Nisida

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giovedì 26 marzo 2020

Coronavirus, giorno uno

Dall’ospedale è giunta la chiamata, era arrivato il mio turno, però nel frattempo era giunto anche il coronavirus, per cui forse non era proprio il momento giusto per farsi ricoverare. Inoltre si era fatto il tempo della nascita del fagiolino e per il medesimo motivo (coronavirus) i medici hanno deciso di anticipare il parto di mia nuora. Ci siamo così avviati qualche giorno prima per veder nascere il secondo nipotino.

Come non detto. Chiusi in casa abbiamo atteso il ritorno a casa di Andrea e qui siamo rimasti.
Da questo momento i racconti che posso fare sono simili a quelli di tante altre persone, chiuse in casa. Supermercato una volta a settimana, a quello che trovi, file interminabili, strade deserte e l’auto della sindaca che gira in media tre volte al giorno, avvisando col megafono:
Cioncatevi alle case vostre.
La cosa è parecchio angosciante, considerando che gli aerei non si alzano più e passa sporadicamente qualche treno. L’unico movimento è dato dai vicini che potano siepi, accendono BBQ e i bambini che gironzolano dietro i cancelli chiusi.
Per fortuna ci sono i bambini.

Arianna ha ormai due anni ed è un moto perpetuo. Qui c’è un grande terrazzo e finché il meteo ce lo ha permesso abbiamo pascolato li. Ora si è messo al brutto, due giorni che piove e fa freddo. Anche il Vesuvio, mi dicono, sfoggia un cappuccio di neve.

Di Arianna non avevo parlato. Lei la vedemmo appena nata ed era bellissima. Una pallina di 3 kili e 600 lunga lunga. Al Gemelli c’era la stanza nido con papà mamma e bambino, attrezzata per la cura del neonato e potevamo vederla quando volevamo.

4 commenti:

  1. ciao Jené che persona splendida che sei, ti auguro ogni bene!
    Carolina (aprovadistupido, ridanciana :)).

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  2. Ciao Carolina, è un piacere sentirti. Fammi sapere come state. Ti ho risposto alla email

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