande terrazzo e finché il meteo ce lo ha permesso abbiamo pascolato li. Ora si è messo al brutto, due giorni che piove e fa freddo. Anche il Vesuvio, mi dicono, sfoggia un cappuccio di neve.

Di Arianna non avevo parlato. Lei la vedemmo appena nata ed era bellissima. Una pallina di 3 kili e 600 lunga lunga. Al Gemelli c’era la stanza nido con papà mamma e bambino, attrezzata per la cura del neonato e potevamo vederla quando volevamo.

mercoledì 25 marzo 2020

Ricominciamo da tre

E adesso?

Dopo tanto tempo, forse due anni, torno a scrivere sul mio vecchio diario.
Tante cose sono accadute nel frattempo; sono diventata nonna ed è la cosa più bella e adesso aspettiamo un altro nipotino che per ora chiamiamo “fagiolino”.
Nel frattempo ci sono stati due interventi chirurgici che hanno influito sulla mia capacità di reazione.
Ora una new entry, un nodulo al seno scoperto nell’ultima mammografia. Un nodulo solido, vascolarizzato ed è stato richiesto un ago aspirato di cui mi daranno risposta tra una decina di giorni.
Va comunque asportato, dovranno solo decidere le modalità. Per ora sto qua, una tetta dolorante, tanta ansia ma non voglio trasmettere questa ansia a chi mi sta vicino e allora mi ricordo del mio vecchio blog e gli racconto mano mano la mia storia e i pensieri che scaturiscono. Pare che sia un buon metodo che viene incoraggiato dagli psicologi, dovrebbe servire a dare il giusto peso a quanto ci accade.
Il periodo natalizio non è certo propizio a raccontare tali disavventure, tutti sono presi da struffoli e pastiere, auguri, regali, viaggi, spettacoli. Prima anche io così forse.

E così è passato Natale e ci avviamo verso il Capodanno. Coraggio, quasi ci siamo, dopo la Befana avrò i risultati degli esami e dovrò decidere dove andare per l’intervento.

Il campione non è risultato idoneo e quindi. Niente risposta. Ho fatto comunque la prenotazione per l’intervento. Credo che analizzeranno diirettaaamentte quello che levano. Ora aspetto che mi chiamino.